Descrizione 1
Stefano Bataloni, Giuseppe Trinchera, Anna Cacciuni
Le acque di produzione sono uno dei principali reflui connessi con lo sfruttamento di giacimenti di idrocarburi petroliferi in ambiente offshore e sono potenzialmente in grado di produrre effetti perturbativi sull'ambiente marino. Nei mari italiani sono presenti 138 piattaforme offshore; negli anni successivi al 2006, per 44 di esse, perlopiù situate nel medio e alto Adriatico e destinate all'estrazione di gas naturale, è stata presentata istanza di autorizzazione allo scarico in mare e/o reiniezione in unità geologica profonda delle acque di produzione. L'indicatore descrive l’andamento temporale sia delle attività di monitoraggio e valutazione ambientale connessi con il percorso autorizzativo dello scarico in mare delle acque di produzione, sia del numero delle autorizzazioni rilasciate, e i quantitativi complessivi di acque di produzione che sono state autorizzate allo scarico in mare. Nel periodo 2016-2022, il numero annuale di piattaforme interessate da attività di monitoraggio è andato riducendosi, mentre quelle interessate da valutazione ambientale si è stabilizzato. Il numero delle autorizzazioni rilasciate ogni anno è andato riducendosi dal 2017 al 2022 con una ripresa nel corso del 2023; analogo andamento si rileva per il quantitativo di acque di produzione che è stato autorizzato allo scarico in mare.
Lo scarico in mare e/o reiniezione in unità geologica profonda delle acque di produzione provenienti dall'attività di estrazione di idrocarburi dai fondali marini necessita di un’autorizzazione ai sensi dell'art. 104 del D.Lgs. 152/2006. Il soggetto competente al rilascio di queste autorizzazioni, che hanno una validità di quattro anni e con possibilità di rinnovo, è il Ministero dell’Ambiente e per la Sicurezza Energetica (MASE) con la sua Direzione Generale competente. Il rilascio o il rinnovo di tali autorizzazioni è subordinato agli esiti di un piano di monitoraggio ambientale, da eseguirsi annualmente nell’intorno di ciascuna installazione e volto a indagare un complesso di parametri fisici e chimici nell’acqua, nei sedimenti del fondale e negli organismi marini (mitili). Tali attività di monitoraggio sono realizzate da un soggetto tecnico incaricato direttamente da ENI. Sin dal 2016, il Ministero dell’Ambiente rivolge a ISPRA periodiche richieste di valutazione tecnico-scientifica degli esiti di tali attività di monitoraggio a supporto del percorso autorizzativo ministeriale. Le richieste a ISPRA da parte del Ministero sono conseguenti alle istanze di rinnovo dell’autorizzazione vigente da parte di ENI S.p.A. Delle restanti piattaforme, 5 sono soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale, quindi oggetto di piano di monitoraggio e controllo, mentre le altre sono strutture non produttive oppure strutture che smaltiscono le proprie acque di produzione a terra e per le quali quindi non è prevista alcuna attività di monitoraggio ambientale. L'indicatore descrive l’andamento temporale sia delle attività di monitoraggio e valutazione ambientale connessi con il percorso autorizzativo dello scarico in mare delle acque di produzione, sia del numero delle autorizzazioni rilasciate e i quantitativi complessivi di acque di produzione che sono state autorizzate allo scarico in mare.
Fornire informazioni sulle misure adottatesia sotto il profilo tecnico-scientifico sia sotto il profilo gestionale, al fine di mitigare gli effetti dello scarico in mare di acque di produzione connesso con la coltivazione dei giacimenti di idrocarburi petroliferi presenti in ambiente marino offshore.
D.Lgs. 152/2006, art. 104 e s.m.i.
Descrizione 2
L'indicatore non fornisce informazioni su tutte le piattaforme offshore presenti nei mari italiani ma solo su quelle autorizzate allo scarico in mare delle acque di produzione.
