PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Costanza Mariotta

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    La produzione di rifiuti speciali totale, in Italia nel 2021, si attesta a 165 milioni di tonnellate mostrando, rispetto al 2020, un aumento del 12,2%, corrispondente a quasi 18 milioni di tonnellate. Va ad ogni modo segnalato che il confronto con il 2020 non può essere ritenuto rappresentativo di una situazione ordinaria, tenuto conto dell’emergenza sanitaria che ha segnato l’intero contesto socioeconomico nazionale, con conseguenti ripercussioni sul sistema produttivo nazionale e sui consumi. Nel 2021 si assiste a una generale ripresa delle attività economiche. La produzione industriale e manifatturiera risulta, infatti, caratterizzata dal graduale ripristino degli scambi commerciali, fondamentali nelle catene di approvvigionamento delle materie prime e dei prodotti semilavorati, nonostante per alcuni settori persistano ancora ripercussioni negative legate al periodo emergenziale. I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,5% del totale dei rifiuti prodotti, aumentano di 17,1 milioni di tonnellate (+12,5%), quelli pericolosi di 818 mila tonnellate (+8,3%). L’incremento registrato nella produzione dei rifiuti non pericolosi è imputabile principalmente all’aumento del quantitativo dei rifiuti da costruzione e demolizione (+19,2%, corrispondente a 12,4 milioni di tonnellate). Il settore delle costruzioni, infatti, ha registrato una significativa ripresa dopo la crisi pandemica, grazie al ripristino e/o all’apertura di cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale. Va rilevato, inoltre, che tale settore è stato oggetto, negli ultimi anni, di incentivi disposti dal Governo per la ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici.

    Descrizione

    L’indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali generati in Italia. L’informazione viene fornita disaggregata rispetto alle seguenti tipologie di rifiuto: rifiuti speciali pericolosi, rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti da costruzione e demolizione. Viene, inoltre, presentata l’articolazione per attività economica.

    Scopo

    Misurare la quantità totale di rifiuti speciali prodotti e valutare gli impatti delle attività economiche, comprese quelle di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale, supportando processi decisionali e politiche ambientali nell'adozione delle relative strategie.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
    È semplice, facile da interpretare
    È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
    Fornisce una base per confronti a livello internazionale
    Ha una soglia o un valore di riferimento con il quale poterlo confrontare
    Misurabilità
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato in termini tecnici e scientifici
    Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
    Comparabilità nello spazio
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Direttiva 2008/98/CE; 

    D.Lgs. 152/2006 e successive modificazioni; 

    D.Lgs. 205/2010; 

    Decreto Direttoriale 7 ottobre 2013 - Adozione e approvazione del Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (G.U. 18 ottobre 2013, n. 245). Il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (Decreto Direttoriale 7 ottobre 2013) fissa i seguenti obiettivi di prevenzione al 2020, rispetto ai valori registrati nel 2010:

    • riduzione del 10% della produzione dei rifiuti speciali pericolosi per unità di PIL
    • riduzione del 5% della produzione dei rifiuti speciali non pericolosi per unità di PIL. Sulla base di nuovi dati relativi alla produzione dei rifiuti speciali, tale obiettivo potrà essere rivisto. 

    L 221 del 28/12/2015. 

    Decisione 2000/532/CE. 

    D.Lgs. n. 4/2008.

    I rifiuti speciali sono individuati all'articolo 184, comma 3 del D.Lgs. 152/2006 e successive modificazioni. Il citato decreto legislativo ribadisce i principi ispiratori della gerarchia europea che prevedono il seguente ordine di priorità: 

    • prevenzione
    • preparazione per il riutilizzo
    • riciclaggio
    • recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia
    • smaltimento.
    DPSIR
    Pressione
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (tipo A)
    Riferimenti bibliografici

    ANPA - ONR, 1999, Il sistema ANPA di contabilità dei rifiuti – Prime elaborazioni dei dati

