EMISSIONI DI GAS SERRA COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Antonio Caputo, Riccardo De Lauretis, Francesca Palomba

    Abstract
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    Abstract

    L'indicatore riguarda le emissioni in atmosfera dei gas serra che influenzano gli equilibri climatici. Nel 2022 i processi energetici sono stati all’origine del 95,8% delle emissioni di anidride carbonica, del 14,1% delle emissioni di metano e del 25,6% delle emissioni di protossido di azoto, mentre non hanno contribuito alle emissioni di sostanze fluorurate; complessivamente, l'81,8% delle emissioni di gas serra è stato di origine energetica. Nel periodo 1995-2022, l’andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici è stato sostanzialmente parallelo a quello dei consumi energetici fino al 2004, mentre successivamente si delinea un disaccoppiamento che diventa più accentuato negli ultimi anni, in seguito alla riduzione del PIL e alla sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale e all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica e nell’industria. Nel 2022 si registra un incremento delle emissioni da processi energetici pari all'1,7% rispetto al 2021.

    Descrizione

    L'indicatore riguarda le emissioni in atmosfera dei gas serra che influenzano gli equilibri climatici. Inizialmente il Protocollo di Kyoto prendeva in considerazione le emissioni di origine antropica di sei gas: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) ed esafluoruro di zolfo (SF6). Con il secondo periodo di Kyoto (2013-2020) un nuovo gas serra è stato aggiunto ai precedenti: il trifluoruro di azoto (NF3). L'anidride carbonica proviene essenzialmente dall'utilizzo dei combustibili fossili (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico e trasporti), ma anche da alcuni processi industriali e dalla deforestazione. Le emissioni di metano sono dovute alle attività agricole, all'allevamento, allo smaltimento di rifiuti e all'uso di combustibili fossili. Il protossido di azoto è emesso dalle pratiche agricole e da alcuni processi industriali. Gli F-gas o gas fluorurati (HFC, PFC, SF6) e NF3, non controllati dal Protocollo di Montreal, provengono essenzialmente da attività industriali (a esempio i sistemi di refrigerazione), ma non dai processi energetici.

    Scopo

    Valutare il ruolo dei processi energetici rispetto alle emissioni di gas serra, al fine di diminuire l'impatto dell'uso di energia sui cambiamenti climatici.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Il Protocollo di Kyoto prevedeva l'obiettivo di riduzione delle emissioni per l'Italia del 6,5% nel periodo 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990. La Conferenza sui cambiamenti climatici tenuta a Doha nel 2012 ha esteso il Protocollo di Kyoto fino al 2020, senza tuttavia raggiungere un accordo vincolante delle riduzioni in quella sede. Con la Conferenza di Parigi nel 2015 è stato raggiunto l’accordo per un contenimento dell’aumento della temperatura al di sotto della soglia di 2 °C, che era considerato l’obiettivo fissato prima della COP21, facendo il possibile per arrivare a 1,5 °C. Nel contesto europeo sono stabiliti gli obiettivi di riduzione del 20% delle emissioni di gas serra per il 2020 rispetto ai livelli del 1990, del 20% del fabbisogno energetico ricavato da fonti rinnovabili e l’obiettivo indicativo del miglioramento del 20% dell'efficienza energetica. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono separati per quelle derivanti dagli impianti industriali soggetti alla Direttiva ETS (Emissions Trading System) e quelle generate dagli altri settori regolati attraverso l’Effort Sharing Decision (ESD). Gli impianti ETS sono gestiti direttamente a livello europeo e il target di riduzione è del 21% rispetto al 2005, applicato a scala nazionale. Il target nazionale per i settori nell’ambito dell’ESD è una riduzione delle emissioni del 13% rispetto al 2005. Per le fonti rinnovabili il target nazionale prevede una quota del 17% del consumo finale lordo soddisfatto da fonti rinnovabili. Nell'ambito del Green Deal l’Europa ha aggiornato il quadro strategico per il clima fissando l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 del 55% rispetto al 1990, una quota di almeno il 42,5% di energia rinnovabile (accordo provvisorio nel 2023 con intenzione di puntare al 45%) e un miglioramento almeno del 36% dell'efficienza energetica, in termini di riduzione dei consumi di energia finale e di almeno 39% in termini di riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario tendenziale (Modello PRIMES 2007). Per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra i settori interessati dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS) dell'UE dovranno ridurre le emissioni del 62% rispetto al 2005, mentre i settori non ETS dovranno ridurre le emissioni del 40% rispetto al 2005. Tali obiettivi sono stati tradotti in obiettivi vincolanti nazionali per gli Stati membri con l’adozione del regolamento Effort Sharing (ESR 2018/842). Per l’Italia è prevista una riduzione delle emissioni dai settori ESR del 43,7% rispetto al 2005. Per raggiungere gli obiettivi al 2030 l’Unione Europea ha adottato il Regolamento UE 2018/1999 che istituisce un sistema di governance dell’Unione dell’Energia con il principale obiettivo di pianificare le politiche e misure messe in atto dagli Stati membri. Nel contesto della procedura che ha stabilito l’obiettivo del 55% è stata conferita forza di legge all’obiettivo della neutralità emissiva entro il 2050 prevedendo la definizione di una traiettoria, a livello europeo, per il periodo successivo al 2030. In tale contesto si collocano le Strategie nazionali di decarbonizzazione al 2050 che gli Stati membri devono adottare ai sensi del Regolamento UE 2018/1999. L’Italia ha adottato la propria Strategia nazionale di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra nel gennaio 2021, in continuità con il  Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), inviato alla Commissione nel 2020.

