PERCENTUALE DEL TERRITORIO ITALIANO SOGGETTO A DEFICIT E SURPLUS DI PRECIPITAZIONE

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Giovanni Braca, Stefano Mariani

    Abstract
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    Abstract

    L'indicatore fornisce una valutazione sulle condizioni di umidità (surplus di precipitazione rispetto alla climatologia) e di siccità (deficit di precipitazione rispetto alla climatologia) a cui è soggetto il territorio nazionale, in termini di stato e trend. Per ciascun mese dal 1952 al 2023, la percentuale del territorio italiano soggetto a condizione di deficit e/o di surplus di precipitazione è espressa mediante lo Standardized Precipitation Index (SPI) relativo alla precipitazione aggregata sulla scala temporale di 3 e 12 mesi. 

    Il 2023 è stato soggetto, nel complesso, a un deficit di precipitazione di entità minore rispetto a quanto occorso nel 2022. A rendere meno severo nel 2023 il deficit di precipitazione, ha contribuito l’elevato volume di precipitazioni che si è riversato nel mese di maggio, che è stato, a livello nazionale, più del doppio di quello che mediamente caratterizza lo stesso mese, con localmente valori cumulati di pioggia addirittura superiori di oltre 6 volte le medie del periodo. Ciò ha determinato valori massimi di percentuale del territorio nazionale caratterizzati da "siccità estrema" (SPI ≤ –2,0) più contenuti rispetto all'anno precedente, uguali all'8,0% e al 9,9% rispettivamente per la precipitazione cumulata su 3 mesi e quella cumulata su 12 mesi. Per contro, in termini di surplus di precipitazione, sulla scala temporale di 3 mesi, valori massimi nell'anno della percentuale del territorio nazionale caratterizzata da "umidità estrema" (SPI ≥ 2,0) sono stati dell'ordine del 26–28%, mentre valori massimi relativi a "umidità severa o moderata" (1,0 ≤ SPI < 2,0) hanno raggiunto il 46%. Inferiori le percentuali del Paese colpite da "umidità estrema" (massimo 3,4%) e "umidità severa o moderata" (massimo 21,4%) su una scala temporale di 12 mesi.

    Descrizione

    L’indicatore è basato sullo Standardized Precipitation Index (SPI) e valuta per ogni mese le percentuali di territorio soggette a condizioni di siccità moderata o severa (–2,0 < SPI ≤ –1,0) o di siccità estrema (SPI ≤ –2,0) e le percentuali di territorio con condizioni di umidità moderata o severa (1,0 ≤ SPI < 2,0) o di umidità estrema (SPI ≥ 2,0). Valori dello SPI compresi tra –1,0 e 1,0 corrispondono a situazioni rientranti nella normalità. 

    L’applicazione dello SPI su diverse scale temporali riflette le modalità con cui la siccità impatta sulla disponibilità delle risorse idriche: calcolato su periodi brevi (3 mesi) fornisce indicazioni sulla umidità dei suoli, mentre su periodi medi o lunghi (12 mesi) fornisce indicazioni sulla riduzione delle portate fluviali, sulla disponibilità di acqua nelle falde e sull'immagazzinamento di volumi idrici negli invasi naturali e artificiali.

    L'indicatore è stato inserito a livello nazionale nella lista degli indicatori per la valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica (https://climadat.isprambiente.it/).

    Scopo

    L’indicatore a diverse scale temporali è correlato con le condizioni di deficit e/o di surplus delle risorse idriche di un territorio, permettendo perciò di valutarne la frequenza, l’estensione e la severità ed evidenziarne eventuali trend, anche in relazione all'impatto dei cambiamenti climatici.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Nessuno riferimento normativo. 

    Tuttavia, nell'ambito degli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici, lo SPI, utilizzato per il calcolo del presente indicatore, è inserito nel set comune di indicatori per la valutazione delle condizioni di siccità e scarsità idrica. Si fa presente che gli Osservatori, istituiti nel 2016 per ciascun distretto idrografico come misura del Piano di Gestione delle Acque, ai sensi della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE, sono attualmente anche organo della relativa Autorità di Bacino Distrettuale, ai sensi di:

    • D.Lgs. n. 152/2006, recante "Norme in materia ambientale" (G.U. Serie Generale n. 88 del 14-04-2006 - Suppl. Ordinario n. 96).
    • D.L. n. 39/2023, recante “Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche” (G.U. Serie Generale n. 88 del 14-04-2023), convertito con modificazioni dalla L. n. 68/2023 (G.U. Serie Generale n. 136 del 13-06-2023), in cui l’istituzione degli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici presso le Autorità di bacino distrettuali è stata disposta da una norma primaria.
    DPSIR
    Stato
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Riferimenti bibliografici

