Descrizione 1
Marilena Insolvibile; Giancarlo De Gironimo; Massimo Peleggi; Silvia Franceschini (ARPA EMILIA ROMAGNA)
Il monitoraggio chimico dei corsi d'acqua nel 2017 è stato eseguito dalle ARPA/APPA su un totale di 1.867 stazioni di monitoraggio appartenenti a 15 regioni e 2 province autonome.
La rappresentazione dell’indicatore è stata effettuata considerando sia gli Standard di Qualità Ambientale - Medio Annuo (SQA - MA) sia Standard di Qualità Ambientale - Concentrazione Massima Ammissibile ( SQA-CMA) nelle acque superficiali definiti nel D.Lgs. 172/2015.
Su scala nazionale l’87,1% delle stazioni non presenta superamenti degli SQA-MA e il 98,6% delle stazioni non presenta superamenti degli SQA-CMA.
Le sostanze chimiche nei corpi idrici ne definiscono le caratteristiche chimiche e fisiche. La presenza e abbondanza di tali sostanze dipende dalla natura del substrato, ma anche dalle interazioni dell’acqua con l’ambiente circostante, dall’apporto atmosferico, e in senso più ampio dal contributo di natura antropica; la determinazione analitica nel corpo idrico consente di porre l’attenzione sul consumo dei prodotti chimici alla fonte. Tali sostanze, in particolare nella forma bio-disponibile, veicolano nel biota (es. pesci e macrofite) dando inizio a processi di magnificazione. La comprensione delle interazioni tra sostanze chimiche e organismi viventi è notevolmente aumentata negli ultimi 20 anni; le concentrazioni inferiori a quelle letali per le specie viventi possono esercitare effetti più sottili sugli organismi, ad esempio limitando la capacità di riproduzione. Desta, pertanto, particolare attenzione il cosiddetto effetto “cocktail”, per cui sostanze che sono individualmente presenti in concentrazioni innocue possono combinarsi in miscele in modo complesso e influire sulla salute. In più non sono da sottovalutare i rischi di alcune sostanze chimiche “emergenti” che vengono continuamente identificate e che pertanto vanno tenute sotto controllo.
Il D.Lgs. 172/2015 in attuazione della Direttiva 2013/39/UE, che modifica la Direttiva 2000/60 CE, aggiorna la tabella 1/A relativa agli standard di qualità ambientale nella colonna d’acqua e nel biota per le sostanze dell’elenco di priorità. Tali valori soglia non devono essere superati affinché il corpo idrico risulti in classe di stato chimico “buono”. L’indicatore si propone di rappresentare le concentrazioni delle sostanze chimiche con limiti di quantificazione strumentale (LOQ) adeguati alle richieste normative, determinate per stazione di campionamento, riferite al monitoraggio del 2017 eseguito dalle ARPA/APPA nei corsi d'acqua, trasmesse a ISPRA nell’ambito del flusso dati EIONET/SOE, tenendo conto dello Standard di Qualità Ambientale-Medio Annuo (SQA - MA) e dello Standard di Qualità Ambientale-Concentrazione Massima Ammissibile (SQA - CMA).
Rappresentare le sostanze chimiche nei corsi d'acqua che le ARPA/APPA monitorano ai sensi del D.Lgs. 172/2015 con limiti di quantificazione strumentale (LOQ) adeguati alle richieste normative, e quantificare il numero di stazioni di monitoraggio in cui si hanno superamenti degli SQA – MA e degli SQA - CMA stabiliti dalla normativa, per uno o più sostanze, anche al fine di valutarne gli impatti antropici.
La Direttiva 2000/60/CE ha come obiettivi quelli di promuovere e attuare politiche sostenibili per l'uso e la salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee, al fine di contribuire al perseguimento della loro tutela e miglioramento della qualità ambientale, oltre che all'utilizzo razionale delle risorse naturali. Obiettivo ambientale per i corpi idrici superficiali (fiumi e laghi) è il raggiungimento dello stato “buono”. La Direttiva 2013/39/UE, inerente alle sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque, modifica l’elenco delle sostanze prioritarie in conformità dell’articolo 16, paragrafo 4, della Direttiva 2000/60/CE e dell’articolo 8 della Direttiva 2008/105/CE, individuando nuove sostanze cui attribuire una priorità d’intervento a livello di Unione Europea, definendo e rivedendo gli SQA per alcune sostanze esistenti, in linea con le nuove acquisizioni scientifiche, e fissando SQA relativi al biota per alcune sostanze prioritarie esistenti e per le sostanze identificate di recente. Il D.Lgs. 172/2015, in attuazione della Direttiva 2013/39/UE, integra e modifica il D.Lgs. 152/06, riportando gli standard di qualità ambientale per le sostanze chimiche necessarie alla valutazione del “buono” stato chimico delle acque superficiali. Infatti, il superamento della media annua degli standard di qualità o delle concentrazioni massime ammissibili, in qualsiasi punto di monitoraggio, potrebbe essere indicativo del rischio che non siano soddisfatte una o più condizioni concernenti il “buono” stato chimico delle acque superficiali, di cui all’articolo 1, comma 1, lettera z, del D.Lgs. 172/15.
