Descrizione 1
Fiorenzo Fumanti, Federica Ferrigno
Nell'ottica della riduzione delle fonti fossili e della mitigazione della dipendenza energetica, la geotermia, in quanto fonte energetica rinnovabile, sostenibile e programmabile, può fornire un contributo molto importante. L'Italia è un Paese a elevata vocazione geotermica, culla dello sfruttamento industriale del calore interno della Terra, in cui l'utilizzo della fonte geotermica a fini elettrici e termici è ancora poco considerato. La produzione geotermoelettrica è stabile da quasi 10 anni e limitata alla sola regione, Toscana dove rappresenta il 70% delle fonti energetiche rinnovabili (FER) regionali e copre il 30% fabbisogno energetico regionale. Più diffuse sul territorio sono le applicazioni ad uso diretto dei fluidi geotermici (climatizzazione edifici, termalismo, agroalimentare, acquacoltura). In crescita le pompe di calore geotermiche per climatizzazione degli edifici, ma ancora ben lontane dai numeri dei paesi nordeuropei. In crescita anche le reti di teleriscaldamento urbano, ma anche in questo caso la risorsa geotermica risulta sottoutilizzata.
L’energia geotermica è l’energia contenuta sotto forma di calore nell’interno della Terra. Prodotta dal decadimento naturale di elementi radioattivi è enorme e inesauribile, e si dissipa diffusamente verso la superficie. Al di sotto della superficie terrestre la temperatura aumenta, in media, di circa 3° ogni 100m (gradiente geotermico), ma situazioni geologiche particolari quali la presenza di corpi magmatici sepolti , generano anomalie termiche positive che possono creare le condizioni per l’instaurarsi a profondità tecnologicamente accessibili di sistemi geotermici nei quali il vettore energetico è rappresentato dall’acqua circolante in fase liquida e/o gassosa. Nella sua accezione industriale, l'energia geotermica è quella porzione di energia che può essere estratta e sfruttata dall’uomo. L'energia geotermica può essere utilizzata indirettamente per la generazione di elettricità in presenza di acquiferi a temperature medio-alte (85°
Quantificare le attività nazionali di estrazione di risorse geotermiche ad uso elettrico e termico. Localizzare i siti di estrazione in relazione alle caratteristiche geologiche e definirne le potenzialità. Fornire informazioni utili alla valutazione dell'impatto delle attività sull'ambiente.
Le attività di ricerca, concessione e coltivazione delle risorse geotermiche sono disciplinate dal D.Lgs. 22/2010, revisione della Legge 896/1986 (Disciplina della ricerca e della coltivazione delle risorse geotermiche, cd "Legge Geotermica"). Il decreto stabilisce di interesse nazionale le risorse ad alta entalpia (T>150°C) o utilizzabili per un progetto geotermico di almeno 20MWt e di interesse locale quelle a media (150-90°C) e bassa (T<90°C) entalpia. Le Autorità competenti per le funzioni amministrative, per il rilascio del permesso di ricerca e della concessione di coltivazione, comprese le funzioni di vigilanza, sia per le risorse d’interesse nazionale sia per quelle d’interesse locale sono le regioni o gli enti da esse delegati nel cui territorio sono rinvenute. Tali funzioni sono attribuite allo Stato (MIMIT e MASE) nel caso di rinvenimento di risorse geotermiche nel mare territoriale o nella piattaforma continentale. Il MASE è anche Autorità competente per quanto riguarda la sperimentazione tramite impianti pilota come disposto dalla L 98/2013. Il rilascio del titolo minerario, in ottemperanza all’art. 3 comma 11 del D.Lgs. 22/2010, resta subordinato alla presentazione di un’idonea fideiussione bancaria o assicurativa commisurata al valore delle opere di recupero ambientale previste al seguito delle attività. L’inventario delle risorse geotermiche nazionali è reso disponibile dal MASE e dal CNR. Ai sensi dell'art. 38-ter della Legge 134/2012, sono infrastrutture e insediamenti strategici gli impianti per l’estrazione di energia geotermica di cui al D.Lgs. 22/2010. I limiti alle emissioni in atmosfera per le centrali geotermoelettriche sono fissati dal D.Lgs. 152/2006. La Regione Toscana ha stabilito valori limite di emissione totale di stabilimento più restrittivi rispetto alla normativa nazionale con applicazione di valori limite di emissione anche per gli impianti AMIS (Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato). La Legge 34/2022 prevede l'incentivazione di impianti geotermici a bassa entalpia.
