CONSUMI ENERGETICI NEI TRASPORTI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore quantifica il consumo di combustibili nel settore dei trasporti, al fine di contenerlo e/o diversificarlo. I consumi energetici nel settore del trasporto mostrano un andamento crescente dagli anni Novanta e decrescente dal 2007. Negli anni 2018 e 2019 si assiste a una ripresa dei consumi, nel 2020 la marcata riduzione è imputabile alla crisi pandemica, seguita nel 2021 da una ripresa e nel 2022 ad un ulteriore aumento. Al trasporto su strada e ai combustibili fossili spetta la quota  preponderante. Varie criticità caratterizzano il sistema dei trasporti nazionali, distante dagli ambiziosi obiettivi al 2030 e al 2050 sui consumi dei combustibili nel settore dei trasporti a livello europeo.

DIFFUSIONE DI CARBURANTI A MINORE IMPATTO AMBIENTALE

Data aggiornamento scheda:

In Italia, si rileva una maggiore diffusione di carburanti a minor impatto ambientale rispetto ad altri Paesi europei. I fattori che hanno consentito tale risultato sono la parziale esenzione dalle accise per questi carburanti e la possibilità di circolazione nei centri urbani durante i periodi di blocco del traffico per le autovetture alimentate a gas di petrolio liquefatto e gas naturale. Attualmente l’utilizzo dei carburanti a minore impatto ambientale (di cui i biocarburanti costituiscono il 42%) è tuttavia ancora minoritario, rappresentando nel 2022 solo l’11% del consumo totale dei carburanti su strada, di cui il 6% è rappresentato da carburanti fossili a basse emissioni e il 5% da biocarburanti, mentre l’89% è rappresentato ancora da benzina e gasolio.

DISTRIBUZIONE PER USO AGRICOLO DEI FERTILIZZANTI (CONCIMI, AMMENDANTI E CORRETTIVI)

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore considera i fertilizzanti distribuiti in agricoltura, cioè i mezzi tecnici impiegati essenzialmente per la crescita delle colture agrarie. Analizza la loro distribuzione territoriale e nel tempo, per una rappresentazione complessiva dell’impatto ambientale in funzione dei quantitativi e tipologie di fertilizzanti immessi in commercio.
Nel 2022 sono stati immessi in commercio quasi 3,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti. Il 43,0% è costituito dai fertilizzanti organici (ammendanti e concimi organici), che per la prima volta superano i concimi minerali (semplici, composti, a base di meso e microelementi), pari a circa un terzo del totale (il 34,3%) e in forte contrazione rispetto al 2021 (-45%).

La categoria più venduta è quella degli ammendanti, con quasi 1,2 milioni di tonnellate. Il dato conferma una propensione positiva nella loro distribuzione di lungo periodo (2000 - 2022), tuttavia la predominanza, degli ammendanti e dei fertilizzanti organici nel loro insieme, è da associare al calo nel volume di vendita dei concimi minerali, soprattutto dei concimi azotati.

EMISSIONI DEL TRASPORTO STRADALE PER FINALITA' TURISTICHE

Data aggiornamento scheda:

Il turismo è di grande importanza per le economie europee, ma un ambiente compromesso potrebbe mettere a rischio il futuro, perché è proprio nell’ambiente “pulito” che risiede la sua principale attrattiva. L’indicatore analizza le emissioni prodotte dai viaggi turistici in Italia. Tra i vari mezzi di trasporto stradale usati per viaggiare, l’auto risulta il maggiore contribuente a tutte le emissioni di sostanze inquinanti, con valori che nel 2022 oscillano dal 76,8% del PM2.5 al 95,8% dei VOC. L’utilizzo di camper, caravan e furgoni influisce, invece, soprattutto per le emissioni di PM2.5 (19,7%) e NOx (14,3%).