Descrizione 2
EEA Report n. 18/2018 “Chemicals in European waters”
ISPRA, SNPA, Manuali e Linee Guida 116/2014 “Progettazione di reti e programmi di monitoraggio delle acque ai sensi del D. Lgs 152/2006 e relativi decreti attuativi”.
ISPRA, SNPA, Manuali e Linee Guida 143/2016 “Linee guida per il monitoraggio delle sostanze prioritarie (secondo il D: Lgs 172/2015).
ISPRA, Rapporto 260/2017 “Primo monitoraggio delle sostanze dell’Elenco di controllo (Watch List).
In alcuni contesti, e in particolare per alcune sostanze, sono stati evidenziati limiti di quantificazione (LOQ) non adeguati in relazione ai limiti definiti dalla normativa, sia per questioni di tipo analitico sia per dotazione strumentale.
Maggiore dettaglio nella rappresentazione dell’indicatore sarà fornito in riferimento alle sostanze chimiche coinvolte nelle elaborazioni, a seguito dell’adeguamento dei LOQ dei metodi analitici.
Ciò consentirà di avere una visione più completa dei superamenti nelle stazioni di campionamento degli SQA-MA e SQA CMA delle sostanze chimiche (individuati dalla normativa in vigore).
Qualificazione dati
http://www.sintai.isprambiente.it/faces/public/SOE/index.xhtml (con credenziali)
Regionale 16/20
2017
Qualificazione indicatore
Il monitoraggio delle sostanze chimiche delle acque superficiali prevede il campionamento in stazioni di monitoraggio e la determinazione analitica delle concentrazioni, al fine di individuare la presenza di sostanze inquinanti. La selezione delle sostanze da indagare dipende dal contesto territoriale e dalle pressioni antropiche che insistono.
I dati di monitoraggio vengono trasmessi annualmente dalle ARPA/APPA nell’ambito del flusso dati SOE/EIONET. Il D.Lgs. 172/2015, nella tabella 1/A, riporta, tra l’altro, gli standard di qualità media annua (SQA-MA) e le concentrazioni massime ammissibili (SQA-CMA) nelle acque superficiali interne che non devono essere superate in ciascun punto di monitoraggio.
Relativamente ai dati trasmessi nell’anno 2017, per ogni sostanza chimica determinata è stata calcolata la concentrazione media annua in ciascuna stazione di monitoraggio dei corsi d’acqua, tenendo conto dei criteri di calcolo indicati nel DM 260/2010. come modificato dal Decreto 219/2010. e nelle Linee Guida ISPRA MLG 116/2014. Per le sole sostanze chimiche per le quali la normativa ha definito uno standard di qualità media annua e i cui limiti di quantificazione (LOQ) dei rispettivi metodi analitici risultano adeguati (LOQ>SQA-MA) è stato conteggiato, per ogni regione o provincia autonoma, il numero di stazioni di monitoraggio dove il valore ha superato il rispettivo standard di qualità.
Sono stati stabiliti tre raggruppamenti calcolando le percentuali di stazioni, rispetto al totale delle stazioni di monitoraggio, nelle quali non si sono verificati superamenti, quelle in cui si è verificato un superamento e quelle in cui si sono verificati due o più superamenti degli standard di qualità media annua, per regione o provincia autonoma e a scala nazionale.
Si è proceduto con lo stesso raggruppamento per le sole sostanze chimiche per le quali la normativa ha definito uno SQA-CMA e il relativo SQA-MA, i cui limiti di quantificazione (LOQ) dei rispettivi metodi analitici risultano adeguati (LOQ<SQA-CMA). Infine è stata verificata l’incidenza dei superamenti degli SQA-CMA sugli SQA-MA.
Dalle attività di monitoraggio dei corsi d’acqua relative al 2017 eseguite dalle ARPA/APPA si evidenzia, a livello nazionale, un'alta percentuale di stazioni di monitoraggio dove nessuna o una sostanza chimica supera gli standard di qualità ambientale.
Considerando che l’indicatore di nuova istituzione si riferisce ai soli dati 2017, sarà possibile fornire una valutazione del trend nei prossimi aggiornamenti.
