EMISSIONI DI ANIDRIDE SOLFOROSA COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore riguarda le emissioni in atmosfera di anidride solforosa (SO2) all'origine dei processi di acidificazione. Le emissioni di anidride solforosa provengono fondamentalmente dai processi energetici. Nel 2022 tali processi hanno contribuito per il 92,1% alle emissioni complessive di anidride solforosa. Le emissioni di anidride solforosa hanno origine essenzialmente dall'utilizzo dei combustibili fossili (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico e trasporti); esse possono essere ridotte migliorando la qualità dei combustibili e/o attraverso il trattamento degli effluenti gassosi del processo. La diminuzione delle emissioni di anidride solforosa da processi energetici (-95,3% nel 2022 rispetto al 1990 e -97,6% rispetto al 1980), dovuta all’utilizzo di combustibili con minore tenore di zolfo e l’utilizzo di sistemi di abbattimento delle emissioni, ha finora garantito il rispetto dei protocolli internazionali in materia di acidificazione. Le emissioni di anidride solforosa complessive del 2022 sono inferiori del 78,6% rispetto al 2005.

EMISSIONI DI GAS SERRA COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore riguarda le emissioni in atmosfera dei gas serra che influenzano gli equilibri climatici. Nel 2022 i processi energetici sono stati all’origine del 95,8% delle emissioni di anidride carbonica, del 14,1% delle emissioni di metano e del 25,6% delle emissioni di protossido di azoto, mentre non hanno contribuito alle emissioni di sostanze fluorurate; complessivamente, l'81,8% delle emissioni di gas serra è stato di origine energetica. Nel periodo 1995-2022, l’andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici è stato sostanzialmente parallelo a quello dei consumi energetici fino al 2004, mentre successivamente si delinea un disaccoppiamento che diventa più accentuato negli ultimi anni, in seguito alla riduzione del PIL e alla sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale e all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica e nell’industria. Nel 2022 si registra un incremento delle emissioni da processi energetici pari all'1,7% rispetto al 2021.

EMISSIONI DI GAS SERRA DA PROCESSI ENERGETICI PER SETTORE ECONOMICO

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore valuta l'andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici per i diversi settori, al fine di diminuire l'impatto dell'uso di energia sui cambiamenti climatici. Le emissioni di gas serra da processi energetici nel periodo 1990-2022 sono diminuite del 20,7% con andamenti differenti per i vari settori. Le emissioni dal settore civile sono diminuite del 7,5% rispetto al 1990, quelle da trasporti sono aumentate del 6,7%. Nello stesso periodo, le emissioni dal settore delle industrie energetiche scendono del 34,2% mentre quelle dalle industrie manifatturiere mostrano una riduzione del 40,6%. Nel 2021 e nel 2022, la fine della pandemia e la ripresa dell'economia hanno comportato un aumento delle emissioni di gas serra da processi energetici rispetto al 2020.

EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore riguarda le emissioni di ossidi di azoto (NOx) in atmosfera, all'origine dei processi di acidificazione ed eutrofizzazione. Tali emissioni provengono essenzialmente dai processi di combustione (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico, trasporti); esse possono essere ridotte attraverso interventi sulle tecnologie stesse e/o tramite il trattamento degli effluenti gassosi del processo. Nel 2022, i processi energetici hanno contribuito per il 91,8% delle emissioni complessive di ossidi di azoto Dal 1990 si osserva la diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (-72,0 % nel 2022 rispetto al 1990), dovuta all’utilizzo di dispositivi per l’abbattimento delle emissioni dagli impianti stazionari e soprattutto da quelli mobili. Nel 2022, le emissioni totali di NOx sono inferiori del 52,0 % rispetto al 2005, in linea con il rispetto dei protocolli internazionali in materia di acidificazione.


INTENSITÀ EMISSIVA DI GAS SERRA DA CONSUMI ENERGETICI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore è costituito dal rapporto tra le emissioni atmosferiche di gas serra e i consumi finali di energia per settore. Il valore medio delle intensità emissive mostra una differenza tra i settori in relazione alla diversa diffusione delle fonti rinnovabili. Complessivamente l’intensità emissiva per gli impieghi finali è diminuita del 25,1% dal 1990 al 2022.

CERTIFICATI BIANCHI

Data aggiornamento scheda:

Il meccanismo dei Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica – TEE) è stato introdotto dai decreti ministeriali del 24 aprile 2001, con la finalità di incentivare la realizzazione di interventi di efficienza energetica negli usi finali per ottemperare agli obiettivi nazionali di risparmio in capo ai soggetti obbligati. I TEE sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento di efficienza energetica. Un certificato equivale al risparmio di 1 tonnellata equivalente di petrolio (tep). Il meccanismo Certificati Bianchi (CB) è stato gradualmente modificato nel corso degli anni, coerentemente con l’evoluzione legislativa. Nel periodo 2006-2023 complessivamente sono stati certificati risparmi addizionali di energia primaria pari a circa 29,3 Mtep e riconosciuti 58,5milioni di titoli di efficienza energetica.

