CLASSIFICAZIONE SISMICA E MICROZONAZIONE SISMICA

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Anna Maria Blumetti, Valerio Comerci, Sergio Castenetto (Dipartimento della Protezione Civile)

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    Questo indicatore è focalizzato sull'evoluzione della classificazione sismica e della normativa antisismica del territorio italiano, con particolare riferimento alla microzonazione sismica (MS). Per quanto riguarda la classificazione sismica, benché dal 2006 non sia più il riferimento normativo per la progettazione antisismica, per la quale si rimanda direttamente alle Norme Tecniche per le Costruzioni (DM del 17 Gennaio 2018), essa continua a essere il riferimento per i controlli tecnico-amministrativi. L’ultimo aggiornamento fornito dal Dipartimento della Protezione Civile, relativo ad aprile 2021, classifica il territorio in quattro classi principali e sedici sottoclassi, secondo quanto proposto da ciascuna regione per i propri comuni. Relativamente alla normativa che regola le indagini di microzonazione sismica, il Dipartimento di Protezione Civile di concerto con la Conferenza delle Regioni e Province Autonome ha definito nel 2008 gli indirizzi e criteri generali. Negli anni successivi alcune regioni hanno emanato specifiche norme tecniche che adattano gli indirizzi generali al proprio territorio in funzione delle precipue fragilità, in riferimento ai problemi di amplificazione sismica e, in alcuni casi, anche alla pericolosità da fagliazione superficiale. La sequenza sismica che ha colpito l’Italia Centrale dal 24 agosto 2016 ha dato impulso alla realizzazione degli studi di microzonazione sismica di III livello in tutti i 140 comuni da essa interessati, validati dal gruppo di lavoro istituito all’uopo dal Commissario Straordinario per la ricostruzione nel Centro Italia. Sono in corso vari studi di approfondimento sulle faglie attive e capaci nell'ambito delle MS di III livello che verranno portati a compimento entro la fine del 2021.

    Descrizione

    L'indicatore segue l'evoluzione della classificazione sismica e della normativa antisismica del territorio italiano, con particolare riferimento alla microzonazione sismica.
    La classificazione sismica, dal 1984 al 2006 è stata periodicamente rielaborata e affinata anche sulla base dei progressi conoscitivi della comunità scientifica. Dal 2006, anche se continua a essere un riferimento per controlli tecnico-amministrativi, non è più il riferimento normativo per la progettazione antisismica, per la quale si rimanda direttamente alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) approvate con Decreto del Ministro delle infrastrutture e trasporti (DM del 17 gennaio 2018).
    La normativa specifica relativa alla microzonazione sismica (MS) è più recente: nel 2008, la Conferenza delle Regioni e Province Autonome e il Dipartimento della Protezione Civile hanno pubblicato gli "Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica" (ICMS 2008) in cui sono descritti i principi e gli elementi di base per la realizzazione degli studi di MS e per la loro applicazione alla pianificazione territoriale e alle fasi di emergenza, successivamente aggiornati e integrati da standard di rappresentazione e archiviazione informatica degli studi e da specifiche linee guida per la gestione dei territori interessati da fenomeni cosismici.
    L’adozione degli indirizzi e degli standard nazionali è avvenuta attraverso normative specifiche a livello regionale, in alcuni casi anche a seguito di forti terremoti (in Abruzzo a seguito del terremoto aquilano del 2009 e in Emilia-Romagna successivamente alla sequenza sismica del 2012) ma anche in regioni non colpite da eventi sismici significativi negli ultimi anni (Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Veneto, etc.).