Dati
Tabella 1: Acque superficiali (fiumi), stazioni e sostanze chimiche monitorate
Elaborazione ISPRA-ARPA Emilia Romagna su dati SOE-EIONET
Sono state omesse le regioni con dati non disponibili o non conformi agli standard di trasmissione
Tabella 2: Sostanze chimiche determinate dalle regioni/province autonome per tipologia di sostanza (2017)
Elaborazione ISPRA-ARPA Emilia Romagna su dati SOE-EIONET
Sono state omesse le regioni con dati non disponibili
Tabella 3: Sostanze chimiche determinate dalle regioni/province autonome per tipologia di sostanza con LOQ > SQA MA (2017)
Elaborazione ISPRA-ARPA Emilia Romagna su dati SOE-EIONET
Sono state omesse le regioni con dati non disponibili
Tabella 4: Numero stazioni con SQA CMA superiore ai limiti e SQA MA inferiore ai limiti (2017)
Elaborazione ISPRA-ARPA Emilia Romagna su dati SOE-EIONET
Sono state omesse le regioni con dati non disponibili
Tabella 5: Monitoraggio di sostanze chimiche aventi CMA nel D.Lgs. 172/2015
Elaborazione ISPRA-ARPA Emilia Romagna su dati SOE-EIONET
Sono state omesse le regioni con dati non disponibili o non conformi agli standard di trasmissione
Tabella 6: Distribuzione sostanze chimiche nei fiumi per regioni/province autonome con CMA
Elaborazione ISPRA-ARPA Emilia Romagna su dati SOE-EIONET
Sono state omesse le regioni con dati non disponibili
Tabella 7: Sostanze chimiche nei fiumi per regioni/province autonome con superamenti MA CMA
Elaborazione ISPRA-ARPA Emilia Romagna su dati SOE-EIONET
Sono state omesse le regioni con dati non disponibili
Il monitoraggio chimico delle acque superficiali nel 2017 è stato effettuato su un totale di 1.867 stazioni appartenenti a 15 regioni e 2 province autonome. Il numero delle stazioni per ambito territoriale è variabile in funzione della dimensione, numero e tipologia dei corpi idrici superficiali, oltre che delle pressioni antropiche presenti nei diversi territori che determinano anche il tipo e frequenza di monitoraggio di sorveglianza oppure operativo (da un minimo di 26 stazioni della Valle d’Aosta a un massimo di 305 della Lombardia (Tabella 1 e Figura 1). Il numero massimo di sostanze chimiche determinate nei campioni di acque superficiali è pari a 209, che corrisponde a quanto effettuato dal Veneto, mentre è la Puglia a determinare il numero minimo di sostanze, pari a 76.
Nella Tabella 2 si riportano le sostanze chimiche del D.Lgs. 172/2015 a cui è assegnato uno Standard di Qualità Ambientale come valore medio annuo (SQA-MA) nelle acque superficiali interne, monitorate dalle ARPA/APPA; in particolare, il perfluorottano sulfonato (PFOS), sostanza introdotta dal decreto stesso, è stato determinato dalla Liguria, Toscana e Basilicata.
Le sostanze chimiche determinate dalle diverse regioni e province autonome non presentano superamenti degli SQA-MA nell’87,1% delle stazioni, superano per una sola sostanza nel 12,0% delle stazioni e superano per due o più sostanze nel restante 0,9% (Tabella 1 e Figura 1 e 2). Il Piemonte e il Lazio non registrano superamenti di sostanze chimiche nel 100% delle stazioni; in Puglia si rilevano le più alte percentuali di superamenti di una e più sostanze chimiche (rispettivamente 68% e 16%), mentre in Basilicata si osserva un valore elevato solo per superamenti di una sostanza chimica (60%).
Dalle rappresentazioni per regione sono state escluse le sostanze chimiche per cui è stato indicato un LOQ > SQA-MA (Tabella 3).
Sono state ancora analizzate le stazioni in funzione dei superamenti Standard di Qualità Ambientale - Concentrazione Massima Ammissibile (SQA-CMA) delle sostanze chimiche; in particolare in Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria e Basilicata non sono emersi superamenti; la Toscana mostra la percentuale più alta delle stazioni con superamenti di una sostanza chimica (5,9%), mentre la Sardegna quella delle stazioni con superamenti di più sostanze chimiche (9,2%) (Tabella 5 e Figura 3). L’elenco delle sostanze chimiche selezionate per le elaborazioni sono rappresentate nella Tabella 6, sono state escluse le sostanze chimiche per cui è stato indicato un LOQ > SQA-CMA.
Sono state, quindi, analizzate le stazioni con SQA-CMA superiore e verificati i rispettivi SQA-MA inferiori ai limiti definiti dal D.Lgs. 172/2015: in particolare, in Lombardia, Bolzano, Toscana, Sardegna sono state individuate stazioni in cui il cadmio supera le CMA, senza determinare però un superamento degli SQA-MA (Tabella 4).
Le sostanze chimiche responsabili dei superamenti degli SQA – MA e SQA – CMA sono invece elencate nella Tabella 7. Escluso il cadmio per il quale in alcune regioni si sono riscontrati superamenti, si registrano criticità tra i pesticidi nel clorpirifos e tra i policiclici aromatici nel fluorantene.