Descrizione 1
Antonio Caputo, Giulia Iorio
L'indicatore misura l'energia consumata dagli utenti finali e l’energia totale consumata dal Paese. A partire dal 1990 si registra un andamento crescente dell’energia disponibile per i consumi finali, con un picco raggiunto nel 2005. Successivamente si rileva un’inversione di tendenza fino a un minimo toccato nel 2014. Fino al 2018 si osserva una ripresa dei consumi finali seguita dalla flessione nel 2019 e dalla repentina riduzione nel 2020 a causa del lockdown delle attività economiche per contenere la diffusione della pandemia di SARS-CoV-2, seguita dalla ripresa dei consumi nel 2021. Nel 2021 l’energia disponibile per il consumo finale, contabilizzata secondo la metodologia adottata da Eurostat, è pari a 118,7 Mtep, +8,6% rispetto al 2020 e +3,1 rispetto al 1990.
L'indicatore, calcolato secondo la metodologia Eurostat, fornisce informazioni sui fabbisogni di energia dell'intera economia nazionale, per i diversi settori.
Valutare l'andamento dei consumi totali di energia a livello nazionale e per settore, al fine di diminuirne l'uso.
L’Europa ha aggiornato il quadro strategico per il clima fissando l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 del 55% rispetto al 1990, una quota di almeno il 42,5% di energia rinnovabile (accordo provvisorio nel 2023 con intenzione di puntare al 45%) e un miglioramento almeno del 36% dell'efficienza energetica, in termini di riduzione dei consumi di energia finale e di almeno del 39% in termini di riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario tendenziale (Modello Primes 2007). In attuazione della governance UE dell'energia, l'Italia ha inviato nel giugno 2023 alla Commissione la bozza del Piano nazionale integrato per l'energia e clima (PNIEC) per gli anni 2021-2030. Il PNIEC, versione aggiornata del precedente Piano inviato alla Commissione nel 2020, definisce le misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi europei e assorbe i precedenti documenti programmatori fissando i target al 2030 in materia di efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra. In merito ai consumi di energia finale, al fine di contribuire al conseguimento dell'obiettivo vincolante dell'Unione Europea, il PNIEC afferma che il livello di consumi dell’Italia dovrebbe ammontare a 92,1 Mtep di energia finale e 112,2 Mtep di energia primaria nel 2030. Rispetto a tali livelli di consumo, la Direttiva EED III prevede una flessibilità del +2,5%: l’applicazione di tale flessibilità porta gli obiettivi indicativi per l’Italia a 115 Mtep di energia primaria e 94,4 Mtep di energia finale. Lo scenario nazionale con politiche, che comprende l’effetto delle misure attuate e pianificate per ridurre i consumi, stima un consumo di energia finale di circa 100 Mtep al 2030. Ulteriori misure saranno valutate per colmare l’intervallo tra gli obiettivi e i consumi previsti. Sono inoltre stabiliti degli obiettivi vincolanti di riduzione dei consumi di energia finale tramite regimi obbligatori di efficienza energetica definiti ai sensi dell'articolo 7 della Direttiva 2018/2002/UE. Tali obiettivi si traducono nella riduzione dei consumi finali di energia, in ciascuno degli anni dal 2021 al 2030, di un valore pari allo 0,8% dei consumi annui medi del triennio 2016-18, mediante politiche attive. Questo obiettivo equivale a una riduzione di 73,42 Mtep cumulati dal 2021 al 2030.
In merito ai principali riferimenti normativi nazionali per gli obiettivi al 2020 si cita il D.Lgs. n. 102/2014, modificato e integrato dal D.Lgs. 14 luglio 2020, n. 73, che contiene le disposizioni di recepimento della Direttiva 2012/27/UE, come modificata dalla Direttiva 2018/2002/UE. Per ciò che concerne l'efficienza energetica e gli obiettivi al 2030 si riporta un elenco dei principali atti normativi: Regolamento UE n. 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018 sulla governance dell'Unione dell'energia. Direttiva UE 2018/2002 (cd. Direttiva EED) sull'efficienza energetica (che modifica la precedente Direttiva 2012/27/UE), recepita dal Decreto legislativo n. 73 del 14 luglio 2020. Il decreto legislativo ha apportato integrazioni e modifiche al D.Lgs. n. 102/2014. Direttiva (UE) 2018/844 che modifica la Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia e la Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (Direttiva EPBD-Energy Performance of Buildings Directive), recepita dal Decreto legislativo n. 48 del 10 giugno 2020. Direttiva UE 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Direttiva (UE) 2023/1791 sull'efficienza energetica.