    Scopo

    Fornire un quadro aggiornato sull’evoluzione della classificazione sismica del territorio nazionale definita da ciascuna regione per i comuni afferenti al proprio territorio e della normativa nazionale e regionale relativa alla microzonazione sismica.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Con l'OPCM del 20 marzo 2003, n. 3274, sono stati definiti i criteri della classificazione sismica attualmente in vigore, che per la prima volta ha portato a considerare l'intero territorio nazionale soggetto a pericolosità sismica, sia pure con sensibili variazioni tra le differenti zone della Penisola. In tale classificazione il territorio italiano viene suddiviso in quattro zone: le prime tre zone a sismicità alta, media e bassa e una zona 4 ove viene data facoltà alle regioni di imporre o meno la progettazione antisismica.
    Con l'OPCM del 28 aprile 2006 n. 3519 è stato emanato un aggiornamento dei criteri nazionali per la riclassificazione sismica, stabilendo come ciascuna regione debba eseguire l'aggiornamento della propria classificazione sismica. La stessa Ordinanza afferma che la nuova classificazione deve essere basata sull'effettiva pericolosità sismica di base del territorio, svincolata da confini e limiti amministrativi, e fornisce i criteri per stabilire tale pericolosità insieme a una nuova mappa di pericolosità sismica di riferimento a scala nazionale. In base a tali criteri il territorio italiano è suddiviso in quattro zone caratterizzate da differenti classi di accelerazione massima del suolo (ag), espresse come frazione dell'accelerazione di gravità (g), con probabilità di accadimento del 10% in 50 anni. Nelle suddette zone sismiche vengono applicate le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) approvate per la prima volta con Decreto del Ministro delle infrastrutture e trasporti il 14/01/2008 e aggiornate con DM 17/1/2018 (NTC2018), che sono il riferimento normativo per la progettazione antisismica e fanno riferimento direttamente alla "pericolosità sismica di base" e cioè alla già menzionata mappa di pericolosità sismica fornita dall'INGV.
    Gli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica (ICMS 2008) pongono come obiettivo per la Microzonazione Sismica (MS) la razionalizzazione della conoscenza sulle alterazioni che lo scuotimento sismico può subire in superficie rispetto a quello atteso su suolo di riferimento, restituendo informazioni utili per il governo del territorio, per la progettazione, per la pianificazione, per l’emergenza e per la ricostruzione post sisma.
    Attraverso gli studi di MS è possibile individuare e caratterizzare le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette a instabilità (deformazione permanente del terreno) in condizioni sismiche, quali frane, rotture della superficie per faglie, liquefazioni dinamiche del terreno e cedimenti differenziali. Ciascun fenomeno viene parametrizzato secondo le linee guida per le instabilità approvate dalla Commissione tecnica interistituzionale MS (ex art.5 OPCM 3907/10).
    Il documento tecnico di riferimento per la realizzazione degli studi è rappresentato dagli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica”, approvati il 13 novembre 2008 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e successivi aggiornamenti e integrazioni, quali le Linee Guida inerenti le instabilità sismoindotte scaricabili dal sito ufficiale del DPC (www.protezionecivile.gov.it).
    Il piano nazionale di studi di MS è stato in gran parte finanziato con i fondi dell’art. 11 della Legge 77/2009, attraverso le Ordinanze del Capo Dipartimento della Protezione Civile di seguito indicate. Ciascuna Ordinanza ha assegnato e regolamentato l’utilizzo delle risorse finanziare trasferite alle regioni per la realizzazione dei programmi di studio. Tra queste, l’ordinanza 3907 del 2010, all’articolo 5, recita “Al fine di supportare e monitorare a livello nazionale gli studi di cui al presente articolo (i.e. studi di microzonazione sismica almeno di livello 1), in attuazione degli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica”, è istituita una Commissione Tecnica interistituzionale, che opera a titolo gratuito presso il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Tale commissione, composta da rappresentanti delle Regioni, Ordini professionali e amministrazioni statali coinvolte, cura tra l’altro lo sviluppo degli “Standard di Rappresentazione e Archiviazione Informatica” degli studi di Microzonazione sismica. L’ultima versione di tali standard è la 4.2 del dicembre 2020.
    OPCM n. 3274 del 20 marzo 2003: “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”.
    OPCM n. 3519 del 28 aprile 2006: “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento delle medesime”
    Decreto del Ministro delle infrastrutture e trasporti “Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)” del 17/01/2018.
    LEGGE n. 77 del 24 giugno 2009: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 39 del 28 aprile 2009, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile.”
    OPCM n. 3907 del 13 novembre 2010: “Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico”
    OPCM n. 4007 del 29 febbraio 2012: “Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico per l'anno 2011”
    OCDPC n. 52 del 20 febbraio 2013: “Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico per l'anno 2012”
    OCDPC n. 171 del 19 giugno 2014: “Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico per l'anno 2013
    OCDPC n. 293 del 26 ottobre 2015: “Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico per l'anno 2014
    OCDPC n. 344 del 2016: “Attuazione dell’articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 - annualità 2015.”
    Decreto del Presidente della Repubblica del 9 settembre 2016 di nomina del Commissario Straordinario di Governo ai fini della ricostruzione
    OCDPC n. 532 del 2018: “Attuazione dell’articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 - annualità 2016.”

