Descrizione 1
Roberto SANNINO, Federico SILVESTRI
L’indicatore considera i fertilizzanti distribuiti in agricoltura, cioè i mezzi tecnici impiegati essenzialmente per la crescita delle colture agrarie. Analizza la loro distribuzione territoriale e nel tempo, per una rappresentazione complessiva dell’impatto ambientale in funzione dei quantitativi e tipologie di fertilizzanti immessi in commercio.
Nel 2022 sono stati immessi in commercio quasi 3,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti. Il 43,0% è costituito dai fertilizzanti organici (ammendanti e concimi organici), che per la prima volta superano i concimi minerali (semplici, composti, a base di meso e microelementi), pari a circa un terzo del totale (il 34,3%) e in forte contrazione rispetto al 2021 (-45%).
La categoria più venduta è quella degli ammendanti, con quasi 1,2 milioni di tonnellate. Il dato conferma una propensione positiva nella loro distribuzione di lungo periodo (2000 - 2022), tuttavia la predominanza, degli ammendanti e dei fertilizzanti organici nel loro insieme, è da associare al calo nel volume di vendita dei concimi minerali, soprattutto dei concimi azotati.
L’indicatore consente di valutare i quantitativi di fertilizzanti immessi annualmente al consumo per uso agricolo e di confrontare gli orientamenti della distribuzione nel tempo e sul territorio. I dati utili sono forniti dall’ISTAT e provengono dall’annuale rilevazione censuaria svolta presso le imprese che distribuiscono fertilizzanti con il marchio proprio o con marchi esteri.
La rilevazione ISTAT considera i concimi minerali, organici e organo-minerali, cioè i prodotti la cui funzione principale è fornire elementi nutritivi alle piante, gli ammendanti e correttivi, cioè le sostanze adatte principalmente a modificare e migliorare la struttura e le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del suolo, i materiali di coltivazione di diversa natura rispetto al terreno agrario (substrati di coltivazione) e altri prodotti che agiscono sull’assorbimento degli elementi nutritivi o sulle anomalie di tipo fisiologico (prodotti ad azione specifica). Non comprende i fertilizzanti distribuiti per un uso non agricolo.
L’indicatore analizza i dati in rapporto alle diverse categorie di fertilizzanti. Ne rappresenta il contenuto in elementi nutritivi messo a disposizione delle piante, prendendo in considerazione quelli principali (azoto, fosforo e potassio), quelli secondari nel loro complesso (calcio, magnesio e zolfo), il totale dei microelementi (boro, rame, ferro, ecc.) e il contenuto in sostanza organica.
Rappresentare il quantitativo di fertilizzanti distribuiti per uso agricolo e valutare la loro dinamica di distribuzione, su base nazionale e regionale. L’indicatore fornisce dati attendibili per una rappresentazione complessiva della pressione ambientale associato alla distribuzione dei fertilizzanti.
Il Decreto legislativo 29 aprile 2010 n. 75 e s.m.i. disciplina la produzione e l’immissione in commercio (nel territorio nazionale) dei fertilizzanti minerali e organici. Emerge la necessità della sua revisione, al fine di adeguarne i contenuti rispetto alle disposizioni del Regolamento 5 giugno 2019 n. 2019/1009 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo alla messa a disposizione sul mercato comunitario di prodotti fertilizzanti con marcatura CE, che dal 16 luglio 2022 ha abrogato il precedente Regolamento (CE) 2003/2003.
Nella prospettiva dello sviluppo dell’economia circolare e in un contesto di tutela della salute umana, animale o vegetale, della sicurezza e dell’ambiente, il nuovo Regolamento europeo fertilizzanti supporta l’esigenza di utilizzare materiali riciclati o organici nella concimazione.
