Descrizione 1
Renato Marra Campanale
Il Consumo materiale interno misura il consumo apparente di risorse materiali di un'economia. Si tratta dell’indicatore principale derivato dai conti dei flussi di materia, utilizzato per misurare la Produttività delle risorse di un paese nell'ambito delle politiche sull’uso delle risorse naturali. Nel 2023 il Consumo materiale interno italiano ammonta a 498,4 milioni di tonnellate (-2,7% rispetto all’anno precedente) e la Produttività delle risorse si attesta a 3,59 euro/kg (+3,7% rispetto all’anno precedente).
Il Consumo materiale interno (CMI; l'acronimo inglese conosciuto a livello internazionale è DMC) è l'indicatore principale derivato dal modulo dei conti ambientali fisici EW-MFA (Economy-Wide Material Flow Accounts). Il CMI misura l'ammontare di materiali utilizzati direttamente in un sistema economico e viene calcolato sottraendo all''Input materiale diretto' (pari a 'Estrazione interna di materiali utilizzati' più 'Importazioni') le 'Esportazioni'. Esso equivale alla quantità di materiali che alla fine del periodo di riferimento diventano parte dello stock materiale di un'economia (rifiuti in discariche controllate; beni capitali, quali edifici, infrastrutture e macchinari; beni durevoli di consumo) o che sono stati trasformati in materiali residui che tornano nell'ambiente (emissioni in atmosfera, nelle acque e nel suolo; utilizzi dissipativi di prodotti e perdite). Il CMI viene utilizzato a sua volta per costruire l'indicatore di efficienza 'Produttività delle risorse', che calcola la relazione fra l'attività economica e il consumo di risorse naturali. La Produttività delle risorse, definita come il rapporto tra il Prodotto interno lordo e il Consumo materiale interno, è uno degli indicatori principali usati per il monitoraggio delle politiche dell'economia circolare.
Monitorare l’obiettivo del consumo e della produzione sostenibile e il verificarsi del disaccoppiamento fra l’utilizzo delle risorse naturali e l'attività economica.
Regolamento (UE) N. 691/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 luglio 2011 relativo ai conti economici ambientali europei.
Descrizione 2
Economy-wide material flow accounts. Handbook, 2018 edition. Eurostat, Luxembourg, 2018 (https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-manuals-and-guidelines/-/KS-GQ-18-006) System of Environmental-Economic Accounting 2012 - Central Framework. United Nations, New York, 2014 (https://seea.un.org/content/seea-central-framework)
I flussi di materia delle importazioni e delle esportazioni si riferiscono ai beni scambiati nel commercio internazionale. Pertanto, il CMI non comprende i flussi di materiali indiretti associati al commercio internazionale; tali flussi sono calcolati nell'ambito dei flussi di materia in raw material equivalents (materie prime equivalenti).
Qualificazione dati
Database di Eurostat:
Material flow accounts - https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/env_ac_mfa/default/table?lang=en
Resource productivity - https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/env_ac_rp/default/table?lang=en
Nazionale
1990-2023 (Flussi di materia); 1995-2023 (Produttività delle risorse)
Qualificazione indicatore
Gli indicatori derivati dai conti dei flussi di materia (EW-MFA) forniscono informazioni su tutti gli scambi fisici tra l’antroposfera e l’ambiente naturale, a eccezione dell’acqua e dell’aria utilizzate in quanto tali (cioè non incorporate nei prodotti o nei residui, come ad esempio l’acqua utilizzata per l’irrigazione in agricoltura, oppure l’aria utilizzata per il raffreddamento di impianti industriali). Tali scambi sono espressi in termini di massa e gli aggregati sono composti esclusivamente da quantità fisiche misurate in peso. La classificazione di materiali che interessa i flussi dell'estrazione di risorse, importazioni ed esportazioni si articola secondo quattro categorie principali di materiali ('biomasse', 'minerali metalliferi', 'minerali non metalliferi', 'combustibili fossili'), a cui vanno aggiunte le categorie 'altri prodotti' e 'rifiuti' che si applicano solo ai flussi del commercio con l'estero. EW-MFA fanno parte dei conti ambientali sviluppati dal Sistema statistico europeo in coerenza con i concetti e gli schemi fondamentali della contabilità economica nazionale e con le linee guida adottate dagli organismi internazionali per lo sviluppo di un sistema di contabilità integrata ambientale ed economica. Si tratta di un approccio: i) multi-scala, in quanto è possibile effettuare analisi a livello sia macro (intera economia) sia meso (attività economica); ii) multi-dimensionale, in quanto integra la dimensione economica e ambientale.
