Descrizione 1
Antonella Bernetti
Viene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria della lavorazione dei minerali non metalliferi in Italia, analizzata con riferimento sia al valore aggiunto del settore sia alla produzione di cemento. Le emissioni di CO2 derivanti dai processi energetici nell'industria della lavorazione dei minerali non metalliferi decrescono, in valore assoluto, del 50,8% dal 1990 al 2020.Nello stesso periodo,diminuisce del 27,5%anche l’intensità emissiva rapportata a un milione di euro di valore aggiunto. Tali indicatori, elaborati per il periodo 1990-2020, vengono comunicati annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto nei periodi di impegno.
L’intensità di emissione di anidride carbonica dell'industria della lavorazione dei minerali non metalliferi è qui presentata rapportando le emissioni di CO2 derivanti dalla combustione di combustibili fossili necessaria ai processi produttivi - comprese le emissioni derivanti dalla combustione per la generazione di energia elettrica e termica - sia al valore aggiunto del settore (ai prezzi base, valori concatenati, anno di riferimento 2015) sia alla produzione di cemento. L’indicatore fornisce quindi informazioni sulle tonnellate di anidride carbonica emesse sia per milioni di euro di valore aggiunto sia per tonnellata di cemento prodotto, nel periodo 1990-2020.
Fornire, su base regolare, informazioni sulle principali cause ed evidenziare i progressi effettuati a livello nazionale nelle diverse aree settoriali, da un punto di vista socio - economico e ambientale. Fornire i dati relativi alle tonnellate di anidride carbonica emesse per milione di euro di valore aggiunto del settore e per unità di prodotto (cemento).
Regolamento (UE) n. 525/2013, Regolamento di Esecuzione (UE) n. 749/2014, Decisione della Commissione n. 2005/166/CE. Il Regolamento (UE) n. 525/2013, che abroga la Decisione n. 280/2004/CE, all’articolo 7 (1). (f) stabilisce che entro il 15 gennaio di ogni anno (anno X) gli Stati membri debbano riportare alla Commissione informazioni sugli indicatori di intensità di emissione di anidride carbonica, così come definiti nell’Annesso 3 dello stesso Regolamento, con riferimento all’anno X-2, relativamente a indicatori prioritari, prioritari supplementari e supplementari (indicatori previsti dall’articolo 3 (1) (j), della Decisione n. 280/2004/CE).Il Regolamento di Esecuzione (UE) n. 749/2014 della Commissione del 30 giugno 2014 riguarda la struttura, il formato, le procedure di trasmissione e la revisione delle informazioni comunicate dagli Stati membri a norma del Regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio. La Decisione della Commissione n. 2005/166/CE del 10 febbraio 2005 stabilisce le modalità di applicazione della Decisione n. 280/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativamente al meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto. La Decisione della Commissione stabilisce di monitorare tutte le emissioni di gas serra di origine antropica, valutare i progressi nell'adempimento degli impegni assunti nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e del Protocollo di Kyoto, nonché garantire la tempestività, la completezza, l’accuratezza, la coerenza, la comparabilità e la trasparenza del reporting della Comunità e dei suoi Stati membri.
Descrizione 2
APAT, 2008. Carbon Dioxide Intensity Indicators. http://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00004100/4151-co2intensityindicators08.pdf/ ISPRA, anni vari. Indicatori di intensità di emissione di anidride carbonica disponibili al link: http://emissioni.sina.isprambiente.it/wp-content/uploads/2022/04/Annex-II-Reporting-template-indicators-2022.xlsx Istat, anni vari. Annuario Statistico Italiano. http://www.istat.it/it/prodotti/produzione-editoriale MSE, anni vari. Dati di produzione di cemento disponibili al link: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/per-i-media/statistiche/2009708-statistiche-produzione-cementi.
