Descrizione 1
Marco Matiddi, Arianna Orasi, Raffaella Piermarini, Cecilia Silvestri
L’Italia, in applicazione della Direttiva Quadro per la Strategia Marina, effettua dal 2015 un intenso programma di monitoraggio dei rifiuti marini, compresi i microrifiuti nello strato superficiale della colonna d’acqua. Tale monitoraggio è svolto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, di cui ISPRA fa parte, con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Composizione, quantità e distribuzione dei microrifiuti sulla superficie della colonna d’acqua tali da non provocare danni all'ambiente costiero e marino sono infatti tra i requisiti per raggiungere il buono stato ambientale delle acque marine, ai fini dell’attuazione della Direttiva. I microrifiuti sono microparticelle con dimensioni inferiori ai 5 mm. È molto difficile assegnare l’origine dei microrifiuti una volta che entrano nell'ambiente. Le microparticelle in mare hanno una doppia provenienza: primaria e secondaria. La primaria include la produzione di microparticelle quali pellets e microgranuli usati nella cosmetica o prodotti abrasivi di pulizia prodotti dalle industrie. La secondaria proviene dalla frammentazione e degradazione in piccole particelle da macrorifiuti. Non esiste ancora un valore soglia per definire il buono stato ambientale per quanto riguarda i microrifiuti, Con l’elaborazione dei dati effettuata dal 2015 al 2021 era stato possibile definire un valore mediano di densità delle microparticelle presenti nei nostri mari, pari a 0,04 microparticelle su m2, ossia 40.000 microparticelle su km2. Tale valore si conferma aggiungendo alla serie di dati anche quelli del 2022.
La definizione del “buono stato ambientale” (GES) per il Descrittore 10, ai sensi del DM 15 febbraio 2019 recita: “G 10.1 La composizione e la quantità dei rifiuti marini sul litorale, nello strato superficiale della colonna d’acqua, sul fondo marino, dei microrifiuti nello strato superficiale della colonna d’acqua e dei rifiuti marini ingeriti dagli animali marini sono tali da non provocare rilevanti impatti sull’ecosistema costiero e marino”. L’indicatore permette di misurare il numero di microparticelle per m2 di superficie marina, fornendo informazioni sul livello di inquinamento in mare da microrifiuti. Le microparticelle sono definite come delle particelle di origine antropica (solide, sintetiche e/o di matrice polimerica) con dimensioni inferiori di 5 mm. Le microparticelle in mare hanno una doppia provenienza primaria e secondaria. La primaria include la produzione di microparticelle quali pellets e microgranuli usati nella cosmetica o prodotti abrasivi di pulizia prodotti dalle industrie. La secondaria proviene dalla frammentazione e degradazione dei macrorifiuti in piccole particelle. La degradazione degli oggetti, con formazione di microparticelle, può impattare gli organismi marini mediante ingestione diretta o involontaria entrando in tal modo nella rete trofica.
Misurare la concentrazione dei microrifiuti sulla superficie marina. La riduzione nel tempo del tasso di incremento dei microrifiuti nello strato superficiale dei nostri mari permette di valutare se lo stato ambientale marino stia migliorando a seguito di specifiche azioni che prevedono la riduzione dell’immissione e l’incremento della raccolta di rifiuti sia in mare sia sui litorali.
Direttiva 2008/56/CE.
D.Lgs. n. 190 del 13 ottobre 2010.
Decisione (UE) 2017/848 della Commissione del 17 maggio 2017 che definisce i criteri e le norme metodologiche relativi al buono stato ecologico delle acque marine nonché le specifiche e i metodi standardizzati di monitoraggio e valutazione, e che abroga e sostituisce la Decisione 2010/477/UE.
Descrizione 2
Baini, M., Fossi, M.C., Galli, M., Caliani, I., Campani, T., Finoia, M.G., Panti, C., 2018. Abundance and characterization of microplastics in the coastal waters of Tuscany (Italy): The application of the MSFD monitoring protocol in the Mediterranean Sea. Mar. Pollut. Bull. 133, 543–552. https://doi.org/10.1016/J.MARPOLBUL.2018.06.016.