EMISSIONI DI AMMONIACA DALL'AGRICOLTURA

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore descrive le emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, dovute principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti e permette di valutare il peso del settore rispetto al totale delle emissioni nazionali e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. Nel 2022, il settore agricoltura è responsabile dell’emissione in atmosfera di 317,25 kt di NH3, pari a 90,4% del totale nazionale. L'andamento delle emissioni di NH3 è in linea con gli obiettivi fissati dal Protocollo di Göteborg e dalla Direttiva sui limiti nazionali di emissione (Direttiva NEC – National Emission Ceiling). L’obiettivo nazionale di riduzione al 2022 è stato raggiunto.

EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2 ,CH4 ,N2O,HFCS,PFCS,SF6 ):PROCAPITE E PIL

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore rappresenta, nell'arco temporale 1990 - 2022, l’andamento delle emissioni di gas serra in Italia per abitante e rispetto al PIL. Si rileva una diminuzione per entrambi, accentuata dalla crescita della popolazione e del PIL, che evidenziano dunque un disaccoppiamento tra determinanti e pressioni.

EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2, CH4, N2O, HFCS, PFCS, SF6): DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore rappresenta la serie storica delle emissioni di gas serra nazionali dal 1990 al 2022, per settore di provenienza. Dall’analisi dei dati si registra, nel 2022, una riduzione sensibile delle emissioni rispetto al 1990 (-21%), spiegata dalla recessione economica che ha frenato i consumi negli ultimi anni ma anche da un maggiore utilizzo di energie rinnovabili, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2 (-30,7% rispetto al 1990).

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - NO2

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) al biossido di azoto (NO2) aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, l’82% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (10 µg/m3).
La media nazionale della PWE è stata pari a 12 µg/m³ (range minimo-massimo: 3 – 38 µg/m3).
Nel periodo 2016- 2022, si osserva una tendenza alla riduzione dei livelli di esposizione pari mediamente al 25%, legato principalmente alla riduzione delle emissioni da traffico veicolare.

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - OZONO

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) all’ozono (O3) aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, il 100% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (60 µg/m3 come media della distribuzione dei massimi giornalieri delle medie mobili di 8 ore nel periodo che va da aprile a settembre).
La media nazionale della PWE è stata pari a 104 µg/m3 (range minimo-massimo: 64 – 134 µg/m3).
Nel periodo osservato non si rileva una tendenza alla riduzione dei livelli di esposizione.

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - PM10

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) al PM10 aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, il 97% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (15 µg/m3).
Nel periodo osservato non si rileva una tendenza alla riduzione dei livelli di esposizione: la media nazionale, nel 2022, assume lo stesso valore del 2016 (21 µg/m3), mentre nel 2017 raggiunge il valore più elevato (23 µg/m3).

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - PM2.5

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) al PM2,5 aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, il 100% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (5 µg/m3). La media nazionale della PWE è stata pari a 14 µg/m3 (range minimo-massimo: 6 – 25 µg/m3).
Nel periodo 2016- 2022, la media nazionale passa da 15 µg/m3 del 2016 a 14 µg/m3 del 2022, facendo registrare una riduzione pari al 7%.

INCIDENZA DEL TURISMO SUI CONSUMI DI ACQUA POTABILE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore intende fornire un’idea quantitativa del contributo dei turisti al consumo giornaliero di acqua potabile. Nel 2022, a livello nazionale, il movimento turistico censito ha consumato giornalmente 4 litri di acqua a uso potabile/ab. equivalenti. Nel periodo 2015-2018-2020 si è rilevata prima una crescita dei consumi, che passano da 3,7 a 4 litri/ab. equivalenti, poi un dimezzamento nel 2020, un’anomalia questa imputabile alla pandemia COVID-19 che ha bloccato il mondo intero.

INCIDENZA DEL TURISMO SUI RIFIUTI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore intende rilevare la quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico. Nel 2022, torna ad aumentare l’incidenza del turismo sulla produzione urbana di rifiuti avvicinandosi ai valori precedenti il biennio “pandemico” 2020-2021, attestandosi a 9,29 kg/ab. equivalenti.

