COSTA ARTIFICIALIZZATA CON OPERE MARITTIME E DI DIFESA
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce una misura degli interventi di ingegneria costiera che alterano direttamente la geomorfologia, la dinamica litoranea e spesso il carattere naturale di lunghi tratti di costa. I dati di riferimento per il calcolo dell'indicatore riguardano tre principali aggregazioni entro cui si possono raggruppare le varie tipologie di opere: le infrastrutture portuali, le opere di difesa costiera realizzate a ridosso della riva e l’insieme delle altre strutture caratterizzate diversamente, che però conservano la peculiarità di essere addossate alla linea di costa. Le elaborazioni hanno condotto alla realizzazione di grafici utili a valutare la situazione al 2020 dell’artificializzazione costiera nazionale e la variazione avvenuta con riferimento agli anni 2000, 2006 e 2020. In termini generali, si registra una crescita di artificializzazione che va da 696 km nel 2000, a 714 km nel 2006, a 770 km nel 2020 (su circa 8.300 km di costa nazionale), dovuta principalmente alla crescita di opere portuali e opere di difesa costiera radenti alla costa.
COSTA PROTETTA
Data aggiornamento scheda:Per contenere l’erosione dei litorali e i danni prodotti dalle mareggiate negli anni sono stati eseguiti lungo le coste italiane numerosi interventi con opere di difesa, finalizzati alla protezione dei beni e delle infrastrutture presenti nell’immediato entroterra e al ripristino delle spiagge in arretramento. L’indicatore fornisce una stima su base nazionale e regionale della costa protetta con opere rigide, la misura è rappresentativa sia della fragilità degli ambienti costieri del Paese sia degli oneri di gestione e di protezione dal dissesto idrogeologico delle zone costiere.
Il 18% delle coste italiane, pari a circa 1.520 km, è protetto con opere di difesa e l’azione di contrasto all’erosione non si arresta; dal rilievo dello stato delle coste al 2020 risulta che tra il 2008 e 2020 sono state realizzate nuove opere a protezione di ulteriori 200 km di costa.
DINAMICA LITORANEA
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce la stima su base nazionale e regionale dello stato conservazione delle coste italiane nel 2020 e dei cambiamenti per erosione o per avanzamento subiti dal 2006, utile per la valutazione della vulnerabilità delle aree costiere e del rischio a cui sono esposti centri urbani, infrastrutture e attività socio-economiche che si sviluppano in prossimità della costa. Nel 2020 si riscontra una significativa instabilità su 1.913 km di litorali, di cui 943 km per erosione e 970 km per avanzamento, tuttavia, rispetto ai precedenti rilievi (1950-2000, 2000-2006), si registra a livello nazionale una lieve tendenza a una maggiore stabilità e a un aumento dei tratti di costa in avanzamento.
OPERE DI DIFESA COSTIERA
Data aggiornamento scheda:Per contenere l’erosione e i danni prodotti dalle mareggiate lungo le coste italiane, vengono spesso realizzati interventi di difesa finalizzati alla protezione di beni e infrastrutture e al ripristino delle spiagge. L’indicatore “opere di difesa costiera” fornisce il numero, su base nazionale e regionale, delle diverse tipologie di opere “rigide” di difesa costiera (isolotti, opere miste, pennelli, radenti e scogliere) e la loro variazione nel tempo. Dal 2000 al 2020, se da un lato si è potuto riscontrare un aumento del numero di opere rigide di difesa (da circa 6.600 a 10.500) indicativo della fragilità degli ambienti costieri sottoposti a una crescente pressione antropica; dall’altro, l’adozione in aumento di soluzioni di difesa sommerse o parzialmente emerse (dal 10% nel 2006 al 16% nel 2020) mostra la tendenza verso la ricerca di un compromesso tra l’efficienza idraulica di un intervento di protezione e un minore impatto sull’ambiente.
PIANI DI GESTIONE REGIONALI (COSTE)
Data aggiornamento scheda:L’indicatore è il risultato della ricognizione a livello regionale dello stato della pianificazione relativa alla fascia costiera. 11 regioni costiere su 15 dispongono di strumenti di pianificazione regionale estesi alla gestione e tutela del territorio costiero e alcune stanno predisponendo un secondo piano regionale, distinguendo con maggiore chiarezza quello destinato alla tutela e protezione delle coste da quello orientato allo sviluppo e coordinamento delle attività socio-economiche. L’analisi dell’indicatore evidenzia negli ultimi anni una complessiva accelerazione dei processi di pianificazione e, seppur non misurabile dall’indicatore, numerose iniziative di aggiornamento e perfezionamento degli strumenti già adottati.
SABBIE RELITTE DRAGATE AI FINI DI RIPASCIMENTO
Data aggiornamento scheda:In Italia le coste, che si sviluppano per oltre 8.000 km, rappresentano un’importante risorsa strategica: sono fra le aree più densamente popolate e sede di un’intensa attività economica. Lo sfruttamento crescente cui tali aree sono sottoposte, associato a eventi naturali (es. cambiamenti climatici globali), ha determinato un aumento dei fenomeni erosivi. Per contrastare tali processi e per proteggere abitazioni e infrastrutture, negli anni sono state realizzate, in diverse regioni costiere, numerose opere rigide di difesa (scogliere emerse, sommerse, radenti, opere miste, moli, pennelli), non sempre con risultati soddisfacenti. Una tecnica alternativa che potrebbe garantire una buona risposta all’erosione costiera, sotto il profilo ambientale ed economico, è il ripascimento. Il ripascimento consiste nel ricostruire la spiaggia erosa immettendo sedimenti idonei (dal punto di vista granulometrico e composizionale). Una possibile risposta alla necessità di approvvigionamento di materiale da destinare al ripascimento è stata identificata nell’utilizzo di sabbie marine relitte (riferibili a paleospiagge) provenienti da depositi sabbiosi presenti al largo sulla piattaforma continentale. I primi dragaggi di sabbie relitte ai fini di ripascimento sono iniziati nel 1995 nel Mar Adriatico settentrionale (Veneto). In seguito, altri dragaggi hanno interessato sia altre cave situate nel Mar Adriatico (al largo di Emilia-Romagna e Marche) e sia cave situate nel Mar Tirreno (a largo della Sardegna e Lazio).