Descrizione 1
Marco Di Leginio
L'indicatore descrive l'uso del suolo (agricolo, urbano, industriale o commerciale, infrastrutture, ricreativo, naturale e seminaturale, corpi idrici, etc.), riportando le superfici territoriali relative alle diverse classi secondo il sistema di classificazione CORINE Land Cover. Tra il 2012 e il 2018 si continua ad assistere all’incremento generalizzato delle aree artificiali urbane principalmente a scapito delle aree agricole. In Italia, come nel resto d'Europa, le aree coltivate mostrano una contrazione legata anche ai processi di abbandono colturale, oltre che a quelli di urbanizzazione.
L'indicatore descrive la variazione quantitativa dei vari tipi di aree individuate come omogenee al loro interno (agricole, urbane, industriali o commerciali, infrastrutture, ricreative, naturali e seminaturali, corpi idrici, etc.), alla scala di indagine e secondo il sistema di classificazione CORINE Land Cover. In relazione alle tipologie di aree considerate, le variazioni di uso del suolo possono derivare, per esempio, da processi economici, da cambiamenti colturali, dall'industrializzazione, dall'urbanizzazione o dallo sviluppo delle infrastrutture. Per la costruzione dell'indicatore sono stati impiegati i dati dei progetti CORINE Land Cover (CLC) relativi agli anni 1990, 2000,
2006, 2012 e 2018. I progetti sono un'iniziativa congiunta dell'EEA e della CE e interessano quasi tutti i paesi europei. Per ogni paese è stata individuata una National Authority (per l'Italia ISPRA) con il compito di sviluppare il progetto CLC nazionale. Con riferimento al 2012 e al 2015, sono disponibili anche i dati Copernicus ad alta risoluzione sulla copertura del suolo (High Resolution Layers - HRL, finalizzati al monitoraggio della copertura del suolo in Europa per i principali temi ambientali: impermeabilizzazione del suolo e aree costruite, foreste, prati permanenti, zone umide, corpi idrici permanenti) che, integrati con la carta del consumo di suolo (ISPRA/SNPA, 2017) e i risultati del CLC 2018 (i dati CLC elaborati nel 2018 fanno riferimento a immagini relative al 2017), hanno permesso una nuova mappatura dell’uso del suolo in Italia a una risoluzione geometrica maggiore rispetto al dato CORINE (100 m2 vs 25 ettari).. Il sistema di classificazione ha previsto tre classi di primo livello (urbano, agricolo e naturale) e sei sottoclassi che integrano la copertura artificiale e non artificiale (artificiale in ambito urbano, non artificiale in ambito urbano, artificiale in ambito agricolo, non artificiale in ambito agricolo, artificiale in ambito naturale e non artificiale in ambito naturale). Tale sistema non è direttamente confrontabile con il dato CLC che, seppur limitato in termini di risoluzione spaziale, rimane un prodotto estremamente valido in termini di risoluzione tematica, con un sistema gerarchico di 44 classi su tre livelli, e di serie storica essendo un’iniziativa avviata nel 1985 a livello europeo.
Descrivere la tipologia e l'estensione delle principali attività antropiche presenti sul territorio, consentendo di rilevare i cambiamenti nell'uso del suolo in agricoltura e nelle aree urbane e l'evoluzione nella copertura delle terre dei sistemi seminaturali.
Non esistono obiettivi specifici nelle norme internazionale e nazionali. I Programmi di azione europei in campo ambientale pongono, come obiettivi generali, l'uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità. La Commissione europea è da anni impegnata a favorire un uso più sostenibile del terreno e del suolo. La Strategia tematica per la protezione del suolo del 2006 ha sottolineato la necessità di porre in essere buone pratiche per mitigare gli effetti negativi dell'impermeabilizzazione sulle funzioni del suolo. Questo obiettivo generale è stato ulteriormente esplicitato nel 2011 con la Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse, nella quale si propone che, entro il 2020, le politiche dell'UE tengano conto delle loro conseguenze sull'uso dei terreni, con il traguardo di un incremento dell'occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere entro il 2050. Anche nella Proposta di Direttiva sulla protezione del suolo (COM/2006/232) e nella Strategia Tematica sull'ambiente urbano (COM/2005/0718), successivamente ritirate, l'impermeabilizzazione era ritenuta una delle principali problematiche. L'UE ha quindi sviluppato politiche e adottato una serie di strumenti legislativi che hanno un impatto sull'occupazione dei territori e quindi sull'impermeabilizzazione del suolo. Nel 2012 la Commissione Europea ha presentato il rapporto "Guidelines on best practice to limit, mitigate or compensate soil sealing" che recano buone pratiche atte a limitare, mitigare e compensare l'impermeabilizzazione del suolo.
Descrizione 2
Il principale limite dell'indicatore è legato alla tecnica utilizzata per la redazione della carta CORINE, l'estensione minima delle unità cartografate è pari a 25 ettari per la copertura CLC e 5 ettari per i cambiamenti.
