Descrizione 1
Pierangela Angelini, Laura Casella, Emanuela Carli, Alessandra Grignetti
La Direttiva Habitat (92/43/CEE) rappresenta uno dei principali pilastri della politica comunitaria per la conservazione della natura. L’indicatore si basa sui dati forniti dall’Italia per il reporting periodico richiesto agli Stati membri dall’art. 17 della Direttiva. La scheda contiene una sintesi generale del IV Report italiano, riferito ai dati dei monitoraggi effettuati dalle regioni e dalle province autonome nel periodo 2013-2018. In particolare, si evidenzia lo stato di conservazione complessivo riscontrato per gli habitat terrestri e delle acque interne presenti sul territorio nazionale e la ripartizione dello stato di conservazione nelle regioni biogeografiche italiane. Viene inoltre mostrato il numero di valutazioni da effettuare dalle singole regioni e arovince autonome per il monitoraggio degli habitat al fine di fornire quantificazione dell'intensità di lavoro prevedibile. La tendenza rispetto al precedente ciclo di rendicontazione risulta negativa con una diminuzione delle valutazioni favorevoli. Attualmente sono in stato di conservazione favorevole solo l’8% dei casi a fronte del 49% di valutazioni di stato inadeguato e del 40% di valutazione di stato cattivo. Si rileva pertanto una situazione generale problematica, che allontana, ancor di più rispetto al passato, il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa.
Indicatore di stato che mette in evidenza lo stato di conservazione per regione biogeografica degli habitat terrestri e delle acque interne presenti in Italia e tutelati dall’allegato 1 della Direttiva 92/43/CEE. Lo stato di conservazione è definito secondo la Direttiva e valutato utilizzando gli standard previsti dal sistema europeo per la rendicontazione ex art. 17. È riportata inoltre la consistenza numerica degli habitat rendicontati in ognuna delle regioni e province autonome.
Indicatore di stato che mette in evidenza lo stato di conservazione per regione biogeografica degli habitat terrestri e delle acque interne presenti in Italia e tutelati dall’allegato 1 della Direttiva 92/43/CEE. Lo stato di conservazione è definito secondo la Direttiva e valutato utilizzando gli standard previsti dal sistema europeo per la rendicontazione ex art. 17. È riportata inoltre la consistenza numerica degli habitat rendicontati in ognuna delle regioni e province autonome.
La Direttiva Habitat (92/43/CEE) rappresenta uno dei principali pilastri della politica comunitaria per la conservazione della natura. L’articolo 1 stabilisce come obiettivo generale per gli Stati membri della Comunità Europea il raggiungimento di uno Stato di Conservazione Favorevole (FCS) per tutti i tipi di habitat, elencati nell'allegato I, presenti sul territorio nazionale.
La Direttiva è diventata attuativa e regolata in Italia dal D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 (G.U. 23 ottobre 1997, n. 248, S.O.).
Lo Stato di Conservazione Favorevole rappresenta la situazione in cui un habitat prospera in termini di qualità ed estensione dell'area che occupa, ed esistono buone prospettive per cui tali condizioni restino stabili anche in futuro. La situazione di condizione favorevole deve quindi essere definita, raggiunta e mantenuta.
Descrizione 2
Angelini P., Casella L., Grignetti A., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: habitat. ISPRA, Serie Manuali e Linee guida, 142/2016
DG Environment, 2017. Reporting under Article 17 of the Habitats Directive. Explanatory notes and guidelines for the period 2013-2018. Brussels. & Reporting guidelines Article 17 - Addendum .
Evans D. & Arvela M., 2011. Assessment and reporting under Article 17 of the Habitats Directive Explanatory Notes & Guidelines for the period 2007-2012. Final draft April 2011. European Topic Center on Biological Diversity.
http://cdr.eionet.europa.eu/help/habitats_art17
https://www.eea.europa.eu/themes/biodiversity/state-of-nature-in-the-eu/article-17-national-summary-dashboards/conservation-status-and-trends
Pur riscontrando importanti miglioramenti sulle conoscenze degli habitat, la completa attendibilità dei dati potrà essere conseguita solo a fronte di una standardizzazione dei monitoraggi eseguiti a livello locale all’interno di un Piano nazionale di monitoraggio. In particolare, la realizzazione e l’aggiornamento delle mappe di distribuzione degli habitat a scala di dettaglio necessita di un coordinamento a livello nazionale per rendere omogenee le interpretazioni e l’assemblaggio delle stesse in fase di rendicontazione. Persiste la necessità di approfondire ricerca e monitoraggio per individuare valori soglia per la valutazione dello stato di conservazione del parametro “struttura e funzione” e affrontare la quantificazione di valori favorevoli di riferimento, elementi fondanti per le valutazioni.
La messa a regime di un Piano nazionale di monitoraggio degli habitat d’interesse comunitario in grado di ottimizzare il lavoro di raccolta ed elaborazione dati in un’ottica di efficienza ed efficacia.
