Descrizione 1
Roberta Capogrossi, Lucilla Laureti
L'indicatore, basato sulle elaborazioni prodotte nell’ambito del progetto Carta della Natura, mostra la distribuzione del Valore Ecologico nel territorio di 16 regioni italiane, fornendone una rappresentazione fondata su una suddivisione in classi. Il Valore Ecologico è inteso come sinonimo di pregio naturale ed è calcolato, a partire dalle carte degli habitat regionali, per ogni poligono cartografato, con esclusione dei poligoni riferiti agli ambienti costruiti, totalmente cementificati. L’indicatore fornisce un quadro del mosaico ambientale nei diversi ambiti regionali, dal quale si evidenziano le aree di maggior pregio, anche in riferimento al loro stato di protezione. Le elaborazioni mostrano la percentuale di protezione di ogni territorio regionale e la composizione, in termini di Valore Ecologico, delle aree protette e di quelle esterne a esse. Il sistema delle aree protette (aree EUAP, siti Natura 2000 e aree Ramsar) interessa in media meno del 24% del territorio nelle 16 regioni esaminate, superando il 30% solo in Abruzzo, Campania e Valle d’Aosta. È emersa una buona rispondenza tra le aree protette e i territori caratterizzati dalle classi di Valore Ecologico più alto, con una copertura media del 49,4%; ne rimangono però fuori porzioni significative, variabili da regione a regione, con possibilità di individuare nuove aree da proteggere.
L'indicatore descrive la distribuzione del Valore Ecologico (da qui in poi denominato per brevità VE) secondo le elaborazioni prodotte nell’ambito del progetto nazionale Carta della Natura. Il VE fornisce una misura della qualità ecologico-ambientale, per le modalità di calcolo e il set di indicatori da cui si ricava, si rimanda al paragrafo sulla metodologia. L’indicatore fornisce una rappresentazione regionale basata su una suddivisione in 5 classi (molto bassa, bassa, media, alta e molto alta), cui si aggiunge la classe “non valutato” riferita agli ambienti costruiti, esclusi dalle stime del VE. Per ciascuna regione viene presentata una mappa che mostra la distribuzione delle classi di VE e i perimetri delle aree protette (EUAP, aree della Rete Natura 2000 e aree Ramsar). Alla mappa sono affiancati due grafici riassuntivi: il primo istogramma mostra le percentuali del territorio regionale protetto e non protetto e le percentuali protette e non protette dei soli territori caratterizzati da VE alto e molto alto. Il secondo istogramma mette a confronto la ripartizione percentuale delle classi di VE nell’intera regione, con quelle della sola porzione protetta e non protetta. Sono riportate infine alcune informazioni riguardanti gli habitat presenti nei territori attribuiti alle classi di VE alto e molto alto (numero di habitat la cui superficie occupata ricade totalmente all’interno di tali classi, indicazione delle frazioni di superficie protetta e non protetta). Le cartografie di base sono state realizzate da ISPRA tra il 2009 e il 2022 (per ciascuna regione sono riportati gli anni di pubblicazione dell’ultimo aggiornamento disponibile).
L'indicatore, tramite l’analisi della distribuzione spaziale delle classi di VE a scala regionale, consente di effettuare considerazioni in merito al mosaico ambientale dei territori e al loro pregio naturale. Analizza la percentuale di aree di VE alto e molto alto già sottoposte a tutela e di quelle non protette, fornendo indicazioni utili per l’individuazione di nuove aree da tutelare, per la pianificazione territoriale di livello nazionale e regionale e l’identificazione di azioni volte alla salvaguardia della biodiversità e agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
La Legge Quadro sulle aree naturali protette (L. n. 394/91) è il fondamento istituzionale del progetto nazionale Carta della Natura, all’art. 3 ne indica così le finalità: “Essa, …, individua lo stato dell'ambiente naturale in Italia evidenziandone i valori naturali e i profili di vulnerabilità territoriale". Il progetto Carta della Natura, pensato dalla Legge 394/91 a supporto del sistema delle aree protette, può rappresentare uno strumento tecnico utile rispetto agli obiettivi della nuova Strategia dell'UE per la biodiversità per il 2030, che impone di aumentare la superficie di aree protette, con un valore target del 30%, e di considerare le esigenze di tutela dell’ambiente in tutti i processi pianificatori, secondo una “governance” basata innanzi tutto su principi di sostenibilità ambientale.