CONSUMI FINALI DI ENERGIA ELETTRICA PER SETTORE ECONOMICO

Data aggiornamento scheda:

I consumi finali di energia elettrica sono cresciuti costantemente dal 1990 al 2008 per poi flettere per effetto della crisi economica. Dal 2015 i consumi tornano a crescere fino a raggiungere un livello stabile dal 2017. In seguito agli effetti della pandemia di SARS-CoV-2 i consumi del 2020 si sono ridotti del 5,7% rispetto all’anno precedente con un rimbalzo del 6,2% nel 2021. La quota dei consumi nell'industria è scesa dal 51,7% nel 1990 al 43,7% nel 2021, mentre quella dei consumi del settore civile (terziario e residenziale) è aumentata da 43,2% a 50,3%, quella dell’agricoltura e pesca è rimasta quasi costante intorno al 2%, mentre quella dei trasporti mostra un lieve incremento, dal 3,1% del 1990 al 3,7%. La disaggregazione per settore economico e territoriale mette in evidenza situazioni molto differenziate da regione a regione, in relazione alle condizioni economiche, produttive e climatiche.

CONSUMI FINALI E TOTALI DI ENERGIA PER SETTORE ECONOMICO

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura l'energia consumata dagli utenti finali e l’energia totale consumata dal Paese. A partire dal 1990 si registra un andamento crescente dell’energia disponibile per i consumi finali, con un picco raggiunto nel 2005. Successivamente si rileva un’inversione di tendenza fino a un minimo toccato nel 2014. Fino al 2018 si osserva una ripresa dei consumi finali seguita dalla flessione nel 2019 e dalla repentina riduzione nel 2020 a causa del lockdown delle attività economiche per contenere la diffusione della pandemia di SARS-CoV-2, seguita dalla ripresa dei consumi nel 2021. Nel 2021 l’energia disponibile per il consumo finale, contabilizzata secondo la metodologia adottata da Eurostat, è pari a 118,7 Mtep, +8,6% rispetto al 2020 e +3,1 rispetto al 1990.

CONSUMI SPECIFICI MEDI DI COMBUSTIBILE NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI FOSSILI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura l'energia primaria, in MJ, necessaria per produrre un kWh di elettricità o, meglio, esprime l'efficienza della conversione dell'energia primaria delle fonti fossili in elettricità per il consumo finale. I dati disponibili mettono in evidenza una riduzione dei consumi specifici relativi alla produzione di energia elettrica del 18,4% per la produzione lorda e del 20% per quella netta dal 1996 al 2022. Il trend di lungo termine dell'indicatore mostra quindi un incremento dell’efficienza di produzione elettrica del parco termoelettrico.

CONSUMI TOTALI DI ENERGIA PER FONTI PRIMARIE

Data aggiornamento scheda:

L'analisi del contributo delle diverse fonti energetiche primarie al consumo interno lordo di energia mostra che il ruolo predominante dei prodotti petroliferi si sta riducendo a favore dell’incremento del gas naturale (40,6% del totale nel 2021) e delle fonti rinnovabili (19,4% del totale nel 2021). La maggiore diversificazione e l’incremento del ruolo delle fonti rinnovabili hanno effetti positivi sul livello di autosufficienza energetica dell’Italia, tra i più bassi tra i paesi industrializzati.

DIPENDENZA ENERGETICA

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore mostra la dipendenza dell'economia nazionale dalle importazioni di diverse fonti energetiche per soddisfare il proprio fabbisogno. La diminuzione della quota di petrolio e l’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili determina la diminuzione della dipendenza energetica nazionale. A partire dal 2007 si osserva una riduzione della dipendenza energetica, passata dal valore massimo registrato nel 2006 dell'85,5% al minimo del 75,1% del 2020. Nel 2021 la dipendenza fa registrare il 77,1%, in risalita rispetto all’anno precedente.

INTENSITÀ ENERGETICHE FINALI SETTORIALI E TOTALE

Data aggiornamento scheda:

Il confronto interno all’Unione Europea mette in evidenza che l’intensità energetica primaria e finale dell’Italia resta più bassa della media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia (che ha favorito la creazione di comportamenti e infrastrutture parsimoniose nell’uso dell’energia e una struttura produttiva non eccessivamente energivora), della forte fiscalità (che ha aumentato il costo delle fonti energetiche all’utenza finale oltre i valori degli altri paesi), del più basso reddito pro capite, del clima relativamente mite. Secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica primaria l’Italia si colloca al 5° posto tra i paesi europei.

