Descrizione 1
Maria Paola Campolunghi, Francesco Cardia, Tommaso Petochi
L’indicatore riporta a scala nazionale la superficie e il numero delle attuali concessioni demaniali marittime per uso acquacoltura e delle Zone Allocate per l’Acquacoltura (AZA). Le AZA sono dichiarate dall’autorità competente come “Aree prioritariamente assegnate per l’acquacoltura”, ovvero aree nelle quali non vi sono interferenze con altri utilizzatori e dove le condizioni ambientali sono tali da garantire la sostenibilità delle produzioni e la minimizzazione gli impatti ambientali. La ricerca di nuove zone marine da destinare all’acquacoltura è tra i principali obiettivi degli “Orientamenti strategici per un'acquacoltura dell'UE più sostenibile e competitiva per il periodo 2021 – 2030 (COM/2021/236), dei Piani Strategici Acquacoltura nazionali 2014-2020 e 2021-2027 e dei rispettivi Programmi Operativi FEAMP e FEAMPA di cui ai Regolamenti 508/2014/UE e 1139/2021/UE. Il processo di identificazione delle AZA è parte del “Quadro per la Pianificazione dello Spazio Marittimo” della Direttiva 2014/89/UE, recepita con D.Lgs. 201/2016, che promuove la crescita sostenibile delle economie marittime con un approccio coordinato, integrato e transfrontaliero nell’ambito dei Piani di Gestione dello spazio marittimo. Lo spazio marittimo sotto la giurisdizione italiana, compreso tra la linea di costa e il limite delle 12 miglia nautiche, è pari a una superficie di circa 14 milioni di ettari. Di questo spazio solo 19.722 ha è occupato da concessioni demaniali per uso acquacoltura, di cui il 93,8% (18.500 ha) per la molluschicoltura e solo il 6,2% (1.222 ha) per la piscicoltura marina. A dicembre 2022, le AZA sono state istituite solo in Toscana, Marche ed Emilia-Romagna, per una estensione complessiva di circa 19.500 ha. All’interno delle AZA ricadono 46 concessioni demaniali per molluschicoltura e 6 per piscicoltura.
L’indicatore stima l’utilizzo dello spazio marino lungo le coste italiane attraverso due forme di allocazione: 1. Concessioni demaniali marittime rilasciate per l'installazione di impianti di acquacoltura 2. Zone Allocate per l’Acquacoltura (AZA), identificate dall’Autorità competente attraverso un processo di pianificazione dello spazio marittimo implementato a livello locale, regionale o nazionale. L’indicatore è elaborato rispetto ai confini regionali a mare dove l'acquacoltura è sviluppata in ambiente marino-costiero e non comprende le superfici allocate per l’acquacoltura nelle acque di transizione. I dati relativi alle concessioni sono elaborati, attraverso Sistemi Informativi Geografici (GIS), come shapefiles poligonali e includono le tabelle attributi; queste sono popolate con le informazioni sulle dimensioni delle aree (superfici e perimetri), le specie allevate e i riferimenti ai decreti di rilascio delle concessioni.
Fornire informazioni sugli spazi marini utilizzati e utilizzabili per l’acquacoltura per valutare il raggiungimento degli obiettivi di crescita e sviluppo del settore. L’indicatore è funzionale ai Piani di Gestione dello Spazio Marittimo (Direttiva 2014/89/UE) per la valutazione degli usi integrati del mare. Restituire nel tempo l’evoluzione della distribuzione degli spazi marini allocati per l’acquacoltura in Italia a scala regionale e per le tre sottoregioni marittime.
