INTERNAL FLOW
Data aggiornamento scheda:L'indicatore internal flow fornisce la stima annua (espressa in mm) della quantità di risorsa idrica rinnovabile che naturalmente si produce in un determinato territorio per effetto delle precipitazioni che cadono nello stesso territorio. L'indicatore è calcolato per ogni anno dal 1951 al 2023. Il valore medio dell’indicatore ragguagliato al territorio nazionale dell’ultimo trentennio climatologico 1991–2020 è di 441,9 mm, corrispondenti a un volume di 133,5 miliardi di metri cubi, mentre la media di lungo periodo 1951-2023 (cosiddetta Long-Term Annual Average - LTAA) è di 455,7 mm, corrispondenti a 137,7 miliardi di metri cubi.
Nel 2023 il valore dell’indicatore è di 372,2 mm, corrispondenti a 112,4 miliardi di metri cubi. Il 2023 vede pertanto confermarsi il trend negativo sulla disponibilità annua di risorsa idrica, ormai registrato da diversi anni in Italia. Tuttavia, il 2023 può considerarsi un anno in ripresa rispetto al 2022, quando si è raggiunto il minimo storico della disponibilità di risorsa idrica rinnovabile, dal 1951 a oggi, con un valore di 67,0 miliardi di metri cubi. Il valore del 2023 rappresenta una riduzione della disponibilità di risorsa del 18,4% rispetto alla media di lungo periodo 1951–2023 e del 15,8% rispetto all’ultimo trentennio climatologico.
PRELIEVO DI ACQUA PER USO CIVILE
Data aggiornamento scheda:L’indicatore si riferisce al 2022 ed è elaborato sulla base dei dati Istat relativi all’ultimo “Censimento delle acque per uso civile” effettuato nel 2023 e pubblicati nel 2024. Le informazioni sono fornite a scala nazionale, regionale e per distretto idrografico, suddivise a loro volta in prelievo da corpo idrico superficiale e sotterraneo. I valori del prelievo sono confrontati con quelli rilevati nel precedente "Censimento delle acque per uso civile" del 2020. Anche nel 2022, rispetto al precedente censimento 2020, il prelievo idrico per uso civile in Italia è leggermente diminuito.
CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE
Data aggiornamento scheda:La qualità delle acque di balneazione è fondamentale per la salvaguardia della salute dei cittadini e riveste un ruolo importante anche dal punto di vista della protezione dell'ambiente naturale e per gli aspetti economici nel settore del turismo. Per tale motivo vengono effettuati specifici monitoraggi durante tutta la stagione balneare. Relativamente alla stagione balneare 2022 sono stati raccolti ed analizzati oltre 33.000 campioni di acqua marina e lacustre su un totale di oltre 5.000 km di costa adibita alla balneazione. A livello comunale i km di costa sono suddivisi in acque di balneazione più o meno estese, per un totale di 5.475 acque di balneazione. I risultati delle analisi, oltre a garantire durante la stagione l'assenza di rischi igienico sanitari, hanno anche permesso di classificare le acque. La classificazione è stata fatta utilizzando i risultati del monitoraggio effettuato durante la stagione balneare 2022 e quelli delle tre stagioni precedenti (2021-2020-2019). A livello nazionale la maggior parte delle acque è in classe eccellente (89%), tuttavia permangono ancora delle criticità dovute alle presenze di acque in classe scarsa (2% circa) e non classificabili (meno dell’1%), per le quali non è possibile esprimere un giudizio di qualità. Anche a livello regionale la percentuale delle acque in classe eccellente è quella più elevata e in alcuni casi è pari al 100%. In quasi tutte le regioni diminuiscono le acque in classe sufficiente e scarsa ma la presenza di queste ultime ancora impedisce il raggiungimento pieno dell'obiettivo della direttiva.
