Descrizione 1
Gianluca Maschio, Emanuela Pace
L’indicatore permette di valutare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da residui di pesticidi immessi nell’ambiente. Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque è reso complesso dal numero di sostanze interessate e dall’uso dispersivo. I livelli misurati sono confrontati con i limiti di concentrazione stabiliti dalla normativa vigente. Gli indicatori presentati forniscono un’analisi dell’evoluzione della contaminazione nel decennio 2012-2021 in termini di frequenza di ritrovamento dei pesticidi nelle acque, nonché sul rischio ambientale derivante dal loro utilizzo. I dati del 2021 confermano uno stato di contaminazione già segnalato negli anni precedenti, con superamenti dei limiti soprattutto nelle acque superficiali (28,3% dei punti di monitoraggio); nelle acque sotterranee il 6,8% dei punti supera i limiti normativi.
L’uso dei prodotti fitosanitari (noti anche come pesticidi) svolge una funzione importante nel garantire la produzione e la qualità dei prodotti agricoli; tuttavia, queste sostanze chimiche possono costituire un rischio per la salute dell’uomo e per gli ecosistemi, con un impatto nell'immediato e a lungo termine.
L'indicatore permette di valutare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da residui di pesticidi immessi nell’ambiente e i rischi connessi. Oltre ai prodotti fitosanitari impiegati in agricoltura, i pesticidi comprendono anche i biocidi, i quali, in alcuni casi utilizzano le stesse sostanze attive. Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque è reso complesso dal numero di sostanze interessate e dall’uso dispersivo, che interessa grandi estensioni di territorio. Le concentrazioni misurate sono confrontate con i limiti ambientali stabiliti a livello europeo e nazionale: gli Standard di Qualità Ambientale (SQA). Per le acque sotterranee i limiti coincidono con quelli delle acque potabili, per le acque superficiali, invece, sono stabiliti sulla base di valutazioni ecotossicologiche delle sostanze.
Fornire una rappresentazione dello stato di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da pesticidi su base nazionale, in riferimento ai limiti di concentrazione stabiliti dalla normativa vigente.
Individuare, inoltre, le sostanze maggiormente rilevate nei corpi idrici, supportando processi decisionali volti a limitare i rischi per l’ambiente.
Seguire l’evoluzione della contaminazione derivante dall’uso dei pesticidi.
Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque viene eseguito nel rispetto dei compiti stabiliti dal Piano di Azione Nazionale (Decreto ministeriale n. 35 del 22 gennaio 2014) ai sensi della Direttiva 2009/128/CE sull'uso sostenibile dei pesticidi, al fine di acquisire informazioni sullo stato di qualità della risorsa idrica, di individuare eventuali effetti non previsti adeguatamente nella fase di autorizzazione e non adeguatamente controllati nella fase di utilizzo.
I pesticidi, da un punto di vista normativo, comprendono i prodotti fitosanitari (Regolamento CE 1107/2009), utilizzati per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali e i biocidi (Regolamento. UE 528/2012) impiegati in vari campi di attività (disinfettanti, preservanti, pesticidi per uso non agricolo, ecc.). In alcuni casi i due tipi di prodotti utilizzano gli stessi principi attivi.
Il monitoraggio si inserisce nel quadro più ampio della disciplina per la tutela delle acque, che con la Direttiva 2000/60/CE e le direttive derivate, stabilisce standard di qualità ambientale per le acque superficiali (Direttiva 2008/105/CE e Direttiva 2013/39/UE, recepita in Italia con il D.Lgs. 172/15) e gli standard di qualità per la protezione delle acque sotterranee (Direttiva 2006/118/CE recepita con il D.Lgs. 30/09 e successivo DM n. 165 del 6 luglio 2016). La normativa di riferimento relativa alle specifiche tecniche per l’analisi chimica e il monitoraggio dello stato chimico delle acque è rappresentata dalla Direttiva 2009/90/CE (recepita in Italia con il D.Lgs. 260/2010), la quale fissa criteri minimi di efficienza per i metodi di analisi e stabilisce le regole per comprovare la qualità dei risultati delle analisi. L’analisi delle tendenze di contaminazione risponde a quanto predisposto dalla Direttiva 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi e che definisce un Piano di azione nazionale. Il Piano, attuato con Decreto Ministeriale n. 35 del 22 gennaio 2014, prevede una serie di indicatori, tra cui alcuni specifici per la tutela dell’ambiente acquatico, a cui si fa riferimento. Gli indicatori sono contenuti nel Decreto Interministeriale del 15 luglio 2015 che definisce le modalità di raccolta ed elaborazione dei dati per l’applicazione degli indicatori previsti dal Piano d’Azione Nazionale.