    Ulteriori riferimenti:

    Limitazioni

    -

    Ulteriori azioni

    -

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Mensile
    Fonte dei dati
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    Servizi idro-meteorologici regionali e delle province autonome
    Accessibilità dei dati di base

    I dati di precipitazione utilizzati sono in massima parte quelli raccolti e pubblicati dalle strutture regionali e provinciali a cui, in base all'art. 92 del D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998, sono state trasferite le funzioni e i compiti degli uffici periferici del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN, ora confluito in ISPRA) del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali. I dati di precipitazione utilizzati nell'elaborazione dell’indicatore sono accessibili consultando i siti internet degli enti o tramite opportuna richiesta. I dati sono aggregati alla scala mensile sulla griglia regolare del BIGBANG di risoluzione 1 km, che ricopre l'intero territorio nazionale, e sono disponibili sul portale Groupware dell'ISPRA (https://groupware.sinanet.isprambiente.it/bigbang-data/library/bigbang_80).

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    1952–2023

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    L’indice SPI è calcolato sulla base dei grigliati della precipitazione mensile prodotti dal modello BIGBANG, versione 8.0, e aggregati sugli intervalli di 3 e 12 mesi. Vengono così prodotte mappe dell’indice SPI con risoluzione 1 km sulle quali si determina, mediante strumenti GIS, la percentuale del territorio nazionale caratterizzata da valori SPI ≤ –2,0 (siccità estrema), –2,0 < SPI ≤ –1,0 (siccità moderata o severa), –1,0 < SPI < 1,0 (situazione normale), 1,0 ≤ SPI < 2,0 (umidità moderata o severa) e SPI ≥ 2,0 (umidità estrema). Essendo la valutazione dello SPI dipendente dalla lunghezza delle serie storiche delle precipitazioni utilizzate e poiché le serie storiche si incrementano ogni anno, ne consegue che per uno stesso istante temporale di anno in anno il valore di SPI può leggermente cambiare così come le conseguenti valutazioni sulla percentuale di territorio nazionale ricadente nelle 5 categorie sopra indicate.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L'indicatore sintetizza molto bene la situazione di deficit e/o di surplus di precipitazione a livello nazionale. Proviene da dati acquisiti e validati secondo procedure omogenee a livello nazionale che ne consentono una buona comparabilità temporale e spaziale. La metodologia di calcolo è molto ben documentata ed è valida nel tempo e nello spazio.

    Stato
    Medio
    Trend
    Negativo
    Valutazione/descrizione dello stato

    Nel 2023 la media (dei dodici valori mensili) della percentuale del territorio caratterizzata da valori di SPI a 12 mesi rientranti nella situazione di normalità (–1,0 < SPI < 1,0) è risultata uguale al 68,7%, leggermente superiore alla corrispondente media della serie (68,0%). Le percentuali del territorio caratterizzate da valori di SPI inferiori o uguali a –1,0 (tutte le classi di siccità) sono risultate anche esse superiori alla media, mentre le percentuali del territorio caratterizzate da valori di SPI superiori o uguali a 1,0 (tutte le classi di umidità) sono risultate inferiori alle corrispettive medie.

    Analogamente la media della percentuale del territorio caratterizzata da valori di SPI a 3 mesi rientranti nella situazione di normalità (–1,0 < SPI < 1,0) è uguale al 62,1%, inferiore alla corrispondente media della serie (68,0%). Le percentuali di territorio caratterizzate da valori negativi di SPI a 3 mesi indicanti siccità estrema (SPI ≤ ‒2,0) sono risultate inferiori alla media, mentre quelli indicanti siccità moderata o severa (‒2,0 < SPI ≤ ‒1,0) sono risultate, invece, superiori alla media. Per contro, le percentuali del territorio caratterizzate da valori positivi di SPI superiori o uguali a 1,0 (tutte le classi di umidità) sono risultate superiori alle corrispettive medie.