    DPSIR
    Stato
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Riferimenti bibliografici

    ICMS (2008) - Indirizzi e criteri generali per gli studi di Microzonazione Sismica”, Commissione tecnica per la microzonazione sismica, approvati dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Dipartimento della Protezione Civile, Roma, 2008.
    DPC (2015) - Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da Faglie Attive e Capaci (FAC), versione 1.0. Commissione tecnica per la microzonazione sismica, approvati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome – Dipartimento della protezione civile, Roma, 2015.

    Limitazioni

    -

    Ulteriori azioni

    -

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Continua
    Fonte dei dati
    INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)
    Protezione Civile
    Regioni
    Accessibilità dei dati di base

    I dati utilizzati sono di proprietà del Dipartimento di Protezione Civile (DPC). In particolare i dati contenuti in Tabella 1 ed elaborati in Figura 3 sono accessibili sul Portale informativo e cartografico sugli studi di MS (http://webms.it) e interoperabili attraverso i servizi WMS e WFS.

    Copertura spaziale

    Nazionale, Regionale (20/20)

    Copertura temporale

    1984-2021

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    L’elaborazione dei dati viene effettuata a partire da quelli forniti dal Dipartimento di Protezione Civile (per quanto riguarda la classificazione sismica e le Linee guida sulla microzonazione sismica) e dalle regioni (per quanto riguarda il recepimento delle OPCM 3274/2003 e 3519/2006 e l’emanazione di Delibere sulla normativa tecnica regionale in materia di MS). Tali dati vengono raccolti e sintetizzati nell’indicatore.

    Qualità dell'informazione

    L’indicatore presenta un'elevata aderenza alla domanda di informazione riguardante i temi della classificazione sismica e della microzonazione sismica del territorio italiano. Il valore dell'accuratezza scaturisce dall'elevata qualità dei dati riportati, dovuta alla loro recente elaborazione da parte dell'intera comunità scientifica che si occupa di pericolosità sismica e zonazione e microzonazione sismica del territorio nazionale. Per quanto concerne la copertura spaziale e temporale questa è soddisfacente, in quanto riguarda tutto il territorio italiano per l'arco di tempo relativo all'evoluzione della normativa (dal 1984 ad oggi). La comparabilità nel tempo e nello spazio è elevata in quanto sono state sempre utilizzate le stesse metodologie di analisi.