Caldwell, J., Muff, L.F., Pham, C.K., Petri-Fink, A., Rothen-Rutishauser, B., Lehner, R., 2020. Spatial and temporal analysis of meso- and microplastic pollution in the Ligurian and Tyrrhenian Seas. Mar. Pollut. Bull. 159, 111515. https://doi.org/10.1016/j.marpolbul.2020.111515.
De Lucia G.A., Vianello A., Camedda A., Vani D., Tomassetti P., Coppa S., Palazzo L., Amici M., Romanelli G., Zampetti G., Cicero A.M., Carpentieri S., Di Vito S. and Matiddi M., 2018. Contamination of the Italian Minor Islands by micro-plastics pollution: survey of the clearest Italian sea waters. Water. 10 (8),1108. https://doi.org/10.3390/w10081108.
De Lucia G.A., Caliani I., Marra S., Camedda A., Coppa S., Alcaro L., Campani T., Giannetti M., Coppola D., Cicero A.M., Panti C., Baini M., Guerranti C., Marsili L., Massaro G..,Fossi M.C. and Matiddi M. 2014. Amount and distribution of neustonic micro-plastic off the Western Sardinian coast (Central-Western Mediterranean Sea). Marine Environmental Research. 100, 10-16. DOI: 10.1016/j.marenvres.2014.03.017.
Marrone, A., La Russa, M.F., Randazzo, L., La Russa, D., Cellini, E., Pellegrino, D., 2021. Microplastics in the center of mediterranean: Comparison of the two calabrian coasts and distribution from coastal areas to the open sea. Int. J. Environ. Res. Public Health 18, 20. https://doi.org/10.3390/ijerph182010712.
MSFD-TSGML 2013. Guidance on monitoring of marine litter in European Seas. A guidance document within the common implementation strategy for the marine strategy framework directive. EUR-26113 EN. JRC Scientific and Policy Reports JRC83985. http://mcc.jrc.ec.europa.eu/documents/201702074014.pdf.
UNEP/MED WG.482/19. 2020. Monitoring Guidelines/Protocols for Floating Microplastics
Assenza di valori di riferimento/criteri di valutazione.
Qualificazione dati
http://www.db-strategiamarina.isprambiente.it/app/#/
Nazionale
2015-2022
Qualificazione indicatore
L’indicatore esprime la concentrazione dei microrifiuti nello strato superficiale della colonna d’acqua. La concentrazione di microplastiche viene espressa come numero di oggetti per m2 di acqua di mare campionata. Il calcolo della quantità di microparticelle/m2 viene eseguito sulla base della superficie di acqua filtrata (S) calcolata mediante la seguente formula:
S = L x l
dove:
L è la lunghezza del percorso lineare campionato, l è la larghezza della bocca della manta.
A livello europeo non è ancora stato stabilito il valore soglia per definire il buono stato ambientale sui microrifiuti marini. Dall’elaborazione dei dati effettuati per gli anni 2015-2022, il valore mediano di densità delle microparticelle presenti nelle superfici dei nostri mari è di 0,04 su m2, ossia 40.000 microparticelle su km2.Tale risultato è in linea con i dati di altri autori che hanno riportato risultati simili per le acque costiere italiane, utilizzando la stessa unità di misura (microparticelle•m-2) e la stessa dimensione delle maglie della rete di campionamento (330 µm) (Baini et al. 2018), Caldwell et al. 2020; Marrone et al. 2021).
Il programma di monitoraggio dei microrifiuti è iniziato nel 2015, è quindi possibile avere una prima base di riferimento sulla quantità dei microrifiuti dispersi sulla superficie marina. Pur non disponendo ancora di una serie temporale sufficientemente lunga per valutare l’andamento della concentrazione dei microrifiuti, utilizzando indici a base variabile è stato possibile identificare le variazioni del fenomeno da un anno all’altro. Da tale valutazione, si evince che mediamente la concentrazione dei microrifiuti nello strato superficiale dei nostri mari rimane pressoché stabile negli anni, di conseguenza, lo stato ambientale marino sembra non peggiori.
