Goal 7: Energia pulita e accessibile

Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.

CONSUMI ENERGETICI NEI TRASPORTI

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Data aggiornamento scheda:

L'indicatore quantifica il consumo di combustibili nel settore dei trasporti, al fine di contenerlo e/o diversificarlo. I consumi energetici nel settore del trasporto mostrano un andamento crescente dagli anni Novanta e decrescente dal 2007. Negli anni 2018 e 2019 si assiste a una ripresa dei consumi, nel 2020 la marcata riduzione è imputabile alla crisi pandemica, seguita nel 2021 da una ripresa e nel 2022 ad un ulteriore aumento. Al trasporto su strada e ai combustibili fossili spetta la quota  preponderante. Varie criticità caratterizzano il sistema dei trasporti nazionali, distante dagli ambiziosi obiettivi al 2030 e al 2050 sui consumi dei combustibili nel settore dei trasporti a livello europeo.

DIFFUSIONE DI CARBURANTI A MINORE IMPATTO AMBIENTALE

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In Italia, si rileva una maggiore diffusione di carburanti a minor impatto ambientale rispetto ad altri Paesi europei. I fattori che hanno consentito tale risultato sono la parziale esenzione dalle accise per questi carburanti e la possibilità di circolazione nei centri urbani durante i periodi di blocco del traffico per le autovetture alimentate a gas di petrolio liquefatto e gas naturale. Attualmente l’utilizzo dei carburanti a minore impatto ambientale (di cui i biocarburanti costituiscono il 42%) è tuttavia ancora minoritario, rappresentando nel 2022 solo l’11% del consumo totale dei carburanti su strada, di cui il 6% è rappresentato da carburanti fossili a basse emissioni e il 5% da biocarburanti, mentre l’89% è rappresentato ancora da benzina e gasolio.

CONSUMI FINALI DI ENERGIA ELETTRICA PER SETTORE ECONOMICO

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I consumi finali di energia elettrica sono cresciuti costantemente dal 1990 al 2008 per poi flettere per effetto della crisi economica. Dal 2015 i consumi tornano a crescere fino a raggiungere un livello stabile dal 2017. In seguito agli effetti della pandemia di SARS-CoV-2 i consumi del 2020 si sono ridotti del 5,7% rispetto all’anno precedente con un rimbalzo del 6,2% nel 2021. La quota dei consumi nell'industria è scesa dal 51,7% nel 1990 al 43,7% nel 2021, mentre quella dei consumi del settore civile (terziario e residenziale) è aumentata da 43,2% a 50,3%, quella dell’agricoltura e pesca è rimasta quasi costante intorno al 2%, mentre quella dei trasporti mostra un lieve incremento, dal 3,1% del 1990 al 3,7%. La disaggregazione per settore economico e territoriale mette in evidenza situazioni molto differenziate da regione a regione, in relazione alle condizioni economiche, produttive e climatiche.

CONSUMI FINALI E TOTALI DI ENERGIA PER SETTORE ECONOMICO

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L'indicatore misura l'energia consumata dagli utenti finali e l’energia totale consumata dal Paese. A partire dal 1990 si registra un andamento crescente dell’energia disponibile per i consumi finali, con un picco raggiunto nel 2005. Successivamente si rileva un’inversione di tendenza fino a un minimo toccato nel 2014. Fino al 2018 si osserva una ripresa dei consumi finali seguita dalla flessione nel 2019 e dalla repentina riduzione nel 2020 a causa del lockdown delle attività economiche per contenere la diffusione della pandemia di SARS-CoV-2, seguita dalla ripresa dei consumi nel 2021. Nel 2021 l’energia disponibile per il consumo finale, contabilizzata secondo la metodologia adottata da Eurostat, è pari a 118,7 Mtep, +8,6% rispetto al 2020 e +3,1 rispetto al 1990.

INTENSITÀ EMISSIVA DI GAS SERRA DA CONSUMI ENERGETICI

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L’indicatore è costituito dal rapporto tra le emissioni atmosferiche di gas serra e i consumi finali di energia per settore. Il valore medio delle intensità emissive mostra una differenza tra i settori in relazione alla diversa diffusione delle fonti rinnovabili. Complessivamente l’intensità emissiva per gli impieghi finali è diminuita del 25,1% dal 1990 al 2022.

INTENSITÀ ENERGETICHE FINALI SETTORIALI E TOTALE

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Il confronto interno all’Unione Europea mette in evidenza che l’intensità energetica primaria e finale dell’Italia resta più bassa della media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia (che ha favorito la creazione di comportamenti e infrastrutture parsimoniose nell’uso dell’energia e una struttura produttiva non eccessivamente energivora), della forte fiscalità (che ha aumentato il costo delle fonti energetiche all’utenza finale oltre i valori degli altri paesi), del più basso reddito pro capite, del clima relativamente mite. Secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica primaria l’Italia si colloca al 5° posto tra i paesi europei.

QUOTA DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NEI CONSUMI FINALI

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In Italia, la quota di energia da fonti rinnovabili nel 2020 è stata del 20,4% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17% per il 2020. Nel 2021 la quota è scesa al 19%. 

RAPPORTO TRA I CONSUMI FINALI DI ENERGIA E I CONSUMI TOTALI DI ENERGIA

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Il rapporto tra i consumi finali di energia e i consumi totali di energia misura l'efficienza complessiva della conversione dell'energia contenuta nelle fonti primarie. La differenza tra queste due grandezze corrisponde alle perdite nei processi di conversione (come la produzione di elettricità e la raffinazione del petrolio), ai consumi interni degli impianti di produzione di elettricità e alle perdite nella distribuzione. Dal 1990 al 2022 il rapporto medio del nostro Paese (70,6%) è superiore alla media europea (62,6%). Negli ultimi anni si osserva un significativo incremento del rapporto.