    ANPA - ONR, 2001, Primo rapporto sui rifiuti speciali

    ANPA - ONR, Rapporto rifiuti, anni 2001-2007

    ISPRA, Rapporto Rifiuti 2008

    ISPRA, Rapporto Rifiuti Speciali, Edizioni 2009-2023

    Limitazioni

    Il dato di produzione dei rifiuti speciali è disponibile a livello nazionale, regionale e provinciale dal 1997 al 2005, e a livello nazionale e regionale per gli anni dal 2007 al 2009. Il dato 2006 risulta, invece, disponibile solo aggregato su scala nazionale, a causa delle modifiche normative introdotte dal D.Lgs. n. 152/2006 che hanno comportato, per tale anno, una consistente riduzione del tasso di copertura dell'informazione da parte delle banche dati MUD. Tale riduzione ha reso necessario il ricorso a procedure di stima attuabili solo su scala nazionale. Il comma 3 dell'art. 189 del D.Lgs. n. 152/2006 ha, infatti, inizialmente esonerato tutti i produttori di rifiuti non pericolosi dall'obbligo di dichiarazione con una consistente ripercussione sulle dichiarazioni, relative ai dati 2006, effettuate nell'anno 2007. Fatta eccezione per i settori totalmente esonerati, l'obbligo di dichiarazione è stato parzialmente reintrodotto con il D.Lgs. n. 4/2008, limitatamente alle imprese produttrici di rifiuti non pericolosi con un numero di dipendenti superiore a 10. Al fine di pervenire a una valutazione dei quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi prodotti nel 2006 (in assenza di una sufficiente copertura delle banche dati MUD relative a tale tipologia di rifiuti) si è reso, pertanto, necessario l'utilizzo di apposite metodologie di stima, basate sulla determinazione, per i diversi comparti industriali, di coefficienti specifici di produzione, derivati da studi di settore condotti da ISPRA. 

    Con riferimento ai rifiuti pericolosi si segnala, altresì, che sono state introdotte nuove esenzioni dall’obbligo della dichiarazione MUD per specifiche categorie, ai sensi dell’articolo 69, comma 1 della Legge 28 dicembre 2015, n. 221 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali”. In considerazione delle esenzioni previste dalla norma vigente, pertanto, a partire dai dati relativi al 2015, la produzione dei rifiuti pericolosi è stata quantificata integrando le informazioni contenute nella banca dati MUD, con le stime effettuate per il solo settore dell’agricoltura. L’attuale meccanismo di acquisizione delle informazioni non consente di rendere disponibili i dati riferiti a un certo anno prima della fine dell’anno successivo.

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Fonte dei dati
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    Accessibilità dei dati di base

    Utilizzate le informazioni contenute nella banca dati delle dichiarazioni ambientali annuali (MUD) effettuate dai soggetti obbligati ai sensi della legislazione vigente, integrati dai quantitativi stimati da ISPRA, non accessibili al pubblico. I dati di produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non, a livello regionale, per attività economica e per capitolo dell’elenco europeo dei rifiuti sono consultabili sul sito web del Catasto Rifiuti, all’indirizzo: www.catasto-rifiuti.isprambiente.it

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    1997-2021

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    L'indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali generati in Italia. L'informazione viene fornita disaggregata rispetto alle diverse tipologie di rifiuto, ovvero rifiuti speciali pericolosi, rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali derivanti da attività di costruzione e demolizione. Viene, inoltre, presentata l'articolazione per attività economica. I dati di produzione dei rifiuti speciali non pericolosi, relativi all'anno 2006 e, in parte, agli anni dal 2007 al 2020 sono stati integrati attraverso apposite metodologie di stima, così come quelli relativi alla produzione dei rifiuti speciali pericolosi relativi agli anni 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021.
    La base informativa è costituita dalle dichiarazioni ambientali (MUD) presentate annualmente dai soggetti obbligati ai sensi dell’art. 189 del D.Lgs. 152/2006. Le informazioni desunte dalla banca dati MUD sono state integrate con i quantitativi stimati mediante l’applicazione di specifiche metodologie per alcuni settori produttivi che, ai sensi della normativa vigente, risultano interamente o parzialmente esentati dall’obbligo di dichiarazione. Va rilevato che alcuni studi di settore sono stati aggiornati tenuto conto che molti materiali, prima classificati come rifiuti, sono attualmente qualificati come sottoprodotti ai sensi della legislazione vigente. Per tale motivo si è provveduto ad aggiornare, in particolare, le stime relative all’industria alimentare e delle bevande a partire dal 2011.

