Descrizione 1
Francesca Piva
L'indicatore fornisce un quadro a livello nazionale delle tipologie di pressioni che agiscono sui corpi idrici superficiali e sotterranei. Tali informazioni derivano dal reporting dei Piani di Gestione delle acque redatti dalle Autorità di bacino distrettuali secondo quanto previsto dalla la Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE. I dati si riferiscono al sessennio 2010-2015.
L'indicatore descrive le tipologie di pressione significative che insistono sui corpi idrici superficiali e sotterranei. Una pressione è definita “significativa” qualora da sola, o in combinazione con altre, contribuisce a un impatto (un peggioramento dello stato) che può mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi ambientali di cui all’art.4, comma 1, della Direttiva 2000/60/CE che comprendono il raggiungimento dello stato buono, il non deterioramento dello stato, l’impedimento della tendenza all’aumento dell’inquinamento delle acque sotterranee e il raggiungimento degli obiettivi per le aree protette.
L’elenco delle tipologie di pressione, e i relativi determinanti, che sono state prese in esame fanno riferimento all’Annex 1 della WFD Reporting Guidance 2016, linea guida della Commissione Europea che contiene le specifiche tecniche per il reporting delle informazioni contenute nei Piani di Gestione delle acque.
L’individuazione delle pressioni significative sui corpi idrici rappresenta una delle fasi iniziali del processo di pianificazione previsto dalla Direttiva 2000/60/CE. La valutazione dei rischi che ne consegue è utilizzata per progettare i programmi di monitoraggio il cui scopo è determinare lo stato e convalidare l’analisi di rischio.
Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE
D.Lgs. 152/2006
L’identificazione delle pressioni significative e degli impatti conseguenti è prevista dall’art. 5 della Direttiva 2000/60/CE e dalla norma italiana di recepimento il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale” e deve essere contenuta nei Piani di gestione delle acque in quanto necessaria per valutare il raggiungimento degli obiettivi ambientali dettati dalle suddette norme.
Descrizione 2
CIS Guidance n.3 - Analysis of Pressures and Impacts
WFD reporting Guidance 2016
Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE
D.Lgs. 152/2006
Piani di Gestione di Distretto - elaborati relativi all'analisi delle pressioni e impatti
Non essendo disponibile allo stato attuale una linea guida che definisca i criteri per l'individuazione delle pressioni significative, la caratterizzazione delle pressioni effettuata dalle Autorità di bacino distrettuali presenta disomogeneità che incidono sulla confrontabilità dei risultati.
Nell'ambito del SNPA è stato istituito un Gruppo di Lavoro (GdL - Pressioni) che sta elaborando una Linea Guida Nazionale per la definizione di indicatori, e relative soglie, riguardanti le pressioni significative. La disponibilità di linee guida sull'analisi e individuazione delle pressioni significative consentirà di ridurre l'eterogeneità delle metodologie adottate dalle Autorità di bacino distrettuali.
Qualificazione dati
Un esame dell’impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee è previsto dall’art.5 della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE e dalla norma italiana di recepimento D.Lgs. 152/2006. I Piani di Gestione delle Acque contengono l’analisi delle pressioni e impatti sui corpi idrici e le stesse informazioni sono riportate, standardizzate a livello europeo, attraverso il reporting WISE. Tali informazioni sono reperibili nei Piani di Gestione accessibili sui siti della Autorità di bacino distrettuali e come reporting WISE sul sito SINTAI (http://www.sintaiacq.isprambiente.it/), attualmente solo nell’area riservata WFD Reporting2016. I dati saranno resi pubblici non appena avranno ricevuto la conformità dalla Commissione Europea.
Nazionale
2010-2015
Qualificazione indicatore
Le elaborazioni per il calcolo dell’indicatore sono espresse in percentuale. Le percentuali sono state calcolate facendo riferimento ad aggregazioni diverse in funzione di quanto rappresentato. Nelle figure in cui sono riportate le tipologie di pressione per categoria di corpo idrico, le percentuali sono calcolate rispetto al numero di corpi idrici per ciascuna categoria. Analogamente, dove sono rappresentate le tipologie di pressione per distretto, le percentuali sono calcolate rispetto al numero di corpi idrici appartenenti a ciascun distretto.