NITRATI NELLE ACQUE SOTTERRANEE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce la percentuale di stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee suddivise in classi di qualità in funzione della concentrazione media dei nitrati rilevata nell'arco di un quadriennio di monitoraggio (2016-2019); in particolare il 68,1% delle stazioni presenta una concentrazione media di nitrati inferiore a 25 mg/l; solo il 12,6% dei punti monitorati ha registrato una concentrazione media superiore o pari ai 50 mg/l. Inoltre, da un’analisi del trend dell'ultimo quadriennio (2016-2019) rispetto al quadriennio precedente (2012-2015) si evince un andamento prevalentemente stabile della concentrazione dei nitrati, una diminuzione della concentrazione media nel 37,9% delle stazioni comuni tra i due quadrienni, a fronte di un aumento registrato solo nel 22,7% delle medesime stazioni.
PERCENTUALE DI ACQUE REFLUE DEPURATE
Data aggiornamento scheda:La percentuale di acque reflue depurate esprime la quantità di carico organico biodegradabile che raggiunge gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane rispetto al carico organico totale prodotto dagli agglomerati (maggiori o uguali a 2.000 a.e.) presenti sul territorio nazionale. Nel 2020, detta percentuale è pari al 93,3%, inferiore a quella del 2018 (95,4%).
STATO CHIMICO DELLE ACQUE DI TRANSIZIONE
Data aggiornamento scheda:La normativa (D.Lgs. 152/2006) impone il raggiungimento del buono stato dei corpi idrici (chimico + ecologico) entro le date fissate dalla normativa vigente. L’analisi dello stato chimico mostra valori eterogenei tra i distretti, con il 100% dei corpi idrici in stato buono solo per l’Appennino Centrale e il 52% per la Sardegna. In tutti gli altri Distretti la percentuale di corpi idrici in stato buono non supera mai il 50% dei casi e va dal 3% delle Alpi Orientali al 40% dell’Appenino Settentrionale. Dal confronto tra lo stato del 2° ciclo (2010-2015) dei Piani di Gestione delle Acque (PdG) e quello del 3° ciclo (2016-2021), si osserva il mantenimento dello stato chimico buono per il 100% dei corpi idrici dell’Appennino Centrale, un miglioramento per quelli dell’Appennino Settentrionale (da 30% a 40%), della Sardegna (da 12% a 52%), della Sicilia (da 11% a 17%) e un peggioramento per i corpi idrici dei Distretti delle Alpi Orientali (da 51% a 3%), Fiume Po (da 65% a 23%) e Appennino Meridionale (da 18% a 11%). A livello nazionale, il numero di corpi idrici in stato buono è 56 su 172 (33%) nel 2° ciclo dei PdG, mentre nel 3° è pari a 42 su 146 (29%).
STATO CHIMICO DELLE ACQUE SOTTERRANEE (SCAS)
Data aggiornamento scheda:L'indicatore di Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) fornisce una valutazione della qualità chimica dei corpi idrici sotterranei italiani in base al confronto delle concentrazioni di alcuni inquinanti rispetto agli Standard di Qualità Ambientale e ai Valori Soglia delle tabelle 2 e 3 del DM 6/7/2016. A seconda se vengono rispettati o meno i limiti di concentrazione tabellari, lo stato chimico di un corpo idrico può risultare in stato buono o scarso e concorre, insieme allo stato quantitativo, a definire lo stato complessivo delle acque sotterranee. L’indicatore è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG). A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021 inerente al 3° PdG, si evidenzia un aumento dei corpi idrici sotterranei classificati in stato chimico buono, che raggiungono il 70% del totale (rispetto al 58% del 2° PdG), con una percentuale di corpi idrici in stato scarso del 27%. A livello di distretto, le percentuali di corpi idrici che raggiungono lo stato chimico buono variano dal 56%, registrato nel Distretto Sicilia, all'85% nel Distretto Alpi Orientali. In tutti i distretti idrografici i corpi idrici in stato sconosciuto sono in netta riduzione rispetto al ciclo precedente, con la totalità di corpi idrici classificati nei Distretti Alpi Orientali, Appennino Meridionale e Sicilia.