Descrizione 2
ISPRA, 2009. Il progetto Carta della Natura alla scala 1:50.000. Linee guida per la cartografia e la valutazione degli habitat., Manuale n.48/2009. (https://www.isprambiente.gov.it/files/carta-della-natura/cdn-manuale.pdf).
Le principali limitazioni sono rappresentate dalla mancanza di copertura nazionale (16 regioni su 20 sono concluse) e dal range temporale di realizzazione delle carte molto ampio (2009-2022).
Completamento della copertura nazionale per le 4 regioni mancanti (Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Calabria); aggiornamento delle prime carte prodotte (ad oggi sono state aggiornate le carte di Friuli-Venezia Giulia e Molise e sono in corso di aggiornamento Liguria, Umbria e Puglia).
Qualificazione dati
Dati ISPRA - Sistema Informativo di Carta della Natura (https://www.isprambiente.gov.it/it/servizi/sistema-carta-della-natura/index) Dati ISTAT per i confini amministrativi regionali del censimento 2011 (https://www.istat.it/it/archivio/104317#accordions) Dati del Geoportale cartografico del MITE per aree EUAP, Rete Natura 2000 e aree Ramsar (aggiornamenti 2017 e 2021) (Geoportale Nazionale del MITE)
Regionale (16/20)
2009-2022
Qualificazione indicatore
L'indicatore è basato sull’Indice di Valore Ecologico (denominato per brevità VE) calcolato, regione per regione, nell'ambito del progetto nazionale Carta della Natura. Il VE è inteso nell'accezione di pregio naturale. Esso è calcolato per ciascuno dei poligoni (biotopi) delle carte degli habitat, in scala 1:50.000/1:25.000 realizzate nell'ambito di Carta della Natura. Sono esclusi dal calcolo, e quindi non valutati, i poligoni riferiti agli ambienti costruiti. Il processo di valutazione non è dunque “tipologico”, ossia riferito al tipo di habitat presente nelle carte, ma “topologico”, ossia riferito a ciascun biotopo di ciascun tipo di habitat; quindi, biotopi appartenenti a uno stesso tipo di habitat potrebbero avere valori diversi di VE a causa di differenti condizioni ecologiche. Il VE è ricavato dal calcolo di un set di indicatori, individuati e selezionati sulla base dei criteri di significatività alla scala di indagine regionale e reperibilità e omogeneità per l'intero territorio nazionale. Essi prendono in considerazione: habitat e aree da tutelare ai sensi delle direttive comunitarie Habitat e Uccelli, elementi di biodiversità vegetale e faunistica negli habitat (ricchezza di specie di fauna e flora basata su idoneità e areali), parametri strutturali tipici dell'ecologia del paesaggio. Con un algoritmo dai singoli indicatori si ricava il VE complessivo. Il calcolo del VE può essere aggiornato nel tempo. Tale aggiornamento è facilitato dall'uso di procedure informatiche che assicurano l'esecuzione standardizzata dei calcoli e consentono rapidità d'esecuzione. Per rappresentare visivamente i valori numerici derivanti dai calcoli si adotta una suddivisione in cinque classi (VE molto basso, basso, medio, alto, molto alto), alle quali si aggiunge la classe attribuita al territorio “non valutato”, ossia quello occupato da infrastrutture urbane, industriali, commerciali e ad aree completamente cementificate. Gli elaborati sopra descritti sono organizzati in un Sistema Informativo Territoriale dal quale si estraggono tutti i dati necessari per questo indicatore. Vengono utilizzati i confini delle aree protette, comprendenti aree EUAP, siti Natura 2000 e aree Ramsar, scaricati dal geoportale cartografico del MITE. I confini regionali, necessari per i calcoli delle superfici regionali, sono derivati dal censimento dei confini amministrativi dell’ISTAT. Per ciascuna regione viene fornita la mappa e due grafici riassuntivi: l’istogramma superiore mostra le percentuali di territorio regionale protetto e non protetto a confronto con le percentuali protette e non protette dei soli territori caratterizzati da VE alto e molto alto. L’istogramma inferiore mette a confronto la ripartizione percentuale delle classi di VE nell’intera regione, nella porzione protetta e in quella non protetta. I valori percentuali indicati nei tre istogrammi sono tutti calcolati rispetto alla superficie totale regionale così da essere tra loro confrontabili.