INTENSITÀ EMISSIVA DI GAS SERRA DA CONSUMI ENERGETICI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore è costituito dal rapporto tra le emissioni atmosferiche di gas serra e i consumi finali di energia per settore. Il valore medio delle intensità emissive mostra una differenza tra i settori in relazione alla diversa diffusione delle fonti rinnovabili. Complessivamente l’intensità emissiva per gli impieghi finali è diminuita del 25,1% dal 1990 al 2022.

INTERNAL FLOW

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore internal flow fornisce la stima annua (espressa in mm) della quantità di risorsa idrica rinnovabile che naturalmente si produce in un determinato territorio per effetto delle precipitazioni che cadono nello stesso territorio. L'indicatore è calcolato per ogni anno dal 1951 al 2023. Il valore medio dell’indicatore ragguagliato al territorio nazionale dell’ultimo trentennio climatologico 1991–2020 è di 441,9 mm, corrispondenti a un volume di 133,5 miliardi di metri cubi, mentre la media di lungo periodo 1951-2023 (cosiddetta Long-Term Annual Average - LTAA) è di 455,7 mm, corrispondenti a 137,7 miliardi di metri cubi.

Nel 2023 il valore dell’indicatore è di 372,2 mm, corrispondenti a 112,4 miliardi di metri cubi. Il 2023 vede pertanto confermarsi il trend negativo sulla disponibilità annua di risorsa idrica, ormai registrato da diversi anni in Italia. Tuttavia, il 2023 può considerarsi un anno in ripresa rispetto al 2022, quando si è raggiunto il minimo storico della disponibilità di risorsa idrica rinnovabile, dal 1951 a oggi, con un valore di 67,0 miliardi di metri cubi. Il valore del 2023 rappresenta una riduzione della disponibilità di risorsa del 18,4% rispetto alla media di lungo periodo 1951–2023 e del 15,8% rispetto all’ultimo trentennio climatologico.

NUMERO REGISTRAZIONI EMAS

Data aggiornamento scheda:

Il numero delle organizzazioni presenti nel registro EMAS al netto di cancellazioni e sospensioni raggiunge quota 1.127 al 31 dicembre 2023. Tale dato conferma il segnale di ripresa rispetto al 2018, +16,8%. Il numero totale dei nuovi certificati EMAS rilasciati a organizzazioni/imprese è pari a 2.244. I settori produttivi nei quali si riscontra la maggiore adesione appartengono alle seguenti categorie: Rifiuti e recupero di materiali, Energia, Servizi per edifici e paesaggio, Amministrazioni Pubbliche, Lavori di costruzione specializzati, Commercio all’ingrosso. La leadership delle regioni del Centro-Nord trova riscontro nei provvedimenti emanati a livello regionale a favore di EMAS. Le regioni più attive, infatti, sono Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio. Per quanto riguarda le registrazioni EMAS per tipologia di organizzazione, rispetto agli ultimi anni si rileva una situazione sostanzialmente stabile con una distribuzione omogenea tra piccole, medie e grandi imprese.

OFFERTA FORMATIVA AMBIENTALE

Data aggiornamento scheda:

I dati raccolti tracciano una panoramica dell'offerta formativa su tematiche specialistiche ambientali fornita dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), costituito dalle Agenzie Regionali e Provinciali per l'Ambiente (ARPA/APPA) e dall’ISPRA, sia attraverso corsi di formazione, sia mediante percorsi di alternanza formazione lavoro (tirocini curriculari ed extra-curriculari, Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento - PCTO). Per l'anno 2023, si registra un lieve aumento, rispetto al precedente anno, del numero di corsi di formazione ambientale attivati nel SNPA (204). In relazione alle metodologie formative, continua la tendenza, registrata lo scorso anno, a riproporre percorsi formativi residenziali, dovuta, probabilmente, alla riduzione del rischio di contagio dovuto al Covid 19. Sia i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) sia i tirocini segnano, nel 2023, ancora un incremento rispetto alla precedente rilevazione. I tirocini attivati sono stati complessivamente 285, mentre gli studenti che hanno frequentato i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento nell'anno scolastico 2022/2023 sono stati 2.017.