Al fine del recupero della sostanza organica è da citare anche la Direttiva 86/278/CEE, sull’utilizzo agronomico dei fanghi di depurazione. La Direttiva 91/676/CEE del Consiglio (Direttiva Nitrati), del 12 dicembre 1991, reca disposizioni per la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole e introduce misure specifiche per l’applicazione al terreno dei fertilizzanti azotati, con limiti per ettaro nella distribuzione degli effluenti di allevamento e nella concentrazione dei nitrati nelle acque. In particolare, limita l’applicazione di effluenti zootecnici a una quantità pari a 170 kg di N/ha/anno, mentre il limite massimo di concentrazione dei nitrati ammesso nelle acque è pari a 50 mg/l. Di diretta emanazione sono il Decreto Ministeriale 19 aprile 1999 “Codice di buona pratica agricola”, che fornisce gli indirizzi per la corretta utilizzazione dei fertilizzanti azotati, e il testo aggiornato del Decreto Ministeriale 25 febbraio 2016 con le norme tecniche sull’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque reflue e del digestato.
In riferimento alla problematica dell’inquinamento da nitrati di origine agricola, il D.Lgs. 152/99 “Disposizioni sulla tutela delle acque da inquinamento”, aggiornato con il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 recante "Norme in materia ambientale", prevede l'individuazione di aree vulnerabili ai nitrati (ZVN), onde salvaguardare le acque superficiali e sotterranee dalla contaminazione. Da citare sono anche la Direttiva quadro sulle acque 2000/60/EC e la Direttiva 2006/118/CE, che non introducono limiti di impiego ma hanno come obiettivi la protezione delle acque interne, costiere e sotterranee dall’inquinamento e affrontano gli impatti del settore agricolo sulle risorse idriche.
Descrizione 2
ISTAT, mezzi di produzione in agricoltura, http://dati.istat.it/
Il dato fa riferimento alla quantità commercializzata e non alla quantità realmente utilizzata dagli operatori agricoli.
Disporre di dati sulle quantità distribuite, eventualmente registrate presso aziende agricole e zootecniche rappresentative dei diversi contesti territoriali.
Qualificazione dati
ISTAT, Distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti (concimi, ammendanti e correttivi) [http://dati.istat.it/]
Nazionale, Regionale
1971, 1981, 1985, 1990-2022
Qualificazione indicatore
L'indicatore si basa sui dati statistici messi a disposizione da ISTAT, a seguito dell'indagine censuaria denominata "Rilevazione sulla distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti".
Nel 2022 sono stati immessi in commercio circa 3,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti (Tabella 1). Il 34,3% è costituito dai concimi minerali (semplici, composti, a base di meso e microelementi), nei quali gli elementi nutritivi dichiarati sono presenti sotto forma di composti minerali ottenuti mediante estrazione o processi fisici e/o chimici industriali. I fertilizzanti di natura organica costituiscono il 43,0% del totale e sono rappresentati dagli ammendanti (82,6%) e dai concimi organici, questi ultimi derivati da materiali organici di origine animale o vegetale (17,4%). Seguono i correttivi del suolo (11,8%), i concimi organo-minerali (6,6%), cioè i concimi ottenuti da uno/più concimi minerali, matrici organiche e concimi organici, i substrati di coltivazione (2,8%) e i prodotti ad azione specifica (1,6%).
Il 30,4% dei fertilizzanti, pari a oltre un milione di tonnellate, si presenta come prodotti autorizzati per l’uso nella produzione biologica. Di essi, oltre il 62,8% è distribuito per conservare e migliorare le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del suolo.
La categoria più venduta è quella dei fertilizzanti organici, con circa 1,5 milioni di tonnellate (Tabella 1), di cui circa l’82,6%, pari a oltre 1,2 milioni di tonnellate, sono ammendanti. Quella degli ammendanti risulta la tipologia di fertilizzanti più venduta e tra essi predominano gli ammendanti misti, pari al 60,4% (circa 750 mila tonnellate), e gli ammendanti vegetali, pari al 20%.
Gli ammendanti superano di oltre un terzo i minerali semplici (777 mila tonnellate), che rappresentano la seconda categoria più distribuita e quella prevalente tra i concimi minerali (il 64,9%). I concimi a base di azoto sono pari a oltre un milione di tonnellate e continuano ad essere la tipologia più diffusa tra i minerali.