Descrizione 2
SNPA, Rapporto sul monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque - dati 2021 (ed. 2024)
ISPRA, Rapporto sul monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque (ed. varie)
Difficoltà nel reperimento dei dati; disomogeneità dei dati relativi a diverse unità territoriali (rete di monitoraggio, frequenza di campionamento, sostanze cercate, prestazioni dei laboratori).
Il miglioramento dell’indicatore richiede: aumento della copertura territoriale e temporale; omogeneità delle indagini rispetto a criteri di priorità delle sostanze; miglioramento dei limiti di quantificazione delle metodiche analitiche.
Qualificazione dati
I dati di monitoraggio dei pesticidi prodotti dalle regioni vengono trasmessi all’ISPRA attraverso il Sistema Informativo Nazionale per la Tutela delle Acque Italiane (SINTAI). I risultati del monitoraggio sono consultabili sul portale pesticidi ISPRA (Portale di monitoraggio dei Pesticidi (isprambiente.it))
Nazionale (I)
2012-2021
Qualificazione indicatore
Il livello di contaminazione è dato dal numero dei punti di monitoraggio non conformi rispetto al totale dei punti monitorati.
I punti di monitoraggio non conformi corrispondono a quelli in cui la concentrazione delle sostanze presenti supera i limiti normativi di riferimento.
I punti di monitoraggio con presenza di pesticidi sono quelli in cui le concentrazioni rilevate sono superiori al 30% del limite normativo di riferimento.
La frequenza di ritrovamento dei pesticidi nei campioni è riportata come percentuale dei campioni in cui la concentrazione delle sostanze è superiore al livello di quantificazione.
I dati di monitoraggio 2021 mostrano una presenza diffusa dei pesticidi nelle acque, il 28,3% dei punti monitorati nelle acque superficiali e il 6,8% di quelli sotterranei presentano concentrazione di pesticidi al di sopra dei limiti normativi consentiti (Tabella 1). In particolare, come già riscontrato negli anni precedenti, la presenza è più rilevante nelle aree della pianura padano-veneta per via delle caratteristiche idrologiche del territorio e dell’intenso utilizzo agricolo. Tuttavia, la migliore efficacia del monitoraggio sta portando alla luce una contaminazione anche al Centro-Sud. Nonostante il progressivo miglioramento delle indagini, che necessitano anche di un aggiornamento continuo per tenere conto delle sostanze nuove immesse sul mercato, i risultati del monitoraggio non sono ancora sufficienti a rappresentare adeguatamente l’intera situazione nazionale.
Il monitoraggio segnala una presenza diffusa di pesticidi nelle acque, con un aumento nel tempo delle frequenze di rilevamento, in particolare nelle acque superficiali in cui si raggiunge nel 2021 una frequenza del 56% (Figura 6). Gli aumentati ritrovamenti sono correlati, tuttavia, all’efficacia del monitoraggio intesa come ampiezza della rete, numero di campioni analizzati e sostanze cercate. Si può affermare con ragionevole confidenza che si è ancora in una fase transitoria in cui l’entità e la diffusione dell’inquinamento non sono sufficientemente noti, tenendo inoltre conto che il fenomeno è in continua evoluzione per l’immissione sul mercato di nuove sostanze.
Dati
Tabella 1: Sintesi a livello nazionale delle sostanze monitorate e dei livelli di concentrazione dei pesticidi nei punti di monitoraggio (2021)
Elaborazione ISPRA su dati delle regioni, province autonome, ARPA/APPA
a) Le concentrazioni medie misurate sono superiori agli SQA;
b) Le concentrazioni medie misurate sono uguali e comprese tra il 30% SQA e gli SQA;
c) Comprende le concentrazioni inferiori al 30% SQA e le misure inferiori al limite di quantificazione
Tabella 2: Sostanze rilevate sopra gli SQA nelle acque superficiali (2021)
a) Numero totale dei punti di monitoraggio;
b) Punti di monitoraggio con concentrazione media di residui superiore agli SQA
Tabella 3: Sostanze rilevate sopra gli SQA nelle acque sotterranee (2021)
Elaborazione ISPRA su dati delle regioni, province autonome, ARPA/APPA
a) Numero totale dei punti di monitoraggio;
b) Punti di monitoraggio con concentrazione media di residui superiore agli SQA
Figura 6: Frequenza di ritrovamento nei campioni e ampiezza del monitoraggio dei pesticidi nelle acque superficiali
Elaborazione ISPRA su dati delle Regioni, Province autonome, ARPA/APPA
La frequenza di ritrovamento rappresenta la percentuale dei campioni con residui di pesticidi.
