EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Antonio Caputo, Riccardo De Lauretis, Francesca Palomba

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    L'indicatore riguarda le emissioni di ossidi di azoto (NOx) in atmosfera, all'origine dei processi di acidificazione ed eutrofizzazione. Tali emissioni provengono essenzialmente dai processi di combustione (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico, trasporti); esse possono essere ridotte attraverso interventi sulle tecnologie stesse e/o tramite il trattamento degli effluenti gassosi del processo. Nel 2022, i processi energetici hanno contribuito per il 91,8% delle emissioni complessive di ossidi di azoto Dal 1990 si osserva la diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (-72,0 % nel 2022 rispetto al 1990), dovuta all’utilizzo di dispositivi per l’abbattimento delle emissioni dagli impianti stazionari e soprattutto da quelli mobili. Nel 2022, le emissioni totali di NOx sono inferiori del 52,0 % rispetto al 2005, in linea con il rispetto dei protocolli internazionali in materia di acidificazione.


    Descrizione

    L'indicatore riguarda le emissioni di ossidi di azoto (NOx) in atmosfera, all'origine dei processi di acidificazione ed eutrofizzazione. Tali emissioni provengono essenzialmente dai processi di combustione (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico, trasporti); esse possono essere ridotte attraverso interventi sulle tecnologie stesse e/o tramite il trattamento degli effluenti gassosi del processo.

    Scopo

    Valutare il ruolo dei processi energetici rispetto alle emissioni di ossidi di azoto, al fine di diminuire il contributo dell'uso dell'energia all'inquinamento atmosferico.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Ha una soglia o un valore di riferimento con il quale poterlo confrontare
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    La Direttiva 2001/81/CE sui limiti nazionali di emissione, recepita in Italia dal Decreto legislativo n. 171 del 2004, ha fissato il tetto delle emissioni nazionali di NOx da raggiungere entro il 2010 e negli anni successivi a 990 kt. La Direttiva costituisce la trasposizione a livello comunitario del Protocollo di Göteborg del 1999 per combattere l’acidificazione, l’eutrofizzazione e l’ozono troposferico. La Direttiva 2001/81/CE è stata abrogata dalla Direttiva (UE) 2016/2284, recepita in Italia con il D.Lgs. n. 81 del 2018, che ha fissato nuovi impegni di riduzione per le emissioni nazionali di NOx. A differenza della normativa previgente, l’obiettivo non è più espresso in valore assoluto, ma come percentuale di riduzione del 40% rispetto al livello di emissione registrato nel 2005, per qualsiasi anno dal 2020 al 2029 e come percentuale di riduzione del 65% rispetto al 2005, a partire dal 2030.

    DPSIR
    Pressione
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Performance (tipo B)
    Riferimenti bibliografici

    ISPRA, Quality Assurance/Quality Control Plan for the Italian Emission Inventory, Several years, https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/

     ISPRA, Informative Inventory Report, Several years, https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/

     

    Limitazioni

    La rilevanza dell'indicatore a livello locale è ridotta, per effetto della distribuzione non uniforme della produzione e del consumo di energia sul territorio nazionale.

    Ulteriori azioni

    Per migliorare la qualità dei dati a livello regionale, è necessario disporre di informazioni dettagliate per la caratterizzazione delle emissioni dalle fonti stazionarie (ad es. dati di emissione degli impianti puntuali, addetti agli impianti industriali) e dalle fonti mobili (ad es. parco autoveicoli).

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Fonte dei dati
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    Accessibilità dei dati di base

    ISPRA, Inventario delle emissioni in atmosfera, https://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    1980-2022

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    Stima effettuata nell'ambito della predisposizione dell'inventario nazionale delle emissioni

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    Le stime sono calcolate in conformità alle caratteristiche di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità, completezza richieste dalla metodologia di riferimento per la realizzazione dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Sono disponibili dati a livello nazionale. È possibile calcolarli a livello regionale e provinciale; tuttavia il calcolo dell’indicatore richiede l’uso di algoritmi complessi.

    Stato
    Buono
    Trend
    Positivo
    Valutazione/descrizione dello stato

    La Direttiva NEC (2016/2284) ha stabilito per le emissioni nazionali di ossidi di azoto gli obiettivi di riduzione per qualsiasi anno dal 2020 al 2029 e per qualsiasi anno a partire dal 2030. In particolare, per l’Italia l’obiettivo al 2022 è pari a 774,71 kt di emissioni nazionali di ossidi di azoto (calcolate come riduzione del 40% di emissioni rispetto al 2005). L’obiettivo al 2030 è pari a 451,91 kt di emissioni nazionali di ossidi di azoto (calcolate come riduzione del 65% di emissioni rispetto al 2005 ). 
    Nel 2022, il settore energetico è responsabile dell’emissione in atmosfera di 568,9 kt di ossidi di azoto, pari al 91,8% del totale nazionale (Tabella 1), e registrando una riduzione del 53,5% rispetto al 2005, ha contribuito quindi in modo decisivo al raggiungimento dell'obiettivo prefissato. 
     

    Valutazione/descrizione del trend

    Dal 1990 si osserva la diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (-72,0 % nel 2022 rispetto al 1990), dovuta all’utilizzo di dispositivi per l’abbattimento delle emissioni dagli impianti stazionari e soprattutto da quelli mobili.

    Commenti

    Nel 2022, i processi energetici hanno contribuito per il 91,8% delle emissioni complessive di ossidi di azoto. Il contributo relativo dei processi energetici alle emissioni di ossidi di azoto mostra una progressiva diminuzione a partire dal 1996 fino al 2022, passando da 96,3% a 91,8%, dovuto alla maggiore efficienza dei sistemi di abbattimento delle emissioni di ossidi di azoto nel settore energetico (Tabella 1 e Figura 1). Per garantire la consistenza e la comparabilità dell’inventario, l’aggiornamento annuale delle emissioni comporta la revisione dell’intera serie storica sulla base delle informazioni disponibili e dei più recenti sviluppi metodologici.

    Allegati
    Titolo

    Tabella 1: Emissioni di ossidi di azoto complessive e da processi energetici

    Fonte

    ISPRA

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    Titolo

    Figura 1: Emissioni di ossidi di azoto complessive e da processi energetici con obiettivi

    Fonte

    ISPRA