Descrizione 1
Francesca Archi, Francesca Piva
Lo stato ecologico delle acque superficiali è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici. La Direttiva 2000/60/CE (recepita in Italia con il D.Lgs. 152/2006) impone il raggiungimento del “buono” stato di qualità dei corpi idrici che è dato dalla valutazione dello stato ecologico e dello stato chimico. L'indicatore fornisce una valutazione dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali - acque interne - basato sui dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE 2022 relativi al 3° Piano di Gestione Acque. A livello nazionale, dal confronto dei dati sullo stato di qualità ecologico tra il 2° e il 3° Piano di Gestione emerge una riduzione dei corpi idrici in stato sconosciuto, dal 18% al 10%, anche se ancora presenti. In generale lo stato ecologico non differisce molto dal precedente ciclo di gestione se non per la percentuale di laghi in stato buono, che è aumentata dal 17% al 35%.
Lo stato ecologico si basa sulla valutazione degli Elementi di Qualità Biologica (EQB), da monitorare nei corpi idrici, selezionati in base all’analisi delle pressioni e degli impatti, supportati dalle caratteristiche fisico-chimiche della colonna d’acqua, dagli elementi chimici (inquinanti specifici) e dalle caratteristiche idromorfologiche del corpo idrico. Gli EQB monitorati nelle acque superficiali interne sono: macrobenthos, macrofite, fauna ittica e il fitobenthos (diatomee) nei fiumi, il fitoplancton nei laghi. La classificazione dello stato ecologico si effettua calcolando il Rapporto di Qualità Ecologica (RQE), cioè il rapporto tra il valore dell’elemento di qualità monitorato calcolato con le metriche specifiche e il valore dello stesso nelle condizioni di riferimento, cioè valutato nei siti in assenza di pressioni o dove i livelli delle pressioni antropiche siano nulli o trascurabili. Lo stato è espresso in cinque classi di qualità: 'elevato', 'buono', 'sufficiente', 'scarso' e 'cattivo'. La classe di stato del corpo idrico è assegnata in base al valore più basso, secondo il principio “one-out, all-out” della Direttiva 2000/60/CE, tra lo stato dei singoli elementi di qualità biologica e lo stato chimico degli inquinanti specifici, valutato in base al superamento dei valori degli standard di qualità.
Verificare, ogni sei anni, l’efficacia dei programmi di misure per il contenimento delle pressioni messi in campo dalle Amministrazioni competenti e, quindi, il raggiungimento dello stato “buono” entro le date fissate dalla normativa vigente.
Direttiva 2000/60/CE D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. Legge 221/2015 Il D.Lgs. 152/2006, in attuazione della Direttiva 2000/60/CE, definisce il buono stato ecologico delle acque superficiali come lo stato in cui “I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano livelli poco elevati di distorsione dovuti all'attività umana, ma si discostano solo lievemente da quelli di norma associati al tipo di corpo idrico superficiale inalterato”. Il raggiungimento dell’obiettivo era previsto entro il 2015 con aggiornamento sessennale.
Descrizione 2
Reporting WISE 3° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento ottobre 2022) Reporting WISE 2° Piano di Gestione Acque (marzo 2017)
Qualificazione dati
Reporting WISE del 3° Piano di Gestione Acque (aggiornamento ottobre 2022) Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque (marzo 2017)
Nazionale Distretti idrografici
2016-2021 2010-2015
Qualificazione indicatore
A partire dai dati contenuti nei Database distrettuali del Reporting WISE del 2° e 3° Piano di Gestione delle Acque sono stati calcolati, a livello di distretto e nazionale, il numero e la percentuale di corpi idrici nelle diverse classi di stato ecologico e quelli non ancora classificati. Per ciascun distretto è possibile operare un confronto tra i dati numerici e percentuali relativi allo stato ecologico raggiunto nel 2° e 3° PdG.
L’analisi delle acque superficiali interne a livello nazionale mostra che i corpi idrici in stato ecologico buono ed elevato sono pari al 43%. Il Distretto della Sardegna presenta una percentuale di corpi idrici che raggiunge l’obiettivo di qualità ecologica pari al 75%. I Distretti della Sicilia e dell’Appennino Meridionale hanno ancora un elevato numero di corpi idrici in stato sconosciuto, rispettivamente il 44% e il 33%.
La copertura temporale dell'indicatore non permette, al momento, di individuare un trend.
Dati
Figura 2a: Stato ecologico dei corpi idrici superficiali - fiumi - Confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 2b: Stato ecologico dei corpi idrici superficiali - laghi- Confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 3a: Stato ecologico nazionale dei corpi idrici delle acque superficiali – fiumi - Confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 3b: Stato ecologico nazionale dei corpi idrici delle acque superficiali – laghi - Confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 3c: Stato ecologico nazionale dei corpi idrici delle acque superficiali – fiumi e laghi - Confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
A livello nazionale, lo stato ecologico delle acque superficiali interne – fiumi e laghi - raggiunge l’obiettivo buono e superiore per il 43 % dei corpi idrici, il 10% dei corpi idrici è ancora in stato sconosciuto (Figura 3c). Con la Legge 221/2015 sono stati ridefiniti i limiti dei Distretti Idrografici, pertanto, per operare il confronto tra 2° e 3° ciclo del PdG, i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione. I dati di classificazione del sessennio 2016-2021 contenuti nel 3° PdG mostrano che lo stato ecologico dei fiumi non si differenzia di molto rispetto al 2°PdG, per tutti i Distretti tranne che per la Sardegna, dove si ha un aumento della percentuale di corpi idrici in stato buono che passa dal 55% al 76% (Figura 2a). Per quanto riguarda i laghi, invece, si rileva un aumento dei corpi idrici che hanno raggiunto l’obiettivo buono e superiore in quasi tutti i Distretti, anche se le percentuali sono ancora basse, tranne per il Distretto Alpi Orientali (68%) e il Distretto Sardegna che passa dal 9% del 2° PdG al 52% del 3° PdG (Figura 2b). Da considerare anche che il numero dei corpi idrici è cambiato tra il 2° e il 3° ciclo di gestione, in particolare i fiumi: infatti erano 7.493 corpi idrici nel 2° PdG a fronte dei 6.878 del 3° PdG. Per quanto riguarda i laghi il numero di corpi idrici è aumentato di uno (348) nel 3° PdG.