STATO ECOLOGICO DELLE ACQUE DI TRANSIZIONE

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Valentina Bernarello, Federica Cacciatore

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    Le acque di transizione sono definite nel D.Lgs. 152/2006 come “corpi idrici superficiali in prossimità di una foce di un fiume, che sono parzialmente di natura salina a causa della loro vicinanza alle acque costiere, ma sostanzialmente influenzati dai flussi di acqua dolce”. Tale definizione ricomprende le lagune costiere e gli stagni costieri oggetto della classificazione ecologica. Gli ambienti di transizione italiani sono sottoposti a numerosi fattori di pressione che determinano spesso un degrado delle condizioni ecologiche in questi ecosistemi particolarmente fragili. L’analisi dello stato ecologico mostra valori eterogenei, sia nel numero di Copri Idrici (CI) sia nella distribuzione tra le classi di qualità, ma con prevalenza dello stato sufficiente e scarso in tutti i Distretti. Dal confronto tra lo stato del 2° ciclo (2010-2015) dei Piani di Gestione delle Acque (PdG) e quello del 3° ciclo (2016-2021), si osserva che per tutti i Distretti idrografici permane uno stato ecologico prevalentemente sufficiente e scarso, ma con l’incremento delle percentuali di corpi idrici in stato buono nei Distretti delle Alpi Orientali (dal 7% all’11%), dell’Appennino Settentrionale (dal 10% al 20%), dell’Appennino Meridionale (da 0 al 6%) e della Sardegna (da 0 al 26%). L’analisi dello stato ecologico a livello nazionale mostra che il numero di corpi idrici in stato buono ed elevato è pari a 9 su 172 (5%) nel 2° ciclo di PdG e 22 su 146 (15%) nel 3° ciclo.

    Descrizione

    La classificazione dello stato ecologico si basa sulla valutazione degli Elementi di Qualità Biologica (EQB) macrofite (macroalghe e angiosperme), macroinvertebrati bentonici, fitoplancton e fauna ittica (gli indici di quest’ultimi due EQB sono stati inseriti a seguito della Decisione 2018/229/UE), anche tenendo conto delle caratteristiche morfologiche e fisico-chimiche degli habitat. Lo stato di qualità è assegnato in base al più basso dei valori riscontrati tra quelli ottenuti dagli EQB monitorati, secondo il principio del “one out - all out”, sintetizzato, poi, attraverso un giudizio basato su cinque classi di qualità: elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo. Lo stato ecologico buono viene confermato dai risultati del monitoraggio dei parametri chimico-fisici a supporto della classificazione ecologica e delle sostanze non prioritarie. Lo stato elevato è confermato dai risultati del monitoraggio delle condizioni idromorfologiche dei corpi idrici.

    Scopo

    Verificare, ogni sei anni, l’efficacia dei programmi di misure per il contenimento delle pressioni, messe in campo dalle Amministrazioni competenti. Lo scopo ultimo dell’indicatore è, quindi, quello di verificare il raggiungimento dello stato buono entro le date fissate dalla normativa vigente.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Direttiva 2000/60/CE D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. Decisione 2018/229/UE Legge 221/2015

    DPSIR
    Stato
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Performance (tipo B)
    Efficacia delle politiche (tipo D)
    Riferimenti bibliografici

    D.Lgs. 152/06 e Decreti attuativi di recepimento della Direttiva 2000/60/CE Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento ottobre 2016) Reporting WISE del 3° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento ottobre 2022)

    Limitazioni

    nessuna

    Ulteriori azioni

    Aggiornamento costante della lista delle specie utilizzate per ogni EQB Aggiornamento delle sostanze non prioritarie, delle matrici di analisi e degli standard di qualità Aggiornamento dell'elenco e dei limiti buono/sufficiente dei parametri a supporto

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Continua
    Triennale
    Trimestrale
    Sessennale
    Fonte dei dati
    Autorità di Bacino Distrettuali
    Regioni costiere
    SNPA (Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente)
    Accessibilità dei dati di base

    Dati estratti dal Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento 2016) Dati estratti dal Reporting WISE del 3° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento 2022)

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    2010-2015, 2016-2021

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    I dati relativi agli EQB, macrofite, macroinvertebrati bentonici, fitoplancton e fauna ittica (gli indici di quest’ultimi due inseriti a seguito della Decisione 2018/229/UE), per stazione vanno a comporre il giudizio di qualità ecologica per i corpi idrici in base al principio “one out all out”. Lo stato ecologico buono viene confermato dal giudizio espresso dagli elementi di qualità chimico-fisica a supporto e dalle sostanze non prioritarie. Lo stato elevato viene confermato dagli esiti del monitoraggio delle condizioni idromorfologiche. Con la Legge 221/2015 sono stati ridefiniti i limiti dei Distretti Idrografici e quindi per operare un confronto tra 2° e 3° ciclo dei Piani di Gestione delle Acque (PdG), i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione.