PERCENTUALE DI PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO E RICICLAGGIO

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio calcolata applicando la metodologia 4, al netto dei rifiuti da C&D provenienti da utenze domestiche, si attesta al 49,2%, quindi al di sotto dell’obiettivo fissato per il 2020 (50%).

PRELIEVO DI ACQUA PER USO CIVILE

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore si riferisce al 2022 ed è elaborato sulla base dei dati Istat relativi all’ultimo “Censimento delle acque per uso civile” effettuato nel 2023 e pubblicati nel  2024. Le informazioni sono fornite a scala nazionale, regionale e per distretto idrografico, suddivise a loro volta in prelievo da corpo idrico superficiale e sotterraneo. I valori del prelievo sono confrontati con quelli rilevati nel precedente "Censimento delle acque per uso civile" del 2020. Anche nel 2022, rispetto al precedente censimento 2020, il prelievo idrico per uso civile in Italia è leggermente diminuito.

PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI

Data aggiornamento scheda:

La produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta, nel 2022, a circa 29,1 milioni di tonnellate, in calo dell’1,8% (543 mila tonnellate) rispetto al 2021. In termini generali, il dato del 2022 sembra riflettere l’andamento tendenzialmente in calo riscontrato nel lungo periodo.  

QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI RACCOLTI IN MODO DIFFERENZIATO

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, la percentuale di raccolta differenziata è pari al 65,2% della produzione nazionale ( 29,1 milioni di tonnellate ) (+1,2 punti percentuali rispetto al 2021), raggiungendo così l’obiettivo fissato dalla normativa per il 2012 (65%).

QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA E NUMERO DI DISCARICHE

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, i quantitativi di rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 5,2 milioni di tonnellate, e il numero delle discariche operative è pari a 117 impianti. Si registra una riduzione, rispetto al 2021, delle quantità totali di rifiuti urbani smaltiti in discarica pari al 7,9% (-446 mila tonnellate) e una riduzione del numero degli impianti pari al 3,8% (-9 impianti). 

RETE NATURA 2000

Data aggiornamento scheda:

La Rete Natura 2000 è costituita in Italia da 2.646 siti, per una superficie totale, al netto delle sovrapposizioni, di 5.845.078 ettari a terra pari al 19,4% del territorio nazionale e una superficie a mare di 2.301.047 ettari pari al 6,4% delle acque (dati aggiornati al dicembre 2023). Sono state designate complessivamente 643 ZPS e 2.364 SIC-ZSC (di cui 361 sono SIC-ZSC coincidenti con ZPS). Nel dicembre 2022 i siti erano 2.639 con un aumento di 7 unità nell’ultimo anno e un incremento di superficie di 163 ettari a terra e 229.358 ettari a mare. Le percentuali di copertura della Rete Natura 2000 sono eterogenee nelle regioni e province autonome, oscillando dal 12% al 36% a terra e da valori inferiori all’1% al 30% a mare. La copertura della Rete a livello nazionale è importante anche in relazione ai target della Strategia europea per la Biodiversità al 2030 (SEB2030) che chiede di ampliare nell'UE le zone protette arrivando almeno al 30% della superficie terrestre e al 30% delle aree marine. Al target SEB2030 contribuiscono tutte le aree sottoposte a forme di tutela quali siti N2000, Parchi Nazionali, Regionali e altre aree protette. In ambito regionale l’Abruzzo o la Valle d’Aosta raggiungono il target SEB2030 con i siti N2000 che coprono rispettivamente il 36% e il 30% del loro territorio, mentre si avvicinano al target la provincia autonoma di Trento (28%), il Molise (27%), la Campania (27%) e la Liguria (26%). Le percentuali di tutela dei siti N2000 a mare sono più basse, solo la Puglia (30%) e la Toscana (27%) hanno livelli di protezione prossimi al target. 

