Descrizione 1
Daniela Romano
L'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di particolato (PM2,5) per settore di provenienza dal 1990 al 2022, evidenziando a livello totale una marcata riduzione negli anni (-39%). Il settore del trasporto stradale, che contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 9,3% nel 2022, presenta una riduzione nell’intero periodo pari al 75%. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, nel medesimo periodo, crescono di quasi il 38%, rappresentando nel 2022 il settore più importante con il 63,8% di peso sulle emissioni totali.
Il materiale particolato di dimensione inferiore a 2,5 µm è costituito da particelle aerodisperse di dimensioni tali che, una volta inalate, penetrano in profondità nel sistema respiratorio umano. Come il PM10, anche il particolato PM2,5 è in parte emesso come tale direttamente dalle sorgenti in atmosfera (PM2,5 primario) ed è in parte formato attraverso reazioni chimiche fra altre specie inquinanti (PM2,5 secondario). L’emissione diretta di PM2,5 è associata a tutti i processi di combustione, in particolare quelli che prevedono l’utilizzo di combustibili solidi (carbone, legna) o liquidi come gasolio e olio combustibile. Particelle fini sono dunque emesse dai trasporti su strada, dagli impianti per la produzione di energia, dagli impianti per il riscaldamento domestico e dagli incendi boschivi. Le stime effettuate sono relative solo alle emissioni di origine primaria, mentre non sono calcolate quelle di origine secondaria, così come quelle dovute alla risospensione delle polveri depositatesi al suolo.
Valutare l’andamento nel tempo delle emissioni di PM2,5 (polveri di dimensioni inferiori a 2,5 µm) disaggregate per settore, rilevanti per il monitoraggio dell'efficacia delle normative di riduzione delle emissioni con particolare attenzione alle aree urbane.
Come Parte della Convenzione UNECE sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio (CLRTAP), l’Italia è tenuta all’aggiornamento e alla comunicazione annuale dell’inventario nazionale delle emissioni inquinanti in atmosfera, che contempla, tra i vari inquinanti, anche il PM2,5. La normativa nazionale di riferimento per la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera è il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (“Norme in materia ambientale”, parte quinta). Il Decreto è stato successivamente aggiornato dal D.Lgs.128/2010 e ha subito ulteriori modifiche a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 sugli impianti industriali. Numerose normative limitano le emissioni di particolato in determinati settori, in particolare nei trasporti stradali e nell'industria. Per quanto riguarda le sorgenti stazionarie, la Direttiva 2010/75/UE indica i valori limite di emissione di particolato per combustibili solidi, liquidi e gassosi nei grandi impianti di combustione. Per gli impianti di combustione medi, la Direttiva (UE) 2015/2193 stabilisce norme anche per il controllo delle emissioni atmosferiche, al fine di ridurre i rischi potenziali per la salute umana e per l'ambiente. Per le sorgenti mobili, i provvedimenti più recenti in merito alle emissioni di materiale particolato derivano dal Regolamento CE 715/2007 relativo all'omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 5 ed Euro 6) e dal Regolamento CE 595/2009 relativo all'omologazione dei veicoli a motore e dei motori riguardo alle emissioni dei veicoli pesanti (Euro VI). La nuova Direttiva NEC 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio (recepita con il Decreto legislativo 81 del 2018), concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, definisce gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni rispetto al 2005, applicabili dal 2020 al 2029 e a partire dal 2030: rispettivamente impegni di riduzione del 10% e del 40%.
Descrizione 2
Cóndor R., De Lauretis R., Romano D., Vitullo M., 2008. Inventario nazionale delle emissioni di particolato e principali fonti di emissione. In: Atti 3° Convegno Nazionale sul Particolato Atmosferico. Il particolato atmosferico: la conoscenza per l’informazione e le strategie di intervento Bari 6-8 Ottobre, Italia.
De Lauretis R., Gaudioso D., Gonella B., Romano D., 2006. Inventario delle emissioni in atmosfera di PM10 e strategie di riduzione, XXII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana, Firenze, 10-15 Settembre 2006, Atti del Congresso.
ISPRA, anni vari. Dati e pubblicazioni disponibili su: https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/ISPRA, 2023.