Per il 2022, nel Mar Adriatico, la concentrazione dei microrifiuti è diminuita del 17% rispetto al 2021, è aumentata del 17% nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale, nel Mar Mediterraneo occidentale invece si è registrato un aumento notevole, infatti le concentrazioni sono raddoppiate. È molto difficile valutare il trend delle concentrazioni dei microrifiuti sulla superficie marina a meno che non si abbiano serie storiche molto lunghe. La distribuzione spaziale di questo inquinante è influenzata da molteplici fattori che interagiscono tra loro. Le microplastiche galleggianti sono trasportate dai movimenti dell'acqua di mare e la loro distribuzione rifletterà la circolazione superficiale e del vento. Nelle aree costiere, molteplici fattori antropici possono influenzare il loro accumulo e dispersione. La vicinanza alle grandi città e alle attività antropiche (ad es. turismo costiero, nautica da diporto, agricoltura, porti, attività industriali, pesca, acquacoltura) può contribuire in modo significativo alla quantità di rifiuti marini negli ambienti marini.
Dati
Figura 3: Concentrazione annuale dei microrifiuti nel Mar Adriatico
Elaborazione ISPRA su dati ARPA
Le barre in grigio rappresentano l’indice di variabilità a base mobile. La linea blu rappresenta la percentuale annuale di microrifiuti. N è il numero di campioni effettuati nell’anno
Figura 4: Concentrazione annuale dei microrifiuti nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale
Elaborazione ISPRA su dati ARPA
Le barre in grigio rappresentano l’indice di variabilità a base mobile. La linea blu rappresenta la percentuale annuale di microrifiuti. N è il numero di campioni effettuati nell’anno
Figura 5: Concentrazione annuale dei microrifiuti nel Mediterraneo occidentale
Elaborazione ISPRA su dati ARPA
Le barre in grigio rappresentano l’indice di variabilità a base mobile. La linea blu rappresenta la percentuale annuale di microrifiuti. N è il numero di campioni effettuati nell’anno
I dati riguardanti i microrifiuti marini sono il risultato di campagne di monitoraggio condotte negli anni 2015-2022 nelle tre sottoregioni (Mediterraneo occidentale, Mar Ionio e Mediterraneo centrale e Mar Adriatico). Il 2015 è stato utilizzato come anno pilota per la messa a punto del metodo di campionamento e di analisi, mentre i dati del periodo 2016-2022 sono stati elaborati per popolare l’indicatore. L’esplorazione dei dati è stata condotta utilizzando degli indici a base mobile che, considerando i dati delle concentrazioni annuali dei microrifiuti, servono a mettere in luce le variazioni delle intensità del fenomeno da un anno all’altro.
La distribuzione dei dati, suddivisa per sottoregione nel periodo 2015-2022 (Figura 1), è risultata asimmetrica ossia i valori di microrifiuti campionati sono più concentrati nelle classi tra 0 e 0,04 micr/m2 e più dispersi per valori superiori alla mediana. I dati rilevati per il 2022 confermano, quindi, le concentrazioni mediane riscontrate nel periodo 2015-2021.
Il contributo di ogni sottoregione alla concentrazione territoriale delle microparticelle mostra percentuali molto simili a quella degli anni precedenti. Nel 2022, le sottoregioni Mar Adriatico e Mar Mediterraneo occidentale contribuiscono per il 39,6% e il 39% rispettivamente, mentre Mar Ionio e Mediterraneo centrale per il 21,4% (Figura 2).
Le Figure 3, 4 e 5 riportano la concentrazione della distribuzione annuale dei microrifiuti per ciascuna sottoregione. In particolare le barre in grigio rappresentano l’indice di variabilità a base mobile, mentre la linea blu la percentuale annuale di microrifiuti e N è il numero di campioni effettuati nell’anno e serve a controllare che il numero dei campioni effettuati sia stabile nel tempo.
Nel Mar Adriatico, la percentuale della concentrazione dei microrifiuti (linea blu) nel 2022 evidenzia una concentrazione pressoché simile a quella del 2021 (10,2%) e una continua diminuzione (17%) a partire già dal 2020 (Figura 3). Nella sottoregione Mar Ionio e Mediterraneo centrale (Figura 4), la percentuale di microrifiuti per il 2022 è raddoppiata rispetto al 2021 passando dal 2,4% al 5,5%.
Anche nel Mediterraneo occidentale l’intensità della concentrazione di microrifiuti nel 2022 rispetto al 2021 è aumentata, passando dall’8% al 10% (Figura 5).