EMISSIONI DI GAS SERRA DA PROCESSI ENERGETICI PER SETTORE ECONOMICO

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Antonio Caputo, Riccardo De Lauretis, Francesca Palomba

    Abstract
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    Abstract

    L’indicatore valuta l'andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici per i diversi settori, al fine di diminuire l'impatto dell'uso di energia sui cambiamenti climatici. Le emissioni di gas serra da processi energetici nel periodo 1990-2022 sono diminuite del 20,7% con andamenti differenti per i vari settori. Le emissioni dal settore civile sono diminuite del 7,5% rispetto al 1990, quelle da trasporti sono aumentate del 6,7%. Nello stesso periodo, le emissioni dal settore delle industrie energetiche scendono del 34,2% mentre quelle dalle industrie manifatturiere mostrano una riduzione del 40,6%. Nel 2021 e nel 2022, la fine della pandemia e la ripresa dell'economia hanno comportato un aumento delle emissioni di gas serra da processi energetici rispetto al 2020.

    Descrizione

    L'indicatore è costituito da una disaggregazione per settore delle emissioni di gas serra da processi energetici. I settori che contribuiscono alle emissioni di gas serra da processi energetici sono: le industrie energetiche, le industrie manifatturiere, il settore residenziale e servizi e trasporti. I gas serra che concorrono maggiormente alle emissioni da processi energetici sono: CO2, CH4 e N2O.

    Scopo

    Valutare l'andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici per i diversi settori, al fine di diminuire l'impatto dell'uso di energia sui cambiamenti climatici.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Ha una soglia o un valore di riferimento con il quale poterlo confrontare
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Il Protocollo di Kyoto prevedeva l'obiettivo di riduzione delle emissioni per l'Italia del 6,5% nel periodo 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990. La Conferenza sui cambiamenti climatici tenuta a Doha nel 2012 ha esteso il Protocollo di Kyoto fino al 2020, senza tuttavia raggiungere un accordo vincolante delle riduzioni in quella sede. Con la Conferenza di Parigi nel 2015 è stato raggiunto l’accordo per un contenimento dell’aumento della temperatura al di sotto della soglia di 2 °C, che era considerato l’obiettivo fissato prima della COP21, facendo il possibile per arrivare a 1,5°C. Nel contesto europeo sono stabiliti gli obiettivi di riduzione del 20% delle emissioni di gas serra per il 2020 rispetto ai livelli del 1990, del 20% del fabbisogno energetico ricavato da fonti rinnovabili e l’obiettivo indicativo del miglioramento del 20% dell'efficienza energetica. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono separati per quelle derivanti dagli impianti industriali soggetti alla Direttiva ETS (Emissions Trading System) e quelle generate dagli altri settori regolati attraverso l’Effort Sharing Decision (ESD). Gli impianti ETS sono gestiti direttamente a livello europeo e il target di riduzione è del 21% rispetto al 2005, applicato a scala nazionale. Il target nazionale per i settori nell’ambito dell’ESD è una riduzione delle emissioni del 13% rispetto al 2005. Per le fonti rinnovabili il target nazionale prevede una quota del 17% del consumo finale lordo soddisfatto da fonti rinnovabili. 

    Nell’ambito del Green Deal l’Europa ha aggiornato il quadro strategico per il clima fissando l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 del 55% rispetto al 1990, una quota di almeno il 42,5% di energia rinnovabile (accordo provvisorio nel 2023 con intenzione di puntare al 45%) e un miglioramento almeno del 36% dell'efficienza energetica, in termini di riduzione dei consumi di energia finale e di almeno 39% in termini di riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario tendenziale (Modello PRIMES 2007). Per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra i settori interessati dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS) dell'UE dovranno ridurre le emissioni del 62% (rispetto al 2005), mentre i settori non ETS dovranno ridurre le emissioni del 40% (rispetto al 2005). Tali obiettivi sono stati tradotti in obiettivi vincolanti nazionali per gli Stati membri con l’adozione del regolamento Effort Sharing (ESR 2018/842). Per l’Italia è prevista una riduzione delle emissioni dai settori ESR del 43,7% rispetto al 2005. Per raggiungere gli obiettivi al 2030 l’Unione Europea ha adottato il Regolamento UE 2018/1999 che istituisce un sistema di Governance dell’Unione dell’Energia con il principale obiettivo di pianificare le politiche e misure messe in atto dagli Stati membri. Nel contesto della procedura che ha stabilito l’obiettivo del 55% è stata conferita forza di legge all’obiettivo della neutralità emissiva entro il 2050 prevedendo la definizione di una traiettoria, a livello europeo, per il periodo successivo al 2030. In tale contesto si collocano le Strategie nazionali di decarbonizzazione al 2050 che gli Stati membri devono adottare ai sensi del Regolamento UE 2018/1999. L’Italia ha adottato la propria Strategia nazionale di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra nel gennaio 2021, in continuità con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), inviato alla Commissione nel 2020.

    Le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi europei legati al European Green Deal e RePowerEU sono state considerate nel Piano Nazionale di Recupero e Resilienza (PNRR) inviato alla Commissione europea nel 2021 e successivamente integrate nella bozza di PNIEC con orizzonte al 2030 inviato alla Commissione nel giugno 2023. La versione definitiva del PNIEC sarà trasmessa alla Commissione europea entro il 30 giugno 2024. Il Piano ha l’obiettivo di realizzare una politica energetica che assicuri la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica e accompagni la transizione.

