EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2, CH4, N2O, HFCS, PFCS, SF6): DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore rappresenta la serie storica delle emissioni di gas serra nazionali dal 1990 al 2022, per settore di provenienza. Dall’analisi dei dati si registra, nel 2022, una riduzione sensibile delle emissioni rispetto al 1990 (-21%), spiegata dalla recessione economica che ha frenato i consumi negli ultimi anni ma anche da un maggiore utilizzo di energie rinnovabili, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2 (-30,7% rispetto al 1990).

EMISSIONI DI GAS SERRA DALL'AGRICOLTURA

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore descrive le emissioni di gas serra (CH4, N2O, CO2) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, dovute principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti e permette di valutare il peso del settore rispetto al totale di emissione nazionale e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. L'andamento delle emissioni di gas serra del settore agricoltura a partire dal 1990 è in tendenziale diminuzione; tuttavia, ulteriori interventi di riduzione dovranno essere intrapresi per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), del Protocollo di Kyoto e delle Direttive europee. In particolare, l’obiettivo al 2030 per l’Italia fissato dal Regolamento Effort Sharing (2023/857/EC) è pari a -43,7% di riduzione delle emissioni complessive di gas serra dei settori agricoltura, civile, trasporti, rifiuti e impianti industriali non inclusi nella Direttiva EU-ETS (European Union Emission Trading Scheme), rispetto ai livelli del 2005. Nel 2022, le emissioni di gas serra dall’agricoltura hanno un peso marginale rispetto al totale delle emissioni dei settori del Regolamento Effort Sharing, pari all’11,2%; mentre la riduzione delle emissioni di gas serra del settore agricoltura rispetto al 2005 è pari a -12,2%.


EMISSIONI DI GAS SERRA NEI SETTORI ETS ed ESD

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore è costituito dalle quote di emissione generate dagli impianti soggetti al sistema di scambio di quote (EU emissions trading, EU ETS), istituito con la Direttiva 2003/87/CE, e le emissioni di tutti i settori non coperti dal sistema ETS, ovvero piccola-media industria, trasporti, civile, agricoltura e rifiuti, secondo la Decisione 406/2009/CE (Effort Sharing Decision, ESD) fino al 2020 e secondo il Regolamento Effort Sharing (ESR 2018/842) dal 2021. Le emissioni dei settori non ETS, mentre nel 2020 sono state inferiori all’obiettivo richiesto di 37 MtCO2eq, nel 2022 non sono in linea con quanto richiesto dall’obiettivo, poiché superiori 5,5 MtCO2eq.

EMISSIONI DI INQUINANTI ATMOSFERICI DAI TRASPORTI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore consente di valutare le emissioni dei principali inquinanti atmosferici prodotte dal settore dei trasporti. In Italia, le emissioni nocive prodotte dal trasporto stradale sono diminuite notevolmente negli ultimi anni, grazie all’introduzione di catalizzatori, di filtri per particolato fine e di altre tecnologie installate nei veicoli. Dal 1990 al 2022 le emissioni su strada di composti organici volatili non metanici si riducono dell’88,2%, le emissioni di ossidi di azoto del 74,8% e quelle di particolato fine del 75,0%. Le emissioni di ossidi di zolfo, ormai quasi assenti nel trasporto stradale, sono ancora rilevanti nel trasporto via mare. Le stime del 2020 riflettono gli effetti della pandemia, mentre nel 2021 e 2022 si assiste ad una graduale ripresa. Le emissioni inquinanti in atmosfera vengono monitorate a livello nazionale ai fini della verifica del rispetto degli impegni di riduzione imposti a livello europeo, con l’obiettivo di conseguire livelli di qualità dell'aria che non comportino significativi impatti negativi e rischi significativi per la salute umana e l'ambiente.

EMISSIONI DI METALLI PESANTI (CD, HG, PB): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore rappresenta la serie storica delle emissioni nazionali di metalli pesanti dal 1990 al 2022, per settore di provenienza. Dal 1990 si rileva una riduzione delle emissioni per tutti i metalli. In particolare, le emissioni di cadmio, mercurio e piombo sono in linea con gli obiettivi fissati a livello internazionale dal Protocollo di Aarhus, essendosi ridotte rispetto ai valori del 1990 rispettivamente del -63%, -64% e -95%.

EMISSIONI DI PARTICOLATO (PM10): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di particolato (PM10) per settore di provenienza dal 1990 al 2022, evidenziando a livello totale una marcata riduzione negli anni (-40,5%). Il settore del trasporto stradale, che contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 10% nel 2022, presenta una riduzione nell’intero periodo pari al 65,6%. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, nel medesimo periodo, crescono circa del 37,6%, rappresentando nel 2022 il settore più importante con il 45,3% di peso sulle emissioni totali.