In termini di stato si può osservare che, effettuando un’analisi delle tipologie di pressione che insistono singolarmente sui corpi idrici, quelle prevalenti sono di tipo diffuso e dovute a un uso agricolo. Inferiori, ma comunque elevate, sono le pressioni idromorfologiche, seguite in percentuale molto minore dalle pressioni puntuali e dai prelievi.
Non è possibile esprimere un giudizio sul trend dell’indicatore poiché nel precedente sessennio l’analisi delle pressioni è stata effettuata con criteri differenti.
Dati
Figura 4: Distribuzione delle principali tipologie di pressione per distretto: ciascun corpo idrico è soggetto a una sola tipologia di pressione
Elaborazione ISPRA su dati Autorità di bacino distrettuale
Distretti ITA - Alpi Orientali; ITB - Fiume Po; ITC - Appennino Settentrionale;ITD - Serchio ; ITE - Appennino Centrale; ITF -
Appennino Meridionale; ITG- Sardegna; ITH-Sicilia
Le percentuali sono calcolate rispetto al numero di corpi idrici di ciascuna categoria
Le elaborazioni per il calcolo dell’indicatore sono state effettuate utilizzando diverse aggregazioni dei dati in modo da rappresentare differenti aspetti dello stesso indicatore. Dal confronto tra i corpi idrici superficiali soggetti a una sola tipologia di pressione e quelli su cui sono presenti più pressioni (Figura 1) emerge che la concomitanza di più pressioni è preponderante per tutte le tipologie di pressione. Lo stato di qualità ecologico e/o chimico dei corpi idrici superficiali soggetti alle principali tipologie di pressione è in prevalenza inferiore al buono nel caso delle pressioni diffuse, mentre per le pressioni idromorfologiche e prelievi è maggiore il numero di corpi idrici in stato buono o elevato (Figura 2). Rappresentando la distribuzione delle principali tipologie di pressione distinte nelle quattro categorie di corpo idrico (Figura 3) si evince che le pressioni diffuse sono ovunque prevalenti rispetto alle altre, in particolare nelle acque di transizione e acque costiere. I laghi sono la categoria di acque in media meno soggetta a pressioni. La Figura 4, in cui è rappresentata la distribuzione per Autorità di bacino distrettuale delle principali tipologie di pressione presenti singolarmente sui corpi idrici, mette in evidenza che le pressioni diffuse sono la tipologia prevalente in tutti i Distretti tranne che per il Distretto Alpi Orientali dove sono in numero maggiore i corpi idrici soggetti a pressioni idromorfologiche. Come si evince dalla Figura 5, per i corpi idrici superficiali, l’incidenza dei determinanti agricoltura e sviluppo urbano sono preponderanti rispetto a tutti gli altri, mentre per i corpi idrici sotterranei l’incidenza maggiore è dovuta all’industria seguita da agricoltura e sviluppo urbano presenti comunque con percentuali elevate (Figura 11). In tutte le altre figure è rappresentata, per ciascuna tipologia di pressione sia per le acque superficiali sia sotterranee, la distribuzione tra i diversi usi. È evidente come per le pressioni diffuse l’uso prevalente sia l’agricoltura, per entrambi i corpi idrici (Figura 8 e Figura 14), mentre per i prelievi/diversioni siano comparabili gli usi idroelettrico, agricolo e altri usi per le acque superficiali (Figura 6), invece prevale altri usi seguito da uso agricolo per le acque sotterranee (Figura 12). Per le pressioni idromorfologiche, presenti solo per i corpi idrici superficiali, l’uso prevalente è la difesa dalle inondazioni (Figura 9). Relativamente a quest’ultima pressione, come evidenziato in Figura 10, la maggiore percentuale si rileva per l’alterazione fisica dei canali/alvei/fascia riparia/sponde.