Descrizione 1
Francesca Archi, Francesca Piva
L’indicatore fornisce una valutazione della qualità chimica dei corpi idrici superficiali italiani. Lo stato chimico è valutato in base alle concentrazioni, nelle matrici acqua e biota, delle sostanze chimiche appartenenti all’Elenco di Priorità di tab 1/A (D.Lgs. 152/2006 ss.mm.ii), distinte in prioritarie, pericolose prioritarie e altre sostanze. Per ogni sostanza dell'Elenco di Priorità la norma italiana, in attuazione delle Direttive europee, fissa gli Standard di Qualità Ambientale (SQA) che devono essere rispettati per poter assegnare lo stato chimico buono a un corpo idrico. Lo stato chimico concorre, assieme allo stato ecologico, alla valutazione dello “stato ambientale” complessivo di ogni corpo idrico. L’indicatore è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG). Sia a livello nazionale sia di distretto, per quanto riguarda i fiumi e laghi, si registra un aumento, rispetto al ciclo precedente, dei corpi idrici classificati in stato chimico buono e una riduzione dei corpi idrici non classificati.
Lo stato chimico delle acque superficiali è valutato in base alle concentrazioni delle sostanze chimiche appartenenti all’Elenco di Priorità di cui alla tabella 1/A All. 1 alla parte III del D.Lgs. 152/2006, aggiornata dal D.Lgs. 172/2015. In tale elenco figurano le sostanze indicate, a livello comunitario, come Prioritarie o Pericolose Prioritarie ai sensi della Direttiva 2008/105/CE, aggiornata dalla 2013/39/UE, e le altre sostanze individuate dalle “direttive figlie” della Direttiva 76/464/CE. L’elenco delle sostanze è periodicamente aggiornato ai sensi dell’art 16 della Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE). Per ciascuna sostanza la norma fissa Standard di Qualità Ambientali (SQA) per le concentrazioni nelle matrici ambientali dove la sostanza stessa può essere rilevata (acqua o biota). Gli SQA sono espressi in termini di concentrazione media annua (SQA-MA) o concentrazione massima ammissibile (SQA-CMA) della sostanza. Le sostanze monitorate e considerate ai fini dello stato chimico sono selezionate in base alle conoscenze disponibili sulla presenza di pressioni antropiche. Il campionamento e l’analisi delle sostanze valutate per la definizione dello stato chimico avvengono con cadenze prefissate e secondo protocolli standard a livello nazionale. In base al rispetto o al superamento degli SQA, un corpo idrico superficiale è classificato in stato chimico buono e non buono. In caso di superamento dello SQA, anche per una sola sostanza monitorata, in base al principio “one-out-all-out”, il corpo idrico non può essere classificato in buono stato chimico. L’indicatore di stato chimico delle acque superficiali è stato popolato a partire dai dati di classificazione dei corpi idrici del Reporting WISE del 3° Piano di Gestione (PdG). Poiché i limiti dei Distretti Idrografici sono stati ridefiniti dalla Legge 221/2015, per operare un confronto dello stato chimico tra 2° e 3°ciclo, i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione.
Verificare, ogni sei anni (a ogni PdG), il possesso dei requisiti per il buono stato chimico che, assieme allo stato ecologico, concorre al raggiungimento e al mantenimento della qualità ambientale complessiva in stato buono dei corpi idrici. Verificare l’efficacia delle misure applicate e valutare i progressi effettuati nel contenimento delle pressioni.
D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii D.Lgs. 172/2015 Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE) Direttiva 2013/39/UE Legge 221/2015 Il D.Lgs. 152/2006, in attuazione della Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE), definisce il buono stato chimico delle acque superficiali come “lo stato chimico richiesto per conseguire, entro il 22 dicembre 2015, gli obiettivi ambientali per le acque superficiali fissati dalla presente sezione ossia lo stato raggiunto da un corpo idrico superficiale nel quale la concentrazione degli inquinanti non superi gli standard di qualità ambientali fissati per le sostanze dell'elenco di priorità di cui alla tabella 1/A della lettera A.2.6 dell'allegato 1 alla parte terza”. Per le sostanze per le quali la Direttiva 2013/39/UE ha fissato SQA più restrittivi, l’obiettivo del buono stato chimico è previsto al 22 dicembre 2021, mentre delle nuove sostanze aggiunte all’elenco di priorità, non si terrà conto nella classificazione fino al 2027.