La Risoluzione 36/2012/1 del General Fisheries Commission for the Mediterranean (GFCM) della FAO promuove l’acquacoltura quale risorsa alimentare e di sviluppo socio-economico nelle aree costiere del Mediterraneo impegnando gli stati membri nel processo di pianificazione e allocazione di spazi marini per l’acquacoltura, introducendo e definendo il concetto di AZA (Allocated Zone for Aquaculture; Zone Allocate per l’Acquacoltura) e i principi sottesi alla loro istituzione e gestione. Un’AZA è un’area identificata dall’Autorità competente, attraverso un processo di pianificazione strategica, analisi spaziale e consultazione, effettuato a livello locale, regionale o nazionale, in cui vengono soddisfatti i criteri amministrativi, ambientali e socio-economici che definiscono l’idoneità di tale area allo sviluppo dell’acquacoltura (GFCM, 2012). L’accesso allo spazio marino è riconosciuto come uno dei principali fattori che frenano lo sviluppo dell’acquacoltura. La Comunicazione della Commissione Europea sugli Orientamenti strategici per un’acquacoltura dell’UE più sostenibile e competitiva per il periodo 2021 – 2030 (COM/2021/236 final), identifica le AZA come uno degli obiettivi da perseguire da parte degli Stati membri nei Piani Strategici Acquacoltura nazionali per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura europea. Il miglioramento dell’utilizzo degli spazi marini costieri e l’identificazione di nuove AZA è obiettivo del Programma Operativo del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020 (FEAMP, Reg. 508/2014/UE) in fase di conclusione e del nuovo Programma Operativo del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura 2021-2027 (FEAMPA, Reg. 1139/2021/UE). L’istituzione delle AZA si inserisce nel più ampio processo di pianificazione dello spazio marittimo (PSM) per lo sviluppo e la crescita sostenibili delle aree marittime in Europa, come definito dalla Direttiva 2014/89/UE, recepita in Italia dal D.Lgs. 201/2016. La Direttiva promuove lo sviluppo sostenibile dei mari e degli oceani e la crescita delle economie marittime con un approccio coordinato, integrato e transfrontaliero e impone agli Stati membri di elaborare i Piani di Gestione per le acque giurisdizionali attraverso la mappatura delle attività umane esistenti con particolare attenzione ad alcuni settori economici chiave per la Crescita Blu come l’acquacoltura. L’indicatore è rilevante anche in relazione ai nuovi obiettivi strategici globali ed europei di transizione energetica, sviluppo sostenibile, neutralità climatica e tutela della biodiversità (Agenda ONU 2030; Green Deal Europeo e Strategia Farm to Fork 2020-2030; Strategia sulla Biodiversità 2030).
Descrizione 2
Bolognini L., Grati F., Marino G., Punzo E., Scanu M., Torres C., Hardy P.Y., Piante C. (2019). Safeguarding Marine Protected Areas in the growing Mediterranean Blue Economy. Recommendations for Aquaculture. PHAROS4MPAs project. 52 pages. https://maritime-spatial-planning.ec.europa.eu/sites/default/files/aquaculture_31july_0.pdf; COM (2019) 640 final. Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Il Green Deal europeo; COM (2020) 381 final. Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Una strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente; COM (2021) 236 final. Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Orientamenti strategici per un’acquacoltura dell’UE più sostenibile e competitiva per il periodo 2021 – 2030; FAO (2022). The State of World Fisheries and Aquaculture (SOFIA). Towards Blue Transformation. Rome, FAO. https://doi.org/10.4060/cc0461en; GFCM (2012). Resolution GFCM/36/2012/1 on guidelines on allocated zones for aquaculture (AZA); Marino G., Petochi T., Cardia F. (2020). "Assegnazione di Zone Marine per l'Acquacoltura (AZA). Guida Tecnica", 214 p. ISPRA Documenti Tecnici 2020. ISBN 978-88-448-1014-6. https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/documenti-tecnici/assegnazione-di-zone-marine-perlacquacoltura-aza-guida-tecnica; MiPAAF-ISPRA (2014). Piano Strategico per l’Acquacoltura in Italia (2014-2020). pp.282. https://pofeamp.politicheagricole.it/documents/17/2_Programma_operativo_Feamp.pdf; MiPAAF-CREA (2021) Piano Strategico per l'Acquacoltura italiana (2021-2027). 154 p.; Petochi T., Campolunghi M.P., Cardia F., Marino G. (2022). Atlante AZA LAZIO. Studio di vocazionalità per l’assegnazione di nuove zone marine per l’acquacoltura (AZA). Progetto AZA Lazio (PO-FEAMP, 2014-2020, Misura 2.51, Determinazione Regione Lazio n. G17128 del 20.12.2018).