    Stato
    Buono
    Trend
    Positivo
    Valutazione/descrizione dello stato

    L'OPCM 3519/2006 ha riassegnato il compito a ciascuna regione di aggiornare la propria classificazione sismica e ha fornito i nuovi "Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone". Un importante passo, nel 2008, è stata l'approvazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni approvate con Decreto del Ministro delle infrastrutture e trasporti del 14/01/2008. Queste norme sono in realtà il nuovo riferimento normativo per la progettazione antisismica, mentre la classificazione sismica del territorio nazionale continua a essere un riferimento per controlli tecnico-amministrativi. La normativa, che a livello nazionale indirizza gli studi di microzonazione sismica (ICMS 2008), negli ultimi anni è stata adottata attraverso normative tecniche regionali, contenenti anche le linee guida specifiche per gli studi di MS tenendo conto delle caratteristiche locali di ciascun territorio. Queste linee guida forniscono procedure per raccogliere tutte le informazioni utili a delimitare le aree suscettibili di amplificazione sismica locale o instabilità in condizioni sismiche, caratterizzandole anche in funzione di specifiche fragilità del territorio. Tra queste occorre menzionare le linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da faglie attive e capaci (FAC), approvate dal Dipartimento di Protezione Civile e dalla Conferenza delle Regioni nel 2015, che oltre a descrivere il fenomeno della fagliazione superficiale, definiscono obblighi di approfondimenti specifici nelle cosiddette Zone di Attenzione per faglie attive e capaci (ZAFAC), fino alla definizione di Zone di Suscettibilità (ZSFAC) e Zone di Rispetto (ZRFAC). A seguito della sequenza sismica che ha colpito l’Italia Centrale dal 24 agosto 2016, è stato emanato un Decreto del Presidente della Repubblica (del 9 settembre 2016), con cui è stato nominato un Commissario Straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei territori dei comuni interessati dall’evento sismico. Con il Decreto Legge del 17 ottobre 2016, n. 189, recante “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016”, convertito dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229 e successive modifiche (decreto legge 9 febbraio 2017, n. 8, convertito dalla legge 7 aprile 2017, n. 45), è stato stabilito che il Commissario Straordinario promuovesse l’esecuzione di un piano finalizzato a dotare i comuni, individuati ai sensi dell’Art. 1, della MS di III livello, disciplinando con propria Ordinanza la concessione di contributi destinati ai comuni interessati. Ciò è avvenuto con Ordinanza n. 24 del 12 maggio 2017 recante “Assegnazione dei finanziamenti per gli studi di microzonazione sismica di III livello ai omuni interessati dagli eventi sismici”, modificata con Ordinanza n. 55 del 24 aprile 2018. I 140 studi di MS sono stati tutti conclusi e validati dal gruppo di lavoro istituito all’uopo dal Commissario Straordinario.
    Con l’Ordinanza n. 83 del 2 agosto 2019, il Commissario Straordinario ha disposto ulteriori studi di approfondimento nell’ambito dei territori dei Comuni colpiti dalla sequenza sismica del Centro Italia a seguito del rinvenimento di Faglie Attive e Capaci (FAC), cui sono correlabili zone di attenzione nelle carte delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS). Pertanto, in data 03/10/2020, è stato sottoscritto l’Accordo di collaborazione scientifica tra il Commissario Straordinario di Governo e INGV per la “la ridefinizione delle Zone di Attenzione delle Faglie Attive e Capaci emerse dagli studi di microzonazione sismica effettuati nei Comuni interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”. INGV ha poi stipulato, nel dicembre 2020, ulteriori accordi di collaborazione con CNR-IGAG, Università dell’Aquila, Università di Chieti-Pescara, Università di Camerino, ISPRA e Università dell’Insubria per gli studi sulle FAC da condurre rispettivamente a Norcia (PG), Capitignano e Montereale (AQ), Barete e Pizzoli (AQ), Ussita (Frontignano) (MC), Cittaducale (RI) e Rieti, Cantalice e Rivodutri (RI). A Leonessa (RI) gli studi sono stati condotti da INGV stessa, che ha anche eseguito indagini geofisiche in molti dei suddetti siti. A luglio 2021 sono stati già consegnati i risultati preliminari che, in alcuni casi, hanno potuto già definire delle Zone di Rispetto e di Suscettibilità, utili per pianificare la ricostruzione e, in molti casi, di eliminare delle Zone di Attenzione. Per tutti i comuni, comunque, è necessaria un’ulteriore fase di studio che consentirà di passare dalle Zone di Attenzione alle Zone di Rispetto e di Suscettibilità definitive su tutto il territorio indagato.
    Un’attività analoga è stata svolta dal Commissario Straordinario per la ricostruzione dell’area etnea che, al fine di procedere in sicurezza e rapidità con i lavori di riparazione e ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 26 dicembre 2018 in provincia di Catania, ha prodotto la mappa “Area interessata da fagliazione superficiale cosismica in occasione del terremoto del 26 dicembre 2018 con individuazione preliminare delle Zone di Suscettibilita e di Rispetto” (https://commissariosismaareaetnea.it/ente/mappa-statica-ed-interattiva-webgis-dellarea-interessata-da-fagliazione-superficiale-cosismica-in-occasione-del-terremoto-del-26-dicembre-2018-con-individuazione-preliminare-delle-zone-di-suscetti/). Tale mappa individua la posizione delle faglie che si sono attivate il 26 dicembre 2018 e circoscrive attorno a esse sia la Zona di Suscettibilità (ZSFAC) sia quella di Rispetto (ZRFAC). L’individuazione di tali aree ha consentito di procedere con l’opera di ricostruzione, modulando gli interventi in relazione alle caratteristiche geologico-strutturali della zona.

