AZIENDE IN ACQUACOLTURA E PRODUZIONI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore stima la dimensione dell’acquacoltura nazionale, come numero di impianti attivi e produzioni e i trend di crescita rispetto agli obiettivi programmati nel Piano Strategico Acquacoltura 2014-2020 e il Programma Operativo del Fondo Europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMP) 2014-2020. Nel 2020 il Veneto si conferma la prima regione in Italia per numero di impianti (26%), mentre l’Emilia-Romagna è la prima regione per volumi di produzione (26%). Cinque regioni (Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Sardegna) ospitano il 71% degli impianti di acquacoltura. Emilia-Romagna, Veneto e Friuli si confermano i principali poli produttivi e insieme a Marche e Toscana coprono il 69% della produzione Nazionale. Nella maggior parte delle regioni costiere prevale l’utilizzo della risorsa idrica salmastra/salata, con impianti localizzati in ambienti di transizione, costieri e marini. Il 2020 è stato un anno fortemente influenzato dalle conseguenze della pandemia da Covid 19: la produzione italiana d’acquacoltura censita è di 122.760 tonnellate, il 61% sono molluschi, il 39% sono pesci. La crostaceicoltura si conferma un settore minoritario, con una produzione di sole 0,5 tonnellate. Le specie non indigene contribuiscono al 49% della produzione nazionale. In conseguenza del calo della produzione registrato nel 2020, le produzioni d’acquacoltura nel periodo 2013–2020 sono diminuite del 13%, disattendendo le stime di crescita indicate dal MiPAAF.
BILANCIO DI AZOTO E FOSFORO DA IMPIANTI DI ACQUACOLTURA IN AMBIENTE MARINO
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce una stima dell'apporto e della sottrazione di azoto e fosforo, operata rispettivamente dai pesci e dai mitili nell'ambiente costiero in cui si svolgono le attività di allevamento. Il bilancio tra l’immissione di nutrienti da parte dei pesci allevati e la sottrazione da parte dei molluschi consente di stimare, a livello regionale, il contributo quantitativo netto dell'acquacoltura nei processi trofici lungo le coste italiane. A livello nazionale, nel 2020, la stima del bilancio di azoto e fosforo derivante dalle attività di allevamento intensivo di specie ittiche e di mitili evidenzia, una riduzione, rispetto al 2019, dell'apporto di tali nutrienti dovuto al decremento della produzione di pesci allevati e una diminuzione della sottrazione di tali nutrienti dovuta al decremento della produzione di mitili allevati. A livello regionale, in Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise e Marche la sottrazione di azoto e fosforo, operata dai mitili, è maggiore della immissione operata dai pesci.
PIANIFICAZIONE SPAZIO MARITTIMO: ZONE E SITI MARINI PER ACQUACOLTURA
Data aggiornamento scheda:L’indicatore riporta a scala nazionale la superficie e il numero delle attuali concessioni demaniali marittime per uso acquacoltura e delle Zone Allocate per l’Acquacoltura (AZA). Le AZA sono dichiarate dall’autorità competente come “Aree prioritariamente assegnate per l’acquacoltura”, ovvero aree nelle quali non vi sono interferenze con altri utilizzatori e dove le condizioni ambientali sono tali da garantire la sostenibilità delle produzioni e la minimizzazione gli impatti ambientali. La ricerca di nuove zone marine da destinare all’acquacoltura è tra i principali obiettivi degli “Orientamenti strategici per un'acquacoltura dell'UE più sostenibile e competitiva per il periodo 2021 – 2030 (COM/2021/236), dei Piani Strategici Acquacoltura nazionali 2014-2020 e 2021-2027 e dei rispettivi Programmi Operativi FEAMP e FEAMPA di cui ai Regolamenti 508/2014/UE e 1139/2021/UE. Il processo di identificazione delle AZA è parte del “Quadro per la Pianificazione dello Spazio Marittimo” della Direttiva 2014/89/UE, recepita con D.Lgs. 201/2016, che promuove la crescita sostenibile delle economie marittime con un approccio coordinato, integrato e transfrontaliero nell’ambito dei Piani di Gestione dello spazio marittimo. Lo spazio marittimo sotto la giurisdizione italiana, compreso tra la linea di costa e il limite delle 12 miglia nautiche, è pari a una superficie di circa 14 milioni di ettari. Di questo spazio solo 19.722 ha è occupato da concessioni demaniali per uso acquacoltura, di cui il 93,8% (18.500 ha) per la molluschicoltura e solo il 6,2% (1.222 ha) per la piscicoltura marina. A dicembre 2022, le AZA sono state istituite solo in Toscana, Marche ed Emilia-Romagna, per una estensione complessiva di circa 19.500 ha. All’interno delle AZA ricadono 46 concessioni demaniali per molluschicoltura e 6 per piscicoltura.