Descrizione 2
IRENA (2022), Renewable Energy Statistics 2022, The International Renewable Energy Agency, Abu Dhabi TERNA (2022), Dati statistici sull'energia elettrica in Italia 2021 GSE (2022), Energia da fonti rinnovabili in Italia - Rapporto Statistico 2020 Della Vedova B., Bottio I., Cei M., Conti P., Giudetti G., Gola G., Spadoni L., Vaccaro M., Xodo, L. (2022), Geothermal Energy Use, Country Update for Italy. Proceedings of the European Geothermal Congress 2022. EGEC - European Geothermal Energy Council. https://europeangeothermalcongress.eu/wp-content/uploads/2023/03/Proceedings02-1.pdf ARS Toscana (2022), Geotermia e salute in Toscana - Rapporto 2021 ARPAT (1999-2022), Monitoraggio delle aree geotermiche toscane, rapporti annuali dal 1999 al 2022 UGI (2017), Stime di crescita della geotermia in Italia 2016 – 2030, con proiezioni al 2050 IPCC (2011), Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Ch.4 Geothermal energy. https://www.ipcc.ch/report/renewable-energy-sources-and-climate-change-mitigation/geothermal-energy/ Manzella A., Ungarelli C. (2011), La geotermia. Il Mulino Bologna, 127 pp. http://geodh.eu/ https://www.eurobserv-er.org/heat-pumps-barometer-2021/ https://gdr.openei.org/ https://www.thinkgeoenergy.com/
I dati globali sono affetti da un differente reporting nelle potenze installate (Nominale, Lorda, Netta) e nei quantitativi di energia prodotti. Ciò rende i vari report internazionali differenti tra loro ma comunque restanti nello stesso ordine di grandezza.
Qualificazione dati
Per i titoli minerari e la produzione integrazione dei dati UNMIG con quelli di regione Toscana, UGI e TERNA. Per i dati geotermici profondi si è fatto riferimento al DB Geothopica gestito da CRN ed ENI http://geothopica.igg.cnr.it/i. Per i dati internazionali a vari siti di riferimento sul tema, citati in riferimenti bibliografici.
Nazionale, Regionale
1916-2022
Qualificazione indicatore
Elaborazione tramite foglio di calcolo e applicazioni GIS dei dati MASE-UNMIG, Regione Toscana, Unione Geotermica Italiana, Gestore Sistema Elettrico e Terna.
Le 34 centrali geotermiche ad uso energetico sono tutte localizzate all’interno di 9 concessioni toscane e sono costantemente monitorate dall'ARPAT che certifica, negli ultimi anni, il continuo rispetto dei valori emissivi imposti dalle normative vigenti. In particolare, l'installazione degli AMIS (Abbattimento Mercurio e idrogeno Solforato) ha determinato una sensibile diminuzione delle emissioni di acido solfidrico e mercurio. Gli ultimi superamenti dei valori limite risalgono al 2015. Gli studi più recenti dimostrano che i gas climalteranti sono emessi spontaneamente delle aree geotermiche e non sono legati alle centrali. Le indagini epidemiologiche non hanno evidenziato impatti significativi derivanti della produzione di energia geotermoelettrica. L'incremento delle pompe di calore geotermiche e degli altri usi diretti del calore contribuisce a ridurre l'utilizzo delle fonti fossili.
L'energia geotermica è in crescita in tutto il mondo. In Italia la capacità installata è stabile da diversi anni e, nonostante le grandi potenzialità, non sono previsti significativi incrementi nel futuro. In aumento l'utilizzo delle risorse a bassa entalpia grazie alla crescita delle pompe di calore geotermiche che, tuttavia, sono ancora lontane dal raggiungimento dei numeri dei paesi nord-europei.
