CO2 NELLA PROSPETTIVA DELLA PRODUZIONE E DEL CONSUMO

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Renato Marra Campanale

    Abstract
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    Abstract

    Nel 2021, in Italia i consumi e gli investimenti hanno causato 439,5 Mt di CO2 (carbon footprint), pari a circa l’1,2% delle emissioni di CO2 globali e in crescita del 15% rispetto all'anno precedente. Di queste, circa 52 Mt provengono (grazie alle importazioni) dall’UE (Italia esclusa) e 126 Mt dal resto del mondo. Le attività delle famiglie, principalmente derivanti dalle attività di trasporto e riscaldamento, e la cui origine delle emissioni è solo italiana, pesano per circa un quarto della carbon footprint. La categoria della domanda finale a cui va imputata la quota maggiore di carbon footprint è la spesa per i consumi finali (28%). Circa il 12% della carbon footprint italiana ha origine dall’UE (Italia esclusa), il 7% dalla Cina, il 4% dalla Russia; il 17% ha origine dai restanti paesi del mondo.

    Descrizione

    L’indicatore misura le emissioni di anidride carbonica (CO2) che scaturiscono dalle attività produttive dell’economia italiana (prospettiva della produzione) e le emissioni attribuite alla domanda finale interna - spesa per i consumi finali e investimenti - dei prodotti consumati in Italia (prospettiva del consumo). Quest'ultima prospettiva comprende le emissioni globali che si verificano lungo le catene globali del valore di beni e servizi che arrivano in ciascun paese per essere utilizzati dalla domanda finale interna (footprint).

    Scopo

    Monitorare le   emissioni di CO2 ‘incorporate’ nei prodotti destinati alla domanda finale interna (footprint), al fine di tracciarne l’impatto sull’ambiente. Le stime footprint forniscono una prospettiva complementare rispetto agli inventari delle emissioni in atmosfera e ai conti delle emissioni in atmosfera. Inventari e conti registrano le emissioni dal lato della produzione, origine delle emissioni, mentre il concetto di footprint stima le emissioni dalla prospettiva dei beni e servizi finali.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Possiede elementi che consentono di correlarlo a modelli economici, previsioni e sistemi di informazione
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Regolamento (UE) N. 691/2011 relativo ai conti economici ambientali europei (solo per la prospettiva della produzione)

    DPSIR
    Pressione
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Riferimenti bibliografici

    Metadata del dataset Eurostat ‘env_ac_co2fp’: https://ec.europa.eu/eurostat/cache/metadata/en/env_ac_co2fp_esms.htm

    Limitazioni

    -

    Ulteriori azioni

    -

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Fonte dei dati
    EUROSTAT (Ufficio Statistico delle Comunità Europee)
    Accessibilità dei dati di base

    Dataset Eurostat ‘env_ac_co2fp’: https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/env_ac_co2fp/default/table?lang=en

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    2008-2022 (prospettiva della produzione); 2010-2021 (prospettiva del consumo)

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    La fonte per stimare le emissioni secondo la prospettiva della produzione sono i conti delle emissioni in atmosfera.

    Le emissioni secondo la prospettiva del consumo non sono direttamente osservabili. Esse derivano dall’estensione ambientale del modello economico input-output multiregionale FIGARO (Full International and Global Accounts for Research in input-Output analysis) prodotto da Eurostat. 

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L’indicatore è calcolato in conformità alle caratteristiche di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità, completezza richieste dalla metodologia di riferimento.

    Stato
    Buono
    Trend
    Non definibile
    Valutazione/descrizione dello stato

    Se confrontato con il dato medio europeo, questo indicatore mostra per l'Italia nel 2021 uno stato buono per la prospettiva della produzione (5,9 tonnellate pro capite, contro 6,7 dell'UE), mentre per la prospettiva del consumo il dato pro capite italiano non si discosta di molto da quello europeo (7,4 tonnellate pro capite, contro 7,8 per l'UE).

    Valutazione/descrizione del trend

    Nonostante la sostanziale stabilità dell'indicatore (sia dalla prospettiva della produzione sia del consumo) nel periodo 2014-2019, e la successiva drastica riduzione dovuta alla crisi pandemica nel 2020 e 2021, la carbon footprint italiana torna a crescere sotto la spinta della ripresa economica. 