Qualificazione dati
http://groupware.sinanet.isprambiente.it/uso-copertura-e-consumo-di-suolo/library/copertura-del-suolo/corine-land-cover
Nazionale
1990; 2000; 2006; 2012; 2018
Qualificazione indicatore
Per il CORINE Land Cover 2018 le informazioni sono state ricavate da fotointerpretazione di immagini satellitari ad alta risoluzione (Sentinel 2) relative al 2017 ed immagazzinate in una banca dati geografica vettoriale a scala 1:100.000. Sono individuate 44 classi di uso del suolo suddivise in 3 tre livelli gerarchici (5 classi per il primo, 15 per il secondo e 44 per il terzo). La sintesi regionale dell'indicatore è stata elaborata utilizzando le cinque classi al primo livello CLC (Aree artificiali, Aree agricole, Aree boschive e seminaturali, Zone umide e Corpi idrici).
Per la cartografia ISPRA sull’uso del suolo sono stati utilizzati:
- i dati CLC 2018, utili soprattutto per distinguere le superfici agricole, quelle artificiali, le zone umide e i corpi idrici,
- gli High Resolution Layers (HRL, strati ad alta risoluzione) riferiti all'anno 2015 per identificare al meglio le superfici arboree, i corpi idrici permanenti e le zone umide.
- la carta Nazionale del Consumo di Suolo 2017 per dettagliare al meglio le aree urbanizzate separando il verde urbano.
.
A scala nazionale si evidenzia, tra il 2012 e il 2018, un incremento generalizzato delle aree artificiali principalmente a scapito delle aree agricole e, in minor misura, delle aree boschive e seminaturali. In Italia, come nel resto d'Europa, le aree coltivate mostrano una contrazione legata ai processi di abbandono colturale o di urbanizzazione, mentre le aree urbane confermano il trend espansivo. Entrambi i processi sono osservabili anche nel decennio 1990-2000 (vedi edizioni precedenti). Nel periodo 2000-2006 si assiste, tuttavia, a un'inversione di tendenza per quanto riguarda le aree boschive e seminaturali che, cresciute di quasi 60.000 ettari nell'ultimo decennio del secolo scorso, perdono oltre 10.000 ettari nel periodo citato e perdono altri 6.600 ettari tra il 2006 e il 2012 (vedere edizioni precedenti).Tale trend sembrerebbe arrestarsi quasi del tutto considerando il CLC 2012 e il CLC 2018 con poco più di 386 ettari persi (Tabella 10.20).
Dati
Tabella 1: Uso del suolo per classi di primo livello CLC (1990)
ISPRA
Tabella 2: Uso del suolo per classi di primo livello CLC (2000)
ISPRA
Tabella 3: Uso del suolo per classi di primo livello CLC (2006)
ISPRA
Tabella 4: Uso del suolo per classi di primo livello CLC (2012rev)
ISPRA/SNPA
Tabella 5: Uso del suolo per classi di primo livello CLC (2018)
ISPRA/SNPA
Tabella 6. Differenze di uso del suolo per classi di primo livello CLC (2012rev - 2018)
ISRPA/SNPA
Tabella 7. Ambiti di uso del suolo prevalente (ettari e percentuale) in Italia nel 2018, suddiviso nelle tre classi.
ISPRA
Per la costruzione dell'indicatore sono stati impiegati i dati del progetto CORINE Land Cover relativi agli anni 1990, 2000, 2006, 2012 e 2018, a scala 1:100.000, con una minima unità cartografata di 25 ettari per le cartografie di uso (Tabelle 1, 2, 3, 4 e 5) e di 5 ettari per i cambiamenti (non riportati nelle tabelle). Il database dei cambiamenti è il principale prodotto del progetto, mentre il database di uso/copertura del suolo è derivato dall'intersezione della copertura precedente revisionata (rev.) con la copertura dei cambiamenti. I dati per il CLC 2018 derivano principalmente da fotointerpretazione effettuata sulla copertura satellitare tramite immagini Sentinel 2017. Tali dati vengono archiviati ed inseriti in un sistema informativo geografico secondo un sistema di classificazione composto da 44 classi di uso del suolo (la classe 5.2.3 Mari e oceani non rientra in questo indicatore) suddivise in 3 tre livelli (5 classi per il primo livello, 15 per il secondo livello e 44 per il terzo). La sintesi nazionale dell'indicatore è stata costruita utilizzando le cinque classi di copertura di primo livello CLC (Figure 1, 2 e 3):
• Classe 1: Aree artificiali
• Classe 2: Aree agricole
• Classe 3: Aree boschive e seminaturali
• Classe 4: Zone umide
• Classe 5: Corpi idrici.
I maggiori incrementi rispetto al dato del 2012 riguardano le aree artificiali con le crescite maggiori registrate in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. L’artificializzazione del territorio avviene prevalentemente a scapito delle aree agricole che continuano a decrescere con una media nazionale di quasi 1.500 ettari/anno (le regioni che si affacciano sulla Pianura Padana presentano le perdite maggiori) (Tabella 6). L’uso del territorio secondo la cartografia ISPRA evidenzia l’ambito agricolo come superficie maggiore (15.509.775 ettari) seguito dall’ambito naturale con 12.975.448 ettari e da quello urbano con 1.654.502 ettari, indicando la vocazione agricola italiana e la grande estensione di superfici naturali, soprattutto nelle aree montuose alpine e appenniniche (Tabella 7).
La differenza percentuale tra il 2012 e il 2018 mostra che è stato perso lo 0,17% delle aree ad uso agricolo con una crescita dello 0,67% dell’ambito urbano e dello 0,12% di quello naturale (Tabella 7).