L’indicatore, pur non essendo riferito all’intero territorio nazionale, interessa il 74,2% della superficie nazionale e i diversi settori del Paese: Nord, Centro, Sud e Isole. Accanto ad aspetti favorevoli si evidenziano situazioni che meritano attenzione ai fini conservazionistici: in 8 delle 16 regioni esaminate la superficie a VE alto/molto alto supera il 30% dell’intero territorio, mentre in 5 regioni quella a VE basso/molto basso/non valutato raggiunge o supera il 60% del territorio. È emersa una buona rispondenza tra il sistema delle aree protette e le aree a VE alto/molto alto, con una superficie media di copertura pari al 49,4% nelle 16 regioni analizzate. Ma l’indicatore mostra anche aree a VE alto/molto alto al di fuori delle aree protette, in alcuni casi inserite in un contesto generale di bassa naturalità o artificiale. La superficie complessiva delle aree protette raggiunge o supera il 30% del territorio regionale solamente in 3 regioni (Abruzzo, Campania, Valle d’Aosta) delle 16 esaminate. Essendo il 30% il target fissato dalla nuova Strategia Europea per la biodiversità, in molte regioni ci sarebbero margini di intervento per ampliare la copertura delle aree protette.
Non definibile.
Dati
Tabella 1: Numero di habitat la cui superficie ricade totalmente nelle classi di Valore Ecologico 'alta' e 'molto alta' e relativa percentuale di protezione.
ISPRA Sistema Informativo di Carta della Natura
L'anno di riferimento dei dati relativi a ciascuna regione è esplicitato nella relativa figura
Le mappe regionali di distribuzione delle classi di VE (Figure 1-16) forniscono una rappresentazione spaziale che, pur con i limiti legati alla scala di restituzione grafica delle immagini, permette di fare alcune considerazioni sul mosaico ambientale di ciascuna regione e sulle differenze tra regione e regione. Si può osservare, ad esempio, che i territori collinari e montani sono caratterizzati da classi di maggior VE, diversamente dai territori di pianura. Alcune regioni sono caratterizzate da alti livelli di VE distribuiti un po' ovunque sul territorio (ad es. Liguria, Sardegna, Valle d’Aosta), mentre altre hanno distribuzioni nettamente distinte tra i territori a VE alto o molto alto e quelli a VE basso o molto basso (ad es. Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Puglia, Veneto). In queste ultime regioni si possono notare aree residuali a maggior VE, immerse in una matrice ambientale di bassa o nulla naturalità e quindi di basso VE. I territori a maggiore VE, sono caratterizzati da ambienti naturali o anche seminaturali, boschivi, arbustivi, prativi, oppure rocciosi delle alte quote, mentre i territori a VE basso o molto basso sono artificiali, per lo più agricoli, con colture arboree o seminativi, estensivi o intensivi. I territori caratterizzati da VE medio rappresentano ambienti intermedi dal punto di vista della qualità ambientale, come ad esempio alcuni ambienti seminaturali di origine secondaria, che rivestono un ruolo ecologico importante, sia come corridoi ecologici sia come aree “cuscinetto”, rilevanti ai fini della conservazione della biodiversità. Le aree escluse dai calcoli del VE sono quelle completamente artificiali costruite, del tessuto urbano, residenziale, industriale o commerciale (grigie in mappa). La sovrapposizione dei confini delle aree protette (EUAP, siti Natura 2000 e aree Ramsar) alla mappa di distribuzione delle classi di VE, mostra visivamente come il sistema delle aree protette interessi maggiormente territori caratterizzati dalle classi di VE più alto, lasciandone però fuori frazioni molto differenti: minime in alcune regioni, più estese in altre. Per quanto riguarda i grafici relativi alla ripartizione percentuale delle diverse classi di VE (Figure 1-16) si evidenzia l’eterogeneità tra regioni: in 8 regioni