Descrizione 1
Antonio Caputo, Giulia Iorio
Il confronto interno all’Unione Europea mette in evidenza che l’intensità energetica primaria e finale dell’Italia resta più bassa della media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia (che ha favorito la creazione di comportamenti e infrastrutture parsimoniose nell’uso dell’energia e una struttura produttiva non eccessivamente energivora), della forte fiscalità (che ha aumentato il costo delle fonti energetiche all’utenza finale oltre i valori degli altri paesi), del più basso reddito pro capite, del clima relativamente mite. Secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica primaria l’Italia si colloca al 5° posto tra i paesi europei.
L'indicatore misura l'efficienza energetica dei sistemi economici, cioè la quantità di energia necessaria per unità di PIL prodotto. In particolare, l'intensità energetica primaria è definita dal rapporto tra il consumo interno lordo di energia e il PIL, mentre l'intensità energetica finale è definita dal rapporto tra il consumo finale di energia e il PIL.
Valutare la relazione esistente tra l'andamento dei consumi energetici e la crescita economica, al fine di aumentare l'efficienza del consumo energetico.
Con la Decisione n.1386/2013/UE, l'Unione Europea definisce il VII programma generale di azione in materia ambientale fino al 2020. Il 14 ottobre 2020 la Commissione europea ha presentato la proposta di decisione che istituisce l'VIII programma di azione per l'ambiente dal 2021 al 2030. Il 29 marzo 2022 il Consiglio dell’UE ha adottato l'VIII programma di azione per l'ambiente dal 2021 al 2030. Non sono applicabili obiettivi a questo indicatore.
Descrizione 2
ENEA, Rapporto Energia e Ambiente, anni vari
Qualificazione dati
EUROSTAT, https://ec.europa.eu/eurostat/data/database
MASE, Bilancio Energetico Nazionale, anni vari, https://dgsaie.mise.gov.it/bilancio-energetico-nazionale
Nazionale
1995-2021
Qualificazione indicatore
L’indicatore è costituito da più parametri: • il rapporto tra il consumo interno lordo dell'energia e il prodotto interno lordo (PIL) ai prezzi di mercato a valori concatenati 2015 per un determinato anno civile. • il rapporto tra il consumo finale e PIL ai prezzi di mercato a valori concatenati 2015, mentre l’intensità settoriale è data dal rapporto tra consumi finali in tep e valore aggiunto a valori concatenati 2015.
L’intensità energetica finale nel 2021 è pari a 67,2 tep consumati per milione di €. I vari settori hanno intensità molto diverse (Tabella 1). L’industria manifatturiera e l’agricoltura hanno i valori più elevati: 94,9 tep/M€ e 96,5 tep/M€, rispettivamente. Tra i settori con intensità energetica più bassa si citano il settore edilizio (11,6 tep/M€) e i servizi (15,6 tep/M€).
A fronte di una considerevole variabilità annuale, su un periodo di lungo termine si osserva un andamento decrescente dell’intensità energetica finale, dovuta a una diminuzione di energia impiegata per unità di PIL prodotto. Complessivamente l’intensità energetica finale nel periodo 1995-2021 si è ridotta dell'8,8% (Tabella 1). Dei diversi settori l’edilizia e i servizi fanno registrare un sensibile incremento dell’intensità energetica mostrando un utilizzo poco efficiente delle risorse, rispettivamente 397,4% e 44,9% dal 1995 al 2021. In particolare, l’edilizia raddoppia l’intensità energetica dal 2020 (5,9 tep/M€) al 2021 (11,6 tep/M€). D’altro canto, gli altri settori, soprattutto l’industria, contribuiscono alla diminuzione dell’intensità. L'intensità energetica dell'industria manifatturiera è scesa del 32,7%, mentre quelle del settore trasporti e agricoltura sono scese rispettivamente del 14,2% e del 8,5%.
Dati
Tabella1: Intensità energetiche finali settoriali e totale (consumi finali in tep/valore aggiunto concatenato 2015)
Elaborazione ENEA su dati MASE/Eurostat e Istat
n.d. - dato non disponibile; 1 Intensità non confrontabili con gli altri settori in quanto non misurate rispetto a un proprio ”valore aggiunto” ma rispetto al PIL; 2 Consumi finali di energia su PIL; 3 Consumi primari di energia su PIL
Tabella 2: Intensità energetica primaria(1) del PIL ai prezzi di mercato a valori concatenati 2015
Elaborazione ENEA su dati EUROSTAT
n.d. - dato non disponibile; 1 Definita dal rapporto tra consumo interno lordo e PIL; * Dati provvisori; ° Interruzione nella serie
Tabella 3: Intensità energetica finale(1) del PIL ai prezzi di mercato a valori concatenati 2015
Elaborazione ENEA su dati EUROSTAT
n.d. - dato non disponibile; 1 Definita dal rapporto tra consumo finale e PIL; * Dati provvisori; ° Interruzione nella serie
Figura 1: Intensità energetica primaria(1 - linea continua) e finale(2 - linea tratteggiata) del PIL ai prezzi di mercato a valori concatenati 2015 in EU e Italia.
Elaborazione ENEA su dati EUROSTAT
1 Definita dal rapporto tra consumo interno lordo e PIL; 2 Definita dal rapporto tra consumo finale e PIL
Il confronto interno all’Unione Europea evidenzia che sia l’intensità energetica primaria sia l'intensità energetica finale dell’Italia resta più bassa della media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia (che ha favorito la creazione di comportamenti e infrastrutture parsimoniose nell’uso dell’energia e una struttura produttiva non eccessivamente energivora), della forte fiscalità (che ha aumentato il costo delle fonti energetiche all’utenza finale ben oltre i valori tipici negli altri paesi), del più basso reddito pro capite e del clima relativamente mite. La serie storica dell’intensità energetica mostra che i valori europei dell’intensità primaria e finale, rispettivamente 107 e 71 tep/M€, si stanno avvicinando a quelli nazionali e che secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica primaria l’Italia si colloca al 5° posto tra i paesi europei (Tabelle 2 e 3 e Figura 1).