    Valutazione/descrizione del trend

    L'analisi dei dati ha messo in evidenza trend crescenti statisticamente significativi per le aree soggette a deficit di precipitazione (siccità) valutati con lo SPI a 12 mesi (Figure 2, 4) e, conseguentemente, trend decrescenti per le aree soggette a valori normali e/o di surplus di precipitazione (Figure 6, 8). Ciò evidenzia un aumento nella percentuale del territorio italiano soggetto a siccità estrema su base annuale, a partire dall’inizio degli anni ’50, in linea con quanto riscontrato anche a livello europeo, strettamente dipendente all’impatto già in corso dei cambiamenti climatici. Non si riscontrano trend statisticamente significativi delle percentuali delle aree caratterizzate dallo SPI a 3 mesi (Figure 1, 3, 5, 7).

    Commenti

    Nel 2023 il valore medio della percentuale di territorio italiano soggetto a condizioni di siccità estrema, caratterizzato da un SPI, relativo alla precipitazione aggregata a 3 mesi, minore o uguale a –2,0, è risultato essere uguale all'1,7%, inferiore al corrispondente valore medio del periodo 1952–2023 uguale al 2,5%, raggiungendo tuttavia il valore massimo pari all'8,0% nel mese di dicembre. Parallelamente, il valore medio della percentuale di territorio nazionale soggetto a SPI a 12 mesi minore o uguale a –2,0 nel 2023 è risultato essere uguale al 2,8%, superiore al valore medio del periodo 1952–2023 pari al 2,1%. Sulla scala temporale di 12 mesi, il valore massimo è stato raggiunto nel mese di febbraio, pari a 9,9%.

    Di rilievo nel 2023 anche la percentuale di territorio italiano soggetto a condizioni di umidità estrema, ossia caratterizzato da un SPI superiore o uguale a 2,0. Per quanto riguarda l'aggregazione a 3 mesi, il valore medio è stato di 5,4%, ben superiore al corrispondente valore medio del periodo 1952–2023 uguale all'1,9%. La massima percentuale di territorio soggetto a umidità estrema si è avuta a luglio (28,3%). Sulla scala temporale di 12 mesi, il valore medio è stato dell'1,0%, ben inferiore al corrispondente valore medio del periodo 1952–2023 uguale al 2,3%. La massima percentuale di territorio soggetto a umidità estrema si è avuta a giugno (3,4%).

    Se nel complesso il 2023 è stato caratterizzato da un deficit di precipitazione modesto rispetto a quanto occorso nel 2022, molto diversi sono stati gli scostamenti delle precipitazioni mensili rispetto ai corrispondenti valori medi del periodo 1951–2023 (si veda l’indicatore "Precipitazioni" presente nel Tema ambientale "Risorse idriche e Bilancio" della Banca dati indicatori ambientali). A scala nazionale, la precipitazione mensile è risultata superiore alla media di riferimento a gennaio, maggio (+114%), giugno, luglio e agosto, mentre è risultata inferiore negli altri mesi, con il mese di febbraio caratterizzato da un deficit del –59%. 

    Nella Figura 1 e nella Figura 2 sono riportate le percentuali, dal 1952 al 2023, delle aree del territorio nazionale soggette a siccità estrema, caratterizzate cioè da valori di SPI, rispettivamente a 3 mesi e a 12 mesi, minori o uguali a –2,0. Nel periodo di 12 mesi si registra un trend crescente, peraltro statisticamente significativo, della percentuale del territorio soggetta a situazioni di siccità estrema. Per le aree del territorio nazionale soggette a siccità severa o moderata, caratterizzate cioè da valori di SPI, rispettivamente a 3 mesi e a 12 mesi, maggiori di –2,0 e minori o uguali a –1,0, non si riscontra un trend significativo nella serie relativa allo SPI a 3 mesi (Figura 3), mentre si rileva un trend crescente, anche questo statisticamente significativo, della percentuale del territorio soggetta a eventi di siccità severa o moderata sul periodo di 12 mesi (Figura 4). 

    In merito alla percentuale delle aree del territorio nazionale soggette a umidità severa o moderata, caratterizzate cioè da valori di SPI, rispettivamente a 3 mesi e a 12 mesi, maggiori o uguali a 1,0 e minori di 2,0, non si riscontra un trend nella serie relativa allo SPI a 3 mesi (Figura 5), mentre si segnala un trend decrescente, statisticamente significativo, sul periodo di 12 mesi (Figura 6). Per le aree del territorio nazionale soggette a umidità estrema, caratterizzate cioè da valori di SPI, rispettivamente a 3 mesi (Figura 7) e a 12 mesi (Figura 8), maggiori o uguali a 2,0, si osserva nel periodo di 12 mesi un trend decrescente, statisticamente significativo. 

