Descrizione 1
Giordano Giorgi, Marilena Insolvibile, Massimo Peleggi, Silvana Salvati
L'indicatore fornisce la percentuale di stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee suddivise in classi di qualità in funzione della concentrazione media dei nitrati rilevata nell'arco di un quadriennio di monitoraggio (2016-2019); in particolare il 68,1% delle stazioni presenta una concentrazione media di nitrati inferiore a 25 mg/l; solo il 12,6% dei punti monitorati ha registrato una concentrazione media superiore o pari ai 50 mg/l. Inoltre, da un’analisi del trend dell'ultimo quadriennio (2016-2019) rispetto al quadriennio precedente (2012-2015) si evince un andamento prevalentemente stabile della concentrazione dei nitrati, una diminuzione della concentrazione media nel 37,9% delle stazioni comuni tra i due quadrienni, a fronte di un aumento registrato solo nel 22,7% delle medesime stazioni.
Il monitoraggio dei nitrati nelle acque sotterranee è effettuato ai sensi della Direttiva Nitrati (Direttiva 91/676/CEE) che ha lo scopo di proteggere le acque dall’inquinamento causato o indotto dai nitrati di origine agricola. Nelle acque sotterranee, il valore soglia per la concentrazione di nitrati è di 50 mg/L. Le classi di qualità sono le seguenti, dalla peggiore alla migliore, rappresentate in diversi colori: ≥ 50 mg/l - rosso; tra 40 e 49,99 mg/l - arancione; tra 25 e 39,99 mg/l - giallo; tra 0 e 24,99 mg/l - verde. Le classi di qualità del trend sono le seguenti, dalla peggiore alla migliore: Forte aumento: > 5 mg/l - rosso; Debole aumento: da +1 a 5 mg/l - arancione; Stabilità: da -1 a +1 mg/l - giallo; Debole calo: da -5 a -1 mg/l - verde; Forte calo: <-5 mg/l - azzurro. Per ciascuna classe di qualità di concentrazione e di trend viene indicata la percentuale dei siti di monitoraggio delle acque sotterranee sul totale ricadente in quella classe. Il monitoraggio è finalizzato all’individuazione delle acque inquinate o a rischio di inquinamento, alla designazione delle zone vulnerabili (aree in cui le pressioni esercitate dai nitrati le rendono particolarmente sensibili e a rischio di inquinamento se non si interviene), alla definizione dei Programmi di Azione (una serie di misure intese a prevenire e a ridurre l’inquinamento da nitrati) e, in ultima analisi, all’elaborazione di codici di buona pratica agricola, che stabilisce una serie di buone pratiche.
Valutare sul medio - lungo periodo, l'impatto delle attività umane legate alla immissione di nitrati nelle acque sotterranee. Tali attività sono da ricondurre all'utilizzo di fertilizzanti per coltivazioni agricole, alla presenza di allevamenti, con particolare riguardo agli allevamenti intensivi e alle acque reflue non depurate che raggiungono per percolazione le acque sotterranee.
Direttiva Nitrati 91/676/CEE - art. 10 Direttiva 2000/60/CE D Lgs. 152/2006 D. Lgs 30/2009 DM 6/7/2016 Valore di riferimento della concentrazione di nitrati in acque sotterranee: 50 mg/l
Descrizione 2
Relazione ex articolo 10 della Direttiva 91/676/CEE ITALIA - Quadriennio 2016-2019 Sito web Commissione europea su Direttiva nitrati: https://environment.ec.europa.eu/topics/water/nitrates_en Report from the commission to the council and the European Parlament on the implementation of Council Directive 91/676/EEC concerning the protection of waters against pollution caused by nitrates from agricultural sources based on Member State reports for the period 2016–2019 – https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=COM%3A2021%3A1000%3AFIN&qid=1633953687154
Qualificazione dati
SINTAI - https://www.sintai.isprambiente.it - Sezione Direttiva 91/676 > Accesso dati reporting Nitrati
Nazionale, regionale
2008-2019
Qualificazione indicatore
Si calcola la percentuale dei siti di monitoraggio delle acque sotterranee sul totale degli stessi ricadenti nelle classi di qualità, identificate come intervalli di concentrazione dei nitrati e intervalli di variazione della concentrazione di nitrati tra il valore medio del quadriennio attuale (2016-2019) e quello del quadriennio precedente (2012-2015).