Dati
Figura 1: Distribuzione mondiale delle centrali geotermoelettriche
Elaborazione ISPRA su dati Geothermal Data Repository U.S. Department of Energy (https://gdr.openei.org/)
Tabella 1: Titoli minerari per la coltivazione e ricerca di risorse geotermiche in terraferma, per regione e provincia (09/2022)
Elaborazione ISPRA su dati MASE/Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e la Geotermia e Regione Toscana
Tabella 2: Impianti geotermoelettrici italiani suddivisi per tipo di tecnologia utilizzata (2022)
Elaborazione ISPRA su dati Regione Toscana e UGI
Tabella 3: Ripartizione percentuale della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e incidenza dell'energia geotermica sulla produzione e sui consumi elettrici totali, Italia e Toscana (2021)
Elaborazione ISPRA su dati Terna
Tabella 4: Pompe di calore installate in Europa e incremento percentuale 2019-2021
Elaborazione ISPRA su dati EurObserv'ER
Tabella 5: Utilizzo diretto del calore geotermico in Italia (2021)
Elaborazione ISPRA su dati GSE e Della Vedova et alii (2022)
Ogni anno la Terra rilascia energia pari a circa 40TW, il triplo di tutta l'energia necessaria per i fabbisogni umani. Solo una porzione di tale energia è utilizzabile e di questa solo una piccola parte viene realmente sfruttata. Nella maggior parte dei casi l’energia geotermica sfruttata è quella associata ai sistemi idrotermali (geotermia convenzionale). In questi casi un corpo magmatico caldo presente in profondità riscalda un acquifero e l’acqua circolante diventa il vettore energetico (in fase liquida o gassosa) per il trasporto del calore in superficie, spontaneamente (fumarole, soffioni, geyser ecc.) o tramite pozzi. A causa della dinamica della litosfera i valori più elevati del flusso di calore terrestre e, di conseguenza le aree geotermiche convenzionali, sono localizzati dove masse calde sono più vicine alla superficie, come in corrispondenza dei margini di placca cui è associato anche un intenso vulcanismo (Figure 1 e 2). Con 16.170 MW di potenza installata nel 2021 (Figura 3), 22 paesi nel modo hanno generato un totale di circa 88 miliardi di kWh di elettricità da energia geotermica. Da molti anni la classifica è capeggiata dagli Stati Uniti che sfruttano parzialmente l'enorme potenziale della costa occidentale dove è presente il più grande e famoso campo geotermico al mondo, The Geyser. Il Kenya è l'ottavo produttore di elettricità geotermica ma detiene la quota percentuale maggiore della sua produzione annua totale di elettricità da energia geotermica con circa il 46%. Dopo essere stata la culla della produzione di energia da fonti geotermiche, con il primo impianto al mondo costruito a Larderello nel 1913, e leader mondiale fino alla metà del secolo scorso, l'Italia è attualmente al settimo posto nella produzione geotermoelettrica. Per il suo assetto geologico, l'Italia è un paese ad elevato potenziale geotermico. I fluidi geotermici a temperatura abbastanza elevata per permettere la produzione di energia elettrica (media e alta entalpia) sono localizzati nelle zone ad elevato flusso di calore corrispondenti a corpi magmatici sepolti e ad apparati vulcanici estinti o attivi, come nella fascia costiera tosco-laziale-campana, nelle isole vulcaniche del Tirreno e nell'area etnea (Figura 4). Localmente, come a Larderello e al Monte Amiata, il flusso di calore raggiunge valori molto elevati. Al contrario le risorse a media-bassa entalpia, utilizzabili per usi diretti (riscaldamento di edifici, balneazione, termalismo, serricoltura, acquacoltura ecc..) si trovano anche in molte altre aree del territorio nazionale. Con le pompe di calore geotermiche possono essere sfruttate anche risorse a bassa temperatura presenti quasi ovunque e a piccola profondità. Le risorse geotermiche oggetto di titolo minerario sono concentrate nell’area tosco-laziale. Su un totale nazionale di 45 titoli di concessione e ricerca, 28 ricadono nel territorio toscano e 9 in quello laziale (Figura 5, Tabella 1). La produzione geotermoelettrica è esclusiva di 9 concessioni localizzate nella Toscana centro-meridionale e concentrate nelle zone di Larderello e del Monte Amiata (Figura 6). Le concessioni di Ferrara e di Vicenza sono legate ad usi diretti della risorsa geotermica (riscaldamento), mentre la concessione di Valentano nel Lazio non è attualmente produttiva così come quella di Poggio Montone (GR). All'interno delle 9 concessioni toscane sono localizzati 34 impianti (37 sezioni produttive), 