    Periodicità di aggiornamento
    Sessennale
    Qualità dell'informazione

    L'indicatore è rilevante, perché previsto dalla normativa nazionale per la classificazione degli ambienti di transizione. La fonte del dato (Autorità di Bacino Distrettuale, WISE) garantisce accuratezza e affidabilità della valutazione. La sua applicazione è completa in termini spaziali per la maggior parte delle acque di transizione nazionali a partire dal sessennio 2010-2015. Il prosieguo dei monitoraggi ai sensi della Direttiva 2000/60/CE in tutti gli ambienti di transizione permetterà quindi in futuro la valutazione del trend. La comparabilità dei dati nel tempo e nello spazio è garantita dall'uso su scala nazionale della stessa metodologia di campionamento, analisi e classificazione. La comparabilità a livello internazionale è garantita dall’intercalibrazione condotta a livello mediterraneo (Decisione 2018/229/UE). L'adempienza alla Direttiva prevede altresì che sia assicurata l'affidabilità delle fonti dei dati e la loro validazione.

    Stato
    Non definibile
    Trend
    Non definibile
    Valutazione/descrizione dello stato

    L’analisi a livello di Distretto (Figura 1) mostra valori eterogenei, ma con prevalenza dello stato sufficiente e scarso. L’unico Distretto ad avere corpi idrici (CI) in stato elevato è la Sardegna (10%); CI in stato buono sono stati rilevati nei distretti Alpi Orientali (11%), Appennino Settentrionale (20%), Appennino Meridionale (6%) e Sardegna (26%). Lo stato sufficiente viene registrato in tutti i Distretti, con percentuali che vanno dall’11% (Sicilia) al 100% (Appennino Centrale). CI in stato scarso non sono stati rilevati nei Distretti Appennino Settentrionale e Appennino Centrale, mentre negli altri Distretti le percentuali variano dal 22% (Sicilia) al 47% (Fiume Po). CI in stato cattivo sono presenti su 4 Distretti, con percentuali che variano dal 6% (Appennino Meridionale) al 56% (Sicilia). A livello nazionale, il numero di CI in stato almeno buono è di 22 su 146. Da segnalare percentuali significative di corpi idrici non classificati in diversi Distretti.

    Valutazione/descrizione del trend

    La copertura temporale dell’indicatore non permette, al momento, di individuare un trend.

    Commenti

    In base all’analisi dei dati riportati dai Distretti nel 3° Reporting alla Commissione europea relativo al sessennio 2016-2021 (aggiornamento ottobre 2022), lo stato ecologico delle acque di transizione italiane risulta eterogeneo. Tale disomogeneità si esprime sia a livello di numero di corpi idrici identificati per Distretto, sia per la distribuzione tra le classi di qualità ecologica. Con la Legge 221/2015 sono stati ridefiniti i limiti dei Distretti Idrografici e quindi per operare un confronto tra 2° e 3° ciclo dei Piani di Gestione delle Acque (PdG), i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione. Dal confronto tra lo stato del 2° ciclo dei PdG (2010-2015) e quello del 3° ciclo dei PdG (2016-2021), si osserva che per tutti i Distretti idrografici (Figura 2) permane uno stato ecologico prevalentemente sufficiente e scarso, ma con l’incremento delle percentuali di corpi idrici in stato buono nei Distretti delle Alpi Orientali (dal 7% all’11%), dell’Appennino Settentrionale (dal 10% al 20%), dell’Appennino Meridionale (da 0 al 6%) e della Sardegna (da 0 al 26%). Per quest’ultimo Distretto si segnala, inoltre, la presenza del 10% di corpi idrici in stato elevato nel 3° ciclo dei PdG. L’analisi dello stato ecologico a livello nazionale (Figura 3) mostra che il numero di CI in stato buono ed elevato è di 9 su 172 (5%) nel 2° ciclo di PdG e di 22 su 146 (15%) nel 3° ciclo dei PdG.

    Allegati
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    Titolo

    Figura 1: Stato ecologico dei corpi idrici delle acque di transizione del 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE (aggiornamento ottobre 2022)

    Legenda

    PdG = Piano di Gestione

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    Titolo

    Figura 2: Stato ecologico dei corpi idrici delle acque di transizione - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE (aggiornamento ottobre 2022)

    Legenda

    PdG = Piano di Gestione

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    Titolo

    Figura 3: Stato ecologico nazionale dei corpi idrici delle acque di transizione - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE (aggiornamento ottobre 2022)

    Legenda

    PdG = Piano di Gestione; i colori determinano lo stato di qualità come segue: Blu = Elevato, Verde = Buono, Giallo = Sufficiente, Arancione = Scarso, Rosso = Cattivo. Il colore grigio identifica i corpi idrici non classificati.