Descrizione 1
Lucilla Carnevali, Stefania Ercole, Piero Genovesi
L'indicatore fornisce un quadro dell'attuale presenza in Italia di specie alloctone animali e vegetali e dei trend di introduzione nell'ultimo secolo, attraverso la consistenza numerica, il numero medio di nuove specie alloctone introdotte ogni anno e la distribuzione delle specie invasive di rilevanza unionale. Il numero di specie alloctone in Italia è in progressivo e costante aumento; sulla base dei dati attualmente disponibili le specie esotiche (o ancora di status incerto) introdotte nel nostro Paese sono state più di 3.600 (di cui 3.498 attualmente presenti). Il numero medio di specie aliene introdotte per anno è aumentato in modo esponenziale nel tempo, arrivando a 16 specie all'anno nel decennio scorso (2010-2019). Anche il numero cumulato di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 conferma questo andamento, con un aumento in 120 anni di oltre il 500%.
Secondo la CBD (Convention on Biological Diversity) per specie alloctona (esotica, aliena, introdotta, non-nativa) deve intendersi "una specie, sottospecie o gruppo tassonomico di livello gerarchico più basso introdotta (a causa dell'azione dell'uomo, intenzionale o accidentale) al di fuori della propria distribuzione naturale passata o presente, inclusa qualunque parte della specie, gameti, semi, uova o propagoli di detta specie che potrebbero sopravvivere e conseguentemente riprodursi". Per specie alloctona invasiva deve intendersi "una specie alloctona la cui introduzione e/o diffusione minaccia la biodiversità". L'indicatore fornisce un quadro dell'attuale presenza delle specie alloctone animali e vegetali in Italia, attraverso la loro consistenza numerica e mostra sia i trend di introduzione di specie alloctone nel territorio nazionale nell'ultimo secolo, sia il tasso medio annuo (numero medio di nuove specie alloctone introdotte ogni anno). I dati utilizzati per l'indicatore sono stati estratti dalla Banca Dati Nazionale Specie Alloctone, realizzata da ISPRA su incarico del MiTE e costantemente aggiornata. L’indicatore riporta la mappa di distribuzione delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale presenti in Italia, elaborata per la prima rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Regolamento UE 1143/14. Tale mappa contribuisce all’implementazione a livello europeo delle mappe di distribuzione delle specie invasive di rilevanza unionale.
L'indicatore è utile a rappresentare il fenomeno delle invasioni biologiche che causa danni alla biodiversità, ai servizi ecosistemici, alla salute umana e all'economia.
Dal 1° gennaio 2015 è entrato in vigore il Regolamento (EU) 1143/2014 del Parlamento e del Consiglio europei sulla prevenzione e la gestione dell'introduzione e la diffusione delle specie aliene invasive. Il Regolamento fissa le regole per prevenire, ridurre al minimo e mitigare l'impatto sulla biodiversità, sui servizi ecosistemici, sulla salute umana e sull'economia dovuto all'introduzione e diffusione, sia deliberata che accidentale, di specie aliene invasive all'interno dell'Unione Europea. La Commissione ha adottato un elenco di specie invasive rilevanti per l'Unione, che è aggiornato di continuo e revisionato almeno ogni 6 anni. Le specie presenti in questo elenco non possono essere intenzionalmente introdotte nel territorio europeo, né essere allevate, trasportate, immesse sul mercato o rilasciate nell'ambiente. Il Regolamento stabilisce l’obbligo di mettere a punto un sistema di sorveglianza per il rilevamento precoce e l'eradicazione rapida delle specie di rilevanza unionale ancora assenti dal territorio dello Stato membro, nonché l’obbligo di attuare misure di gestione efficaci per le specie già presenti. Inoltre, ogni Stato membro deve svolgere un’analisi approfondita dei vettori tramite i quali le specie esotiche invasive sono introdotte e si diffondono nel proprio territorio, elaborando e attuando un piano d’azione per i vettori prioritari individuati. Spetta agli Stati membri il compito di adottare le misure necessarie per garantire l'applicazione del Regolamento e prevedere le sanzioni in caso di violazione. Infine, è previsto un sistema di autorizzazioni e permessi speciali per consentire alcune attività con le specie aliene invasive, come ad esempio attività di ricerca o conservazione. Gli Stati membri possono istituire elenchi nazionali di specie invasive, anche al fine di introdurre misure di prevenzione e gestione su scala nazionale. Il Decreto legislativo n. 230/17 di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento UE 1143/2014, entrato in vigore il 14 febbraio 2018, stabilisce le misure per: i controlli ufficiali necessari a prevenire l’introduzione deliberata delle specie di rilevanza unionale e nazionale, il rilascio delle autorizzazioni in deroga ai divieti, l’istituzione di un sistema nazionale di sorveglianza, le misure di gestione volte all’eradicazione o contenimento delle specie di rilevanza unionale e nazionale e la disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni. A giugno 2019 l’Italia ha inviato i dati per la prima rendicontazione prevista ai sensi dell’art. 24 del Regolamento UE sulle specie aliene di rilevanza unionale.
