Descrizione 1
Francesca Archi, Francesca Piva
L'indicatore di Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) fornisce una valutazione della qualità chimica dei corpi idrici sotterranei italiani in base al confronto delle concentrazioni di alcuni inquinanti rispetto agli Standard di Qualità Ambientale e ai Valori Soglia delle tabelle 2 e 3 del DM 6/7/2016. A seconda se vengono rispettati o meno i limiti di concentrazione tabellari, lo stato chimico di un corpo idrico può risultare in stato buono o scarso e concorre, insieme allo stato quantitativo, a definire lo stato complessivo delle acque sotterranee. L’indicatore è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG). A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021 inerente al 3° PdG, si evidenzia un aumento dei corpi idrici sotterranei classificati in stato chimico buono, che raggiungono il 70% del totale (rispetto al 58% del 2° PdG), con una percentuale di corpi idrici in stato scarso del 27%. A livello di distretto, le percentuali di corpi idrici che raggiungono lo stato chimico buono variano dal 56%, registrato nel Distretto Sicilia, all'85% nel Distretto Alpi Orientali. In tutti i distretti idrografici i corpi idrici in stato sconosciuto sono in netta riduzione rispetto al ciclo precedente, con la totalità di corpi idrici classificati nei Distretti Alpi Orientali, Appennino Meridionale e Sicilia.
Lo stato chimico delle acque sotterranee descrive la qualità di un corpo idrico sotterraneo in base alle concentrazioni di alcune categorie di inquinanti, di origine naturale e di sintesi, rispetto agli Standard di Qualità e ai Valori Soglia di cui alle tab 2 e 3 dell'allegato 1 parte B del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii, aggiornato dal DM 6 luglio 2016, che costituisce l'attuale riferimento per la definizione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei. Gli standard di qualità per le concentrazioni di nitrati e pesticidi sono stati recepiti da Direttive comunitarie, mentre i valori soglia sono stati definiti a livello nazionale sulla base delle caratteristiche di tossicità umana, ecotossicità, tendenza alla dispersione, persistenza e potenziale bioaccumulo dei principali inquinanti che possono essere rilevati nelle acque sotterranee. Con l'aggiornamento della tabella 3 effettuato nel 2016, oltre ai parametri già previsti dal precedente riferimento normativo (D. Lgs. 30/2009), sono stati aggiunti i valori soglia per i composti perfluorurati. Per la definizione dello stato chimico sono monitorati tutti i parametri di base e le sostanze potenzialmente immesse nel corpo idrico sotterraneo, selezionate in base all'analisi delle pressioni e degli impatti. Un corpo idrico sotterraneo è definito in stato chimico buono se sono rispettati gli standard di qualità e i valori soglia, se non si verifica intrusione salina e se non risulta deterioramento delle acque superficiali connesse e degli ecosistemi terrestri dipendenti dal corpo idrico sotterraneo. Per sostanze ed elementi, tipo i metalli, naturalmente presenti in concentrazioni significative nelle acque sotterranee di alcune zone a elevata specificità geochimica, i valori soglia per la definizione dello stato chimico vengono rimodulati tenendo conto dei valori di fondo naturale, in modo da derivare lo stato chimico esclusivamente in base alla componente antropica della contaminazione. Lo stato chimico dei corpi idrici sotterranei può risultare buono o scarso e concorre, insieme allo stato quantitativo, a definire lo stato complessivo delle acque sotterranee. L’indicatore è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG) che copre il sessennio 2016-2021.
Verificare, ogni sei anni (a ogni PdG), il possesso dei requisiti per il buono stato chimico che, assieme allo stato quantitativo, concorre al raggiungimento e al mantenimento della qualità ambientale complessiva in stato buono dei corpi idrici sotterranei. Verificare l’efficacia delle misure applicate e valutare i progressi effettuati nel contenimento delle pressioni.