29 dei quali a "vapore dominante" nei campi geotermici di Larderello e Radicondoli e 5 ad "acqua dominante" nella zona del Monte Amiata dove, all'interno dell'impianto Bagnore3 è situato l'unico gruppo binario attualmente funzionante (Tabella 2). La potenza nominale complessiva è di 915,8 MW con una potenza efficiente lorda di 817,1 MW cui corrisponde una produzione, nel 2021, di 5.913,8 GWh (Figure 7,8; Tabella 3). La potenza installata è stabile dal 2014 (Figura 7). L'energia geotermica copre solo il 2,1% della produzione elettrica nazionale ma in Toscana rappresenta circa il 37% della produzione elettrica regionale e riesce a soddisfare circa il 30% dei fabbisogni regionali (Tabella 3). Considerando la produzione elettrica da FER, la geotermia rappresenta poco più del 5% a livello nazionale ma arriva a quasi il 70% della produzione toscana (Figura 9, Tabella 3). Più diffusi sul territorio nazionale gli usi diretti del calore geotermico il cui utilizzo principale è quello della climatizzazione degli edifici anche tramite l'utilizzo di pompe di calore geotermiche e reti di teleriscaldamento (Tabella 5). Secondo EEA la climatizzazione degli edifici rappresenta il 50% dei consumi energetici europei ed è evidente l'importante contributo che la geotermia potrebbe portare alla riduzione delle fonti fossili. L'uso delle fonti geotermiche per le reti di teleriscaldamento urbano è in fase di sviluppo ma, nonostante il grande potenziale, resta ancora una minima parte delle fonti energetiche utilizzate per le reti italiane. Il grande utilizzo delle pompe di calore geotermiche nei paesi nordeuropei è chiara testimonianza delle potenzialità di tale tecnologia che potrebbe contribuire in modo sostanziale anche al riscaldamento residenziale italiano, con conseguente diminuzione dell'utilizzo di fonti fossili e biomasse. Anche se in costante aumento il numero delle pompe geotermiche in Italia è ancora molto lontano dai numeri nordeuropei (Tabella 4). Gli impatti ambientali sono limitati agli usi geotermoelettrici ma possono essere controllati con apposite misure di mitigazione anche nelle aree che, per loro natura geologica, rilasciano inquinanti nell’ambiente (ad esempio tramite soffioni, fumarole, geyser). Le emissioni di gas climalteranti (anidride carbonica e metano) non sono generate dalle centrali che semplicemente convogliano in singoli punti emissivi i gas presenti nei fluidi geotermici e che naturalmente sarebbero stati rilasciati diffusamente in atmosfera attraverso il suolo. Mancando la combustione non vengono emesse polveri sottili o ossidi di azoto, mentre le emissioni convogliate di acido solfidrico e mercurio sono mitigate da appositi sistemi di abbattimento (AMIS). La subsidenza provocata dall'estrazione dei fluidi è mitigata dalla reiniezione delle acque mentre l'impatto paesaggistico può essere limitato da specifiche misure di architettura del paesaggio. Il consumo di suolo e decisamente minore rispetto ad altre FER, in particolare il fotovoltaico. La sismicità indotta, legata all'iniezione ad alta pressione di acqua per fratturare la roccia, è prerogativa dei sistemi geotermici migliorati (EGS-Enhanced Geothermal Systems) non in funzione in Italia. I fluidi geotermici possono contenere elevate quantità di elementi indispensabili per tutta l'industria legata alla green economy, come il litio e le terre rare, che possono essere adeguatamente recuperati. Le indagini epidemiologiche di ARS Toscana non hanno evidenziato significativi impatti sulla salute delle popolazioni derivanti dalla produzione geotermoelettrica, nell'area amiatina deve però essere ulteriormente indagato l'incremento delle concentrazioni ematiche ed urinarie di mercurio, tallio e arsenico tenendo ben in conto i valori naturali di fondo nelle acque e nei suoli. Grandi prospettive sono insite anche nella possibilità del recupero delle materie prime critiche contenute nei fluidi geotermici. In particolare, i fluidi geotermici delle zone vulcanico-geotermiche peritirreniche (Toscana-Lazio-Campania) presentano concentrazioni di litio fino a 480 mg/l (Figura 10). Tali valori sono circa il doppio di quelli riscontrati nelle salamoie del campo geotermico californiano di Salton Sea, considerato dagli statunitensi come la fonte che permetterà agli USA di raggiungere l'indipendenza dai mercati esteri del litio. Attualmente sono stati rilasciati 3 permessi di ricerca nell'area del Lago di Bracciano, con lo scopo di valutare la fattibilità dell'operazione.