Descrizione 1
Nicolò G. Tria
L'indice della produzione industriale descrive, attraverso la rilevazione mensile dei volumi di produzione effettiva, l’andamento dell’attività industriale (in senso stretto) italiana. Il livello di produzione industriale è un determinante correlato alle pressioni ambientali. La dinamica della produzione industriale in Italia, dopo un certo distacco durato nel periodo 2010-2013, presenta un andamento allineato a quello dei principali paesi industriali europei e alla media dell’area dell’euro (pur mantenendosi al di sopra). Nel 2020 si riscontra il minimo della serie storica (93,3), per via delle misure di contrasto alla crisi pandemica COVID-19 che hanno imposto la chiusura o una forte restrizione delle attività produttive. La ripresa della produzione industriale nel 2021 (104,7) è più forte di quella di Francia e Germania, ma viene superata dalla media dell’area dell’euro. Dopo il ristagno registrato tra 2021 e 2022 (105,1), l’indice torna a calare nel 2023 (102,5). La dinamica di medio-lungo periodo è comunque positiva: guadagna 2,5 punti percentuali nel 2023 rispetto all’anno base 2015. La variazione tendenziale per il raggruppamento “beni strumentali” è quella con il maggior rialzo (15,5 p.p.). Severa la riduzione, invece, per le attività estrattive minerarie (-31,6 p.p.) Quasi tutta la variabilità della produzione industriale nel tempo è spiegata dal variare del volume delle attività manifatturiere.
L'indice generale della produzione industriale (IPI), elaborato da ISTAT, misura la variazione, nel tempo, del volume fisico della produzione effettuata dall'industria in senso stretto e dei principali raggruppamenti industriali. Secondo la classificazione ATECO 2007-Aggiornamento 2022, l'industria in senso stretto comprende le sezioni di attività economica 'B' (Estrazione di minerali da cave e miniere), 'C' (Attività manifatturiere), 'D' (Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata) ed 'E' (Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento).
L’indice si basa sui risultati di una rilevazione statistica campionaria mensile condotta direttamente presso un panel longitudinale di imprese industriali (circa 5.400) nella grande maggioranza dei casi con più di 20 addetti, che comunicano i flussi di produzione mensile (circa 9.500) relativi a un paniere di prodotti elementari (circa 1.190), generalmente in termini di quantità fisiche. Viene mensilmente rilevato il volume di produzione dei beni che compongono il paniere rappresentativo dell’insieme delle attività produttive presenti nell’industria italiana posto a base dell'indagine.
Fornire una misura dell’evoluzione nel tempo del prodotto dell’attività economica del settore industriale, misurato in termini di produzione lorda. Tali informazioni descrittive e contestuali danno una rappresentazione di una delle determinanti antropiche (economiche) più correlate con gli impatti sull'ambiente e sulla salute.
Regolamento (UE) 2019/2152 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 novembre 2019 relativo alle statistiche europee sulle imprese. Regolamento (CE) n. 1165/98 del Consiglio del 19 maggio 1998 e ss.mm.ii relativo alle statistiche congiunturali. Per l'indicatore non sono previsti obiettivi.
Descrizione 2
ISTAT, 2024. Aprile 2024: Produzione industriale. Statistiche flash (10 novembre 2023).
ISTAT, 2023. Gli indici della produzione industriale: aggiornamento della base di calcolo e della base di riferimento. Nota informativa (20 marzo 2024).
ISTAT, 2023. Indagine mensile sulla produzione industriale. Sistema Informativo sulla Qualità dei Processi Statistici (SIQual)
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Qualificazione dati
- Banca dati ISTAT http://dati.istat.it/ alle voci:
- Industria e Costruzioni/
- Produzione/
- Indice della produzione industriale/
- Basi precedenti/
- Indice della produzione industriale – Mensili (base 2015)
- Dettaglio settori economici (Ateco4 cifre) - base 2015=100
- Basi precedenti/
- Indice della produzione industriale/
- Produzione/
2. Database EUROSTAT https://ec.europa.eu/eurostat/web/main/data/database alla voci:
- Detailed datasets/
- Industry, trade and services/
- Short-term business statistics/
- Industry/
- Production in industry/
- Production in industry – annual data
- Production in industry/
- Industry/
- Short-term business statistics/
- Industry, trade and services/
Nazionale
2010-2023
Qualificazione indicatore
I dati di base sono presentati tal quali o a seguito di nostre elaborazioni matematiche minime (per esempio calcolo della variazione tendenziale percentuale interannuale). Gli indici annuali sono calcolati come media aritmetica semplice degli indici mensili.
A partire da gennaio 2022 ISTAT passa dalla metodologia della base fissa alla metodologia della base mobile (concatenamento annuale), coerentemente con quanto suggerito nei principali manuali metodologici.
ISTAT calcola gli indici elementari a partire dalle informazioni sui volumi di produzione pervenute mensilmente dalle industrie secondo la formula di Laspeyres, utilizzando una struttura di pesi aggiornata annualmente che riflette la distribuzione settoriale del valore aggiunto industriale nell’anno base di calcolo. Gli indici, elaborati in base di calcolo, vengono successivamente riportati alla base di riferimento. A partire dal 2023 la nuova base di riferimento usata da ISTAT, in linea con gli altri indicatori congiunturali, è l'anno 2021. Per continuità qui si è continuato a utilizzare la base 2015.
