Descrizione 1
Irma Lupica
Nel 2022, i rifiuti urbani inceneriti, comprensivi del CSS (rifiuti combustibili), della frazione secca e del bioessiccato ottenuti dal trattamento dei rifiuti urbani stessi, sono 5,3 milioni di tonnellate (-1,9% rispetto al 2021). Il 71,4% di questi rifiuti viene trattato al Nord, il 9,5% al Centro e il 19,1% al Sud. Il parco impiantistico è prevalentemente localizzato nelle regioni del Nord (25 impianti) mentre al Centro e al Sud sono operativi, rispettivamente, 5 e 6 impianti.
Si definisce impianto di incenerimento qualsiasi unità e attrezzatura tecnica, fissa o mobile, destinata al trattamento termico di rifiuti con o senza recupero del calore prodotto dalla combustione. L'indicatore misura sia il numero di impianti di incenerimento sia le quantità di rifiuti urbani che essi trattano.
L'indicatore consente di effettuare comparazioni tra i diversi contesti territoriali (comune/provincia/regione) e di supportare processi decisionali e scelte politiche in materia ambientale e di valutare gli impatti conseguenti alle attività antropiche.
La Direttiva di riferimento in materia di incenerimento dei rifiuti è la 2010/75/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), nota con l’acronimo IED (Industrial Emission Directive) che ha unito e rivisto in un unico provvedimento normativo sette direttive comunitarie in materia. Tale direttiva è stata recepita in ambito nazionale dal D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 “Emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento) - Attuazione direttiva 2010/75/UE – nel quale vengono disposte le modifiche alle Parti II, III, IV e V del D.Lgs. 152/2006 ("Codice ambientale"). In particolare, il D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 ha introdotto il titolo III-bis alla parte IV del D.Lgs. 152/06 relativo all’incenerimento e al coincenerimento dei rifiuti. La Decisione 2019/2010/UE della Commissione ha stabilito le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) per l'incenerimento dei rifiuti che fungono da riferimento per stabilire le condizioni di autorizzazione, compresi i valori limite di emissione in condizioni di esercizio normali, per le installazioni di cui al capo II della Direttiva 2010/75/UE (AIA).
Descrizione 2
ISPRA - Rapporto rifiuti urbani 2023
Nessuna limitazione
Nessuna
Qualificazione dati
Modello Unico di dichiarazione Ambientale MUD ISPRA - Catasto rifiuti (http://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it)
Nazionale, Regionale
2002-2022
Qualificazione indicatore
L'indicatore misura la quantità di rifiuti urbani inceneriti in Italia. Il dato si presenta composto dal quantitativo di rifiuti urbani indifferenziati e dalla frazione secca, dal combustibile solido secondario e dal bioessiccato provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani stessi. La base informativa è costituita dai dati contenuti nel Modello Unico di Dichiarazione Ambientale comunicato da parte dei soggetti individuati dall'articolo 189 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006 alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura territorialmente competenti.
Nel 2022, i rifiuti urbani inceneriti sono 5,3 milioni di tonnellate di cui poco più della metà (circa 2,7 milioni di tonnellate) è costituita da rifiuti urbani tal quali (identificati con i codici del capitolo EER 20) mentre la restante quota (oltre 2,6 milioni di tonnellate) è rappresentata da rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani (rifiuti combustibili, frazione secca e, in minor misura, bioessiccato) (Tabella 2). Gli impianti operativi sul territorio nazionale sono 36 (Tabella 3).
La Tabella 3 mostra che, dal 2008 al 2022, il numero di impianti si è ridotto di 13 unità, in particolare, nelle regioni del Centro Italia si osserva una riduzione di 8 impianti. D'altra parte, nello stesso periodo, il quantitativo di rifiuti inceneriti è andato progressivamente aumentando (+21,4%). Ciò trova giustificazione nel fatto che, laddove le condizioni tecniche lo hanno permesso, gli impianti hanno incenerito una quantità di rifiuti che ha consentito di approssimarsi o giungere alla saturazione del carico termico (Tabella 1).
Dati
Tabella 1: Rifiuti urbani inceneriti per regione
ISPRA
Tabella 2: Rifiuti inceneriti in impianti urbani per tipologia di rifiuto (2022)
ISPRA
RU: Rifiuti urbani; FS: Frazione Secca; CSS: rifiuti combustibili; RS: Rifiuti speciali
Tabella 3: Numero di impianti di incenerimento per rifiuti urbani, frazione secca (FS) e CSS
ISPRA
a E’ compreso un impianto di Colleferro che ha trattato quantità molto esigue di rifiuti per un breve periodo e, in seguito, è stato chiuso.
Nel 2022, i rifiuti urbani inceneriti, comprensivi del CSS, della frazione secca e del bioessiccato ottenuti dal loro trattamento, sono 5,3 milioni di tonnellate (-1,9% rispetto al 2021). Il 71,4% di questi rifiuti viene trattato al Nord, il 9,5% al Centro e il 19,1% al Sud (Tabella 1 e Figura 1). Dal confronto con l’annualità precedente, risulta che nel 2022 sono state trattate in totale oltre102 mila tonnellate in meno; con riferimento alle macroaree, si osservano flessioni delle quantità di rifiuti urbani inceneriti al Nord pari a -2,1% e al Centro pari a -4,4%, mentre al Sud si presentano pressoché invariate. Gli impianti di incenerimento operativi nel 2022 in Italia sono 36, di cui 25 localizzati al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud. In particolare, in Lombardia e in Emilia-Romagna sono presenti rispettivamente 12 e 7 impianti operativi che, nel 2022, hanno trattato complessivamente circa 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (il 73,3% di quelli inceneriti nel Nord e il 52,3% del totale nazionale) (Tabelle 1 e 3).