La disaggregazione a livello provinciale dell’inventario nazionale delle emissioni. Disponibile su http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti ISPRA, 2010.
ISPRA, De Lauretis R. et al., Trasporto su strada Inventario nazionale delle emissioni e disaggregazione provinciale, Rapporti - N. 124 /2010.
Italian Emission Inventory 1990-2022. Informative Inventory Report 2024 (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti; https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2024-submission).
Qualificazione dati
Utilizzati i dati ISPRA dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera (https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/).
Nazionale
1990-2022
Qualificazione indicatore
Stima calcolata nell'ambito della realizzazione dell'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Per gli inquinanti atmosferici la metodologia utilizzata è quella indicata dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EMEP/EEA air pollutant emission inventory guidebook 2019). Per la descrizione della metodologia di stima si fa riferimento all'Informative Inventory Report – IIR (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/inventario-nazionale-emissioni-1990-2022-informative-inventory-report-2024; https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2024-submission).
I livelli di emissione del PM2,5 sono pari nel 2022 a 144kt, mantenendosi al di sotto dell’obiettivo fissato per il 2020-2029 (164kt, riduzione del 10% rispetto ai valori del 2005) (Figura 1).
Le emissioni nazionali di PM2,5 si riducono nel periodo 1990-2022 del 39% delineando un andamento positivo dal punto di vista ambientale (Tabella 1). Nonostante il trend complessivo sia in decrescita, dall’analisi di dettaglio settoriale, si evidenziano degli incrementi, in particolare le emissioni provenienti dalla combustione non industriale che crescono di quasi il 38% tra il 1990 e il 2022, a causa dell’aumento registrato nella combustione di legna negli impianti di riscaldamento residenziali che, nel 2022, rappresenta il settore più importante con il 63,8% di peso sulle emissioni totali.
Dati
Tabella 1: Emissioni nazionali di PM2.5 per settore di provenienza
ISPRA
A: Combustione energia e industria di trasformazione; B: Combustione non industriale; C: Combustione industriale; D: Processi produttivi; E: Estrazione distribuzione combustibili fossili/geotermia; F: Uso di solventi; G: Trasporti stradali; H: Altre sorgenti mobili; I: Trattamento smaltimento rifiuti; L: Agricoltura
I valori di emissione sono stati aggiornati coerentemente con l'aggiornamento annuale dell'inventario nazionale delle emissioni.
Le emissioni nazionali vengono calcolate conformemente alla metodologia di stima adottata a livello europeo e riportata nell’EMEP/EEA Air pollutant emission inventory guidebook – 2019. Nei totali non vengono conteggiate le emissioni da sorgenti naturali (altre sorgenti di emissione e assorbimenti) conformemente alla classificazione adottata nella stima delle emissioni dell'inventario nazionale. Nel periodo 1990-2022, il settore del trasporto stradale presenta una decrescita pari al 75% e contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva di circa il 9,3% nel 2022. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, invece, aumentano del 37,5% mentre gli altri processi di combustione registrano rilevanti cali delle emissioni di particolato. In particolare, le emissioni derivanti dalla combustione per la produzione di energia e nell'industria di trasformazione decrescono del 98,4%, arrivando a rappresentare solo lo 0,3% delle emissioni totali nel 2022, contro una media di circa il 13% fino al 1995. Le emissioni provenienti dai processi di combustione nell'industria scendono del 67,2%, raggiungendo un peso sul totale pari al 4,5% nel 2022. Le riduzioni riscontrate nei settori dell’energia e dell’industria sono principalmente dovute all’introduzione di due strumenti normativi: il DPR 203/88 che stabilisce le norme per l'autorizzazione degli impianti e il DM del 12 luglio 1990, che introduce limiti di emissione degli stabilimenti. Nel 2022 le emissioni dalle attività agricole, dai processi produttivi e dalle altre sorgenti mobili pesano rispettivamente il 2,5%, 6,1% e 6,4% sul totale, con diminuzioni dal 1990 rispettivamente pari a -40,7%, -51,6% e -70,5%. Le emissioni legate al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti, aumentano del 18,6% dal 1990, raggiungendo nel 2022 una quota sul totale delle emissioni pari al 3,9% (Tabella 1, Figura 1).