EMISSIONI DI PARTICOLATO FINE (PM2,5): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di particolato (PM2,5) per settore di provenienza dal 1990 al 2022, evidenziando a livello totale una marcata riduzione negli anni (-39%). Il settore del trasporto stradale, che contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 9,3% nel 2022, presenta una riduzione nell’intero periodo pari al 75%. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, nel medesimo periodo, crescono di quasi il 38%, rappresentando nel 2022 il settore più importante con il 63,8% di peso sulle emissioni totali.

EMISSIONI DI PRECURSORI DI OZONO TROPOSFERICO (NOX E COVNM): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore rappresenta l’andamento nazionale dei valori di emissione dei precursori di ozono troposferico: ossidi di azoto e composti organici volatili non metanici, distinti per settore di provenienza. Si evidenzia la marcata decrescita dal 1990 al 2022 (-71% per NOx, e -58% per COVNM), determinata dalla forte diminuzione delle emissioni derivanti dal trasporto.

EMISSIONI DI SOSTANZE ACIDIFICANTI (SOx, NOx, NH3): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore descrive l'andamento delle emissioni nazionali di sostanze acidificanti SOx, NOx e NH3, sia a livello totale sia settoriale, evidenziandone il trend decrescente dal 1990 al 2022 (-72,3%). Con riferimento alla Direttiva 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, che definisce gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni rispetto al 2005, applicabili dal 2020 al 2029 e a partire dal 2030, gli ossidi di zolfo e l’ammoniaca raggiungono la percentuale di riduzione imposta per il 2020 già dal 2009; mentre gli ossidi di azoto la raggiungono nel 2014.

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - NO2

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) al biossido di azoto (NO2) aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, l’82% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (10 µg/m3).
La media nazionale della PWE è stata pari a 12 µg/m³ (range minimo-massimo: 3 – 38 µg/m3).
Nel periodo 2016- 2022, si osserva una tendenza alla riduzione dei livelli di esposizione pari mediamente al 25%, legato principalmente alla riduzione delle emissioni da traffico veicolare.

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - OZONO

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) all’ozono (O3) aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, il 100% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (60 µg/m3 come media della distribuzione dei massimi giornalieri delle medie mobili di 8 ore nel periodo che va da aprile a settembre).
La media nazionale della PWE è stata pari a 104 µg/m3 (range minimo-massimo: 64 – 134 µg/m3).
Nel periodo osservato non si rileva una tendenza alla riduzione dei livelli di esposizione.

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - PM10

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) al PM10 aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, il 97% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (15 µg/m3).
Nel periodo osservato non si rileva una tendenza alla riduzione dei livelli di esposizione: la media nazionale, nel 2022, assume lo stesso valore del 2016 (21 µg/m3), mentre nel 2017 raggiunge il valore più elevato (23 µg/m3).

ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI OUTDOOR - PM2.5

Data aggiornamento scheda:

Sono state elaborate le stime dell’esposizione media annuale pesata per la popolazione (“Population Weighted Exposure”, PWE) al PM2,5 aggregata a livello comunale, mediante l’uso integrato di misure e modelli statistici. I dati ottenuti, relativi al periodo 2016-2022, permettono il confronto della PWE tra tutti i comuni e di avere un quadro completo dell’esposizione media a livello nazionale.
Nel 2022, il 100% della popolazione è stato esposto a livelli superiori al valore guida dell’OMS (5 µg/m3). La media nazionale della PWE è stata pari a 14 µg/m3 (range minimo-massimo: 6 – 25 µg/m3).
Nel periodo 2016- 2022, la media nazionale passa da 15 µg/m3 del 2016 a 14 µg/m3 del 2022, facendo registrare una riduzione pari al 7%.

IMPOSTE AMBIENTALI

Data aggiornamento scheda:

Le informazioni statistiche relative alle imposte ambientali possono essere articolate secondo la categoria di imposta, le unità che le corrispondono, la classe di attività ambientale e la destinazione del gettito. In Italia, le imposte ambientali ammontano nel 2022 a 41,5 miliardi di euro (-24,4% rispetto all'anno precedente). Nel 2022, il gettito delle imposte ambientali corrisponde a circa il 5% del gettito totale delle imposte e contributi sociali e a circa il 2% del Prodotto interno lordo.

PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI

Data aggiornamento scheda:

La produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta, nel 2022, a circa 29,1 milioni di tonnellate, in calo dell’1,8% (543 mila tonnellate) rispetto al 2021. In termini generali, il dato del 2022 sembra riflettere l’andamento tendenzialmente in calo riscontrato nel lungo periodo.  

QUALITÀ DELLE ACQUE - INQUINAMENTO DA PESTICIDI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore permette di valutare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da residui di pesticidi immessi nell’ambiente. Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque è reso complesso dal numero di sostanze interessate e dall’uso dispersivo. I livelli misurati sono confrontati con i limiti di concentrazione stabiliti dalla normativa vigente. Gli indicatori presentati forniscono un’analisi dell’evoluzione della contaminazione nel decennio 2012-2021 in termini di frequenza di ritrovamento dei pesticidi nelle acque, nonché sul rischio ambientale derivante dal loro utilizzo. I dati del 2021 confermano uno stato di contaminazione già segnalato negli anni precedenti, con superamenti dei limiti soprattutto nelle acque superficiali (28,3% dei punti di monitoraggio); nelle acque sotterranee il 6,8% dei punti supera i limiti normativi.

QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA E NUMERO DI DISCARICHE

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, i quantitativi di rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 5,2 milioni di tonnellate, e il numero delle discariche operative è pari a 117 impianti. Si registra una riduzione, rispetto al 2021, delle quantità totali di rifiuti urbani smaltiti in discarica pari al 7,9% (-446 mila tonnellate) e una riduzione del numero degli impianti pari al 3,8% (-9 impianti). 

QUOTA DELLA FLOTTA VEICOLARE CONFORME A DETERMINATI STANDARD DI EMISSIONE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore consente di monitorare per il periodo 2005-2022 la quota della flotta veicolare stradale conforme agli standard di emissione più recenti. Nel 2022 per le automobili è ancora presente una quota non trascurabile di veicoli a benzina di classe Euro 0 (13,7%), mentre per le auto diesel questa quota è molto inferiore e pari al 2,9% circa. Più preoccupante la situazione del parco commerciale, in gran parte con motorizzazioni diesel, dove l’11,2% dei veicoli leggeri (furgoni) e il 27,1% dei veicoli pesanti merci permangono in classe Euro 0.

RETE NATURA 2000

Data aggiornamento scheda:

La Rete Natura 2000 è costituita in Italia da 2.646 siti, per una superficie totale, al netto delle sovrapposizioni, di 5.845.078 ettari a terra pari al 19,4% del territorio nazionale e una superficie a mare di 2.301.047 ettari pari al 6,4% delle acque (dati aggiornati al dicembre 2023). Sono state designate complessivamente 643 ZPS e 2.364 SIC-ZSC (di cui 361 sono SIC-ZSC coincidenti con ZPS). Nel dicembre 2022 i siti erano 2.639 con un aumento di 7 unità nell’ultimo anno e un incremento di superficie di 163 ettari a terra e 229.358 ettari a mare. Le percentuali di copertura della Rete Natura 2000 sono eterogenee nelle regioni e province autonome, oscillando dal 12% al 36% a terra e da valori inferiori all’1% al 30% a mare. La copertura della Rete a livello nazionale è importante anche in relazione ai target della Strategia europea per la Biodiversità al 2030 (SEB2030) che chiede di ampliare nell'UE le zone protette arrivando almeno al 30% della superficie terrestre e al 30% delle aree marine. Al target SEB2030 contribuiscono tutte le aree sottoposte a forme di tutela quali siti N2000, Parchi Nazionali, Regionali e altre aree protette. In ambito regionale l’Abruzzo o la Valle d’Aosta raggiungono il target SEB2030 con i siti N2000 che coprono rispettivamente il 36% e il 30% del loro territorio, mentre si avvicinano al target la provincia autonoma di Trento (28%), il Molise (27%), la Campania (27%) e la Liguria (26%). Le percentuali di tutela dei siti N2000 a mare sono più basse, solo la Puglia (30%) e la Toscana (27%) hanno livelli di protezione prossimi al target. 

SICCITÀ IDROLOGICA

Data aggiornamento scheda:

Le mappe di Standardized Precipitation Index (SPI) a 12 mesi forniscono una valutazione a livello nazionale e a larga scala delle condizioni di siccità idrologica, ottenute utilizzando i dati di precipitazioni raccolti e pubblicati dai servizi idro-meteorologici regionali e delle province autonome e quelli del soppresso Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN, ora confluito in ISPRA) del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali. Il passo temporale di aggregazione a 12 mesi scelto per la valutazione dello SPI è quello che meglio descrive gli effetti della siccità (deficit di precipitazione) sulla portata dei fiumi, sulla ricarica degli invasi e sulla disponibilità di acqua nelle falde. 