Descrizione 2
Seebens H., Blackburn T.M., Essl F., 2017. No saturation in the accumulation of alien species worldwide. Nature Communications, 8, 14435. http://www.nature.com/articles/ncomms14435 Ercole S., Angelini P., Carnevali L., Casella L., Giacanelli V., Grignetti A., La Mesa G., Nardelli R., Serra L., Stoch F., Tunesi L., Genovesi P. (ed.), 2021. Rapporti Direttive Natura (2013-2018). Sintesi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e delle azioni di contrasto alle specie esotiche di rilevanza unionale in Italia. ISPRA, Serie Rapporti 349/2021. Disponibile su https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporti-direttive-natura-2013-2018 e su www.specieinvasive.it
I dati utilizzati per l'indicatore rappresentano una sottostima della consistenza del fenomeno a causa della limitata quantità di studi specifici in determinate aree geografiche, oltre che per il ritardo con cui le specie vengono identificate. Inoltre, per alcuni gruppi tassonomici i dati sono ancora carenti (in particolare per i funghi e i licheni).
Sarebbe necessario colmare le lacune relative alle date di introduzione delle specie aliene in Italia, almeno dal secondo dopoguerra a oggi.
Qualificazione dati
La Banca Dati Nazionale Specie Alloctone è consultabile on-line su www.specieinvasive.it
Nazionale
(Neolitico) - 1500 – 2021
Qualificazione indicatore
L'indicatore è stato elaborato calcolando diversi sub-indicatori a partire dai dati aggiornati al dicembre 2021 derivanti dalla Banca Dati Nazionale Specie Alloctone (ISPRA). L'elaborazione è costituita da semplici operazioni di calcolo. L'indicatore si basa sull'intero campione di dati relativi alle specie alloctone animali e vegetali (e non solo sulle specie alloctone invasive). Per dettagli relativi alle scelte operate per il calcolo del tasso di introduzione si veda il paragrafo Commenti. Per l’analisi delle date di introduzione è stata seguita la metodologia di Seebens et al. (2017).
Il numero di specie alloctone in Italia è in progressivo e costante aumento e, come noto, il fenomeno delle invasioni biologiche causa danni alla biodiversità, ai servizi ecosistemici, alla salute umana e all'economia. Sulla base dei dati attualmente disponibili le specie esotiche (o ancora di status incerto) introdotte nel nostro Paese sono state più di 3.600, di cui 3.498 attualmente presenti. Di queste, più di 1.800 appartengono al regno animale, oltre 1.600 al regno vegetale e poi funghi, batteri, cromisti e protozoi. Il totale comprende anche le specie con uno status incerto (definite cripotgeniche e per lo più appartenenti al gruppo degli artropodi terrestri e di diversi taxa marini) e le specie esotiche in una parte del territorio nazionale. È necessario ribadire che questi numeri rappresentano una sottostima in particolare per alcuni gruppi tassonomici, anche per la difficoltà di rilevare tempestivamente la presenza di nuove specie.
Il trend si considera negativo in quanto rimane costante e progressivo l’aumento delle specie alloctone in Italia: tale numero è passato dalle 3.367 specie presenti nel 2019 alle 3.489 specie attualmente presenti. Osservando il tasso medio annuo di introduzione (Figura 2) si evidenzia una crescita esponenziale fino allo scorso decennio. A una prima fase di sostanziale stabilità (1900-1950), con tassi medi di introduzione al di sotto di 2 specie/anno, è seguito un aumento del tasso che, inizialmente moderato, a partire dagli anni ’70 è divenuto molto più consistente arrivando a valori superiori a 7 specie/anno, per raggiungere il suo massimo nel decennio scorso (2010-2019), con oltre 16 specie/anno. Nei primi due anni del nuovo decennio (2020-2021) il tasso di introduzione medio risulta leggermente più contenuto (6 specie/anno) ma sarà da confermare nei prossimi anni. Anche il numero cumulato di specie introdotte in Italia, dopo una fase di andamento esponenziale a partire dal 1900 (con un aumento in 120 anni di oltre il 500%) sembra evidenziare un aumento più contenuto (Figura 3).
Dati
Figura 1: Numero di specie alloctone e criptogeniche, attualmente presenti in Italia, appartenenti ai principali gruppi tassonomici e percentuale di alloctone sul totale complessivo di specie, calcolata per i principali gruppi tassonomici.