    Valutazione/descrizione del trend

    La mappa della classificazione sismica a livello comunale è aggiornata ad aprile 2021 (Figura 1)
    Gli studi di Microzonazione Sismica proseguono in tutto il Paese. Il numero di comuni provvisti di Microzonazione Sismica di Primo livello è in continuo aumento, come si evince dal confronto della Mappa dei comuni finanziati dalle diverse Ordinanze per studi di MS aggiornata al 30 giugno 2021 rispetto agli anni precedenti.

    Commenti

    La carta della classificazione sismica del territorio nazionale a livello comunale, aggiornata ad aprile 2021 (ultimo aggiornamento fornito dal Dipartimento di Protezione Civile) a seguito del recepimento da parte delle regioni delle OPCM 3274/2003 e 3519/2006, classifica ciascun comune in quattro zone principali a pericolosità sismica decrescente (Zona 1 = più pericolosa; Zona 4 = meno pericolosa) suddivise in ulteriori sottozone per un totale di 16 classi (Figura 1). Lo strumento di riferimento per tali classificazioni viene fornito dalla mappa di pericolosità sismica, finalizzata all'individuazione delle zone sismiche e alla formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime (approvata con l'OPCM 3519/2006 e realizzata dall'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia); in essa i valori di ag massima sono forniti per i punti di un reticolo di riferimento i cui nodi distano non più di 10 km (reticolo di 0,05°) e per una probabilità di superamento del 10% nei prossimi 50 anni.
    Per quanto riguarda gli studi di Microzonazione sismica, in Figura 3 è rappresentata la mappa dei comuni finanziati dalle diverse Ordinanze (OPCM e OCDPC) che assegnano fondi in attuazione dell’articolo 11 del Decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77. Questa mappa non rappresenta il totale dei comuni in possesso di una MS di primo livello, ma solo quelli finanziati dalle ordinanze citate.
    Dal dicembre 2020 sono in corso studi di approfondimento di III livello sulle faglie attive e capaci di vari comuni colpiti dalla sequenza sismica iniziata nell’agosto 2016 in Centro Italia. In Figura 4 sono rappresentati gli studi geofisici e paleosismologici effettuati in località Villa Stoli, nel comune di Rieti, per lo studio della zona di attenzione relativa alla FAC (Faglia Attiva e Capace) riportata negli studi di MS di I livello, lungo il bordo sud-orientale del bacino di Rieti. A) Confronto tra i due profili ottenuti con le prospezioni Geoelettrica (ERT - Electrical Resistivity Tomography) e Georadar (GPR - Ground Penetrating Radar). B) sovrapposizione del log stratigrafico semplificato della trincea paleosismologica di località Villa Stoli con parte del profilo ERT.
    Studi analoghi sono già stati effettuati nell’area del versante orientale dell’Etna e in Figura 5 è riportato il risultato di tali studi sulle FAC (Faglia Attiva e Capace), rappresentato dalla mappa dell’“Area interessata da fagliazione superficiale cosismica in occasione del terremoto del 26 dicembre 2018 con individuazione preliminare delle Zone di Suscettibilità e di Rispetto”, realizzata dalla Struttura Commissariale Ricostruzione Area Etnea.
    Infine, in Tabella 1 è riportato per ciascuna regione, il numero di comuni finanziabili, finanziati e con studi di MS completati e consegnati (aggiornamento 30 giugno 2021). In particolare, per comuni finanziabili si intendono i comuni con ag>0,125 g (Figura 2) ai quali sono destinati i fondi (le regioni Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Sardegna non hanno comuni che ricadono in queste condizioni), mentre per comuni finanziati si intendono i comuni per i quali sono stati realizzati o sono in corso gli studi. Infine, per studi consegnati si intendono gli studi inviati alla Commissione Tecnica Nazionale di monitoraggio. Lo stato di realizzazione degli studi varia da regione a regione. In tre regioni (Piemonte, Marche e Molise) sono stati realizzati tutti gli studi finanziabili. In alcune regioni gli studi sono stati realizzati quasi tutti, mentre nelle restanti un numero rilevante di studi deve essere ancora realizzato nonostante i finanziamenti siano stati stanziati.