Il numero dei campioni è normalizzato all'anno di inizio del trend e corrisponde a 9.612, quello delle sostanze cercate corrisponde a 254
Figura 7: Frequenza di ritrovamento nei campioni e ampiezza del monitoraggio dei pesticidi nelle acque sotterranee
La frequenza di ritrovamento rappresenta la percentuale dei campioni con residui di pesticidi.
Il numero dei campioni è normalizzato all'anno di inizio del trend e corrisponde a 4.638, quello delle sostanze cercate corrisponde a 315
Figura 8: Superamenti degli SQA nei punti di monitoraggio
La frequenza dei superamenti rappresenta la percentuale dei punti di monitoraggio in cui la concentrazione media dei pesticidi supera gli SQA.
Il numero dei punti di monitoraggio è normalizzato all'anno di inizio del trend e corrisponde a 1.343 per le acque superficiali, 2.063 per le acque sotterranee
Lo stato dei controlli nazionali migliora nell’arco di tempo considerato (2012-2021). Sono aumentati la copertura territoriale, il numero di campioni e le sostanze cercate (Figure 1, 2 e 3). I livelli di contaminazione sono riferiti ai limiti ambientali definiti dalla normativa per la tutela delle acque, tali limiti sono gli Standard di Qualità Ambientale (SQA).
Nelle acque superficiali, su 1.997 punti di monitoraggio 566 (28,3%) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Per le acque sotterranee, su 2.867 punti di monitoraggio 194 (6,8%) non sono conformi (Tabella 1).
I dati del 2021 confermano uno stato di contaminazione già segnalato negli anni precedenti, con consistenti superamenti dei limiti soprattutto nelle acque superficiali. In alcuni casi, gli elevati valori dei limiti di quantificazione (LoQ) non consentono un’adeguata valutazione dello stato di contaminazione, inoltre, l’assenza di ritrovamenti può dipendere da uno spettro di sostanze indagate limitato e non rappresentativo degli usi sul territorio. La contaminazione da pesticidi è più diffusa nelle aree della pianura padano-veneta (Figure 4 e 5). Come già segnalato, questo dipende largamente dal fatto che le indagini sono generalmente più rappresentative nelle regioni del Nord. Nel resto del paese la situazione è ancora abbastanza disomogenea, in alcune regioni la copertura territoriale è limitata, così come è limitato il numero delle sostanze cercate.
Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento degli SQA nelle acque superficiali sono (Tabella 2) il glifosato, che è l’erbicida più utilizzato in Italia, e il suo metabolita AMPA, superiori agli SQA rispettivamente nel 16% e nel 45,3% dei siti monitorati. Da segnalare per frequenza l’erbicida metolaclor e il suo metabolita metolaclor-ESA sopra i limiti nell’1,9% e nel 14,5% dei siti, nonché la sostanza prioritaria ai sensi della Direttiva quadro acque cipermetrina (2,2%), per la quale si può supporre una sottostima del reale stato di contaminazione per via di uno SQA estremamente basso e difficile da raggiungere con le attuali metodiche analitiche.
Nelle acque sotterranee (Tabella 3) la sostanza che più frequentemente determina casi di non conformità è il metabolita metolaclor-ESA, nel 4,6% dei siti. Segue il metabolita triazinico atrazina desetil desisopropil con il 3,4% dei punti. Rilevante la presenza, anche nelle acque sotterranee, di glifosato e AMPA superiori ai limiti nel 2,7% e nel 2,6% dei casi e dell’erbicida bentazone, riscontrato in 48 punti (2,6%). L’analisi dell’evoluzione della contaminazione (Figure 6 e 7) indica un aumento progressivo della presenza di pesticidi nei campioni, nel periodo di osservazione che va dal 2012 al 2021. La frequenza di ritrovamento aumenta in correlazione all’aumentato sforzo di ricerca, che è dato dal numero dei campioni analizzati e delle sostanze cercate.
Nel 2021 la frequenza di ritrovamento raggiunge il 56% nelle acque superficiali (Figura 6) e il 32,3% nelle sotterranee (Figura 7). L’indicatore sulla frequenza di superamento degli SQA (Figura 8) esprime l’andamento della contaminazione da pesticidi nelle acque in termini di possibile rischio per l’ambiente, tenendo conto dei livelli di tossicità delle sostanze. Nelle acque superficiali si assiste a una tendenza in crescita, il valore massimo nel 2020 corrisponde a 30,5% mentre nel 2021 si registra una lieve riduzione fino al 28,5%. L’andamento è pressoché stabile nelle acque sotterranee, con valori intorno al 5% e un valore massimo raggiunto nel 2021, pari al 6,8%. La possibile spiegazione va ricercata nelle dinamiche lente del comparto, in particolare, delle falde profonde.