Nel 2023, rispetto all’anno precedente, si registra un calo, in particolare, per la produzione di beni di consumo durevoli (da 120,8 a 114,3), di beni intermedi (da 102,6 a 97,1) e di energia (da 96,0 a 90,6), nonché per le forniture di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (da 100,8 a 95,0) (Tabella 1 e Figura 1). Aumentano solamente i beni strumentali (da 112,3 a 115,5). Con riferimento al contesto europeo, nonostante il calo, l’indice di produzione industriale italiano si conferma superiore a quello degli altri due principali paesi industriali dell’Unione, Francia (98,7, in crescita) e Germania (93,9, in calo), ma inferiore alla media dell’area dell’euro (105,0, in calo) (Tabella 2 e Figura 3).
Il volume della produzione industriale, dopo due anni di crescita post-pandemica, torna a valori simili a quelli toccati nel 2016 (Tabella 1 e Figura 1).
Nel periodo tra 2015 (anno base delle serie storica = 100) e 2023, i volumi della produzione industriale italiana nel suo complesso sono cresciuti di 2,5 punti percentuali. Guardando ai principali raggruppamenti, sono i beni strumentali a registrare la crescita maggiore (15,5 p.p.), seguiti dai beni di consumo durevoli (14,3 p.p.). L’andamento dell’indice “Energia” non ricalca fedelmente la dinamica di fondo del settore (Figura 1) e perde 9,4 p.p. nel periodo. Quasi tutta la variabilità della produzione industriale nel tempo è legata al variare del volume delle attività manifatturiere, la cui curva si sovrappone quasi perfettamente a quella generale dell’industria in senso stretto (Figura 2). Ad essere totalmente slegata dalla dinamica principale è l’industria mineraria, della quale si evince inoltre chiaramente l’andamento monotono decrescente del volume, che crolla di 31,6 p.p. nel periodo 2015-2022.
Prima del 2015, le produzioni di Italia, Francia e Germania e media dell’area dell’euro erano disallineate: i volumi di produzione italiana si mantenevano al di sopra di diversi punti percentuale (Tabella 2 e Figura 3). Successivamente, fino al crollo del 2020 (da 105,4 a 93,3), le serie convergono, con scarti dalla media moderati (pur rimanendo la produzione italiana al di sopra di quella media dell’area dell’euro). Nei due anni dopo la crisi pandemica, la ripresa dell’industria italiana è piena, tornando allineata all’area dell’euro; quella di Francia e Germania è parziale, restando di diversi p.p. al di sotto della media dell’area euro e comunque inferiore all’anno base: le dinamiche tornano a divergere.
Dati
Tabella 1: Indici della produzione industriale, generale e per raggruppamenti principali di industrie e sezioni ATECO (Base 2015=100)
Elaborazione ISPRA su dati ISTAT |
Indici corretti per gli effetti di calendario |
Tabella 2: Indici della produzione industriale, Italia, Francia, Germania e area dell'euro (base 2015=100)
EUROSTAT |
I dati annuali sono corretti per il numero delle giornate lavorative (effetto calendario); dal 2023 i Paesi dell'area dell'euro passano da 19 a 20. Valore 2023 area euro stima Eurostat. |
Tabella 3: Indice della produzione industriale, industria manifatturiera e sue sottosezioni selezionate (base 2015=100)
Elaborazione ISPRA su dati ISTAT |
dati corretti per gli effetti di calendario. Valore annuale dell'indice dato dalla media aritmetica semplice dei valori mensili. |
Figura 3: Indici della produzione industriale, Italia, Francia, Germania e area dell'euro, 2010-2023 (base 2015=100)
Elaorazione ISPRA su dati EUROSTAT |
I dati annuali sono corretti per il numero delle giornate lavorative (effetto calendario); dal 2023 i Paesi dell'area dell'euro passano da 19 a 20. Valore 2023 area euro stima Eurostat. |
Si propone un confronto tra l’andamento dell’indice della produzione industriale dell’attività manifatturiera nel suo complesso e l’andamento di alcuni sotto-comparti industriali-manufatturieri le cui emissioni specifiche e di CO2 sono monitorate da propri indicatori nel tema industria. Le divisioni economiche ATECO 2007 prese in esame per il confronto sono: “17: carta e prodotti di carta”; “20: prodotti chimici”; “23: prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi”; “24: prodotti della metallurgia”; “25: prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature”. Il periodo d’analisi è 2013-2023, con anno base 2015 = 100, e la frequenza temporale è il mese per i confronti a coppie (Figure 4-8), annuale per il confronto multiplo (Figura 9).
In tutti i casi l’andamento ciclico dei comparti industriali, che segnano ogni anno minimi locali nei mesi di agosto e dicembre e massimi locali a marzo e luglio, è ben manifesto. L’industria della carta e della chimica si sono dimostrate più resilienti allo shock pandemico (cfr. Aprile 2020) rispetto alla dinamica di settore.
Nel 2023 tutte le divisioni selezionate presentano volumi di produzione decrescenti rispetto all’anno precedente, alcune anche in maniera significativa: “altri prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi” da 107,5 a 95,7; “carta e prodotti in carta” da 99,6 a 89,9; “prodotti chimici” da 101,4 a 94,7. Il calo si registra anche nel periodo 2015-2023, per tutte le divisioni, in dinamica contraria a quella tendenziale del settore manifatturiero nel suo complesso (+4,0 p.p.) è “carta e prodotti di carta” a perdere più volume di produzione (-10,2 p.p.), seguita da “prodotti della metallurgia” (-6,6 p.p.) e “prodotti chimici” (-5,3 p.p.).