Nel 2023 il Consumo materiale interno (CMI) italiano ammonta a 498,4 milioni di tonnellate, a cui corrisponde un valore della Produttività delle risorse pari a 3,59 euro/kg. Lo stato può essere considerato buono se il dato viene confrontato con la media europea, infatti, il CMI pro capite italiano nel 2023 è pari a 8,4 tonnellate pro capite contro le 13,9 tonnellate pro capite europee, e la produttività delle risorse in Italia con 3,59 euro/kg è ben al di sopra del valore ottenuto dall’Europa (2,23 euro/kg).
Nel periodo 1995-2023, contrariamente all'aumento del PIL di oltre il 19%, il consumo di materiali si riduce di circa il 29%. Ciò ha comportato una crescita della produttività delle risorse di circa 1,5 euro/kg (+69%), delineando un trend di miglioramento complessivo. Va notato però che, a parte il periodo 2006-2013 in cui si registra una forte caduta del CMI, la variabile ambientale è fortemente accoppiata alle dinamiche di quella economica (Tabella 1, Figura 1).
Dati
Tabella 1: Produttività delle risorse e sue componenti
Istat ed Eurostat
Tabella 2: Consumo materiale interno e sue componenti
Istat ed Eurostat
Tabella 3: Importazioni ed esportazioni per livello di lavorazione dei prodotti
Elaborazioni ISPRA su dati Istat ed Eurostat
Tabella 4: Dipendenza dalle importazioni
Elaborazioni ISPRA su dati Istat ed Eurostat
Dal 1995 al 2023 la produttività delle risorse dell’economia italiana aumenta del 69%. Tuttavia, questo incremento non si è verificato in modo costante. Dal 1995 al 2007 la produttività delle risorse oscilla intorno a 2,1 euro per kg. A partire dagli anni successivi, caratterizzati dalla crisi economica e finanziaria, la crescita esplode fino a raggiungere 3,3 euro per kg negli anni 2013 e 2014 e 3,5 euro per kg negli anni 2017 2018. Quest’ultimo valore viene riottenuto nel 2023, dopo che la tendenza positiva si era invertita con la crisi pandemica. L'analisi delle componenti della produttività delle risorse fa luce sull'evoluzione di questo indicatore composito nel periodo 1995-2023. Tre periodi sono identificabili dal 1995 al 2023, in cui CMI e PIL mostrano un forte accoppiamento. Fino al 2006 e dopo il 2013, PIL e CMI mostrano un accoppiamento assoluto. Mentre nel periodo centrale, l’accoppiamento delle due variabili è relativo: alla caduta del PIL pre e post crisi economica, corrisponde il crollo del CMI causato soprattutto dai minerali non metalliferi (Figura 1, Tabelle 1 e 2).
Le risorse materiali che entrano in un sistema economico – rappresentate dagli indicatori dell’estrazione interna e delle importazioni in termini fisici – possono essere utilizzate direttamente nell’economia (CMI) o esportate e utilizzate all’estero. Allo stesso modo di quanto fatto per la produttività delle risorse, il CMI può essere scomposto nelle sue componenti, cioè estrazione interna e importazioni nette (Tabella 2). Le esportazioni italiane – costituite principalmente da prodotti finiti (Tabella 3) – pur in maniera non del tutto lineare, crescono lungo tutto il periodo 1995-2023 registrando un aumento complessivo di circa il 54% (Tabella 2). Le importazioni – costituite in gran parte da materie prime (Tabella 3) – seguono invece un andamento più comparabile con quello dell’estrazione interna. Infatti, dopo che l’estrazione interna e le importazioni raggiungono il loro livello più elevato, rispettivamente nel 2006 e nel 2007, entrambe le variabili (soprattutto l’estrazione interna) invertono il loro andamento in concomitanza della crisi economica 2008-2009. Dal 2016 e fino al 2023 estrazione interna e importazioni si ritrovano a livelli comparabili (intorno a 336milioni di tonnellate di materiali estratte in Italia e 310 importate). Nel 2020, a seguito della crisi pandemica, l’estrazione interna si attesta a un livello inferiore a quello del 1995 di circa il 38% e le importazioni cadono sotto il livello del 1995 (-4%; Tabella 2).
Infine, come indicato in Tabella 3, l’economia italiana è molto dipendente dalle materie prime importate. Tale dipendenza estera, derivata come quota dell'input materiale diretto (pari alla somma dell’estrazione interna e delle importazioni) può essere calcolata per tipo di materiale o a livello complessivo (Tabella 4). Dal 1995 al 2023, la dipendenza del totale dei materiali passa da poco più di un terzo dell’input materiale diretto nei primi anni del periodo a circa la metà negli anni più recenti. A livello di materiali, l’economia italiana si mostra autosufficiente solo per i materiali da costruzione. Le biomasse passano nello stesso periodo da una dipendenza di circa un quarto del totale a oltre il 40% negli ultimi anni. La dipendenza dalle risorse importate è quasi totale per i minerali metalliferi e i combustibili fossili.