Qualificazione dati
Sono stati utilizzati i dati liberamente consultabili e scaricabili del sito: https://www.eea.europa.eu/themes/biodiversity/state-of-nature-in-the-eu/article-17-national-summary-dashboards/conservation-status-and-trends
Per la ripartizione degli habitat nelle regioni e province autonome sono stati inoltre utilizzati i dati della banca dati Natura2000 ufficiale del MATTM disponibile al sito: ftp://ftp.minambiente.it/PNM/Natura2000/TrasmissioneCE_dicembre2017/
Nazionale, Regionale (20/20)
2013-2018
Qualificazione indicatore
La valutazione dello stato di conservazione dei tipi di habitat elencati nell’allegato I della Direttiva Habitat viene effettuata secondo metodologie standardizzate a livello europeo. Lo stato di conservazione complessivo di ciascun habitat, all’interno di ciascuna regione biogeografica di presenza, deriva dal calcolo di singoli parametri che riguardano range, area occupata, struttura e funzioni, prospettive future (per ulteriori approfondimenti si veda http://cdr.eionet.europa.eu/help/habitats_art17). Lo stato di conservazione viene calcolato tramite l’applicazione di una matrice di valutazione elaborata a livello europeo allo scopo di standardizzare i risultati. A ciascun tipo di habitat e per ciascuna regione biogeografica viene assegnato un valore di stato di conservazione complessivo tra i seguenti: Favorevole (FV), Sfavorevole-Inadeguato (U1), Sfavorevole-Cattivo (U2), Sconosciuto (XX).
Lo stato di conservazione degli habitat terrestri risulta complessivamente negativo. Solo l’8% dei casi è favorevole mentre il 49% delle valutazioni si trova in stato inadeguato e il 40% in stato cattivo (Figura 1). L’obiettivo fissato dalla Direttiva del raggiungimento dello Stato di Conservazione Favorevole per tutti i tipi di habitat elencati nell'allegato I presenti sul territorio nazionale è da considerarsi non raggiunto e non raggiungibile a breve termine.
La tendenza risulta negativa rispetto al precedente ciclo di rendicontazione con una diminuzione delle valutazioni favorevoli dal 22% all’8% e un aumento dei casi di stato di conservazione cattivo dal 28% al 40% (Figura 4). L’indicatore evidenzia, quindi, una situazione generale problematica, che allontana il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa. Il basso numero di valutazioni sconosciute (3%) suggerisce che nel corso del ciclo di rendicontazione di riferimento le carenze conoscitive sono nettamente diminuite.
Dati
Figura 1: Stato di conservazione complessivo degli habitat terrestri di Direttiva 92/43/CEE: numero di schede di reporting e distribuzione percentuale, sul totale delle valutazioni effettuate, delle 4 classi di stato di conservazione (2019)
Dati IV Report Italiano ex art. 17 (www.eea.europa.eu/themes/biodiversity/state-of-nature-in-the-eu/article-17-national-summary-dashboards/conservation-status-and-trends)
Figura 2: Stato di conservazione degli habitat: numero di schede di reporting per categoria di stato di conservazione in ciascuna Regione Biogeografica (2019)
Dati IV Report Italiano ex art. 17 (www.eea.europa.eu/themes/biodiversity/state-of-nature-in-the-eu/article-17-national-summary-dashboards/conservation-status-and-trends)
Figura 3: Numero di habitat terrestri di Direttiva 92/43/CEE rendicontati in ciascuna regione e provincia autonoma
Elaborazioni ISPRA su dati del IV Report ex art. 17 tratti da: https://www.eea.europa.eu/themes/biodiversity/state-of-nature-in-the-eu/article-17-national-summary-dashboards/conservation-status-and-trends
Come si evince dalla Figura 1, nel periodo 2013-2018, complessivamente l’89% degli habitat terrestri di interesse comunitario del nostro Paese è in uno stato di conservazione cattivo (40%) o inadeguato (49%), solo l’8% è in uno stato di conservazione favorevole. In 8 casi (3%) non è stato possibile valutare uno stato di conservazione complessivo.
Analizzando i dati per regione biogeografica (Figura 2) si rileva che il maggior numero di valutazioni risultate in stato di conservazione cattivo (U2) è presente nella regione continentale (40), dove tuttavia il numero di valutazioni inadeguate (U1) è minore (35) rispetto alle altre regioni biogeografiche. Nel complesso le valutazioni sfavorevoli sono maggiori nella regione mediterranea: 33 cattive e 51 inadeguate.
I dati riportati in Figura 3 permettono di valutare la consistenza numerica dei tipi di habitat e l’intensità di monitoraggio prevedibile a livello regionale e di evidenziare, in funzione della complessità territoriale, la necessità di affrontare un consistente piano di azione per il monitoraggio degli habitat. Risulta chiaro che i territori regionali che presentano uno sforzo di monitoraggio maggiore sono quelli che ricadono in più di una regione biogeografica, poiché le valutazioni di uno stesso habitat in questo caso vanno ripetute su una base territoriale diversa. Lazio e Abruzzo risultano le regioni maggiormente coinvolte nelle attività di monitoraggio degli habitat con 173 e 164 valutazioni rispettivamente. Sopra le 150 valutazioni anche Toscana, Piemonte e Liguria.
Il miglioramento dello stato di conservazione risulta prioritario nelle nuove iniziative Comunitarie sulla conservazione della natura. La nuova Strategia per la Biodiversità per il 2030 (elaborata all’interno del piano economico del Green Deal Europeo) mira infatti a rendere la conservazione parte integrante della strategia globale di crescita economica dell'UE. La Strategia si propone obiettivi ambiziosi, come la protezione del 30% del territorio europeo e il miglioramento dello stato di conservazione per almeno il 30% di habitat e specie che attualmente sono in uno stato non favorevole. Ciò verrà realizzato sia attraverso il miglioramento in efficacia dell’applicazione delle politiche già attive, sia attraverso un imponente programma finanziato ad hoc e mirato al recupero e ripristino ambientale. I dati riportati mettono in evidenza una forte criticità nei confronti della conservazione degli habitat, tuttavia possono rappresentare un punto di partenza per iniziare un “cambio di rotta” imprescindibile per il raggiungimento di tali obiettivi, consentendo una programmazione delle politiche e risorse locali efficace ed efficiente.