su 16 la superficie caratterizzata da VE alto o molto alto supera il 30% dell’intero territorio e in 3 di queste regioni supera il 50% (Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Valle d’Aosta). Di contro in altre regioni (Campania, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Veneto) la percentuale di territorio a VE basso o molto basso e di territorio “non valutato” raggiunge o supera il 60% della superficie regionale. I territori caratterizzati da VE medio in alcune regioni sono piuttosto significativi nella matrice ambientale complessiva poiché raggiungono e superano il 20% della superficie regionale, con un massimo del 32% in Sardegna. Anche l’analisi distributiva delle classi di VE dentro e fuori le aree protette è indicativa di una grande variabilità tra una regione e l’altra, come si può notare dalla ripartizione in classi di VE (secondo istogramma). In linea generale si può osservare, come prevedibile, che in tutte le regioni studiate i territori protetti sono caratterizzati da una maggiore incidenza di aree a VE alto o molto alto e minima presenza di aree cementificate “non valutate”. Infatti, i soli territori caratterizzati da VE alto o molto alto, che rispetto all’intero territorio regionale occupano da un minimo del 7% in Emilia-Romagna (2% VE molto alto e 5% VE alto) a un massimo del 25% in Valle d’Aosta (9% VE molto alto e 16% VE alto), ovviamente se rapportati al solo territorio protetto rappresentano percentuali ben maggiori, con una media del 64% nelle 16 regioni. Per quanto concerne i territori cementificati “non valutati”, la superficie media, all’interno delle aree protette nelle 16 regioni non raggiunge l’1,5%. L'analisi della distribuzione del VE nei territori non protetti (secondo istogramma) evidenzia una maggiore incidenza delle classi di VE basso o molto basso mentre la superficie occupata dalle classi di VE alto o molto alto è variabile: si passa da regioni, quali Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Valle d’Aosta, in cui tale superficie è molto significativa, con percentuali superiori al 30% del territorio regionale, a regioni in cui questa superficie scende nettamente fino a risultare inferiore al 15% (Campania, Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Umbria). Da ciò si può desumere che in alcune regioni gli ambienti naturali e seminaturali a elevato VE sono diffusi su tutto il territorio, non solo nelle aree già protette, mentre in altre ciò non avviene o avviene in minor misura a causa di una massiccia artificializzazione che ha ridotto la superficie degli habitat naturali e degradato la qualità ecologica dei territori. In tali contesti, le aree di pregio naturale ancora esistenti e immerse in una matrice antropizzata acquistano una grande importanza ai fini conservazionistici. Per ciascuna regione si riporta il numero di habitat di maggior pregio (habitat che occupano superfici totalmente ricadenti nelle classi di VE alto e molto alto) e la percentuale di protezione di questi habitat (Tabella 1). Tra questi sono compresi tipi di habitat molto eterogenei, alcuni molto estesi caratterizzanti paesaggi regionali, altri localizzati, rari, frammentati e spesso a rischio (ad es. habitat ripariali o habitat costieri). L’indicatore evidenzia la buona corrispondenza tra il sistema delle aree protette e i territori regionali di elevato pregio naturale, ma le analisi descritte segnalano anche l’esistenza di territori a elevato pregio ancora privi di forme di tutela. L'analisi dei dati fornisce quindi indicazioni utili per la pianificazione territoriale nell’ambito di studi per l'individuazione di nuove aree da tutelare o di revisione dei perimetri delle aree protette esistenti, oltre che nella pianificazione di azioni di riqualificazione o miglioramento della connettività ecologica.