    Infine, nella Figura 9 e nella Figura 10, oltre alle percentuali del territorio nazionale nelle classi di SPI rappresentate singolarmente nelle figure precedenti, sono riportate quelle relative alla condizione di normalità compresa tra –1,0 e 1,0, rispettivamente per le durate di 3 mesi e di 12 mesi. Anche per quest’ultima classe di SPI alla scala temporale di 12 mesi si segnala un trend negativo della percentuale di territorio, mentre non viene evidenziato un analogo trend per lo SPI a 3 mesi. 

    In definitiva, l'indicatore ha messo ancora una volta in evidenza un trend crescente delle aree che in Italia sono interessate da fenomeni di deficit di precipitazione rispetto alla climatologia, ossia di siccità, in particolare relativamente alla durata di 12 mesi, che avviene ovviamente a spese di quelle caratterizzate da situazioni normali e di surplus, che presentano, quindi, un trend decrescente.

    Le condizioni siccità, che nel 2023 hanno afflitto in maniera diversificata il territorio nazionale e che hanno causato anche problematiche nella disponibilità e nella gestione della risorsa idrica, sono state oggetto di continuo monitoraggio e analisi da parte degli Osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici, istituiti dal 2016 a livello di distretto idrografico e attualmente organo di ciascuna Autorità di Bacino Distrettuale. Se da una parte gli Osservatori dei distretti idrografici del Nord e Centro Italia hanno iniziato a registrare, dalla fine di maggio 2023, un miglioramento della situazione in termini di severità idrica (https://www.isprambiente.gov.it/pre_meteo/idro/SeverIdrica.html/), dall’altra parte gli Osservatori di Sicilia e Sardegna si sono trovati ad affrontare alla fine del 2023 condizioni idro-climatiche via via sempre peggiori, con la necessità di adottare opportune misure e azioni di governance in ragione del livello di severità idrica riscontrata.

    A fine 2023, Sicilia e Sardegna hanno raggiunto entrambe una severità idrica media. Il perdurare del deficit di precipitazione anche nel corso del 2024 ha poi portato l’Osservatorio distrettuale permanenti per gli utilizzi idrici della Sicilia a dichiarare uno livello alto di severità idrica sia per gli usi idropotabili sia per gli usi irrigui. In relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Sicilia, il Consiglio dei Ministri ha deliberato il 6 maggio 2024 la Dichiarazione dello stato di emergenza.

    Allegati
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    Figura 1: Percentuale del territorio nazionale soggetto a deficit di precipitazione con valore di SPI a 3 mesi minore o uguale a ‒2,0 (siccità estrema). Periodo 1952-2023

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 2: Percentuale del territorio nazionale soggetto a deficit di precipitazione con valore di SPI a 12 mesi minore o uguale a -2,0 (siccità estrema). Periodo 1952-2023

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Fonte

    Figura 3: Percentuale del territorio nazionale soggetto a deficit di precipitazione con valore di SPI a 3 mesi maggiore di ‒2,0 e minore o uguale a ‒1,0 (siccità severa o moderata). Periodo 1952-2023

    Legenda

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 4: Percentuale del territorio nazionale soggetto a deficit di precipitazione con valore di SPI a 12 mesi maggiore di –2,0 e minore o uguale a –1,0 (siccità severa o moderata. Periodo 1952-2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 5: Percentuale del territorio nazionale soggetto a surplus di precipitazione con valore di SPI a 3 mesi maggiore o uguale a 1,0 e minore di 2,0 (umidità severa o moderata). Periodo 1952-2023

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 6: Percentuale del territorio nazionale soggetto a surplus di precipitazione con valore di SPI a 12 mesi maggiore o uguale a 1,0 e minore di 2,0 (umidità severa o moderata). Periodo 1952-2023

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 7: Percentuale del territorio nazionale soggetto a surplus di precipitazione con valore di SPI a 3 mesi maggiore o uguale a 2,0 (umidità estrema). Periodo 1952-2023

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    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 8: Percentuale del territorio nazionale soggetto a surplus di precipitazione con valore di SPI a 12 mesi maggiore o uguale a 2,0 (umidità estrema). Periodo 1952-2023

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 9: Percentuale del territorio nazionale nelle diverse classi di SPI a 3 mesi. Periodo 1952-2023

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    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN

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    Figura 10: Percentuale del territorio nazionale nelle diverse classi di SPI a 12 mesi. Periodo 1952-2023

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati degli uffici idro-meteorologici regionali e delle province autonome e su dati storici del soppresso SIMN