MONITORAGGIO STRATEGIA MARINA - CONCENTRAZIONE DI CONTAMINANTI

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Maria Teresa Berducci, Paola Guarracino, Serena Lomiri, Chiara Maggi, Giulia Romanelli, Giulio Sesta, Francesco Venti

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    I progressi verso il conseguimento del buono stato ambientale delle acque marine dipendono principalmente dalla graduale eliminazione dell’inquinamento, ovvero dalla capacità di garantire che la presenza dei contaminanti non generi impatti significativi e non causi rischi per l’ambiente marino. I Descrittore 8 e Descrittore 9 della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE (MSFD) richiedono specificatamente la valutazione della presenza dei contaminanti chimici e dei loro effetti. Nell’anno 2022 è stato svolto da ISPRA il monitoraggio della Sottoregione Mar Adriatico.

    Descrizione

    L’indicatore misura la concentrazione e gli effetti dei contaminanti nelle matrici biota e sedimento, tenendo conto dei processi biologici selezionati e dei gruppi tassonomici nei quali è stata individuata una relazione di causa/effetto che deve essere monitorata. Inoltre, misura l’impatto dei contaminanti nei prodotti ittici destinati al consumo umano.

    I dati relativi alla valutazione iniziale, al primo ciclo di monitoraggio ai sensi della Direttiva Strategia marina (2013-2017) e quelli provenienti dagli anni 2018-2021, sono stati aggiornati con quelli del 2022. Questi ultimi dati sono stati raccolti grazie alle campagne di monitoraggio effettuate da ISPRA e dalle ARPA ai sensi dell’Art. 11 della Direttiva Strategia Marina 2008/56/CE e ai monitoraggi effettuati dagli Istituti Zooprofilattici sperimentali. Su tutti i dati raccolti è stata effettuata una verifica di conformità rispetto ai requisiti della Direttiva 90/2009/EC e i dati risultati conformi sono stati elaborati e indicizzati.

    L’area di valutazione alla quale è stato applicato l’indicatore è la Marine Reporting Unit (MRU) Adriatic Sea (AS). La MRU si estende fino alla Zona Economica Esclusiva (ZEE). Per procedere alla valutazione del buono stato ambientale, è stato applicato alla MRU un grigliato con celle di dimensioni variabili in funzione della matrice (biota e sedimento) e, in particolare per la matrice biota, anche in relazione all’habitat e al gruppo funzionale della specie investigata. I parametri monitorati relativamente ai quali è stata effettuata l’elaborazione per l’indicatore sono le sostanze o i gruppi di sostanze presenti nell’elenco di priorità (Regolamento 2455/2001 e ulteriormente regolamentate nella Direttiva 2013/39/CE), raggruppate nelle classi suggerite dalla Comunità Europea: metalli, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), composti organici alogenati (HOCs) comprendenti anche diossine, furani e PCB diossina-simili (PCDD, PCDF, PCB-DL), composti organo-stannici (TBT), polibromodifenileteri (PBDE), acido perfluorottansolfonico (PFOS).

    Scopo

    Valutare lo stato di qualità dell’ambiente marino ed eventuali superamenti degli standard di qualità ambientale (SQA) individuati dalla Direttiva 2000/60/CE e dalle direttive figlie, Direttiva 2008/105/CE e Direttiva 2013/39/UE. Il giudizio complessivo sulla qualità dell’ambiente marino tiene conto sia delle concentrazioni di contaminanti, indicizzate e integrate per categoria nelle matrici sedimento e biota, sia degli effetti prodotti sugli organismi in termini di bioaccumulo ed effetti biologici (biomarker), rispetto ai rispettivi controlli e soglie. L’indicatore consente inoltre di valutare indirettamente l’impatto sulla salute umana attraverso la determinazione della concentrazione di contaminanti nei prodotti ittici destinati al consumo umano.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Ha una soglia o un valore di riferimento con il quale poterlo confrontare
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Direttiva 2008/56/CE (MSFD).

     Direttiva 2000/60/CE (WFD).

     Direttiva 2009/90/CE.

     Direttiva 2013/39/UE.

     Regolamento CE n.1881/2006 e successive modifiche.

     D.Lgs. 219/2010.

     D.Lgs. 172/2015.

