Descrizione 1
Emanuele Peschi, Daniela Romano
L’indicatore rappresenta le proiezioni delle emissioni nazionali di gas serra fino al 2050, considerando lo scenario basato sulle politiche correnti al 31/12/2021, quindi incluse quelle del PNRR. Lo scenario è stato calcolato a partire dagli ultimi dati storici consolidati relativi al 2021, considerando quindi gli effetti indotti dalla pandemia di COVID-19. Le riduzioni previste nelle emissioni di gas serra totali (incluso il LULUCF) stimate per il 2030 e 2050, rispetto al 1990, nello scenario a politiche correnti risultano rispettivamente pari a -39% e -48%.
L’indicatore descrive gli scenari elaborati da ISPRA e ufficialmente comunicati alla Commissione europea nel marzo 2023 ai sensi del Regolamento (UE) 1999/2018 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, e successivamente trasmessi al MASE nell’ambito della redazione della Relazione del Ministro dell’Ambiente al Parlamento sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ai sensi della Legge 39/2011, art. 2, comma 9, che costituisce l’allegato alla Documentazione Economica e Finanziaria (DEF). Le proiezioni delle emissioni di gas serra al 2030 e 2050 vengono presentate suddivise per settore.
Valutare il trend in proiezione delle emissioni nazionali di gas serra, con riferimento agli obiettivi definiti nell’ambito delle politiche dell’Unione Europea e della Convezione quadro sui cambiamenti climatici.
L'Italia ha ratificato nel 1994 la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), nata nell'ambito del "Rio Earth Summit" del 1992. La Convenzione ha come obiettivo la stabilizzazione a livello planetario della concentrazione in atmosfera dei gas a effetto serra a un livello tale che le attività umane non possano modificare il sistema climatico. Il Protocollo di Kyoto sottoscritto nel 1997, in vigore dal 2005, costituisce lo strumento attuativo della Convenzione. L'Italia aveva l'impegno di ridurre le emissioni nazionali complessive di gas serra del 6,5% rispetto al 1990, entro il periodo 2008-2012. Il Protocollo stesso prevedeva complessivamente per i paesi industrializzati l'obiettivo di riduzione del 5,2%, mentre per i paesi dell'Unione Europea una riduzione complessiva delle emissioni pari all'8%. In Italia il monitoraggio delle emissioni dei gas climalteranti è garantito da ISPRA, attraverso il Decreto Legislativo n. 51 del 7 marzo 2008 e il Decreto Legislativo n. 30 del 13 marzo 2013 che prevedono l'istituzione del National System relativo all'inventario delle emissioni dei gas serra. Successivamente la legge 3 maggio 2016, n. 79 di ratifica dell’emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha istituito il Sistema nazionale in materia di politiche e misure e di proiezioni di cui l’ISPRA è responsabile. L'Unione Europea e i suoi Stati membri, nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), del Protocollo di Kyoto e successivamente in base all’Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto del 2012 e all’Accordo di Parigi del 2015, avevano inizialmente stabilito di ridurre le loro emissioni collettive del 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Nel dicembre 2020 il traguardo vincolante dell’Unione in materia di clima per il 2030 è stato aggiornato e ora consiste in una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. A livello di singolo Paese sono stabiliti dei tetti massimi per le sole emissioni che ricadono nel campo di applicazione del Regolamento (EU) 2018/842 ovvero quelle prodotte da Trasporti, Edifici, Agricoltura, Industria non soggetta al sistema di scambio delle emissioni (ETS) e Rifiuti. Per l’Italia attualmente l’obiettivo consiste in una riduzione del 33% rispetto ai livelli del 2005. È in corso una revisione di tale obiettivo con un innalzamento del livello di riduzione al 43,7%.
