Descrizione 1
Francesca Archi, Francesca Piva
Lo stato quantitativo delle acque sotterranee descrive lo stato di equilibrio di un corpo idrico in termini di bilancio tra estrazione e ravvenamento naturale della risorsa idrica. Un corpo idrico sotterraneo è definito in stato quantitativo buono se il livello delle acque sotterranee è tale che la media annua dei prelievi per attività antropiche a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili, non vi siano danni alle acque superficiali e agli ecosistemi connessi e non si verifichi intrusione salina o contaminazione di altro genere. L’indicatore è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG). A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021 inerente al 3° PdG, si evidenzia un aumento dei corpi idrici sotterranei classificati in stato quantitativo buono, che raggiungono il 79% dei totali (rispetto al 61% del 2° PdG), con una percentuale di corpi idrici in stato scarso del 19% e un residuo di corpi idrici non classificati pari al 2%. A livello di distretto le percentuali di corpi idrici che raggiungono lo stato quantitativo buono variano dal 98% nel Distretto Alpi Orientali al 58% nel Distretto Appennino Meridionale.
Lo stato quantitativo delle acque sotterranee descrive lo stato di equilibrio di un corpo idrico in termini di bilancio tra estrazione e ravvenamento naturale della risorsa idrica ed è finalizzato alla valutazione dello stato di sfruttamento e della disponibilità delle risorse idriche sotterranee. Tale stato viene valutato attraverso un’analisi di bilancio idrogeologico sul lungo termine riferita all’unità idrogeologica, operando un confronto tra i volumi medi di ricarica degli acquiferi e i volumi medi prelevati per le attività antropiche. I requisiti per il buono stato quantitativo di un corpo idrico sotterraneo sono esplicitati in tabella 4, parte B dell’allegato 1 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., come modificato dal D.Lgs. 30/2009, in attuazione delle Direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE. In base alla definizione di tale tabella, per il raggiungimento del buono stato quantitativo, il livello delle falde e la portata delle sorgenti devono essere tali che la media annua dei prelievi per attività antropiche a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili, non vi siano danni alle acque superficiali e agli ecosistemi connessi e non si verifichi intrusione salina o contaminazione di altro genere. Ai corpi idrici dove il bilancio è positivo o nullo viene assegnata la classe buono, mentre in caso di bilancio negativo i corpi idrici vengono classificati in stato scarso. In base agli esiti della classificazione è possibile orientare le politiche di gestione della risorsa idrica in maniera sostenibile prevedendo, per i corpi idrici risultati a rischio, misure di riduzione progressiva dei prelievi e/o un incremento della ricarica. Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei concorre, insieme allo stato chimico, a definire lo stato ambientale complessivo delle acque sotterranee. L'indicatore di stato quantitativo rappresenta in modo sintetico, a livello nazionale e di distretto, la numerosità dei corpi idrici che risultano classificati in stato quantitativo buono, evidenzia la quota parte di quelli che non raggiungono l'obiettivo e di quelli non ancora classificati e rileva i progressi registrati rispetto al precedente PdG (2016).
Verificare, ogni sei anni (a ogni PdG), il possesso dei requisiti per il buono stato quantitativo che, assieme allo stato chimico, concorre al raggiungimento e al mantenimento della qualità ambientale complessiva in stato buono dei corpi idrici sotterranei. Verificare l’efficacia delle misure applicate e valutare i progressi effettuati nel contenimento delle pressioni.
D.Lgs. 152/2010 e ss.mm.ii. D.Lgs. 30/2009 Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE) Ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii, in attuazione della Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE), il buono stato quantitativo delle acque sotterranee è raggiunto se il livello/portata di acque sotterranee nel corpo idrico è tale che la media annua dell'estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili. Il raggiungimento dell’obiettivo era previsto entro il 2015 con aggiornamento sessennale.
Descrizione 2
Guidance on groundwater status and trend assessment common implementation strategy for the Water Framework Directive (2000/60/EC), Guidance document no. 18. Technical report - 2009 – 026. ISBN 978-92-79-11374-1 Percopo C., Brandolin D., Canepa M., Capodaglio P., Cipriano G., Gafà R., Iervolino D., Marcaccio, M., Mazzola M., Mottola A., Sesia E., Testa M. (2017): Criteri tecnici per l’analisi dello stato quantitativo e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei. ISPRA – Manuali e Linee Guida 157/2017. Roma, Giugno 2017. ISBN 978-88-448-0837-2
Qualificazione dati
Dati contenuti nel Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti Idrografici (2017) e del 3° Piano di Gestione (aggiornamento ottobre 2022)
Nazionale Distretti idrografici
2016-2021 2010-2015
Qualificazione indicatore
A partire dai dati contenuti nei Database distrettuali del Reporting WISE del 2° e 3° Piano di Gestione delle Acque sono stati calcolati, a livello di distretto e nazionale, il numero e la percentuale di corpi idrici in stato quantitativo buono, scarso e quelli non ancora classificati. Per ciascun distretto è possibile operare un confronto tra i dati numerici e percentuali relativi allo stato quantitativo raggiunto nel 2° e 3° PdG.
A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021, il 79% dei corpi idrici sotterranei italiani sono classificati in stato quantitativo buono, con il 19% di corpi idrici in stato scarso (Figura 3). A livello di distretto si hanno percentuali variabili di raggiungimento del buono stato, comprese tra 58% e 98%.
La copertura temporale dell'indicatore non permette, al momento, di individuare un trend
Dati
Figura 2: Stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 3: Stato quantitativo nazionale dei corpi idrici sotterranei - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
I dati riportati nelle tabelle e nelle figure si riferiscono alla classificazione dei corpi idrici sotterranei risultante dal Reporting WISE del 3° e del 2° Piano di Gestione delle Acque (PdG). Poiché i limiti dei Distretti Idrografici sono stati ridefiniti dalla Legge 221/2015, per operare un confronto dello stato quantitativo tra 2° e 3°ciclo, i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione. A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021 inerente al 3° PdG, l'obiettivo del buono stato quantitativo è raggiunto da 802 corpi idrici sotterranei su 1.009 totali. Rispetto al ciclo precedente, si registra un aumento dei corpi idrici sotterranei classificati in stato quantitativo buono, che raggiungono il 79% dei totali (rispetto al 61% del 2° PdG), con una percentuale di corpi idrici in stato scarso del 19% e un residuo di corpi idrici non ancora classificati pari al 2% (Figura 3). A livello di distretto (Figura 1) le percentuali di corpi idrici sotterranei in stato quantitativo buono variano dal 98% nel Distretto Alpi Orientali al 58% nel Distretto Appennino Meridionale. Si evidenzia un incremento dei corpi idrici che raggiungono l’obiettivo rispetto al precedente PdG (Figura 2) in quasi tutti i distretti con eccezione del Distretto Sicilia. Nei Distretti Alpi Orientali, Fiume Po e Sardegna si hanno percentuali di raggiungimento dell'obiettivo superiori alla media nazionale. Nel 3° PdG rimangono percentuali di corpi idrici sotterranei in stato quantitativo scarso che variano significativamente tra distretti e sono comprese tra il 2% nel Distretto Alpi Orientali e il 42% nel Distretto Appennino Meridionale. Si evidenzia tuttavia che la classificazione è stata estesa alla maggior parte dei corpi idrici sotterranei, con percentuali di corpi idrici non classificati in netta riduzione in quasi tutti i distretti e la totalità di corpi idrici classificati nei Distretti Alpi Orientali, Appennino Settentrionale, Appennino Meridionale e Sicilia.