Talvolta, sono state rilevate delle incongruenze tra le diverse fonti dei dati tali da determinare disallineamenti delle geometrie dei poligoni.
Aggiornamento finalizzato all’allineamento delle banche dati conseguente anche al processo di pianificazione dello spazio marittimo attualmente in atto. In questo modo, l’indicatore permetterà, nei prossimi anni, di descrivere meglio sia il trend di occupazione degli spazi marini demaniali per uso acquacoltura (numero e superfici delle concessioni) sia il trend di quanto questa attività sia inserita in un processo di pianificazione e gestione dello spazio marittimo (numero e superfici delle AZA), fornendo un quadro dinamico di sviluppo dell’acquacoltura marina.
Qualificazione dati
Web app @AquaGIS (https://sinacloud.isprambiente.it/portal/apps/sites/#/acquacoltura-1 ); Portale SID - Sistema Informativo del Demanio Marittimo (https://www.sid.mit.gov.it); Ordinanze delle Capitanerie di Porto (https://www.guardiacostiera.gov.it/normativa-e-documentazione/ordinanze); Decreti delle Giunte Regionali (BUR regionali); Mappe Nautiche Navionics (https://webapp.navionics.com/).
Nazionale Regioni costiere 15/15
2022
Qualificazione indicatore
Le analisi che conducono alla definizione dell’indicatore sono condotte con l’ausilio dei Sistemi Informativi Geografici (GIS). Nel caso in cui il dato di base sia estratto da documenti in formato di testo con indicate le coordinate dei poligoni che individuano i vertici delle superfici destinate o da destinare all’acquacoltura (rispettivamente le concessioni e le AZA), il dato viene georiferito e trasformato in shapefile e la tabella attributi viene popolata con le informazioni che descrivono le geometrie comprensive della superficie espressa in metri quadri. L’indicatore viene elaborato attraverso la somma delle superfici, espresse in ettari, di tutti i poligoni relativi alle 15 regioni costiere, mantenendo, ove opportuno, l’informazione relativa alla molluschicoltura e piscicoltura disaggregata. L’indicatore viene inoltre rappresentato anche in forma aggregata rispetto alle tre sottoregioni marittime (Mare Adriatico, Mar Ionio e Mediterraneo centrale, Mar Mediterraneo occidentale).
L’identificazione della AZA è parte del processo di pianificazione dello spazio marittimo (PSM) con cui sono definiti i pertinenti usi, presenti e futuri, nelle acque marine costiere e offshore. I piani di gestione erano attesi entro il 2021 per le tre aree marittime di riferimento (Mare Adriatico, Mar Ionio e Mediterraneo centrale, Mar Mediterraneo occidentale) e dovevano assegnare gli spazi marini per lo sviluppo dei diversi settori produttivi legati al “sistema mare” tra cui l’acquacoltura (art.5, comma 1a). Attualmente l’Italia è in infrazione perché il processo di PSM non è stato concluso entro i termini previsti dalla Direttiva e solo le regioni Toscana, Marche ed Emilia-Romagna hanno identificato delle AZA al di fuori di un processo di PSM organico e coordinato secondo quanto previsto dal D.Lgs. 201/2016. Con riferimento allo stato di avanzamento del processo di identificazione delle AZA, i) nel 2022 il Lazio ha pubblicato con DGR N. 583 del 19/07/2022 la mappatura delle zone di mare territoriale idonee e precluse all’esercizio dell’attività di acquacoltura; ii) nel 2023 la regione Campania pubblicherà la Carta vocazionale per l’acquacoltura; iii) per la Sardegna la proposta di Piano regionale per le zone allocate per l’acquacoltura (AZA) è di prossima pubblicazione Attualmente l’indicatore, per quanto concerne le AZA, si riferisce solo alle tre regioni suddette, mentre per i siti di allevamento è in grado di coprire tutte le 15 regioni costiere italiane.