    La Direttiva Strategia Marina 2008/56/CE ha richiesto agli Stati membri di raggiungere, entro il 2020, il buono stato ambientale (GES, Good Environmental Status) per le proprie acque marine. La determinazione del buono stato ambientale si basa su un elenco di undici descrittori qualitativi dell’ambiente marino che fanno riferimento a molteplici aspetti degli ecosistemi marini, tra cui i Descrittore 8 e Descrittore 9, che richiedono specificatamente la valutazione della presenza dei contaminanti chimici e dei loro effetti. 

    L’indicatore ha come obiettivo la valutazione dello stato ambientale ai sensi dei Descrittori 8 e 9 della Direttiva, attraverso il confronto dei dati con i valori soglia stabiliti dalla Direttiva 2013/39/UE, dal D.Lgs. 172/2015 e dal Regolamento CE 1881/2006 e successive modifiche. 

    DPSIR
    Pressione
    Stato
    Impatto
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Riferimenti bibliografici

    http: //www.db-strategiamarina.isprambiente.it

    Limitazioni

    Per l’indicatore: da completare con l’integrazione per matrici (sedimento e biota) e l’elaborazione della relazione tra bioaccumulo ed effetti biologici.

    Per i dati: scarsa tracciabilità per i pesci destinati al consumo umano campionati dagli Istituti zooprofilattici; insufficiente copertura spaziale dei dati di bioaccumulo nei molluschi e nei crostacei; scarsità di dati sul bioaccumulo di difenileteri bromurati (PBDE) nei pesci; difficoltà nel reperire in tempo utile i dati dei monitoraggi effettuati dalle ARPA costiere.

    Ulteriori azioni

    Azioni correttive in merito alla copertura spaziale dei dati di bioaccumulo, all’impossibilità di individuare con certezza l’area di provenienza di campioni ittici, alla difficoltà di adattare un dato sanitario a una valutazione ambientale.

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Fonte dei dati
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    Istituti Zooprofilattici Sperimentali (II.ZZ.SS.)
    Accessibilità dei dati di base

    Monitoraggio Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (WFD) - EIONET/SOE: https://cdr.eionet.europa.eu/it/eea/me1/ Monitoraggio Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE (MSFD) - Sistema Informativo Centralizzato (SIC): http://www.db-strategiamarina.isprambiente.it

    Copertura spaziale

    Mare Adriatico

    Copertura temporale

    aggiornamento 2022

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    Al fine di valutare lo stato ambientale a partire dalla concentrazione dei contaminanti è stato elaborato un indice, basato sul confronto con i valori di riferimento riportati nella normativa nazionale/internazionale (Direttiva 2008/105/CE, Direttiva 2013/39/UE, D.Lgs. 219/2010, D.Lgs. 172/2015). Tale indice è costruito sugli scarti tra i singoli valori di concentrazione e i rispettivi standard di qualità ambientale (SQA), pesati per un opportuno coefficiente di pericolosità/priorità, che permette di dare un peso diverso alle sostanze prioritarie e pericolose, solo prioritarie oppure né prioritarie né pericolose. Si tratta di un indice centrato in zero, valore assunto se la concentrazione del contaminante è uguale a quella dello SQA. I valori superiori a zero, quindi, indicano un superamento del limite di legge, che poi può essere amplificato o meno dal coefficiente di pericolosità. L’indice singolo così costruito è la base per la realizzazione di un indice finale di categoria, che permette di valutare ogni categoria di contaminanti nel suo complesso. Tale indice finale, dato dal valore massimo dei singoli indici determinati per ogni contaminante, è ancora un indice adimensionale e risulta applicabile a ciascuna delle matrici considerate (sedimento e biota). Gli indici di categoria così ottenuti vengono integrati in modo da ottenere un singolo giudizio all’interno di ogni cella.

    Per la matrice biota si è scelto di utilizzare specie target analoghe a quelle scelte per gli anni 2018-2021 in quanto uniformi tra le Marine Reporting Units (triglia, merluzzo e crostaceo o mitile) in modo da ottenere dati confrontabili.

    Per valutare gli impatti sulla salute umana sono stati considerati range statistici di accettazione, basati sui tenori massimi riportati nel Regolamento 1881/2006 e successive modifiche, mediante i quali si è valutato se i contaminanti presenti nei prodotti ittici siano compatibili con il consumo umano.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    Rispetto agli anni 2018-2021 si osserva in generale una maggiore copertura spaziale dei dati di contaminazione di sedimenti e biota per la MRU Mare Adriatico, grazie al monitoraggio progettato e svolto da ISPRA in questa Sottoregione nel 2022. Questo consente di esprimere un giudizio sullo stato ambientale dell’intera Sottoregione per i sedimenti, mentre per il biota ciò non è ancora possibile a causa della scarsa copertura spaziale dei dati per molluschi e crostacei e della scarsità di dati sull’accumulo di difenileteri bromurati (PBDE) nei pesci.

