Descrizione 1
Giovanni Finocchiaro, Silvia Iaccarino
L'indicatore intende fornire un’idea quantitativa del contributo dei turisti al consumo giornaliero di acqua potabile. Nel 2022, a livello nazionale, il movimento turistico censito ha consumato giornalmente 4 litri di acqua a uso potabile/ab. equivalenti. Nel periodo 2015-2018-2020 si è rilevata prima una crescita dei consumi, che passano da 3,7 a 4 litri/ab. equivalenti, poi un dimezzamento nel 2020, un’anomalia questa imputabile alla pandemia COVID-19 che ha bloccato il mondo intero.
Premesso che la richiesta di acqua aumenta con la stagione calda, non solo per l'ambiente naturale ma anche per quello agricolo e per le persone, ciò comporta spesso periodi di scarsità idrica. L'indicatore offre un’idea quantitativa della domanda supplementare di risorsa idrica che si ha con l'aumento della pressione demografica sul territorio a seguito della presenza dei turisti. L'indicatore è ottenuto dalla differenza tra il consumo giornaliero pro capite di acqua per uso potabile calcolata con la popolazione residente e il consumo pro capite di acqua per uso potabile calcolato, invece, con la "popolazione equivalente", ottenuta aggiungendo alla popolazione residente anche il numero di presenze turistiche registrate nell'anno e ripartite sui 365 giorni.
Quantificare il contributo dei turisti al consumo giornaliero di acqua potabile.
Non esistono riferimenti normativi in materia.
Descrizione 2
EUROSTAT (2006) - Working Papers and Studies "Methodological work on measuring the sustainable development of tourism -Part 2 Goosling S. (2015) New performance indicator for water management in tourism. in Journal Tourism Management
L'indicatore fornisce soltanto una misura ancora parziale del contributo del turismo al consumo di acqua potabile, poiché non sono quantificate dalla statistica ufficiale le presenze giornaliere senza pernottamento, cioè i cosiddetti "escursionisti" o quelle in seconde case. Inoltre, rappresenta solo un contributo al dibattito metodologico in materia, indirizzato al “water footprint” per il turismo, ancora però con metodologie non condivise ed estrema difficoltà nella disponibilità dei dati di base necessari al calcolo.
Orientarsi verso il calcolo della “water footprint” per il turismo, ovvero il volume totale di acqua necessaria a produrre un’unità di beni e servizi consumati da un turista.
Qualificazione dati
Nazionale, Regionale
2008; 2012; 2015; 2018; 2020; 2022
Qualificazione indicatore
Consumo pro capite di acqua potabile attribuibile al movimento turistico censito = (acqua erogata dalle reti di distribuzione/Popolazione residente) - (acqua erogata dalle reti di distribuzione/Popolazione residente+numero di presenze turistiche registrate nel corso dell'anno, ripartite su 365 giorni).
Nel periodo 2020-2022, il consumo pro capite di acqua potabile attribuibile al settore turistico ha mostrato un incremento notevole, passando da 2,1 a 4 litri per abitante equivalente. Questo aumento è significativo, specialmente considerando il drastico calo nei consumi registrato nel 2020, dovuto alle restrizioni globali e ai lockdown imposti dalla pandemia di COVID-19. Tuttavia, è importante sottolineare che l'incremento osservato potrebbe non riflettere una tendenza stabile ma piuttosto una normalizzazione post-pandemica dei livelli di consumo.
Esaminando il periodo dal 2008 al 2022, si osserva un andamento fluttuante nel consumo di acqua potabile attribuibile al turismo. Inizialmente si verifica una diminuzione fino al 2015, seguita da un aumento fino al 2018 e un forte calo nel 2020. Dal 2022, i consumi sono tornati ai livelli pre-pandemici del 2018 (Tabella 1). Sebbene il crollo del 2020 sia stato chiaramente un'anomalia dovuta a circostanze eccezionali, la ripresa osservata nel 2022 suggerisce che i livelli di consumo stiano stabilizzandosi verso i valori registrati nel 2008, primo anno di osservazione, indicando una tendenza generalmente stabile a lungo termine.
Dati
Tabella 1: Distribuzione regionale della quota pro capite di consumo di acqua per uso potabile attribuibile al turismo
Elaborazione ISPRA su dati ISTAT " Censimento delle acque a uso civile"
Nel 2022, il consumo giornaliero pro capite di acqua potabile attribuibile al turismo a livello nazionale è pari a 4 litri, calcolato dalla differenza tra il consumo giornaliero per abitante residente (214,1 litri) e quello per la "popolazione equivalente" (210,1 litri). Questo dato dimostra una crescente pressione sulle risorse idriche nelle aree turistiche, soprattutto in quelle regioni con alta densità turistica come il Trentino-Alto Adige e la Valle d'Aosta, dove il consumo pro capite è rispettivamente di 34,1 e 28,8 litri (Tabella 1, Figura 1). È interessante notare che, nonostante la pandemia abbia ridotto temporaneamente i flussi turistici, l'incidenza del turismo sul consumo di acqua potabile è rimasta significativa, suggerendo una resilienza del settore turistico. Allo stesso tempo, la distribuzione non uniforme della pressione idrica sul territorio evidenzia la necessità di strategie di gestione delle risorse idriche che tengano conto sia delle esigenze locali sia delle dinamiche turistiche. Inoltre, va considerato che i consumi idrici elevati in alcune regioni possono essere accentuati anche dall'uso pubblico dell'acqua, come la pulizia delle strade e l'irrigazione di aree verdi pubbliche, che, pur essendo necessari, aumentano il carico sulla rete idrica.