STATO CHIMICO DELLE ACQUE SUPERFICIALI INTERNE
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce una valutazione della qualità chimica dei corpi idrici superficiali italiani. Lo stato chimico è valutato in base alle concentrazioni, nelle matrici acqua e biota, delle sostanze chimiche appartenenti all’Elenco di Priorità di tab 1/A (D.Lgs. 152/2006 ss.mm.ii), distinte in prioritarie, pericolose prioritarie e altre sostanze. Per ogni sostanza dell'Elenco di Priorità la norma italiana, in attuazione delle Direttive europee, fissa gli Standard di Qualità Ambientale (SQA) che devono essere rispettati per poter assegnare lo stato chimico buono a un corpo idrico. Lo stato chimico concorre, assieme allo stato ecologico, alla valutazione dello “stato ambientale” complessivo di ogni corpo idrico. L’indicatore è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG). Sia a livello nazionale sia di distretto, per quanto riguarda i fiumi e laghi, si registra un aumento, rispetto al ciclo precedente, dei corpi idrici classificati in stato chimico buono e una riduzione dei corpi idrici non classificati.
STATO ECOLOGICO DELLE ACQUE DI TRANSIZIONE
Data aggiornamento scheda:Le acque di transizione sono definite nel D.Lgs. 152/2006 come “corpi idrici superficiali in prossimità di una foce di un fiume, che sono parzialmente di natura salina a causa della loro vicinanza alle acque costiere, ma sostanzialmente influenzati dai flussi di acqua dolce”. Tale definizione ricomprende le lagune costiere e gli stagni costieri oggetto della classificazione ecologica. Gli ambienti di transizione italiani sono sottoposti a numerosi fattori di pressione che determinano spesso un degrado delle condizioni ecologiche in questi ecosistemi particolarmente fragili. L’analisi dello stato ecologico mostra valori eterogenei, sia nel numero di Copri Idrici (CI) sia nella distribuzione tra le classi di qualità, ma con prevalenza dello stato sufficiente e scarso in tutti i Distretti. Dal confronto tra lo stato del 2° ciclo (2010-2015) dei Piani di Gestione delle Acque (PdG) e quello del 3° ciclo (2016-2021), si osserva che per tutti i Distretti idrografici permane uno stato ecologico prevalentemente sufficiente e scarso, ma con l’incremento delle percentuali di corpi idrici in stato buono nei Distretti delle Alpi Orientali (dal 7% all’11%), dell’Appennino Settentrionale (dal 10% al 20%), dell’Appennino Meridionale (da 0 al 6%) e della Sardegna (da 0 al 26%). L’analisi dello stato ecologico a livello nazionale mostra che il numero di corpi idrici in stato buono ed elevato è pari a 9 su 172 (5%) nel 2° ciclo di PdG e 22 su 146 (15%) nel 3° ciclo.
STATO ECOLOGICO DELLE ACQUE SUPERFICIALI INTERNE
Data aggiornamento scheda:Lo stato ecologico delle acque superficiali è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici. La Direttiva 2000/60/CE (recepita in Italia con il D.Lgs. 152/2006) impone il raggiungimento del “buono” stato di qualità dei corpi idrici che è dato dalla valutazione dello stato ecologico e dello stato chimico. L'indicatore fornisce una valutazione dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali - acque interne - basato sui dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE 2022 relativi al 3° Piano di Gestione Acque. A livello nazionale, dal confronto dei dati sullo stato di qualità ecologico tra il 2° e il 3° Piano di Gestione emerge una riduzione dei corpi idrici in stato sconosciuto, dal 18% al 10%, anche se ancora presenti. In generale lo stato ecologico non differisce molto dal precedente ciclo di gestione se non per la percentuale di laghi in stato buono, che è aumentata dal 17% al 35%.