Descrizione 2
European Environment Agency, Energy and Environment in the European Union, Environmental issue report, No. 31, 2002
European Energy and Transport Trends to 2030–2007 update. European Commission DG TREN. Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg, 2008
MASE, Bilancio Energetico Nazionale, anni vari, https://dgsaie.mise.gov.it/bilancio-energetico-nazionale
MiTE, 2022, La Situazione energetica nazionale nel 2021, https://dgsaie.mise.gov.it/pub/sen/relazioni/relazione_annuale_situazione_energetica_nazionale_dati_2021.pdf
Tra i consumi settoriali nazionali e regionali esistono differenze metodologiche. In merito all'industria il dato nazionale di consumo della siderurgia include una parte di consumo dell’altoforno che nel bilancio regionale è riportato nei consumi della trasformazione. Per i trasporti il dato nazionale segue la metodologia Eurostat che valuta separatamente i biocombustibili dai combustibili fossili, mentre nei Bilanci Regionali non è presente tale distinzione.
Qualificazione dati
MASE, Bilancio Energetico Nazionale, https://dgsaie.mise.gov.it/bilancio-energetico-nazionale
ENEA, Bilanci Energetici Regionali
EUROSTAT, http://ec.europa.eu/eurostat/data/database
Nazionale Regionale
1990-2021
Qualificazione indicatore
L’elaborazione dei consumi, dal 2015, segue la metodologia Eurostat e riguarda l’intera serie storica. Da gennaio 2019 Eurostat ha aggiornato la serie storica adottando una nuova metodologia in cui la principale variazione è rappresentata dallo spostamento di parte dei consumi dal settore siderurgico alla trasformazione; pertanto, i dati presentati non sono confrontabili con le edizioni precedenti. Accanto ai dati nazionali rilevati dal Ministero dello sviluppo economico, esistono dati regionali stimati dall’ENEA, aggiornati al 2008 sulla base dei Bilanci Energetici Regionali.
Nel 2021 l’energia disponibile per i consumi finali è stata di 118,7 Mtep (+8,6% rispetto all’anno precedente). Il settore civile (residenziale e servizi) assorbe il 43,7% dei consumi finali di energia, di cui il 28,3% riguarda il settore residenziale e il 15,4% riguarda il settore terziario. I settori trasporti e industria assorbono rispettivamente il 31,2% e il 22,3%, mentre il settore agricoltura e pesca rappresenta il restante 2,7% (Tabella 1 e Figura 1).
A partire dal 1990 si registra un andamento crescente dell’energia disponibile per i consumi finali, con un picco raggiunto nel 2005 (+21,3% rispetto al 1990). Successivamente si osserva un’inversione di tendenza, con un calo del consumo nel 2014 pari al 18,4% rispetto al 2005 e -1% rispetto al 1990 (Tabella 1 e Figura 1). La caduta dei consumi è stata accelerata dalla crisi economica. A partire dal 2015 l’energia disponibile per i consumi finali mostra un andamento di ripresa fino al 2017 seguito da un declino negli ultimi anni. La rilevante riduzione registrata nel 2020 (-7,9% rispetto al 2019) è dovuta al lockdown delle attività economiche per contenere la diffusione della pandemia di SARS-CoV-2. Nel 2021 si registra un incremento dell’energia disponibile per i consumi finali (+8,6 rispetto al 2020) che nel 2021 è pari a 118,7 Mtep e superiore a quella registrata nel 1990 (+3,1%). I settori mostrano andamenti differenti dal 1990. L’agricoltura ha un valore pressoché invariato rispetto al dato del 1990, mentre l’industria presenta un declino del 25,8% rispettivamente. Il settore dei trasporti aumenta del 7,9% dal 1990. Il settore civile (residenziale e servizi) registra un incremento del 43,4%.
Dati
Tabella 1: Consumi finali di energia per settore economico
MASE, ENEA, EUROSTAT
* I consumi degli acquedotti sono inseriti nel settore Servizi
Tabella 2: Consumi finali di energia per settore economico (2020)
Elaborazione ENEA su dati MASE, TERNA, GSE, SNAM RETE GAS, SGI, ISPRA
La differenza tra i consumi settoriali nazionali e regionali è dovuta a differenze metodologiche.
I consumi finali nazionali raggiungono un picco nel 2005 per poi diminuire drasticamente a partire dal 2009 fino al 2014, in seguito alla crisi economica. Gli anni successivi hanno mostrato una ripresa fino al 2017, seguiti da una contrazione dei consumi che nel 2020 è particolarmente elevata per effetto della pandemia. Nel 2021 si registra una ripresa dei consumi. Considerando i consumi finali regionali, si ribadisce che esistono differenze metodologiche con il dato nazionale e che fanno riferimento al 2020. La disaggregazione per settore economico mette in evidenza situazioni molto differenti da regione a regione, in relazione alla dimensione della regione, alle condizioni economiche, produttive e climatiche. Nel 2020, i consumi finali di energia sono risultati di 60,3 Mtep al Nord, 18,3 Mtep al Centro e 24,4 Mtep al Sud e Isole (Tabella 2). I maggiori consumi finali di energia spettano alla Lombardia (20,1%), Emilia-Romagna (11,2%), Veneto (10,5%) e Piemonte (8,8%), che insieme presentano oltre il 50% dei consumi finali di energia (Figura 2). I consumi finali riportati nelle tabelle e figure si riferiscono ai settori di uso finale dell’energia, questi non includono l’energia consumata per la produzione di energia elettrica, che fa invece parte dei consumi totali.