Descrizione 2
ISPRA, anni vari. Italian Greenhouse Gas Inventory, National Inventory Report (https://unfccc.int/process/transparency-and-reporting/reporting-and-review-under-the-convention/greenhouse-gas-inventories-annex-i-parties/submissions/national-inventory-submissions-2021) Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Seventh National Communication under the UN Framework Convention on Climate Change, Italy, December 2017 (https://unfccc.int/sites/default/files/resource/258913076_Italy-NC7-2-Italy%20Seventh%20National%20Communication%20Final.pdf) UNFCCC, Italy, Fourth Biennial Report, December 2019 (http://unfccc.int/files/national_reports/biennial_reports_and_iar/submitted_biennial_reports/application/pdf/132867045_italy-br4-1-br4_2019_italy.pdf) EU, 2021 https://reportnet.europa.eu/public/dataflow/113
Qualificazione dati
https://unfccc.int/process/transparency-and-reporting/greenhouse-gas-data/what-is-greenhouse-gas-data
Nazionale
1990-2050
Qualificazione indicatore
A partire dalla serie storica 1990 – 2020 delle stime delle emissioni dei gas serra ufficialmente comunicate da ISPRA nell’ambito della Convenzione UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) – si veda l’indicatore: “Emissioni di gas serra: disaggregazione settoriale” – sono state elaborate le proiezioni fino al 2050, nel dettaglio settoriale, considerando lo scenario a politiche vigenti al 31/12/2021 e lo scenario con l’adozione delle politiche aggiuntive stabilite dal PNIEC.
Le proiezioni a politiche correnti delle emissioni totali nette dei gas serra al 2030 mostrano una riduzione del 39% se si includono gli assorbimenti. Al fine di contribuire adeguatamente al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni nette stabilito per l’intera Unione Europea (-55% al 2030) (Tabella 1, Figura 1) è quindi necessario adottare delle politiche aggiuntive.
Considerando lo scenario a politiche correnti, le emissioni di gas serra nette stimate per il 2030, si riducono del 39% rispetto al 1990. Le emissioni che ricadono nel campo di applicazione del regolamento "Effort sharing" (EU) 2018/842 nel 2030, secondo lo scenario a politiche correnti, si riducono del 28,5% rispetto ai livelli del 2005, a fronte di un obiettivo che attualmente è del 33%, ma sarà aggiornato a breve per arrivare a 43,7% (Figura 2). Anche se il trend risulta positivo in tutti gli scenari in quanto in calo rispetto agli anni passati, l’andamento atteso non è in linea con le allocazioni annuali di emissioni massime e non consente di raggiungere l’obiettivo di riduzione del 33%. Tale andamento risulta quindi insufficiente anche al raggiungimento del nuovo obiettivo previsto in ambito EU.
Dati
Tabella 1: Proiezioni delle emissioni di gas serra, per settore, nello scenario a politiche correnti
ISPRA
Considerando le emissioni complessive di gas serra la riduzione maggiore al 2030 rispetto al 1990 viene stimata nel settore delle industrie energetiche (centrali elettriche, raffinerie e cokerie) di circa il-57%. Per questo settore le misure adottate dal PNRR si dimostrano in linea con quanto precedentemente definito dal PNIEC. Nello scenario a politiche correnti le emissioni legate agli usi energetici (settore energetico) diminuiscono di circa il 37%, mentre quelle non energetiche (Processi industriali, Agricoltura e Rifiuti) di circa il 16%. Sui settori energetici incidono da un lato gli effetti della crisi economica avutasi negli anni a cavallo del 2010, dall’altro anche le politiche adottate in materia di fonti rinnovabili ed efficienza energetica. I settori più problematici risultano essere Trasporti e Civile, dove le misure del PNRR incidono molto poco in termini di riduzione delle emissioni (Tabella 1 e Figura 1). Le emissioni di questi settori andranno ad assumere negli anni futuri un ruolo sempre più determinante per il rispetto degli obiettivi di riduzione (Effort sharing). Se si vogliono rispettare questi impegni imposti all’Italia dalla normativa UE è tra l’altro necessario adottare subito politiche molto incisive di razionalizzazione del trasporto privato, per ridurne la domanda (Figura 2).