PREZZI DEI PRODOTTI ENERGETICI

Data aggiornamento scheda:

I prezzi dei prodotti energetici in Italia sono mediamente più elevati di quelli registrati nell’Unione Europea. Il differenziale di prezzo dipende dalla struttura di approvvigionamento delle fonti energetiche, dal grado di concorrenza dei mercati, dall’adeguatezza delle infrastrutture e dal livello dell’imposizione fiscale. Nel 2022 il prezzo del greggio è aumentato del 39,9% rispetto al 2021. Parallelamente i prezzi medi annuali al consumo dei principali prodotti petroliferi utilizzati nell’autotrazione hanno fatto registrare incrementi rispetto all’anno precedente dall’11,4% della benzina senza piombo al 31,5% del metano. I dati del terzo trimestre del 2023 mostrano ulteriori incrementi per benzina e gasolio e rilevanti decrementi per GPL e metano.

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA IMPIANTI DI COGENERAZIONE

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022 il contributo degli impianti di cogenerazione alla produzione totale di energia elettrica è pari al 37,1%, mentre la quota della cogenerazione rispetto alla produzione termoelettrica lorda ha raggiunto il 53,1%.

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA PER FONTE

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022 la produzione totale di energia elettrica è stata di 283,9 TWh con un decremento del 1,8% rispetto al 2021. Il contributo delle fonti rinnovabili nella produzione elettrica, al netto della produzione da pompaggi e comprensiva della produzione da biomasse e rifiuti, è stato del 35,6% nel 2022.

PRODUZIONE DI ENERGIA IDROELETTRICA

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore fornisce informazioni sulla produzione di energia idroelettrica lorda in Italia con l'obiettivo di analizzarne l'andamento temporale e valutarne eventuali trend significativi anche in relazione ai cambiamenti climatici. La produzione idroelettrica, infatti, è una fonte energetica strettamente dipendente dall'andamento delle variabili meteorologiche e climatiche che ha portato, e porterà nel tempo, ad una riduzione della disponibilità idrica e ad una maggiore difficoltà nella sua gestione. Sommando agli effetti dei cambiamenti climatici l'impatto degli usi antropici, negli scenari futuri si stima in generale un calo della potenziale produzione idroelettrica.

PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA ELETTRICA DEGLI IMPIANTI DA FONTI RINNOVABILI

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, con 100,5 TWh di produzione lorda di energia elettrica degli impianti da fonti rinnovabili, il contributo relativo nella produzione elettrica totale è stato del 35,6%. Il contributo del fotovoltaico sul totale delle fonti rinnovabili è del 28%. La fonte eolica rappresenta il 20,4%. La quota di energia idroelettrica è del 28,3%. Le bioenergie rappresentano il 17,5% e la fonte geotermica il restante 5,8%. La scarsa piovosità nel 2022 ha fatto registrare una drastica riduzione del contributo idroelettrico rispetto all’anno precedente (-37,4%).

PUNTA ORARIA DI FABBISOGNO ENERGETICO NEI MESI ESTIVI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore fornisce informazioni sulla variazione delle punte orarie di fabbisogno di energia elettrica nel periodo estivo (maggio-settembre) per il raffrescamento rispetto ai picchi di fabbisogno dovuti a tutti gli altri usi. I valori mostrano un andamento crescentenel periodo analizzato, con tassi differenti per i diversi mesi e particolarmente rilevanti nei mesi di giugno e luglio. Con l’aumento della temperatura media globale gli scenari futuri prevedono una riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento degli ambienti e un aumento per il loro raffrescamento: l’effetto complessivo sulla domanda di energia dipenderà dall’andamento dei parametri meteorologici a livello locale e stagionale così come dalla struttura dell’approvvigionamento energetico.

QUOTA DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NEI CONSUMI FINALI

Data aggiornamento scheda:

In Italia, la quota di energia da fonti rinnovabili nel 2020 è stata del 20,4% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17% per il 2020. Nel 2021 la quota è scesa al 19%. 

RAPPORTO TRA I CONSUMI FINALI DI ENERGIA E I CONSUMI TOTALI DI ENERGIA

Data aggiornamento scheda:

Il rapporto tra i consumi finali di energia e i consumi totali di energia misura l'efficienza complessiva della conversione dell'energia contenuta nelle fonti primarie. La differenza tra queste due grandezze corrisponde alle perdite nei processi di conversione (come la produzione di elettricità e la raffinazione del petrolio), ai consumi interni degli impianti di produzione di elettricità e alle perdite nella distribuzione. Dal 1990 al 2022 il rapporto medio del nostro Paese (70,6%) è superiore alla media europea (62,6%). Negli ultimi anni si osserva un significativo incremento del rapporto.