D.Lgs 152/2010 e ss.mm.ii. DM 6 luglio 2016 (recepimento Direttiva 2014/80/UE che modifica l'allegato II della direttiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento) D. Lgs 30/2009 Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE) Direttiva 2006/118/CE Ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii, in attuazione della Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE), il buono stato chimico delle acque sotterranee è raggiunto se la composizione chimica di un corpo idrico sotterraneo non evidenzia effetti di intrusione salina o di altro tipo, non presenta concentrazioni di inquinanti superiori agli standard di qualità ambientale e ai valori soglia, non comporta un deterioramento della qualità chimica ed ecologica delle acque superficiali connesse e non arreca danni significativi agli ecosistemi terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo. Il raggiungimento del buono stato chimico era previsto entro il 2015 con aggiornamento sessennale.
Descrizione 2
Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (marzo 2017) Reporting WISE del 3° Piano di Gestione Acque dei Distretti Idrografici (aggiornamento ottobre 2022)
Qualificazione dati
Dati contenuti nel Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti Idrografici (2017) e del 3° Piano di Gestione (aggiornamento ottobre 2022).
Nazionale Distretti idrografici
2010-2015 2016-2021
Qualificazione indicatore
A partire dai dati contenuti nei database distrettuali del Reporting WISE del 2° e 3° Piano di Gestione delle Acque sono stati calcolati, a livello di distretto e nazionale, il numero e la percentuale di corpi idrici in stato chimico buono, scarso e quelli non ancora classificati. Per ciascun distretto è possibile operare un confronto tra i dati numerici e percentuali relativi allo stato chimico raggiunto nel 2° e 3° PdG.
A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021, il 70% dei corpi idrici sotterranei italiani è classificato in stato chimico buono e il 27% di corpi idrici in stato scarso. A livello di distretto si hanno percentuali variabili di raggiungimento del buono stato ma in generale aumento rispetto al precedente PdG.
La copertura temporale dell'indicatore non permette, al momento, di individuare un trend.
Dati
Figura 2: Stato chimico dei corpi idrici sotterranei - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 3: Stato chimico nazionale dei corpi idrici sotterranei - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
I dati riportati nelle tabelle e nelle figure si riferiscono alla classificazione dei corpi idrici sotterranei risultante dal Reporting WISE del 3° e del 2° Piano di Gestione delle Acque (PdG). Poiché i limiti dei Distretti Idrografici sono stati ridefiniti dalla Legge 221/2015, per operare un confronto dello stato chimico tra 2° e 3°ciclo, i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione. A livello nazionale, nel sessennio di classificazione 2016-2021 inerente il 3° PdG, l'obiettivo del buono stato chimico è raggiunto da 708 corpi idrici sotterranei su 1.009 totali. Rispetto al ciclo precedente, si evidenzia un aumento dei corpi idrici sotterranei classificati in stato chimico buono, che raggiungono il 70% del totale (rispetto al 58% del 2° PdG), con una percentuale di corpi idrici in stato scarso del 27% e un'esigua percentuale di corpi idrici ancora non classificati (Figura 3). A livello di distretto (Figura 1) le percentuali di corpi idrici sotterranei che raggiungono lo stato chimico buono variano dal 56%, registrato nel Distretto Sicilia, all'85% nel Distretto Alpi Orientali. Si evidenzia un generale aumento di corpi idrici in stato chimico buono rispetto al precedente PdG (Figura 2). Nei Distretti Alpi Orientali, Fiume Po, Appennino Meridionale e Sardegna si rilevano percentuali di raggiungimento dell'obiettivo pari o superiori alla media nazionale. La percentuale di corpi idrici sotterranei in stato chimico scarso è variabile tra distretti ed è compresa tra il 15% e il 33% del totale, a eccezione del Distretto Sicilia dove risulta pari al 44%. Si evidenzia tuttavia che la classificazione è stata estesa alla maggior parte dei corpi idrici sotterranei, con percentuali di corpi idrici non classificati in netta riduzione in quasi tutti i distretti e la totalità di corpi idrici classificati nei Distretti Alpi Orientali, Appennino Meridionale e Sicilia.