    Stato
    Buono
    Trend
    Stabile
    Valutazione/descrizione dello stato

    La rivisitazione dei programmi di monitoraggio per i Descrittori 8 e 9 ha previsto, rispetto al periodo 2013-2018, l’implementazione generale della copertura spaziale al fine di ridurre il gap informativo emerso dai dati pregressi e la messa a punto di metodi e criteri di analisi di biomarker da integrare con le analisi di bioaccumulo per la valutazione degli effetti dei contaminanti.

    È stato definito in modo funzionale il posizionamento delle stazioni e il grigliato per l’elaborazione dei dati, coerentemente con le specie target individuate (maglie comprese tra 30km e 90km per lato). Per queste elaborazioni, i dati provenienti dal monitoraggio ISPRA sono stati integrati anche dai dati di monitoraggio effettuato dagli IZS ai sensi della Regolamento 1881/2006 e seguenti. 

    Per la Sottoregione Mar Adriatico, nel 2022 la percentuale di celle in buono stato risulta sempre elevata, ad eccezione del mercurio nei pesci. Tuttavia, nonostante il superamento dell’SQA fissato dal D.Lgs. 172/2015 per il mercurio nel tessuto muscolare, non si registrano superamenti del tenore massimo fissato dal Reg. CE 1881/2006 per la tutela della salute umana.

    Valutazione/descrizione del trend

    I dati possono essere confrontati con quelli raccolti nel 2019 dalle campagne eseguite da ISPRA e ARPA, e dai monitoraggi degli IZS. Nella maggior parte dei casi nel 2022 si registra un miglioramento della copertura spaziale dei dati rispetto al 2019, mentre è sostanzialmente confermata la qualità dello stato ambientale.

    Commenti

    La campagna ISPRA, svolta nella Sottoregione Mar Adriatico nel 2022, ha portato ad avere una copertura spaziale dei dati di circa il 65% dell’area per la matrice sedimento. Tale copertura è molto più alta rispetto a quella degli anni 2018 e 2020, in cui il monitoraggio della Sottoregione è stato coperto solo dalle ARPA, mentre è analoga a quella del 2019, anno in cui è stato effettuato il primo monitoraggio ISPRA di questa Sottoregione. 

    Come mostrato in Figura 1, per la categoria degli HOCs tutte le celle investigate risultano in stato buono, mostrando assenza di superamenti degli standard di qualità ambientale stabiliti dal D.Lgs. 172/2015. La stessa situazione si verifica per la categoria degli IPA, con la totalità delle celle in stato buono. Per il TBT (tributilstagno) si registrano invece alcuni superamenti degli standard di qualità ma l’85% delle celle investigate risulta comunque in stato buono. Per i metalli la percentuale di celle in stato buono è del 33% ma è da evidenziare che i principali superamenti degli SQA sono i medesimi di quelli riscontrati nella campagna del 2019 (As, Cr e Ni), confermando che sono legati alla natura geochimica dei sedimenti, ossia sono conformi ai livelli di fondo naturale sito specifici noti per l’Adriatico (Manuali e Linee guida 170/2017 ISPRA). 

    Rispetto al 2019, relativamente alle stazioni di monitoraggio di ISPRA, la percentuale di celle in buono stato per la categoria dei metalli e degli IPA è analoga, mentre risulta migliorata per gli HOCs. Per i TBT si rileva qualche peggioramento rispetto al 2019, sebbene complessivamente la maggior parte delle celle sia rimasta in stato buono.

    Per quanto riguarda il biota, ai fini della valutazione dello stato di qualità dell’ambiente marino, i dati raccolti per le specie appartenenti al gruppo funzionale dei Demersal Fish (Merluccius merluccius e Mullus barbatus), e agli habitat Littoral Rock e Littoral Sediment (molluschi bivalvi) e Shelf Sublittoral Mixed Sediment (nello specifico Crostacei), sono stati confrontati con gli SQA stabiliti dal D.Lgs. 172/2015 per HOCs, PFOS e IPA. Inoltre, ai fini della tutela della salute umana, nei prodotti della pesca è stata valutata anche la confrontabilità con i limiti imposti dal Reg. UE 1881/2006 e successive modifiche.