ISPRA - Banca Dati Nazionale Specie Alloctone (agg. dicembre 2021)
Figura 4 : Distribuzione delle 30 specie esotiche invasive di rilevanza unionale in Italia
Ercole S., Angelini P., Carnevali L., Casella L., Giacanelli V., Grignetti A., La Mesa G., Nardelli R., Serra L., Stoch F., Tunesi L., Genovesi P. (ed.), 2021. Rapporti Direttive Natura (2013-2018). Sintesi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e delle azioni di contrasto alle specie esotiche di rilevanza unionale in Italia. ISPRA, Serie Rapporti 349/2021
Celle 10x10 km2
Dati derivanti dalla prima rendicontazione italiana Regolamento UE1143/14, anno 2019
Il numero di specie alloctone in Italia si conferma in aumento. Tale incremento è correlabile all'aumento degli scambi commerciali e allo sviluppo dei sistemi di trasporto che si è verificato in Europa a partire in particolare dal Secondo dopoguerra. In Figura 1 è possibile osservare la consistenza numerica delle specie alloctone e criptogeniche (anche presenti in modo occasionale) italiane appartenenti ai principali gruppi tassonomici animali e vegetali e la proporzione tra specie alloctone introdotte e numero totale di specie (autoctone + alloctone) stimate in Italia per ciascun gruppo. Rispetto alla precedente fotografia, relativa ai dati del dicembre 2019, sono disponibili i dati aggiornati di alcune cheklists di vertebrati e di piante vascolari terrestri e di acque dolci, oltre all’aggiornamento sulle specie alloctone. Le percentuali più elevate di specie alloctone rispetto al numero totale di specie presenti sul territorio nazionale (intorno al 20%) si confermano per 3 gruppi di vertebrati: Mammiferi, rettili e pesci. Dall’analisi del tasso di introduzione (Figura 2) si evince chiaramente che il numero medio di specie introdotte per anno è aumentato in modo esponenziale nel tempo, arrivando a 13 specie all’anno nel decennio 2000-2009 e a 16 specie all'anno nell’ultimo decennio 2010-2019. Si sottolinea come il dato assoluto di nuove introduzioni per decennio rappresenti sicuramente una sottostima, essendo le conoscenze sulle date di introduzioni delle specie nei passati decenni piuttosto scarse (pari al 20% delle specie inserite nella banca dati). Negli ultimi anni, invece, in cui le date di introduzione delle specie sono maggiormente note, la sottostima può derivare dalla difficoltà di intercettare nuove presenze sul territorio in modo tempestivo. Per il calcolo del tasso di introduzione sono state considerate unicamente le specie aliene sull’intero territorio nazionale e presenti in maniera stabile, con periodo o data di introduzione successivi al 1900. Sono state quindi escluse le specie con status incerto o di origine aliena solo in una parte del territorio nazionale e tutte le specie presenti in maniera occasionale, sporadica o le specie introdotte che si sono poi estinte o sono state eradicate. Infine, sono stati esclusi gli invertebrati cosiddetti pest agricoli e/o forestali, specie legate a colture delimitate nello spazio (es. Heterodera elachista, un nematode giapponese legato alle cisti del riso e del mais, arrivato in Italia tra il 2012 e il 2013). Quest’ultima scelta è basata sul fatto che il Regolamento EU 1143/14 in maniera esplicita esclude l’applicazione dei divieti per queste specie, già coperte da altri strumenti normativi. Per l’analisi delle date di introduzione è stata seguita la metodologia di Seebens et al. (2017). Anche calcolando il numero cumulato di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 (Figura 3) si conferma l’andamento esponenziale già evidenziato in precedenza. In 120 anni le specie aliene introdotte sono aumentate di oltre il 500% e il 2010 risulta quello con il numero massimo delle introduzioni di nuove specie (n = 21). Dal 2018 il numero di specie alloctone introdotte e stabilizzate in ambiente naturale risulta inferiore alle 10 specie annue. A giugno 2019 è stata consegnata la prima rendicontazione prevista ai sensi dell’art. 24 del Regolamento UE 1143/14 sulle specie esotiche invasive inserite nell’elenco di rilevanza unionale. La mappa di Figura 4 si riferisce alla distribuzione, rappresentata mediante celle 10x10 km2, delle 30 specie presenti in Italia (su 48 totali in elenco). Si evidenzia una concentrazione di specie nel Nord del paese, in particolare nell’area della Pianura padana, a cui si aggiungono due piccoli hot spots in Italia centrale corrispondenti alla Pianura pontina nel Lazio e all’area di Firenze. L’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale è stato successivamente aggiornato due volte e ad oggi (2022) comprende 88 specie, di cui 47 già presenti in ambiente naturale in Italia.