Il titolo di ogni elemento nutritivo (principali, secondari o mesoelementi, microelementi e sostanza organica) è associato alle caratteristiche del fertilizzante immesso in commercio. Nel 2022 sono stati distribuiti oltre 481 mila tonnellate di azoto, 162 mila tonnellate di fosforo, 105 mila tonnellate di ossido di potassio, 301 mila tonnellate di mesoelementi (calcio, magnesio e zolfo) e 166 mila tonnellate di sostanza organica (Tabella 2). Oltre il 62,7%) dell’azoto, del potassio (60,2%), dei mesoelementi e dei microelementi (rispettivamente il 71,2% e il 66,4%), oltre la metà del fosforo (51,9%) e circa i 3/4 della sostanza organica (74,6%) sono distribuiti nelle quattro regioni della pianura padana (Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna).Tale concentrazione è determinata dalle scelte produttive aziendali e dalle tecniche colturali e da associare alle esigenze nutrizionali delle colture agrarie praticate nonché da correlare ai fattori ambientali, in primo luogo le caratteristiche dei suoli e le variabili ambientali.
Nel periodo 2000 - 2022 (Tabella 1) la distribuzione dei fertilizzanti ha un calo di oltre 1,1 milioni di tonnellate, pari al -24,4%. L’andamento è differente nelle varie categorie. L’evoluzione è negativa negli organo-minerali (-191 mila tonnellate, pari a -45,5%) e soprattutto nei concimi minerali, caratterizzati da una contrazione di oltre 2,2 milioni di tonnellate (il 65,2%), significativa sia per i minerali semplici sia per i composti (rispettivamente del -61% e del -72%). Si contrappone l’incremento dei correttivi, il cui utilizzo assume un rilievo negli ultimi quindici anni, e la crescita dei fertilizzanti organici, con un aumento di oltre il doppio associato prevalentemente agli ammendanti (+155%). Il trend degli ammendanti assume un carattere positivo, in considerazione del loro ruolo nel mantenimento della sostanza organica nei suoli agrari e in generale per la conservazione della biodiversità dei terreni.
Gli ultimi cinque anni (2018 - 2022) sono caratterizzati da una variabilità negli andamenti della distribuzione dei concimi minerali. Il calo delle vendite nel 2022 è in contrasto con i dati del periodo 2018 - 2021, che evidenziavano un aumento nell’impiego, in prevalenza dei minerali semplici. Per i fertilizzanti organici, invece, nell’ultimo quinquennio la distribuzione è pressoché uniforme, un fenomeno che lascia intendere una certa stabilizzazione nell’impiego.
Un fenomeno di rilievo non analizzato in questa sede, perché estraneo all’indagine Istat, è l’applicazione diretta al suolo o dopo un trattamento di trasformazione (ad esempio la digestione anaerobica) dei materiali organici provenienti dall’attività agricola (reflui zootecnici e residui vegetali). L’utilizzo di tale sostanza organica ha la capacità di sostenere il mantenimento della fertilità dei suoli e incidere sulle dinamiche di distribuzione dei fertilizzanti organici, incluso l’andamento evidenziato nell’impiego degli ammendanti immessi in commercio.
Dati
Tabella 1: Fertilizzanti distribuiti per categoria (1998-2001, 2011-2022)
Rilevazione sulla distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti, ISTAT
a) Dato non rilevato;
b) La rilevazione è iniziata nel 2006
Tabella 2. Distribuzione regionale degli elementi nutritivi contenuti nei fertilizzanti (2022)
Tabella 3: Elementi nutritivi contenuti nei fertilizzanti (1971, 1981, 1985, 1990-2022)
Rilevazione sulla distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti, ISTAT
Nel 2022, per la prima volta dall’aggiornamento dell’indicatore in esame (periodo 2000 - 2022), i fertilizzanti organici (ammendanti e concimi organici) superano i concimi minerali (semplici, composti, a base di meso e microelementi) e rappresentano la tipologia più venduta (Tabella 1).
La distribuzione nel 2022 dei fertilizzanti organici è similare all’anno precedente e questa evoluzione interessa sia i concimi organici sia la tipologia predominate degli ammendanti. Il maggiore volume di vendita dei fertilizzanti organici rispetto ai concimi minerali è da associare al calo nel volume di vendita di quest’ultima categoria.