Qualificazione dati
I dati sono nella disponibilità del MASE e di ISPRA, parte dei quali sono accessibili attraverso il Portale per le Valutazioni e Autorizzazioni ambientali del MASE (https://va.mite.gov.it/it-IT/Procedure/Provvedimenti19) e nella sezione Piattaforme Marine della Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza del MASE (https://unmig.mase.gov.it/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi/piattaforme-marine/)
Nazionale
2016-2023 (30.10.2023)
Qualificazione indicatore
I dati di base relativi alle attività di monitoraggio, valutazione e autorizzazione sono desunti dalla documentazione tecnica e istruttoria relativa al percorso autorizzativo ai sensi dell'art. 104 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e poi organizzati per anno solare. I dati relativi ai quantitativi annuali complessivi di acque di produzione che è autorizzato per lo scarico in mare sono desunti dai decreti di autorizzazione rilasciati.
Lo stato attuale delle attività di monitoraggio ambientale, valutazione ambientale e autorizzazione allo scarico in mare delle acque di produzione è adeguato al fine di contenere i possibili effetti ambientali connessi con l'attività di sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi petroliferi in ambiente marino offshore, essendo infatti il numero delle piattaforme offshore oggetto di monitoraggio comparabile a quello delle piattaforme autorizzate allo scarico; inoltre, il numero delle valutazioni ambientali eseguite e il numero delle autorizzazioni rilasciate seguono l’andamento dei quantitativi annuali di acque di produzione che possono essere destinate allo scarico in mare.
L’andamento delle attività di monitoraggio ambientale delle piattaforme connesso allo scarico in mare delle acque di produzione si è mantenuto costante tra il 2016 e il 2019, sebbene una minima parte di installazioni non sia stata coinvolta da attività di monitoraggio. Contestualmente, nel medesimo periodo, è andata crescendo l’attività di valutazione condotta da ISPRA fino al 2018, per poi ridursi nel 2019. Dal 2020 ad oggi, è invece si è ridotto il numero di piattaforme sottoposte a monitoraggio ambientale, rispetto alle 44 autorizzate (tabella 1), a causa del ritiro dell’autorizzazione o dell’interruzione dello scarico in mare delle acque di produzione o a causa del loro indirizzamento verso smaltimento a terra in alcune di esse, mentre si è mantenuta costante l’attività di valutazione da parte di ISPRA.. Il numero di decreti di autorizzazione allo scarico in mare rilasciati dal MASE ogni anno è diminuito dal 2017 al 2021, con una ripresa tra il 2021 e il 2023; analogo andamento si riscontra per il quantitativo annuale complessivo di acque di produzione che è stato autorizzato per lo scarico in mare dal MASE.
Dati
Tabella 1: Scarichi di acque di produzioe dalle 44 piattaforme offshore autorizzate
Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e MASE
* aggiornamento dati al 30 ottobre 2023
Nell'esame dei dati dell'indicatore va tenuto conto che ogni anno tutte (o quasi tutte) le 44 piattaforme sono oggetto di monitoraggio ambientale ma le istanze di rinnovo delle autorizzazioni allo scarico in mare interessano solo una parte di esse. In relazione a ciò, le attività di valutazione degli esiti delle attività di monitoraggio da parte di ISPRA riguardano ogni anno solo una parte (in media 9) di tutte le piattaforme monitorate; analoga considerazione vale anche per il numero di decreti di autorizzazione rilasciati dal MASE ogni anno (in media 6) che è legato solo al numero delle istanze di rinnovo avanzate da ENI. Oltre a ciò, si evidenzia che le autorizzazioni rilasciate dal MASE hanno durata quadriennale, con indicazione del quantitativo massimo scaricabile per ciascun anno di validità dell'autorizzazione; pertanto, i quantitativi di acque di produzione che in un dato anno ENI è autorizzato a scaricare in mare nel complesso dipende dai quantitativi massimi annuali indicati nei decreti di autorizzazione rilasciati in quel dato anno, a cui si sommano i quantitativi massimi annuali indicati nei decreti di autorizzazione del quadriennio precedente. Nel complesso, dai dati emerge che le misure adottate sia sotto il profilo tecnico-scientifico sia sotto il profilo gestionale nei confronti dell’attività di scarico in mare delle acque di produzione da piattaforme offshore sono al momento adeguate al fine di monitorare e contenere i possibili effetti perturbativi sull'ambiente marino.