    Allegati
    Titolo

    Tabella 1: Numero di Comuni, per ciascuna Regione, destinatari di risorse per studi di MS e suddivisi in finanziabili, finanziati e con studi consegnati (dati aggiornati al 30 giugno 2021).

    Fonte

    Dipartimento di Protezione Civile

    Legenda

    *Per queste Regioni il numero di comuni finanziati comprende studi di livello 1 e livello 3. Per questo motivo il numero complessivo, in alcuni casi, supera quello dei comuni finanziabili, essendo stati realizzati, nello stesso comune, sia studi di livello 1 che 3.

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    Titolo

    Figura 1: Mappa della classificazione sismica a livello comunale (aprile 2021)

    Fonte

    Dipartimento di Protezione Civile (2021)

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    Titolo

    Figura 2: Mappa di pericolosità sismica di riferimento per il territorio italiano (ai sensi dell'OPCM n. 3519 del 28 Aprile 2006) espressa in termini di accelerazione al suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.

    Fonte

    INGV

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    Titolo

    Figura 3: Mappa dei comuni finanziati dalle diverse Ordinanze per studi di MS (dati aggiornati al 30 giugno 2021). Questa mappa non rappresenta il totale dei comuni in possesso di una MS di primo livello, ma solo quelli finanziati dalle ordinanze citate.

    Fonte

    Dipartimento di Protezione Civile

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    Titolo

    Figura 4: Indagini geofisiche e paleosismologiche effettuate in Località Villa Stoli, nel comune di Rieti, per lo studio della zona di attenzione relativa alla FAC (Faglia Attiva e Capace) riportata nella MS di I livello, lungo il bordo sudorientale del bacino di Rieti.

    Fonte

    ISPRA, INGV

    Legenda

    A) Confronto tra i due profili ottenuti dalle prospezioni Geoelettrica (ERT - Electrical Resistivity Tomography) e Georadar (GPR - Ground Penetrating Radar). B) sovrapposizione del log stratigrafico semplificato della trincea paleosismologica in località Villa Stoli con una porzione del profilo ERT.

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    Titolo

    Figura 5: Esempio di indagini sulle FAC (Faglia Attiva e Capace) in area Etnea. Stralcio della Mappa dell’ “Area interessata da fagliazione superficiale cosismica in occasione del terremoto del 26 dicembre 2018 con individuazione preliminare delle Zone di Suscettibilita e di Rispetto”.

    Fonte

    Commissario Straordinario per la ricostruzione dell’area etnea