Descrizione 1
Daniela Romano
L’indicatore rappresenta l’andamento nazionale dei valori di emissione dei precursori di ozono troposferico: ossidi di azoto e composti organici volatili non metanici, distinti per settore di provenienza. Si evidenzia la marcata decrescita dal 1990 al 2022 (-71% per NOx, e -58% per COVNM), determinata dalla forte diminuzione delle emissioni derivanti dal trasporto.
La stima delle emissioni avviene secondo la metodologia indicata dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EMEP/EEA Air pollutant emission inventory guidebook 2019). Il problema dell'ozono troposferico riveste notevole importanza sia nell'ambiente urbano, dove si verificano episodi acuti di inquinamento, sia nell'ambiente rurale, dove si riscontra un impatto sulle coltivazioni. Le emissioni di ossidi di azoto (NOx) e di composti organici volatili non metanici (COVNM), precursori dell'ozono troposferico, hanno anche una rilevanza transfrontaliera per fenomeni di trasporto a lunga distanza. La formazione dell'ozono avviene attraverso reazioni fotochimiche che si verificano in concomitanza di condizioni meteorologiche tipiche del periodo estivo. L'ozono ha un elevato potere ossidante e determina effetti dannosi sulla popolazione, sull'ecosistema e sui beni storico- artistici. Le fonti principali di questi inquinanti sono i trasporti e altri processi di combustione, oltre che l'uso di solventi per quanto riguarda i COVNM.
Valutare le pressioni dei precursori di ozono troposferico e il loro andamento negli anni a fronte degli obiettivi nazionali e internazionali di riduzione delle emissioni (D.Lgs. 171/04, Protocollo di Göteborg e Direttiva NEC).
Il Protocollo di Göteborg del 1999 della Convenzione del 1979 sull’inquinamento transfrontaliero a grande distanza, modificato nel 2012, è rivolto alla riduzione dell’acidificazione, dell’eutrofizzazione e dell’ozono troposferico (la Comunità europea aderisce al protocollo con la Decisione del Consiglio 2003/507/CE). La Direttiva (UE) 2015/2193 (recepita con il Decreto legislativo 183 del 2017) si applica agli impianti di combustione medi e stabilisce norme per il controllo delle emissioni nell'aria di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx) e polveri, al fine di ridurre le emissioni nell'aria e i rischi potenziali per la salute umana e per l'ambiente derivanti da tali emissioni. La nuova Direttiva NEC 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio (recepita con il Decreto legislativo 81 del 2018), concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, definisce gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni rispetto al 2005, applicabili dal 2020 al 2029 e a partire dal 2030: per NOx rispettivamente impegni di riduzione del 40% e del 65%; per COVNM rispettivamente impegni di riduzione del 35% e del 46%.
Descrizione 2
ISPRA, 2024. Italian Emission Inventory 1990-2022. Informative Inventory Report 2024 (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/)
Qualificazione dati
Utilizzati i dati ISPRA dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera (https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/).
Nazionale
1990 - 2022
Qualificazione indicatore
Stima realizzata nell'ambito della redazione dell'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. I dati possono essere aggregati usando il Tropospheric Ozone-Forming Potential (TOFP). Tali fattori di conversione sono quelli utilizzati dall'Agenzia Europea dell'Ambiente nei rapporti ambientali e sono utili soprattutto per la validazione aggregata a livello europeo. Per gli inquinanti atmosferici la metodologia utilizzata è quella indicata dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EMEP/EEA Guidebook - 2019). Per la descrizione della metodologia di stima si fa riferimento all'Informative Inventory Report – IIR (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti; https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2024-submission /).
Le emissioni degli ossidi di azoto sono pari, nel 2022, a 620 kt mentre quelle dei COVNM sono pari a 823 kt. Gli ossidi di azoto raggiungono la percentuale di riduzione, imposta a partire dal 2020 dalla Direttiva 2016/2284 (-40%), già nel 2014: nel 2022, rispetto al valore del 2005, tale riduzione è pari a -52%. Anche i COVNM raggiungono l’obiettivo (-35%) già a partire dal 2020 con un decremento rispetto al 2005 del 38% confermato anche nel 2022 (Tabella 1).
