Descrizione 1
Carla Iadanza, Alessandro Trigila, Gianluigi Di Paola
L’indicatore fornisce informazioni relative ai beni culturali a rischio idrogeologico sul territorio nazionale. I beni culturali a rischio frane sono 40.256, dei quali 13.243 sono ubicati in aree a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4. I beni culturali a rischio alluvioni sono 35.979 nello scenario di pericolosità idraulica media (tempi di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 53.844 nello scenario di pericolosità idraulica bassa, che è lo scenario massimo atteso.
L’indicatore fornisce informazioni sui beni culturali a rischio idrogeologico sul territorio nazionale. La stima viene effettuata utilizzando come dati di input: a) i beni architettonici, monumentali e archeologici della banca dati VIR – Vincoli In Rete curata dall’ICR (Istituto Centrale per il Restauro); b) la Mosaicatura nazionale ISPRA delle aree a pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico – PAI armonizzata in 5 classi (pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e delle aree di attenzione AA); c) la Mosaicatura nazionale ISPRA delle aree a pericolosità idraulica elevata con tempo di ritorno fra 20 e 50 anni (alluvioni frequenti), a pericolosità media con tempi di ritorno fra 100 e 200 anni (alluvioni poco frequenti) e a pericolosità bassa (scarsa probabilità di alluvioni o scenari di eventi estremi) (D.Lgs. 49/2010 di recepimento della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE), perimetrate dalle Autorità di Bacino Distrettuali e, per i territori di rispettiva competenza, dalle Province Autonome di Trento e Bolzano.
Fornire un quadro dei beni culturali a rischio idrogeologico in Italia.
Raccolta, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati in materia di difesa del suolo e di dissesto idrogeologico riferita all'intero territorio nazionale (art. 55 del D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”); D.L. 180/98 “Decreto Sarno” convertito in Legge 267/1998, DPCM del 29/09/98 (Atto di indirizzo e coordinamento), L. 365/00.
Descrizione 2
Trigila A., Iadanza C., Lastoria B., Bussettini M., Barbano A. (2021) Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio - Edizione 2021. ISPRA, Rapporti 356/2021.
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Qualificazione dati
I beni architettonici, monumentali e archeologici derivano dalla banca dati VIR - Vincoli In Rete curata dall’ICR (Istituto Centrale per il Restauro) (http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/utente/login). Le Mosaicature nazionali della pericolosità da frana e idraulica, elaborate da ISPRA, sono pubblicate sulla piattaforma nazionale IdroGEO (https://idrogeo.isprambiente.it/).
Nazionale, regionale, comunale
2023
Qualificazione indicatore
La stima del rischio è stata effettuata intersecando, in ambiente GIS, i punti dei Beni Culturali VIR – ICR bufferizzati a 30 m, per approssimare le dimensioni fisiche dei beni, con le mosaicature delle aree a pericolosità da frana dei PAI e delle aree a pericolosità idraulica (D.Lgs. 49/2010). Le aree a pericolosità da frana dei PAI includono, oltre alle frane già verificatesi, anche le zone di possibile evoluzione dei fenomeni e le zone potenzialmente suscettibili a nuovi fenomeni franosi. La vulnerabilità, che rappresenta il grado di danno dell'elemento a rischio nel corso di un evento (compresa tra 0 = nessun danno e 1 = perdita totale), è stata posta cautelativamente pari a 1. Una valutazione della stessa richiederebbe, oltre alla conoscenza della magnitudo dei fenomeni, una schedatura specifica della vulnerabilità da frana e idraulica del singolo bene esposto. I beni culturali a rischio frane in Italia sono elaborati sulla base della banca dati VIR - ICR (versione del 12 ottobre 2023) e della Mosaicatura nazionale della pericolosità da frana (v. 4.0 – 2020-2021). I beni culturali a rischio alluvioni in Italia, elaborati sulla base della banca dati VIR - ISCR (versione del 12 ottobre 2023) e della Mosaicatura nazionale della pericolosità idraulica (v. 5.0 – 2020).
I beni culturali a rischio frane sono 40.256, dei quali 13.243 sono ubicati in aree a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4. I beni culturali a rischio alluvioni sono 35.979 nello scenario di pericolosità idraulica media (tempi di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 53.844 nello scenario di pericolosità idraulica bassa, che è lo scenario massimo atteso.
Non è possibile definire un trend, in quanto le variazioni del numero di beni culturali a rischio frane e alluvioni, rispetto ai precedenti aggiornamenti della Banca dati Annuario, sono legate all’integrazione/revisione della banca dati dei beni culturali VIR - Vincoli In Rete (ICR) e all’integrazione/revisione delle mappature delle aree a pericolosità da frana e idraulica (Autorità di Bacino Distrettuali), più che all’aggiornamento delle suddette mappe con gli eventi franosi o alluvionali recenti.
Dati
Tabella 1: Beni culturali a rischio frane su base regionale (2023)
ISPRA
Tabella 2: Beni culturali a rischio alluvioni su base regionale (2023)
ISPRA
* Le aree a pericolosità idraulica elevata non sono disponibili per il territorio della ex Autorità di Bacino Regionale delle Marche; il dato della Regione Marche è stato elaborato sul 12% del territorio che non ricade nell’ex AdB Marche.
** Lo scenario a pericolosità bassa rappresenta lo scenario massimo atteso ovvero la massima estensione delle aree inondabili in Italia. I dati relativi ai tre scenari non vanno quindi sommati.
I beni culturali a rischio frane in Italia sono 40.256 pari al 17,8% del totale (Tabella 1, Figura 1). Se si considerano le classi di pericolosità elevata P3 e molto elevata P4, i beni culturali esposti sono 13.243, pari al 5,8%. Il numero più elevato di beni culturali a rischio frane in aree a pericolosità P3 e P4 si registra in Campania, Toscana, Marche, Emilia-Romagna e Lazio. I beni culturali a rischio alluvioni in Italia sono 17.717 (7,8% del totale) nello scenario di pericolosità idraulica elevata (tempo di ritorno fra 20 e 50 anni), 35.979 (15,9%) nello scenario di pericolosità idraulica media (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 53.844 (23,8%) nello scenario di pericolosità bassa (Tabella 2, Figura 2). Quest’ultimo rappresenta lo scenario massimo atteso ovvero la massima estensione delle aree inondabili in Italia; i dati dei beni culturali a rischio relativi ai tre scenari non vanno quindi sommati. Il numero più elevato di beni culturali a rischio alluvioni nello scenario medio si rileva in Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Liguria.