    Dal punto di vista della concentrazione degli HOCs e del PFOS, che vengono analizzati in organismi del gruppo funzionale dei Demersal Fish, si è raggiunta una copertura spaziale del 72% della Sottoregione, con la totalità delle celle in stato buono (Figura 2). Rispetto al 2019 la copertura è notevolmente aumentata.

    Per il mercurio nei Demersal Fish la copertura è del 72% e in tutte le celle indagate si verificano superamenti dell’SQA, fissato a 20 µg/kg dal D.Lgs. 172/2015. Tale dato conferma quanto emerso già negli anni precedenti malgrado la copertura fosse minore. Nonostante ciò, è importante evidenziare come, dal punto di vista della salute umana, i dati del mercurio risultino tutti inferiori ai valori limite fissati dal Reg. 1881/2006 e successive modifiche.

    Per ciò che concerne la categoria degli IPA, le cui analisi vengono effettuate, come prescritto dalla normativa, solo per crostacei e molluschi bivalvi, la copertura raggiunge rispettivamente il 38% e il 18%. Anche in questo caso, sebbene la copertura non permetta di esprimere un giudizio sullo stato dell’intera Sottoregione, si può osservare che tutte le celle analizzate risultano in stato buono, come mostrato in Figura 3 per i crostacei. Inoltre, per questi organismi, viene monitorata anche la concentrazione della somma di Diossine, Furani e PCB-diossina-simili, per la quale non si evidenziano superamenti dello standard di qualità ambientale a fronte di una copertura spaziale del 38% per i crostacei e del 5% per i molluschi.

    La scarsa copertura spaziale per i molluschi (nei quali si analizza il bioaccumulo di IPA, Diossine, Furani e PCB-diossina-simili secondo il D.Lgs. 172/2015) è dovuta alla difficoltà di reperire metadati utili per adattare alla valutazione ambientale il dato sanitario fornito dagli Istituti Zooprofilattici, spesso non rispondente ai requisiti di qualità per i dati ambientali dettati dal D.Lgs. 219/2010.

    Dal punto di vista della tutela della salute umana, i dati di contaminazione rivelano il rispetto dei valori soglia normativi stabiliti dal Reg. UE 1881/2006, e uno stato ambientale buono.

    In Figura 4 è riportata la mappa per il Mercurio (punti 3.3.1 e 3.3.2 del Regolamento) che mostra l’assenza di superamenti del tenore massimo consentito nei prodotti della pesca. Lo stesso si verifica per Piombo e Cadmio, confermando quanto emerso per i metalli già nel triennio 2018-2020, con un aumento della copertura spaziale dei dati per il 2022. 

    Non si registrano superamenti dei tenori massimi neanche per gli IPA nei molluschi bivalvi (punto 6.1.6 del Regolamento ovvero Benzo(a)pirene e somma di Benzo(a)pirene, Benzo(a)antracene, Benzo(b)fluorantene e Crisene) né per le Diossine, i Furani, i PCB-diossina-simili e PCB-non-diossina-simili in muscolo di pesce e prodotti della pesca (punto 5.3 del Regolamento), come mostrato in Figura 5. Per questi contaminanti, inoltre, la copertura dei dati è significativamente aumentata rispetto al triennio 2018-2020.

    Allegati
    Thumbnail
    Titolo

    Abstract

    Fonte

    ISPRA

    Thumbnail
    Titolo

    Figura 1: Contaminanti nei sedimenti - Sottoregione Mar Adriatico (2022)

    Fonte

    ISPRA

    Thumbnail
    Titolo

    Figura 2: HOCs e PFOS nei pesci - Sottoregione Mar Adriatico (2022)

    Fonte

    ISPRA

    Thumbnail
    Titolo

    Figura 3: IPA e somma di diossine, furani e PCB diossina simili nei crostacei - Sottoregione Mar Adriatico (2022)

    Fonte

    ISPRA

    Thumbnail
    Titolo

    Figura 4: Mercurio in prodotti della pesca secondo il Reg. CE 1881/2006 e s.m.i - Sottoregione Mar Adriatico (2022)

    Fonte

    ISPRA

    Thumbnail
    Titolo

    Figura 5: Diossine, Furani, PCB diossina simili e non diossina simili in prodotti della pesca secondo il Reg. CE 1881/2006 e s.m.i - Sottoregione Mar Adriatico (2022)

    Fonte

    ISPRA