Le mappe di SPI a 12 mesi (SPI12) evidenziano come la siccità e i conseguenti problemi di severità idrica hanno continuato a interessare l’Italia nel corso del 2023, sebbene in maniera differenziata rispetto alla situazione critica riscontrata nel 2022. I territori del Nord e Centro Italia nei primi quattro mesi dell’anno sono stati caratterizzati da situazioni di siccità severa ed estrema, che si sono però attenuate nel corso del 2023. Tali situazioni hanno poi iniziato a interessare i territori del Sud e delle Isole maggiori.

L'analisi mostra che i mesi da gennaio ad aprile sono stati quelli maggiormente caratterizzati da una condizione di siccità estrema su una scala temporale di 12 mesi (SPI12 ≤ –2,0), come effetto del deficit di precipitazione riscontrato nel 2022 e nei primi mesi del 2023 sull'Italia settentrionale. Tuttavia, la massima estensione raggiunta da tale condizione non ha superato il 10% del territorio italiano (la massima estensione si è avuta  a febbraio 2023 con il 9,9% del paese affetto da siccità estrema), interessando in particolare l'area a cavallo tra il Piemonte e la Lombardia (afferente al Distretto Idrografico del Fiume Po) e quella tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (afferente al Distretto Idrografico delle Alpi Orientali). Rilevante nei primi 4 mesi dell'anno anche la percentuale del territorio nazionale colpito da siccità moderata e severa (circa il 30%) al passo di aggregazione di 12 mesi. 

SPESE PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE

Data aggiornamento scheda:

Nel 2021, il livello della spesa dell'economia italiana per la protezione dell'ambiente si attesta a 46,6 miliardi di euro, pari al 2,6% del Prodotto interno lordo. Tale rapporto è il più alto registrato dal 2016, anche se sostanzialmente stabile nel periodo 2016-2021. Le spese per la protezione dell'ambiente riguardano principalmente le finalità di gestione dei rifiuti e di gestione delle acque reflue. Le altre finalità di protezione dell'ambiente comprendono, in ordine di importanza, la protezione e il risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie; la protezione della biodiversità e del paesaggio; la protezione dalle radiazioni, ricerca e sviluppo, altre attività; la protezione dell'aria e del clima; l'abbattimento del rumore e delle vibrazioni (esclusa la protezione degli ambienti di lavoro).

ACQUE MARINO COSTIERE - ELEMENTO DI QUALITA' BIOLOGICA CLOROFILLA A

Data aggiornamento scheda:

Il parametro “clorofilla” è l’unico indicatore diretto di biomassa fitoplanctonica a disposizione e ha assunto il ruolo di metrica per la classificazione dello stato ecologico secondo l’Elemento di Qualità Biologica - EQB Fitoplancton acque costiere (DM 260/2010). La clorofilla, infatti, risulta particolarmente sensibile alle variazioni dei livelli trofici determinati dagli apporti dei carichi di nutrienti (N e P), provenienti dai bacini afferenti alla fascia costiera. Nel 2020 lo stato elevato sia attesta al 71,4%, lo stato buono al 12,3% e lo stato sufficiente al 16,2%. Si può notare un generale miglioramento dello stato per Campania e Marche, mentre peggiorano Emilia-Romagna e Sardegna. Marche, Liguria e Abruzzo mantengono tutte le stazioni nello stato elevato.

ALTEZZA DELLA MAREA ASTRONOMICA LUNGO LE COSTE ITALIANE

Data aggiornamento scheda:

La marea è un fenomeno periodico di innalzamento e abbassamento della superficie del mare dovuto all’attrazione gravitazione esercitata dalla Luna, dal Sole e dagli altri corpi celesti sulle masse di acqua presenti sulla Terra e secondariamente dovuto anche alle perturbazioni meteorologiche. I dati della Rete Mareografica Nazionale (ISPRA) sono stati utilizzati per caratterizzare l’ampiezza della componente astronomica del segnale di marea lungo le coste Italiane. La marea astronomica come ben noto, presenta profonde differenze nei diversi mari italiani, raggiungendo la sua massima escursione nel Nord Adriatico e nella Laguna di Venezia, essendo fortemente influenzata anche dalla configurazione del bacino.