Gli ammendanti diventano la categoria con il dato di vendita più elevato (oltre 1,2 milioni di tonnellate). Superano l’insieme dei concimi minerali di 43 mila tonnellate (+ 3,6%) e la loro immissione in commercio è maggiore di oltre un terzo dei minerali semplici (777 mila tonnellate), da sempre la categoria più utilizzata in ambito agricolo.
Tra gli ammendanti predominano gli ammendanti misti, con 750 mila tonnellate (pari al 60,4%). Oltre al materiale, residui e rifiuti di origine vegetale (esempio cortecce, residui colturali e scarti della manutenzione del verde ornamentale), che caratterizzano l’ammendante vegetale e compostato verde (oltre 246 mila tonnellate, pari al 20%), gli ammendanti misti hanno come componenti i rifiuti organici trasformati e stabilizzati, che possono provenire dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani da raccolta differenziata, da digestato anaerobico, da rifiuti di origine animale e di attività agroindustriali e dalla lavorazione del legno e del tessile non trattato. Trattasi, dunque, di fertilizzanti che valorizzano il recupero delle sostanze organiche, secondo i principi dell’economia circolare.
I concimi a base di azoto sono circa l’85,7% (oltre un milione di tonnellate) dei prodotti minerali immessi in commercio. Prevalgono gli azotati semplici, soprattutto urea, nitrato ammonico e nitrato di calcio, con un volume di vendita di 649 mila tonnellate (l’83,6% dei minerali semplici). La parte restante degli azotati è come componenti dei minerali composti (binari e ternari), dei quali rappresentano il 96%.
Il prevalente volume di vendita degli ammendanti è un fenomeno da valutare in modo positivo, data la minore capacità dei fertilizzanti sintetici di contribuire all’aumento della sostanza organica del suolo e la loro maggiore incidenza sul potenziale inquinamento delle falde e nell’emissione dei gas serra in atmosfera.
L’analisi della distribuzione dei fertilizzanti organici nel lungo periodo (2000 – 2022) evidenzia la propensione positiva abbastanza consolidata nel loro utilizzo, in modo particolare degli ammendanti. Questo fenomeno è da correlare alla crescente consapevolezza maturata negli operatori agricoli rispetto alla necessità del ripristino e della conservazione della fertilità dei suoli agrari e alla conseguente decisione di fare ricorso a scelte tecniche aziendali orientate verso una gestione sostenibile del capitale naturale. Le motivazioni sono diverse e comprendono principalmente:
a) la maggiore sensibilità ambientale degli operatori agricoli, sostenuta dall’attenzione crescente dei consumatori verso l’ambiente;
b) il consolidamento della politica agricola a supporto di forme di agricoltura più rispettose degli equilibri ambientali, ad esempio l’agricoltura biologica e l’agricoltura conservativa;
c) le decisioni della politica comunitaria e del legislatore nazionale di valorizzare la sostenibilità ambientale del recupero della sostanza organica, in alternativa allo smaltimento dei rifiuti organici in discarica.
Le considerazioni sulla tendenza positiva nell’apporto di fertilizzanti di natura organica trovano una parziale corrispondenza nell’analisi della distribuzione della parte attiva dei fertilizzanti, ossia gli elementi nutritivi che agiscono direttamente sulla fertilità del suolo e delle piante. Il lungo periodo (Tabella 3 e Figura 1) si caratterizza per un’evoluzione abbastanza positiva nella disponibilità di sostanza organica. Tuttavia, il dato assoluto delle ultime due annualità è profondamente diverso rispetto agli anni precedenti, una circostanza che ne impedisce l’interpretazione e la valutazione. Difficile è formulare considerazioni sulla disponibilità degli elementi nutritivi principali rispetto agli orientamenti nel tempo, in quanto l’evoluzione è condizionata dalle caratteristiche commerciali dei prodotti fertilizzanti immessi in commercio. In generale, il periodo 2000 - 2022 presenta un andamento decrescente nei nutrienti principali (azoto, fosforo e potassio), ma l’entità e le dinamiche sono diverse per ogni singolo elemento.