Al momento non esiste una serie storica, pertanto non è possibile definire un trend.
Dati
Tabella 1: Numero ed estensione delle AZA (2022)
Elaborazione ISPRA su dati estratti da BUR regionali
Le AZA sono le Zone Allocate per l'Acquacoltura
Lo spazio marittimo sotto la giurisdizione italiana è compreso tra la linea di costa e il limite delle 12 miglia nautiche ed è pari a una superficie di circa 14 milioni di ettari. Di questo spazio solo 19.722 ha sono assegnati alle concessioni per acquacoltura (molluschicoltura e piscicoltura marina). La molluschicoltura occupa il 93,8% di questo spazio con un'estensione totale di 18.500 ha. Attualmente l’Emilia–Romagna ospita 170 concessioni ed è la regione con la più alta superficie dedicata alla molluschicoltura, 6.504 ha, pari al 35,1% dell’intero spazio nazionale utilizzato per questo comparto. Seguono le Marche, la Puglia, il Veneto e la Campania con superfici destinate alla molluschicoltura rispettivamente di 3.290 ha, 2.873 ha, 2.413 ha e 1.054 ha, pari al 17,7%, 15,5%, 13% e 5,6% dello spazio marino nazionale già occupato da 31, 132, 103 e 71 concessioni per molluschicoltura. Altre regioni presentano concessioni con superfici dell’ordine delle centinaia di ettari. Liguria, Calabria e Sicilia presentano superfici rispettivamente di 52 ha, 48 ha e 33 ha, pari a circa lo 0,2%, 0,2% e 0,1% dello spazio destinato alla molluschicoltura, in cui si trovano 32, 1, e 4 concessioni. La Basilicata non ha concessioni per molluschicoltura (Figure 1 e 2) La piscicoltura marina occupa il 6,19% dello spazio marittimo dedicato all’acquacoltura, con una estensione totale di 1.222 ha. La Toscana attualmente conta 9 concessioni per una estensione di 639 ha, pari al 2% dell’intero spazio nazionale dedicato alla piscicoltura. Lazio, Puglia e Calabria, hanno già assegnato rispettivamente uno spazio di 172 ha, 124 ha e 122 ha, pari al 14%, 10% e 9%, con 7, 3 e 2 concessioni per l’allevamento di pesci. Seguono Sardegna, Liguria, Sicilia, Campania e Friuli-Venezia Giulia con superfici dell’ordine delle decine di ettari. Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Molise e Veneto non hanno concessioni demaniali per attività di piscicoltura marina (Figure 3 e 4). Relativamente alle AZA, sono state definite solo in tre Regioni: la regione Marche ha identificato 15 zone per una estensione complessiva di circa 13.700 ha; la regione Emilia-Romagna 1 zona con estensione di 4.281 ha; la regione Toscana 1 zona con estensione di 1.499 ha (Tabella 1). La superficie marina individuata dalle AZA nelle tre regioni (circa 19.500 ha) è, allo stato attuale, già occupata per il 26% da concessioni di molluschicoltura (5.080 ha) e per il 3% da concessioni di piscicoltura (588 ha) (Figura 5). L’indicatore è inoltre presentato in forma aggregata rispetto al numero di AZA nelle tre sottoregioni marittime definite dalla Direttiva 2014/89/UE. Relativamente alle AZA, nella sottoregione Mare Adriatico sono state identificate 16 AZA per una superficie pari a 18.010 ha; nella sottoregione Mar Mediterraneo occidentale è presente una sola AZA di 1.499 ha; nella sottoregione Mar Ionio e Mar Mediterraneo centrale non sono ancora state istituite delle AZA (Figure 6 e 7).