AREE PROTETTE MARINE

Data aggiornamento scheda:

Il numero delle aree e la superficie marina protetta sono cresciuti costantemente nel tempo.
Attualmente in Italia sono presenti 39 Aree Protette Marine (APM), istituite in 10 regioni italiane; di queste, 29 sono Aree Marine Protette (AMP).
La Sicilia e la Sardegna sono le regioni in cui ricadono la maggior parte di aree protette marine sia in termini numerici, che di superficie marina protetta.
Tra il 2012 ed il 2019 a livello nazionale la superficie delle APM è aumentata dell’1,9%, grazie all’istituzione nel 2018 delle 2 Aree Marine Protette di Capo Testa - Punta Falcone in Sardegna e di Capo Milazzo in Sicilia.

AREE PROTETTE TERRESTRI

Data aggiornamento scheda:

In Italia, ad oggi, sono state istituite 843 aree protette terrestri (e terrestri con parte a mare) per una superficie protetta di oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10,5% della superficie terrestre nazionale. Analizzando la serie storica (1922-2019) è possibile apprezzare, soprattutto a partire da metà anni '70, andamenti positivi in termini di aumento nel numero e nella superficie delle aree naturali protette terrestri, mentre dagli anni 2008-2009 si assiste a una certa stabilizzazione dei trend di crescita.

AZIENDE AGRICOLE CHE ADERISCONO A MISURE ECOCOMPATIBILI E CHE PRATICANO AGRICOLTURA BIOLOGICA

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, l’agricoltura biologica in Italia ha raggiunto una superficie coltivata di 2.349.880 ettari, coinvolgendo circa 92,8 mila operatori biologici. Il biologico interessa il 7,3% del numero di aziende agricole e il 18,7% della superficie agricola utilizzata (Censimento ISTAT 2021), registrando una distanza di 6,3 punti percentuali rispetto alla soglia del 25% di SAU Bio. 

Negli ultimi 32 anni l'andamento è stato crescente sia in termini di operatori sia di superficie coltivata, in controtendenza rispetto allo storico declino della superficie agricola utilizzata in Italia.

A livello europeo, l’Italia è tra gli stati membri più virtuosi.

CONSUMI FINALI E TOTALI DI ENERGIA PER SETTORE ECONOMICO

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura l'energia consumata dagli utenti finali e l’energia totale consumata dal Paese. A partire dal 1990 si registra un andamento crescente dell’energia disponibile per i consumi finali, con un picco raggiunto nel 2005. Successivamente si rileva un’inversione di tendenza fino a un minimo toccato nel 2014. Fino al 2018 si osserva una ripresa dei consumi finali seguita dalla flessione nel 2019 e dalla repentina riduzione nel 2020 a causa del lockdown delle attività economiche per contenere la diffusione della pandemia di SARS-CoV-2, seguita dalla ripresa dei consumi nel 2021. Nel 2021 l’energia disponibile per il consumo finale, contabilizzata secondo la metodologia adottata da Eurostat, è pari a 118,7 Mtep, +8,6% rispetto al 2020 e +3,1 rispetto al 1990.

DOMANDA E INTENSITÀ DEL TRASPORTO MERCI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore valuta la domanda del trasporto di merci (anche in relazione alla crescita economica) e l'evoluzione nel tempo della ripartizione modale. Negli ultimi anni, a partire dalla fine della crisi economica, la domanda di trasporto viene soddisfatta in maniera crescente dall’autotrasporto che, per incremento e quota modale, (59% circa nel 2022) continua a essere predominante rispetto alle altre modalità di trasporto.

DOMANDA E INTENSITÀ DEL TRASPORTO PASSEGGERI

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura la domanda di trasporto passeggeri (secondo le diverse modalità) e ne rapporta l'andamento con quello della crescita economica e della popolazione. La domanda di trasporto viene soddisfatta in maniera crescente dal trasporto stradale individuale (autovetture e motocicli) che per incremento e quota modale (80% circa nel 2022) continua a essere predominante rispetto alle altre modalità di trasporto.

EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2 ,CH4 ,N2O, HFCS, PFCS, SF6 ): TREND E PROIEZIONI

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore rappresenta le proiezioni delle emissioni nazionali di gas serra fino al 2050, considerando lo scenario basato sulle politiche correnti al 31/12/2021, quindi incluse quelle del PNRR. Lo scenario è stato calcolato a partire dagli ultimi dati storici consolidati relativi al 2021, considerando quindi gli effetti indotti dalla pandemia di COVID-19. Le riduzioni previste nelle emissioni di gas serra totali (incluso il LULUCF) stimate per il 2030 e 2050, rispetto al 1990, nello scenario a politiche correnti risultano rispettivamente pari a -39% e -48%.