STATO QUANTITATIVO DELLE ACQUE SOTTERRANEE (SQUAS)
Data aggiornamento scheda:Lo stato quantitativo delle acque sotterranee descrive lo stato di equilibrio di un corpo idrico in termini di bilancio tra estrazione e ravvenamento naturale della risorsa idrica. Un corpo idrico sotterraneo è definito in stato quantitativo buono se il livello delle acque sotterranee è tale che la media annua dei prelievi per attività antropiche a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili, non vi siano danni alle acque superficiali e agli ecosistemi connessi e non si verifichi intrusione salina o contaminazione di altro genere. L’indicatore è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG). A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021 inerente al 3° PdG, si evidenzia un aumento dei corpi idrici sotterranei classificati in stato quantitativo buono, che raggiungono il 79% dei totali (rispetto al 61% del 2° PdG), con una percentuale di corpi idrici in stato scarso del 19% e un residuo di corpi idrici non classificati pari al 2%. A livello di distretto le percentuali di corpi idrici che raggiungono lo stato quantitativo buono variano dal 98% nel Distretto Alpi Orientali al 58% nel Distretto Appennino Meridionale.
WEI WATER EXPLOITATION INDEX PLUS
Data aggiornamento scheda:Nel contesto del Reporting WISE 2022 relativo al 3° ciclo del Piano di gestione previsto per la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (WFD-Water Framework Directive), è stata prodotta e fornita dall'Italia alla Commissione europea la valutazione effettuata dall'ISPRA e l'Istat del livello di pressione che nel periodo 2015–2019 le attività umane hanno esercitato sui corpi idrici a seguito dei prelievi di acqua per i diversi usi (civile, agricolo, industriale, ecc.). La valutazione si basa sulla stima del Water Exploitation Index Plus (WEI+) che quantifica, per un assegnato intervallo temporale e un determinato territorio, il livello di stress idrico come rapporto tra il consumo di acqua, ossia i prelievi al netto delle restituzioni, e la disponibilità naturale di risorsa idrica rinnovabile.
La valutazione del WEI+ evidenzia, in particolare, il ruolo della siccità del 2017 sulla riduzione di risorsa idrica disponibile e quindi sul non completo soddisfacimento della domanda di risorsa a scala distrettuale, in particolare per il Distretto idrografico del Fiume Po, con un WEI+ = 29,1% (WEI+> 20% indica infatti una condizione di stress idrico). Dalla valutazione a scala stagionale il 2019, anno questo invece caratterizzato da un surplus di disponibilità di risorsa idrica, con un +24% a livello nazionale rispetto alla media annua sull’ultimo trentennio climatologico 1991–2020 (fonte elaborazioni modello BIGBANG dell'ISPRA), emerge il ruolo decisivo dei prelievi di acqua dai corpi idrici. Appare evidente che, a livello trimestrale, il periodo luglio–settembre è quello più critico, con la quasi totalità del territorio nazionale in stress idrico e con più della metà (circa il 66,4% dell'Italia) in stress idrico grave (WEI+ > 40%). Il Distretto idrografico della Sicilia, con un WEI+ di 93,5%, è quello maggiormente colpito dallo stress idrico nel periodo luglio–settembre 2019 per i prelievi di risorsa idrica, seguito dal Distretto idrografico del Fiume Po, con un WEI+ di 60,2%.
DEPURATORI - CONFORMITÀ DEI SISTEMI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE URBANE
Il controllo della conformità fa il punto sullo stato di adeguamento tecnologico dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane relativi ad agglomerati maggiori o uguali a 2000 a.e., utile soprattutto ai fini della pianificazione di eventuali azioni rivolte alla tutela delle acque. Nel 2020, dei 3.025 agglomerati considerati il 78% è risultato conforme, il 13% non conforme, il 6% parzialmente conforme e il 3% con dati non disponibili. Il grado di conformità pari al 100% si registra in Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria e nella provincia autonoma di Trento.
DEPURATORI - CONFORMITÀ DEL SISTEMA DI FOGNATURA DELLE ACQUE REFLUE URBANE
La presenza o meno di rete fognaria e la percentuale di acque reflue convogliate nei sistemi di collettamento indicano il grado di conformità ai requisiti previsti dalla normativa di riferimento. Nel 2020, il grado di conformità nazionale è pari al 99,3%. Il 95,6% del carico organico è convogliato in fognatura, il 3,7% in sistemi individuali mentre lo 0,7% non risulta convogliato.