Nel periodo 1990 -2022 le emissioni dei precursori dell'ozono troposferico registrano una marcata riduzione (-71% per NOx, e -58% per COVNM), legata soprattutto alla forte diminuzione delle emissioni nei due settori dei trasporti (trasporto stradale e altre sorgenti mobili) e all’uso dei solventi (in particolare per COVNM) (Tabelle 1,2 e Figura 3).
Dati
Tabella 1: Emissioni nazionali di precursori dell’ozono per settore
ISPRA
A:Combustione Energia e Industria di trasformazione; B:Combustione non industriale; C:Combustione Industriale; D:Processi produttivi; E:Estrazione e Distribuzione di combustibili fossili/geotermia; F:Uso di solventi; G:Trasporti stradali; H:Altre sorgenti mobili; I:Trattamento smaltimento rifiuti; L:Agricoltura.
I valori di emissione sono stati aggiornati coerentemente con l'aggiornamento annuale dell'inventario nazionale delle emissioni.
Tabella 2: Emissioni nazionali di precursori dell’ozono in equivalente di formazione dell’ozono troposferico
ISPRA
Fattore di conversione in TOFP: NOx =1,22; COVNM=1
I valori di emissione sono stati aggiornati coerentemente con l'aggiornamento annuale dell'inventario nazionale delle emissioni.
Figura 3: Emissioni nazionali di precursori dell’ozono in equivalente di formazione dell’ozono troposferico
ISPRA
Fattore di conversione in TOFP: NOx =1,22; COVNM=1
I valori di emissione sono stati aggiornati coerentemente con l'aggiornamento annuale dell'inventario nazionale delle emissioni.
Per garantire consistenza e comparabilità dell’inventario, l’aggiornamento annuale delle emissioni comporta la continua revisione dell’intera serie storica sulla base della maggiore informazione e dei più recenti sviluppi metodologici. Nei totali non vengono conteggiate le emissioni da sorgenti naturali (altre sorgenti di emissione e assorbimenti), conformemente alla classificazione adottata nella stima delle emissioni dell’inventario. Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, il contributo emissivo del trasporto stradale si mantiene negli anni abbastanza stabile, ed è la principale fonte emissiva di NOx a livello nazionale (41% nel 2022). A partire dal 1993, fondamentalmente in conseguenza all’introduzione dei convertitori catalitici, il trend crescente delle emissioni su strada si inverte. Tali emissioni nel 2022, si riducono del 74,8% rispetto al 1990. Le emissioni di NOx delle modalità di trasporto diverse da quello stradale, decrescono dal 1990 del 45,2%, e rappresentano la seconda fonte di emissione a livello nazionale, contribuendo nel 2022 al 23,1% del totale emesso. Dalla combustione non industriale, unico settore che presenta un aumento (+21% dal 1990), proviene il 12,5% delle emissioni, mentre dalla combustione industriale e dalla combustione nel settore della produzione di energia e dell’industria di trasformazione rispettivamente l’8,4% e il 6,3% del totale emesso a livello nazionale nel 2023 (Tabella1, Figura 2). Le emissioni di COVNM derivano fondamentalmente: dall’uso di solventi (40,2% delle emissioni totali nel 2022) che diminuiscono del 44,5% rispetto al 1990; dalla combustione non industriale (20,4% delle emissioni nel 2022) che cresce del 63,5% rispetto al 1990; dai trasporti (il trasporto su strada e le altre sorgenti mobili rappresentano rispettivamente l’11% e il 2,2% delle emissioni totali nel 2022); dall’agricoltura, dove si registra un calo pari al 20,6%, che rappresenta nel 2022 il 14,6% delle emissioni totali. La riduzione maggiore riguarda il trasporto, fondamentalmente dovuta all'introduzione di sistemi di abbattimento delle emissioni nei veicoli quali convertitori catalitici e canister (rispettivamente -88,2% per il trasporto stradale e -86,3% per le altre sorgenti mobili) (Tabella 1, Figura 1).