    DPSIR
    Pressione
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Riferimenti bibliografici

    ISPRA, Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2022, National Inventory Report 2024, https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/

    ISPRA, Quality Assurance/Quality Control Plan for the Italian Emission Inventory, Year 2022, https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/

    European Environment Agency, Energy and Environment in the European Union, Environmental issue report, No. 31, 2002, https://www.eea.europa.eu/publications/environmental_issue_report_2002_31

     

    Limitazioni

    L'accuratezza dell'indicatore si riduce passando dal livello nazionale a quello locale, per effetto della distribuzione non uniforme della produzione e del consumo di energia sul territorio nazionale.

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Fonte dei dati
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    Accessibilità dei dati di base

    ISPRA, Inventario delle emissioni in atmosfera (https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/)

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    1990-2022

    Descrizione della metodologia di elaborazione

     Stima effettuata nell'ambito della predisposizione dell'inventario nazionale delle emissioni. Il valore equivalente in anidride carbonica è calcolato moltiplicando le emissioni di ogni gas per il relativo potenziale di riscaldamento globale rispetto all'anidride carbonica; ad esempio, i fattori di conversione sono 21 per il metano e 310 per il protossido di azoto. Per garantire la consistenza e la comparabilità dell'inventario, l'aggiornamento annuale delle emissioni comporta la revisione dell'intera serie storica sulla base delle informazioni disponibili e dei più recenti sviluppi metodologici. La disaggregazione settoriale utilizzata è la stessa utilizzata dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (2002), "Energy and Environment in the European Union", Environmental Issue report, N. 31.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L’informazione è rilevante ai fini del rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dal Protocollo di Kyoto e dai successivi accordi nel contesto della Convenzione per i cambiamenti climatici. Le stime sono calcolate in conformità alle caratteristiche di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità, completezza richieste dalla metodologia definita da IPCC. Sono disponibili dati a livello nazionale.

    Stato
    Medio
    Trend
    Positivo
    Valutazione/descrizione dello stato

    Nel 2022 le emissioni da processi energetici sono state 337,9 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (+1,7% rispetto all’anno precedente). I trasporti rappresentano il 32,6% delle emissioni. Le industrie energetiche il 29,6%. Il settore civile rappresenta il 21,6% e le industrie manifatturiere il 16,2% (Tabella 1). Nel 2022, il settore residenziale e servizi ha registrato una decisa riduzione rispetto al 2021 causata, da motivi congiunturali legati alle temperature e ai costi del gas (-11,4%). 

    Valutazione/descrizione del trend

    Le emissioni di gas serra da processi energetici nel periodo 1990-2022 sono diminuite del 20,7% passando da 426,2 Mt CO2eq. a 337,9Mt CO2eq. I settori mostrano andamenti differenti. Le emissioni dovute ai trasporti presentano una prima fase di crescita fino al 2007 (+26,4 rispetto al 1990)  e una successiva di decrescita dovuta fondamentalmente alla crisi economica e, negli anni più recenti, anche alla penetrazione nel mercato di veicoli più efficienti (-18,2% nel periodo 2007-2019); la notevole riduzione registrata dal 2019 al 2020 (-18,4%) è imputabile alla contrazione delle percorrenze e dei consumi in conseguenza della crisi pandemica, mentre nel 2021 (+18,4% rispetto al 2020) e nel 2022 (+6,8% rispetto al 2021) si assiste ad una ripresa. Le emissioni dal settore residenziale e servizi presentano un andamento oscillante con un decremento nel 2022 rispetto al 1990 pari a -7,5%. Nel settore delle industrie manifatturiere si osserva una riduzione dal 1990 accelerata dalla crisi economica successivamente al 2007 e dalla drastica riduzione del 2020 (-40,6% nel periodo 1990-2022). In particolare, nel 2022, le emissioni della categoria sono circa la metà rispetto al picco emissivo raggiunto nel 1999. Le emissioni del settore industrie energetiche, dopo aver raggiunto il massimo nel 2006, registrano successivamente una forte contrazione; in generale, si riducono nel 2022 del 34,2% rispetto al 1990 (Tabella 1 e Figura 1). 

    Commenti

    Le emissioni di gas serra da processi energetici si riducono nel 2022 del 20,7% rispetto al 1990. I settori che contribuiscono in modo determinante a tale riduzione sono le industrie manifatturiere e quelle energetiche con una contrazione pari rispettivamente a 40,6% e 34,2%. Anche il peso dei diversi settori varia e, in particolare, le emissioni di gas serra da industrie manifatturiere passano dal 21,6% nel 1990 a 16,2% nel 2022, mentre le industrie energetiche da 35,6% a 29,6% (Tabella 1). Le emissioni da residenziale e servizi passano, invece, da 18,5 % a 21,6%, quelle dovute ai trasporti da 24,2 % a 32,6% (Tabella 1).

    Allegati
    Titolo

    Tabella 1: Emissioni di gas serra da processi energetici per settore

    Fonte

    ISPRA

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    Titolo

    Figura 1: Variazione percentuale delle emissioni di gas serra per settore rispetto al 1990 per gli anni 2021 e 2022

    Fonte

    ISPRA