Descrizione 1
Angelo Santini, Fabio Tatti
Nel 2022 continua la ripresa economica già registrata in precedenza, recuperando ancora il forte calo legato all’emergenza sanitaria che ha segnato il contesto socio-economico del 2020. A fronte degli incrementi rilevati, tra il 2022 e il 2021, per gli indicatori socio-economici, quali prodotto interno lordo e spesa per consumi finali sul territorio economico, rispettivamente pari al 4% e 5,8%, i dati della produzione dei rifiuti urbani risultano invece in calo (-1,9%).
L’indicatore misura la quantità totale di rifiuti urbani prodotti in Italia rapportata al PIL (valori concatenati, anno di riferimento 2015), nonché alla spesa delle famiglie (valori concatenati, anno di riferimento 2015).
Misurare la quantità totale di rifiuti prodotti e la correlazione tra produzione dei rifiuti e indicatori socio economici.
Direttiva 2008/98/CE, D.Lgs. n. 152/2006 D.Lgs. n. 205/2010 Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, 26 maggio 2016 recante “Linee guida per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani”.
Il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, previsto dall’articolo 180, comma 1-bis del d.lgs. n. 152/2006 ed emanato dal MASE con decreto direttoriale del 7 ottobre 2013, individua la produzione dei rifiuti urbani per unità di PIL come uno dei parametri oggetto di monitoraggio per la valutazione dell’efficacia delle misure intraprese. Per tale parametro è, infatti, fissato un obiettivo di riduzione del 5%, misurato in relazione ai valori del 2010, da conseguire entro il 2020.
Descrizione 2
ISPRA - Rapporto Rifiuti Urbani (edizioni varie) http://dati.istat.it/
Qualificazione dati
I dati sulla produzione su scala nazionale, per macroarea geografica, regione, provincia e comune sono liberamente consultabili e scaricabili dal sito www.catasto-rifiuti.isprambiente.it, mentre i dati sugli indicatori economici possono essere reperiti presso l'ISTAT (http://dati.istat.it/).
Nazionale
2002-2022
Qualificazione indicatore
L'indicatore è ottenuto rapportando la quantità totale di rifiuti urbani prodotti in Italia al PIL (valori concatenati, anno di riferimento 2015), nonché a quello dei consumi delle famiglie residenti e non residenti sul territorio economico (valori concatenati, anno di riferimento 2015).
Nel 2022 i rifiuti prodotti fanno registrare un calo (-1,9%) in controtendenza con l'andamento del PIL e dei consumi delle famiglie, rispettivamente in aumento del 4% e del 5,8%.. In riferimento all’obiettivo di prevenzione dei rifiuti (Decreto Direttoriale 7 ottobre 2013) che stabilisce una riduzione del 5% al 2020 della produzione dei rifiuti urbani per unità di PIL rispetto al 2010, nel 2022, con una riduzione del 13,5% rispetto al 2010, si è raggiunto l’obiettivo prefissato (Figura 2).
Dal 2013 fino al 2019 si osserva una crescita molto più contenuta della produzione dei rifiuti rispetto a quella degli indicatori socio-economici. Situazione diversa nel 2020, dove la produzione dei rifiuti urbani decresce ma in maniera più contenuta rispetto agli indicatori socio-economici (Figura 1). Analizzando l’intera serie storica (2002-2022) si denota un andamento decrescente per entrambi i rapporti: -6,9% per la produzione dei rifiuti urbani rispetto al PIL; -5,3% per la produzione di rifiuti urbani rispetto alla spesa delle famiglie (Figura 2).
Nel complesso l’andamento altalenante della produzione dei rifiuti può essere correlato a diversi fattori, anche combinati tra loro, tra cui l’introduzione di nuove disposizioni normative e motivazioni sanitarie o socio-economiche, quali la pandemia del 2020 e la crisi internazionale del 2022. In termini generali il dato del 2022 sembra, in ogni caso, riflettere l’andamento tendenzialmente in calo riscontrato nel lungo periodo (Figura 1). In relazione agli effetti dovuti a modifiche normative, il dato della produzione può essere influenzato sia dall’introduzione di differenti modalità di contabilizzazione dei dati relativi ai rifiuti urbani sia dalla possibilità per le utenze non domestiche di avvalersi, sulla base delle modifiche introdotte nella legislazione di settore, di modalità di raccolta alternative rispetto al tradizionale utilizzo del servizio pubblico. Esaminando con maggior dettaglio il trend della produzione dei rifiuti urbani rispetto ai consumi delle famiglie, attraverso il rapporto dei valori annuali dei due indicatori si rileva che, tra il 2013 e il 2014, essi hanno un analogo andamento (il rapporto si mantiene sostanzialmente costante), mentre tra il 2014 e il 2015 un trend discordante (riduzione della produzione e aumento dei consumi con conseguente calo del valore del rapporto). Nel 2016, si osserva una crescita per entrambi gli indicatori, con un aumento leggermente superiore per la produzione di rifiuti urbani, nel 2017 una crescita dei consumi accompagnata da un calo della produzione dei rifiuti urbani (riduzione del rapporto) e nel 2018 una nuova crescita di entrambi gli indicatori anche in questo caso più sostenuta per i rifiuti (aumento del rapporto). Nel 2019, la produzione di rifiuti urbani mostra un lieve calo a fronte dell’aumento dei consumi con conseguente riduzione del rapporto, mentre nel 2020 il rapporto aumenta significativamente in considerazione del calo registrato per entrambi gli indicatori e più sostenuto per le spese delle famiglie. Nel 2021 si registra una diminuzione del rapporto dovuta a un aumento dei consumi maggiore rispetto a quello della produzione dei rifiuti urbani, nel 2022 tale andamento risulta ancora più marcato (Figura 2).