Descrizione 2
Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (marzo 2017) Reporting WISE del 3° Piano di Gestione Acque dei Distretti Idrografici (aggiornamento ottobre 2022)
Qualificazione dati
Dati contenuti nel Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti Idrografici (2017) e del 3° Piano di Gestione (aggiornamento ottobre 2022)
Nazionale Distretti idrografici
2016-2021 2010-2015
Qualificazione indicatore
A partire dai dati contenuti nei Database distrettuali del Reporting WISE del 2° e 3° Piano di Gestione delle Acque sono stati calcolati, a livello di distretto e nazionale, il numero e la percentuale di corpi idrici in stato chimico buono, non buono e quelli non ancora classificati. Per ciascun distretto è possibile operare un confronto tra i dati numerici e percentuali relativi allo stato chimico raggiunto nel 2° e 3° PdG.
Sia a livello nazionale sia di distretto, per quanto riguarda i fiumi e laghi, si registra un generale aumento, rispetto al ciclo precedente, dei corpi idrici classificati in stato chimico buono e una riduzione dei corpi idrici non classificati. Rimangono comunque, per qualche distretto, percentuali significative di corpi idrici in stato chimico non buono e non ancora classificati.
La copertura temporale dell'indicatore non permette, al momento, di individuare un trend.
Dati
Figura 3a: Stato chimico nazionale dei corpi idrici superficiali - fiumi - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 3b: Stato chimico nazionale dei corpi idrici superficiali - laghi - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 2b: Stato chimico dei corpi idrici superficiali – laghi - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
Figura 2a: Stato chimico dei corpi idrici superficiali - fiumi - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati reporting WISE - monitoraggio 2010-2015 e 2015-2021 (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione
A livello nazionale, per quanto riguarda i fiumi (Figura 3a), si registra un aumento, rispetto al 2° PdG, dei corpi idrici classificati in stato chimico buono, che salgono al 78%, mentre i corpi idrici in stato non buono si attestano al 13%. Dimezzata, invece, la percentuale di corpi idrici non classificati, che scende al 9%. Per i laghi (Figura 3b) si evidenzia una crescita netta dei corpi idrici in stato buono, che raggiunge il 69%, mentre la percentuale di corpi idrici in stato non buono resta sostanzialmente invariata, e i corpi idrici non classificati scendono al 20%. Si effettua un confronto tra i dati del 3° PdG e del 2° PdG. Da considerare che il numero dei corpi idrici è cambiato tra il 2° e il 3° ciclo di gestione: in particolare si avevano 7.493 corpi idrici per la categoria fiumi nel 2° PdG a fronte dei 6.878 del 3° PdG. Nella maggior parte dei distretti aumentano i corpi idrici fluviali in stato chimico buono rispetto al precedente sessennio (Figura 2a), pur con percentuali di raggiungimento dell'obiettivo molto diverse tra loro. Un leggero calo si registra nei Distretti Fiume Po e Appennino Centrale, per i quali tuttavia le percentuali di corpi idrici che raggiungono l’obiettivo risultano comunque superiori alla media nazionale attestandosi, rispettivamente, all'83% e 87%. Il miglioramento più marcato si registra nel Distretto Sardegna, dove il 91% dei fiumi raggiunge lo stato chimico buono con la totalità dei corpi idrici classificati. Nei Distretti Appennino Meridionale e Sicilia, le percentuali dei corpi idrici in stato buono restano inferiori alla media nazionale, 23% e 51%, ma si evidenzia un significativo aumento dei corpi idrici classificati rispetto al precedente ciclo di gestione. Per quanto riguarda i laghi, aumentano sensibilmente i corpi idrici in stato chimico buono in quasi tutti i distretti (Figura 2b), con percentuali che raggiungono l’87% nel Distretto Sardegna e il 98% in quello delle Alpi Orientali. Invece nei Distretti Sicilia e Appennino Meridionale i corpi idrici che raggiungono l’obiettivo non superano il 40-45%, ma si è comunque ridotta significativamente la percentuale di laghi non classificati, in linea con quanto si è verificato, in minore e maggiore misura, in tutti i distretti.