EMISSIONI SPECIFICHE DEI PROCESSI PRODUTTIVI NELL'INDUSTRIA DEI MINERALI NON METALLIFERI

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Riccardo De Lauretis

    Abstract
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    Abstract

    L'indicatore mette in relazione le emissioni complessive in atmosfera generate dai processi produttivi del settore dell’industria dei minerali non metalliferi con le quantità complessive prodotte, per valutare le emissioni specifiche associate alla produzione di un'unità di prodotto. Nel 2020, rispetto al 2019, le emissioni specifiche di tutte le sostanze considerate sono diminuite, ad eccezione dei COVNM, che risultano in leggero aumento.

    Descrizione

    L'indicatore mette in relazione le emissioni complessive di inquinanti atmosferici generate dai processi produttivi del settore industriale dei minerali non metalliferi (cemento, calce, vetro, bitume/asfalto) con le quantità complessive prodotte. Gli inquinanti atmosferici osservati sono: SOx (ossidi di zolfo); NOx (ossidi di azoto); COVNM (Composti Organici Volatili Non Metanici); PM10 (particolato) e CO2 (diossido di carbonio o anidride carbonica). Le emissioni utilizzate nel calcolo dell'indicatore sono quantificate attraverso opportuni processi di stima in accordo con le metodologie EMEP/EEA. L'aggiornamento annuale delle emissioni comporta la revisione dell'intera serie storica sulla base della maggiore informazione e dei più recenti sviluppi metodologici. Questa metodologia di revisione può comportare una variazione, anche significativa, dei dati storici presentati. Considerato il livello di aggregazione scelto, l'indicatore fornisce un'informazione relativa alle emissioni specifiche dell'intero settore e non dei singoli processi produttivi.

    Scopo

    Valutare le emissioni specifiche generate dalla produzione di un'unità di prodotto nell'industria dei minerali non metalliferi.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Le emissioni ambientali specifiche del settore industriale sono disciplinate dalla Direttiva 2010/75/UE, del 24 novembre 2010, recepita nell’ordinamento italiano con D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46, che ha modificato il D.Lgs. 152/06, e ss.mm.ii. Il dispositivo definisce, per ciascun comparto industriale, gli obblighi da rispettare in termini di prevenzione e riduzione dell’inquinamento, anche tramite l’adozione di Best Available Technologies (BATs). Deve essere inoltre garantito lo scambio di informazioni all'interno della Comunità Europea anche in termini di emissioni per le attività soggette ad AIA.

    DPSIR
    Pressione
    Tipologia indicatore
    Efficienza (tipo C)
    Riferimenti bibliografici

    Rapporto ISPRA 361/2022 - Italian Emission Inventory, 1990-2020. Informative Inventory report 2022.

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Fonte dei dati
    Associazioni di categoria
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)
    Accessibilità dei dati di base

    Il dato di attività e le emissioni sono documentate nell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera e in particolare nel "Rapporto ISPRA 361/2022, Italian Emission Inventory, 1990-2020. Informative Inventory report 2022” e nelle tabelle con i dati di emissione per categoria comunicate ufficialmente dall’Italia nell’ambito della Convenzione UNECE/CLRTAP.

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    1990-2020

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    Rapporto tra le emissioni in atmosfera stimate dall'ISPRA nell'ambito della realizzazione dell'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera e le produzioni dell'industria dei minerali non metalliferi che danno luogo a emissioni in aria.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L'indicatore esprime il potere inquinante "medio" di un'unità di prodotto. L'affidabilità delle fonti, la completezza e l'ampiezza delle serie temporali rendono l'indicatore particolarmente accurato. La completezza delle serie temporali e l'uso delle stesse metodologie di raccolta dati rendono ottime le comparabilità nel tempo e nello spazio.

    Stato
    Medio
    Trend
    Non definibile
    Valutazione/descrizione dello stato

    Nel 2020, rispetto al 2019, le emissioni specifiche di tutte le sostanze considerate, ad eccezione dei COVNM, sono in diminuzione. In particolare, le emissioni degli SOx (322,47 g/t) sono diminuite del 16,7%, degli NOx (493,92 g/t) dell'11,2%, del PM10 (193,95 g/t) del 5,5% e della CO2 (346,25 kg/t) dell’8,3%. Le emissioni di COVNM (166,65 g/t) sono aumentate del 4,5%.

    Valutazione/descrizione del trend

    Nel periodo 1990-2020, in linea generale, si rileva una riduzione degli inquinanti, ad eccezione dei COVNM (+27,9%) che mostrano un andamento crescente lungo tutta la serie storica. In particolare, la diminuzione è risultata del 58,2% per gli SOx, del 66,3% per gli NOx, del 25,1% per i PM10 e del 31,7% per la CO2. Se l'andamento degli SOx, NOx e PM10 può essere definito positivo, quello dei COVNM risulta negativo, pertanto il trend associato all’indicatore nel suo complesso è "non definibile".

    Commenti

    L'analisi della serie storica evidenzia una consistente riduzione dei valori delle emissioni specifiche rispetto al 1990 di tutte le sostanze considerate ad eccezione dei COVNM, che sono in aumento (cfr. Tabella 1 e Figure 1 e 2). Se per gli SOx e gli NOx l’andamento delle emissioni specifiche è decrescente lungo tutta la serie storica, la riduzione dell’emissione specifica del PM10 è concentrata nel periodo 1990-2010, mentre tra il 2011 e il 2018 l’andamento risulta sostanzialmente stazionario ed esibisce una diminuzione ulteriore a partire dal 2019. Nel caso dei COVNM, l’emissione specifica si mantiene complessivamente stazionaria tra il 1990 e il 2012, mentre per gli anni successivi l’andamento risulta marcatamente crescente. L'andamento annuale delle emissioni è determinato per ciascun inquinante dall'andamento delle produzioni che tipicamente emettono le sostanze stesse.

    Allegati
    Titolo

    Tabella 1: Emissioni specifiche nell'industria dei minerali non metalliferi

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ISPRA, ISTAT e Associazioni di categoria

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    Titolo

    Figura 1: Emissioni specifiche di SOx, NOx, COVNM e PM10 nell'industria dei minerali non metalliferi

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ISPRA, ISTAT e Associazioni di categoria

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    Titolo

    Figura 2: Emissioni specifiche di CO2 nell'industria dei minerali non metalliferi

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ISPRA, ISTAT e Associazioni di categoria