Qualificazione dati
Utilizzati dati ISPRA, in particolare gli indicatori di intensità di emissione di anidride carbonica, trasmessi ufficialmente ogni anno alla UE nell'ambito del Regolamento UE n. 525/2013, relativo ai gas serra, disponibili al link: http://emissioni.sina.isprambiente.it/wp-content/uploads/2022/04/Annex-II-Reporting-template-indicators-2022.xlsx Istat, anni vari. Dati sul Valore Aggiunto disponibili al link: http://dati.istat.it
Nazionale
1990 - 2020
Qualificazione indicatore
Indicatori dati dal rapporto tra le emissioni di CO2 (t) provenienti dall'industria della lavorazione dei minerali non metalliferi e il valore aggiunto del settore (milioni di euro) o la produzione di cemento (t), e illustrati come numeri indici a base fissa (1990=100).
Nel 2020, le emissioni di CO2 derivanti dai processi energetici nell'industria di lavorazione dei minerali non metalliferi, ammontano a 10,3 Mt, con una riduzione del 5,2% rispetto al 2019. L'intensità di emissione di CO2 rispetto al valore aggiunto di settore è pari a 1.104,4 tCO2 per milione di € di valore aggiunto, con un incremento del 2,4% rispetto all'anno precedente (Tabella 1). Nel comparto di produzione del cemento, nel 2020, le emissioni di CO2 sono 4,0 Mt (-11,4% sul 2019), con un'emissione specifica di 0,22 t di CO2 per t di cemento prodotto, diminuita del 5,6% rispetto all'anno precedente (Tabella 2).
Le emissioni di CO2 derivanti dai processi energetici nell’industria della lavorazione dei minerali non metalliferi decrescono del 50,8% tra il 1990 e il 2020, toccando il massimo nel 2003 (25,4 Mt) e il minimo nel 2020 (10,3 Mt). Nel periodo 1990-2020, il valore aggiunto del settore presenta una riduzione del 27,5%, registrando il valore massimo nel 2007 e il minimo nel 2020 (Tabella 1 e Figura 1). Conseguentemente, l’intensità di emissione di CO2 diminuisce del 32,2% dal 1990 al 2020, passando da 1.628 t/milioni di euro del 1990 a 1.104,4 t/milioni di euro del 2020, con un punto di massimo nel 2003 (1.871 t/milioni di euro) e di minimo nel 2019 (1.078 t/milioni di euro). Si rileva una riduzione del 62,7% nelle emissioni derivanti da combustione di fonti fossili per la sola produzione di cemento, con un massimo rilevato nel 2007 (11,2 Mt) e un minimo nel 2020 (4,0 Mt) (Tabella 2), Scende anche la produzione di cemento (-57,4%), registrando il valore massimo nel 2006 (47,9 Mt) e il minimo nel 2020 (18,0 Mt). Conseguentemente, le emissioni specifiche di CO2 per tonnellata di cemento prodotto sono variate da 0,25 tCO2/t del 1.990 a 0,22 tCO2/t del 2020 (-12,4%), con un massimo di 0,28 t/t nel 1995.
Dati
Tabella 1: Intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria della lavorazione dei minerali non metalliferi in Italia, rispetto al valore aggiunto
Elaborazione Ispra su dati Ispra (dati sulle emissioni di CO2) e Istat (dati sul Valore Aggiunto)
Tabella 2: Emissioni specifiche di anidride carbonica derivanti dall’impiego di combustibili fossili rispetto alla produzione di cemento in Italia
Elaborazione Ispra su dati Ispra (dati sulle emissioni di CO2) e dati Istat e MSE (dati di produzione)
Dall'analisi della serie storica si rileva una decrescita a velocità maggiore delle emissioni rispetto alla produzione, con la conseguente riduzione della quantità di anidride carbonica emessa per unità prodotta; infatti, dal valore massimo del 1995, pari a 0,28 tCO2/t di cemento, si raggiunge nel 2020 il valore minimo di 0,22 tCO2/t di cemento (cfr. Tabella 2 e Figura 2).