In riferimento alle acque sotterranee, i risultati relativi alla distribuzione delle stazioni di monitoraggio nelle differenti classi di qualità (0-24,99 mg/l; 25-39,99 mg/l; 40-49,99 mg/l; ≥50 mg/l) hanno evidenziato che su 4.612 punti di campionamento relative al quadriennio 2016-2019, il 68,1% delle stazioni presenta una concentrazione media di nitrati nel quadriennio inferiori a 25 mg/l; solo il 12,6% dei punti monitorati ha registrato una concentrazione media superiore o pari ai 50 mg/l di nitrati (Tabella 2, Figura 1).
Dall’analisi dei trend tra il quadriennio precedente (2012-2015) e quello in corso (2016-2019), è stata riscontrata una diminuzione della concentrazione media di nitrati nel 37,9% delle 3.431 stazioni comuni tra i due quadrienni, a fronte di un aumento registrato solo nel 22,7% delle medesime stazioni. Prevale su tutti un andamento stabile (39,4% delle stazioni) (Tabella 3, Figura 2).
Dati
Tabella 1: Rete monitoraggio nitrati acque sotterranee
Elaborazione ISPRA su dati SINTAI - Direttiva 91/676 quadrienni 2012-2015, 2016-2019
Tabella 2: Distribuzione delle stazioni di monitoraggio nelle differenti classi di qualità
Elaborazione ISPRA su dati SINTAI Direttiva 91/676 quadriennio 2016-2019
Tabella 3: Trend della concentrazione media nitrati quadrienni 2016-2019, 2012-2015
Elaborazione ISPRA su dati SINTAI Direttiva 91/676
Nell’ambito della rete nitrati regionale, le ARPA/APPA eseguono attività di monitoraggio della concentrazione dei nitrati in stazioni di campionamento delle acque superficiali e sotterranee che risentono delle pressioni di origine agricola e inoltrano i dati a ISPRA. Ogni quattro anni ISPRA trasmette una relazione alla Commissione europea sullo stato di attuazione della Direttiva Nitrati (Direttiva 91/676/CEE) sul territorio nazionale. In riferimento al periodo 2016- 2019, il numero di stazioni varia da un massimo di 581 in Umbria, a un minimo di 30 nella provincia di Trento, per un totale di 4.612 stazioni (Tabella 2). L’Emilia-Romagna presenta il numero più alto di stazioni con concentrazione media <25 mg/l NO3 (368), mentre l’Umbria registra il numero più elevato di stazioni con concentrazione media ≥50 mg/l NO3 (Tabella 1, Figura 1). Tutte le stazioni che rientrano in tale classe (≥50 mg/l NO3) sono soggette a prescrizioni definite dalla Direttiva Nitrati. In funzione della concentrazione dei nitrati da pressione agricola vengono designata le Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN), aree particolarmente sensibili e a rischio di inquinamento se non si interviene; si identificano pertanto programmi di controllo e azioni volte a prevenire e ridurre l’inquinamento da nitrati (Figura 1). Nei due ultimi quadrienni la rete di monitoraggio della Direttiva Nitrati ha subito una revisione in funzione di numerosi fattori, quali variazioni della significatività delle pressioni agricole, fattibilità del campionamento, tale che il numero delle stazioni del periodo 2012-2015 rispetto al periodo corrente 2016-2019 è variato da 5.035 a 4.612, con 3.431 punti di campionamento comuni (Tabella 1). In particolare, si registra un forte aumento della concentrazione dei nitrati (>5 mg/l) nel 14,6 % delle stazioni in Basilicata rispetto al quadriennio precedente, mentre un forte calo rispetto al quadriennio precedente (<-5 mg/l) si rileva nell’87,1% delle stazioni in Calabria. È chiaro che tali dati risentono anche del numero di stazioni identificate per il monitoraggio (48 in Basilicata e 85 in Calabria) (Tabella 3, Figura 2). In generale è possibile asserire che la maggior parte degli acquiferi monitorati sia caratterizzata da una situazione stazionaria o in miglioramento per quanto concerne la contaminazione da nitrati.