    Le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi europei legati al European Green Deal e RePowerEU sono state considerate nel Piano Nazionale di Recupero e Resilienza (PNRR) inviato alla Commissione europea nel 2021 e successivamente integrate nella bozza di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) con orizzonte al 2030 inviato alla Commissione nel giugno 2023. La versione definitiva del PNIEC sarà trasmessa alla Commissione europea entro il 30 giugno 2024.  Il Piano ha l’obiettivo di realizzare una politica energetica che assicuri la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica e accompagni la transizione.

    DPSIR
    Pressione
    Impatto
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Efficienza (tipo C)
    Riferimenti bibliografici

    ISPRA, Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2022, National Inventory Report 2024 (https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/)

     ISPRA, Quality Assurance/Quality Control Plan for the Italian Emission Inventory, Year 2022 (https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/)

    Limitazioni

    L'accuratezza dell'indicatore si riduce passando dal livello nazionale a quello locale, per effetto della distribuzione non uniforme della produzione e del consumo di energia sul territorio nazionale.

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Fonte dei dati
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    Accessibilità dei dati di base

    ISPRA, Inventario delle emissioni in atmosfera, https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    1990-2022

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    Stima effettuata nell'ambito della predisposizione dell'inventario nazionale delle emissioni. Il valore equivalente in anidride carbonica è calcolato moltiplicando le emissioni di ogni gas per il relativo potenziale di riscaldamento globale rispetto all'anidride carbonica; ad esempio, i fattori di conversione sono 25 per il metano e 298 per il protossido di azoto secondo le linee guida del IV AR di IPCC.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L’informazione è rilevante ai fini del rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dal Protocollo di Kyoto e dai successivi accordi nel contesto della Convenzione sui cambiamenti climatici. Le stime sono calcolate in conformità alle caratteristiche di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità, completezza richieste dalla metodologia definita da IPCC. Sono disponibili dati a livello nazionale.

    Stato
    Medio
    Trend
    Positivo
    Valutazione/descrizione dello stato

    Nel 2022 le emissioni di gas serra sono state 413,0 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (+0,4% rispetto all’anno precedente). Le emissioni da processi energetici sono state 337,9 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (+1,7% rispetto all’anno precedente) (Tabella 1).

    Valutazione/descrizione del trend

    Le emissioni totali di gas a effetto serra si riducono nel periodo 1990-2022 del 20,9%, passando da 522,4 a 413,0 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, mentre le emissioni  di gas serra da processi energetici sono diminuite del 20,7%. La riduzione delle emissioni complessive nel 2020 risente pesantemente del lockdown delle attività economiche a causa della pandemia di SARS-CoV-2, mentre nel 2021 si registra un sostenuto incremento delle emissioni (+8,5% rispetto al 2020), seguito da un ulteriore aumento nel 2022 (+0,4% rispetto al 2021). L'andamento complessivo dei gas serra è determinato principalmente dal settore energetico e quindi dalle emissioni di CO2 che rappresentano poco più dei quattro quinti delle emissioni totali lungo l'intero periodo 1990-2022 (Tabella 1).

    Commenti

    Le emissioni di gas serra da processi energetici presentano una crescita ininterrotta dal 1996 al 2005, successivamente un decremento. Dal 2005 si osserva un declino delle emissioni energetiche, interrotto solo da un rimbalzo nel 2010, nel 2015 e nel 2021. Complessivamente le emissioni da processi energetici nel 2022 mostrano una riduzione del 30,8% rispetto al 2005 e del 20,7% rispetto al 1990 (Tabella 1). Nel 2022 i processi energetici sono stati all’origine del 95,8% delle emissioni di anidride carbonica, del 14,1% delle emissioni di metano e del 25,6% delle emissioni di protossido di azoto, mentre non hanno contribuito alle emissioni di sostanze fluorurate; complessivamente, l'81,8% delle emissioni di gas serra è stato di origine energetica. Considerando il totale delle emissioni da processi energetici, il contributo maggiore è dato dall'anidride carbonica (96,9%) i cui livelli sono diminuiti del 20,0% dal 1990 al 2022; le emissioni di metano e di protossido di azoto contribuiscono rispettivamente per l’1,9% e 1,2% sul totale e decrescono rispettivamente del 50,0% e dell’1,6% dal 1990 al 2022.  Nel periodo 1995-2022, l’andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici è stato sostanzialmente parallelo a quello dei consumi energetici fino al 2004, mentre successivamente si delinea un disaccoppiamento che diventa più accentuato negli ultimi anni, in seguito alla riduzione del PIL e alla sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale e all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica e nell’industria (Figura 1). Per garantire la consistenza e la comparabilità dell’inventario, l’aggiornamento annuale delle emissioni comporta la revisione dell’intera serie storica sulla base delle informazioni disponibili e dei più recenti sviluppi metodologici. Le stime di emissione sono sottoposte, inoltre, a un processo di revisione nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici che ne verifica la rispondenza ai requisiti di trasparenza, consistenza, comparabilità, completezza e accuratezza, identifica eventuali errori, individua le stime non supportate da adeguata documentazione e giustificazione in relazione alla metodologia scelta, invitando quindi il Paese a una revisione delle stesse.

    Allegati
    Titolo

    Tabella 1: Emissioni di gas serra complessive e da processi energetici

    Fonte

    ISPRA

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    Titolo

    Figura 1: Indicatori economici ed energetici ed emissioni di gas serra da processi energetici

    Fonte

    Elaborazione ISPRA sui dati ISPRA, ISTAT, MSE