    Commenti

    Nel 2021 le emissioni di CO2 dovute ai consumi italiani (carbon footprint) risultano il 25% più elevate di quelle generate dalle attività economiche (prospettiva della produzione). Tale forbice è in linea con la media del periodo 2010-2021. La CO2 generata secondo entrambe le prospettive è diminuita rispettivamente del 23% (prospettiva della produzione) e 27% (prospettiva del consumo) dal 2010 al 2021, ma in aumento rispettivamente dell’11 e del 15% dal 2020 al2021 (Figura 1, Tabella 4). Nel 2021, l’Italia ha prodotto 348 milioni di tonnellate (Mt) di CO2, che rappresentano poco meno dell’1% delle emissioni globali (circa 38 miliardi di tonnellate). Di queste, 261 Mt sono state al servizio della domanda finale italiana (consumi e investimenti), e, attraverso le esportazioni italiane di beni e servizi, 35 Mt hanno servito la domanda finale europea (Italia esclusa) e 52 Mt la domanda finale del resto del mondo (Tabella 1). Allo stesso modo, l’Unione Europea (UE, Italia esclusa) ha prodotto 2,6 Mld t di CO2, pari al 7% della CO2 globale, di cui oltre 2 Mld t destinate ai consumi e investimenti in UE (Italia esclusa), 0,05 Mld t alla domanda finale italiana e 0,6 Mld t alla domanda finale del resto del mondo.

    Cambiando prospettiva, i consumi e gli investimenti italiani hanno causato 439,5 Mt di CO2, pari all’1,2% delle emissioni di CO2 globali. Di queste, 52 Mt derivano (grazie alle importazioni) dall’UE (Italia esclusa) e 126 Mt dal resto del mondo. La domanda finale dell’UE (Italia esclusa) ha dato origine a oltre 3 Mld t di CO2 (circa l’8% della CO2 globale). 0,035 Mld t e quasi 1 Mld t sono state prodotte, rispettivamente, in Italia e nel resto del mondo (Tabella 1). La Tabella 2 presenta la CO2 italiana per origine di tali emissioni, vale a dire i paesi o aree geografiche in cui la CO2 è stata emessa per produrre beni e servizi destinati all’economia italiana. Nel 2021, la CO2 dovuta alla domanda finale italiana (439,5 Mt) deriva per quasi il 60% dalla stessa economia italiana. Poco meno del 12% ha origine dall’UE (Italia esclusa). Gli altri paesi in cui sono state prodotte le emissioni di CO2 consumate in Italia sono: la Cina (7%), la Russia (4%), l’India (2%), gli Stati Uniti e Turchia (1%). Il 13% ha origine dai restanti paesi del mondo.

    Come si evince dalla Figura 2 , escludendo le attività delle famiglie (trasporto, riscaldamento, altro) la cui origine delle emissioni è solo italiana, la categoria della domanda finale italiana a cui va imputata la quota maggiore di carbon footprint è la spesa per i consumi finali . La Tabella 3 mostra la destinazione delle emissioni di CO2 prodotte in Italia, cioè i paesi dove gli usi finali dei prodotti hanno luogo, causando le emissioni di CO2 da parte dell’economia italiana. Nel 2021, tali emissioni (347,8 Mt) sono state destinate per circa tre quarti alle necessità produttive dell'economia italiana stessa. Quasi il 10% è stato destinato ai consumi dell’UE (Italia esclusa), il 3% agli Stati Uniti e il 2% alla Cina. Tutti gli altri paesi pesano per circa il 10%.

    Allegati
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    Titolo

    Figura 1: Emissioni di CO2 per prospettiva. Italia

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati Eurostat

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    Titolo

    Figura 2: Carbon footprint italiana (FIGARO application): origine delle emissioni di CO2 attivate dalla domanda finale in Italia nel 2021

    Fonte

    Elaborazioni ISPRA su dati Eurostat

    Titolo

    Tabella 1: Emissioni di CO2 globali - Italia in rapporto all'UE e al resto del mondo (2021)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati Eurostat

    Titolo

    Tabella 2: Emissioni di CO2 dovute ai consumi italiani per paese di origine (2021)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati Eurostat

    Titolo

    Tabella 3: Emissioni di CO2 prodotte in Italia per Paese di destinazione d'uso (2021)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati Eurostat

    Titolo

    Tabella 4: Emissioni di CO2 per prospettiva in Italia

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati Eurostat