SUPERFICI DI ECOSISTEMI FORESTALI PERCORSE DA INCENDI: STATO E VARIAZIONI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore prende in esame la serie di dati relativi alla superficie forestale percorsa da grandi incendi su scala nazionale, regionale e nelle aree protette nel periodo tra il 2018 e il 2023. La distribuzione e l’estensione delle superfici forestali percorse da incendi mostra una rilevante variabilità annuale. Il 2023 è l’anno peggiore dopo il 2021, che pure è stato un anno eccezionale, in termini di superfici forestali colpite da incendi nella serie storica analizzata, e sempre durante il 2023 le regioni maggiormente colpite risultano la Sicilia (10.080 ha) e la Calabria (2.987 ha), che insieme rappresentano l’83% della superficie forestale a livello nazionale colpita da incendi.

Le classi forestali che risultano maggiormente colpite sono le latifoglie sempreverdi (es. leccete e macchia mediterranea), seguite in misura molto inferiore dalle latifoglie decidue (es. quercete e faggete) e dalle conifere (es. pinete, abetaie e lariceti).

Pur considerando la brevità della serie storica, l’analisi mediante regressione lineare della serie dei dati di copertura forestale nazionale percorsa da incendio mostra un trend in aumento.

È stato calcolato un trend in aumento statisticamente significativo anche per le regioni Sicilia, Calabria, Puglia e Valle d’Aosta nel periodo considerato. Il trend positivo è stato anche osservato per le Riserve Naturali Regionali, e quelle incluse nelle Zone a Protezione Speciale e Zone Speciali di Conservazione della Rete Natura 2000.

SUPERFICIE NAZIONALE PROTETTA TERRESTRE E MARINA

Data aggiornamento scheda:

La Commissione europea ha adottato la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 (SEB 2030, COM(2020) 380 final) che tra i suoi obiettivi chiede agli Stati membri di proteggere almeno il 30% di territorio nazionale e il 30% dei mari e che almeno un terzo di queste zone sia rigorosamente protetto. Tali obiettivi sono ripresi nella Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 (SNB 2030).

L’indicatore integra i dati spaziali relativi ai principali sistemi di aree di tutela della biodiversità esistenti nel nostro Paese (aree protette e Rete Natura2000), e calcola la superficie italiana attualmente tutelata a terra e a mare, ne valuta la variazione dal 1991 al 2023 e mostra la distanza tra la percentuale di superficie terrestre e marina protetta e il target del 30% posto dalla SEB 2030. I dati utilizzati per calcolare l’estensione della superficie protetta sono CDDA e nella banca dati Natura2000; non sono incluse le Other Effective Area-based conservation Measures (OECM) , poiché non sono state ancora definite le tipologie di aree che possano rientrarvi.

La copertura nazionale di superficie protetta, al netto delle sovrapposizioni tra aree protette e siti Natura2000, ad oggi è di circa 4.068.476 ettari a mare, pari all’11,62% delle acque territoriali e ZPE (Zona di Protezione Ecologica) italiane, e di circa 6.532.341 a terra, pari al 21,68% del territorio italiano. L’estensione delle aree di sovrapposizione, ovvero di quelle aree che rientrano sia in un’area protetta sia in un sito Natura2000, è aumentata nel tempo arrivando, nel 2023, a 862.631 ettari a mare e 2.447.046 a terra. I trend mostrano che la percentuale nazionale di superficie protetta si è stabilizzata a partire dal 2006 per il mare e dal 2011 per la parte terrestre. Per il raggiungimento dell’obiettivo del 30% fissato dalla SEB 2030 esiste dunque uno scarto di un ulteriore 18% circa di superficie marina da sottoporre a tutela (pari a circa 6.600.000 ettari) e di un 8% di superficie terrestre (pari a circa 2.500.000 ettari).

AREE PROTETTE MARINE

Data aggiornamento scheda:

Il numero delle aree e la superficie marina protetta sono cresciuti costantemente nel tempo.
Attualmente in Italia sono presenti 39 Aree Protette Marine (APM), istituite in 10 regioni italiane; di queste, 29 sono Aree Marine Protette (AMP).
La Sicilia e la Sardegna sono le regioni in cui ricadono la maggior parte di aree protette marine sia in termini numerici, che di superficie marina protetta.
Tra il 2012 ed il 2019 a livello nazionale la superficie delle APM è aumentata dell’1,9%, grazie all’istituzione nel 2018 delle 2 Aree Marine Protette di Capo Testa - Punta Falcone in Sardegna e di Capo Milazzo in Sicilia.

AREE PROTETTE TERRESTRI

Data aggiornamento scheda:

In Italia, ad oggi, sono state istituite 843 aree protette terrestri (e terrestri con parte a mare) per una superficie protetta di oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10,5% della superficie terrestre nazionale. Analizzando la serie storica (1922-2019) è possibile apprezzare, soprattutto a partire da metà anni '70, andamenti positivi in termini di aumento nel numero e nella superficie delle aree naturali protette terrestri, mentre dagli anni 2008-2009 si assiste a una certa stabilizzazione dei trend di crescita.

AZIENDE AGRICOLE CHE ADERISCONO A MISURE ECOCOMPATIBILI E CHE PRATICANO AGRICOLTURA BIOLOGICA

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, l’agricoltura biologica in Italia ha raggiunto una superficie coltivata di 2.349.880 ettari, coinvolgendo circa 92,8 mila operatori biologici. Il biologico interessa il 7,3% del numero di aziende agricole e il 18,7% della superficie agricola utilizzata (Censimento ISTAT 2021), registrando una distanza di 6,3 punti percentuali rispetto alla soglia del 25% di SAU Bio. 

Negli ultimi 32 anni l'andamento è stato crescente sia in termini di operatori sia di superficie coltivata, in controtendenza rispetto allo storico declino della superficie agricola utilizzata in Italia.

A livello europeo, l’Italia è tra gli stati membri più virtuosi.

AZIENDE IN ACQUACOLTURA E PRODUZIONI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore stima la dimensione dell’acquacoltura nazionale, come numero di impianti attivi e produzioni e i trend di crescita rispetto agli obiettivi programmati nel Piano Strategico Acquacoltura 2014-2020 e il Programma Operativo del Fondo Europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMP) 2014-2020. Nel 2020 il Veneto si conferma la prima regione in Italia per numero di impianti (26%), mentre l’Emilia-Romagna è la prima regione per volumi di produzione (26%). Cinque regioni (Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Sardegna) ospitano il 71% degli impianti di acquacoltura. Emilia-Romagna, Veneto e Friuli si confermano i principali poli produttivi e insieme a Marche e Toscana coprono il 69% della produzione Nazionale. Nella maggior parte delle regioni costiere prevale l’utilizzo della risorsa idrica salmastra/salata, con impianti localizzati in ambienti di transizione, costieri e marini. Il 2020 è stato un anno fortemente influenzato dalle conseguenze della pandemia da Covid 19: la produzione italiana d’acquacoltura censita è di 122.760 tonnellate, il 61% sono molluschi, il 39% sono pesci. La crostaceicoltura si conferma un settore minoritario, con una produzione di sole 0,5 tonnellate. Le specie non indigene contribuiscono al 49% della produzione nazionale. In conseguenza del calo della produzione registrato nel 2020, le produzioni d’acquacoltura nel periodo 2013–2020 sono diminuite del 13%, disattendendo le stime di crescita indicate dal MiPAAF.

BENI CULTURALI ESPOSTI A FRANE E ALLUVIONI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore fornisce informazioni relative ai beni culturali a rischio idrogeologico sul territorio nazionale. I beni culturali a rischio frane sono 40.256, dei quali 13.243 sono ubicati in aree a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4. I beni culturali a rischio alluvioni sono 35.979 nello scenario di pericolosità idraulica media (tempi di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 53.844 nello scenario di pericolosità idraulica bassa, che è lo scenario massimo atteso.