    Va segnalato che il dato di produzione può essere influenzato in modo non trascurabile dalla possibilità di reimmettere flussi di materia nei cicli industriali e di utilizzare i residui di produzione come sottoprodotti in una filiera produttiva anche diversa da quella di provenienza, incentivando la simbiosi industriale e la creazione dei cosiddetti “distretti circolari”.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L’indicatore risponde a precise domande di informazione (obiettivo: prevenzione rifiuti). Nel caso della comparabilità nello spazio, i dati raccolti sono validati secondo metodologie condivise. Per quanto attiene alla comparabilità nel tempo, si evidenzia che i dati di produzione dei rifiuti speciali non pericolosi relativi agli anni 2006-2021 e quelli di produzione dei rifiuti speciali pericolosi relativi agli anni 2015-2019 sono stati integrati attraverso procedure di stima e non risultano, pertanto, pienamente confrontabili con quelli rilevati negli anni precedenti.

    Stato
    Medio
    Trend
    Negativo
    Valutazione/descrizione dello stato

    Dopo il periodo emergenziale che ha caratterizzato il 2020, si assiste a una generale ripresa dei consumi e del sistema produttivo nazionale. Nel 2021, la produzione nazionale dei rifiuti generati dalle attività economiche, industriali e manifatturiere mostra un aumento rispetto al 2020 del 12,2%, corrispondente a quasi 18 milioni di tonnellate. 

     

     

     

    Valutazione/descrizione del trend

    L’Italia dispone di una serie storica dei dati sui rifiuti speciali prodotti dal 1997 al 2021 in cui si evidenzia un trend in forte crescita. Nello specifico si rileva un deciso incremento della produzione nel periodo 1997-2006, seguito da un trend di crescita più contenuto fino al 2008. Tra il 2008 e il 2009, a causa della grave crisi economico-finanziaria che ha investito il nostro Paese, si assiste invece a una contrazione dei quantitativi di rifiuti speciali (-5,7%). Nel 2010, la produzione nazionale dei rifiuti speciali torna nuovamente ad aumentare (+1,8%). Tra il 2011 e il 2017 si osserva un andamento altalenante della produzione di rifiuti speciali: tra il 2011 e il 2013 scende del 4,3% grazie principalmente alla riduzione dei rifiuti speciali non pericolosi prodotti da attività di costruzione e demolizione, mentre tra il 2013 e il 2014 torna ad aumentare (+4%) riallineandosi ai valori del 2011. La crescita prosegue sia nel biennio 2014 -2015 (+2,4%) sia in quello 2015 - 2016 (+2%). In particolare, l'andamento della produzione dei rifiuti speciali si conferma in crescita nell'ultimo quinquennio 2015-2019 (+16,3%), in linea con l'andamento degli indicatori socio economici. La produzione nel 2020 mostra un calo del 4,5% rispetto al 2019, corrispondente a quasi 7 milioni di tonnellate, per poi tornare ad aumentare nel 2021 (+12,2%).  (Tabella 1 e Figura 1).

    Commenti

    Dopo la crisi pandemica del 2020, analogamente a quanto rilevato per i rifiuti urbani, anche la produzione nazionale dei rifiuti generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare nel 2021 un significativo aumento attestandosi a circa 165 milioni di tonnellate. Va ad ogni modo segnalato che il confronto con il 2020 non può essere ritenuto rappresentativo di una situazione ordinaria, tenuto conto dell’emergenza sanitaria che ha segnato l’intero contesto socioeconomico nazionale, con conseguenti ripercussioni sul sistema produttivo nazionale e sui consumi. I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,5% del totale dei rifiuti prodotti, aumentano di 17,1 milioni di tonnellate (+12,5%), quelli pericolosi di 818 mila tonnellate (+8,3%). L’incremento registrato nella produzione dei rifiuti non pericolosi è imputabile principalmente all’aumento del quantitativo dei rifiuti da costruzione e demolizione (+19,2%, corrispondente a 12,4 milioni di tonnellate) (Tabella 1). Il settore delle costruzioni, infatti, ha registrato una significativa ripresa dopo la crisi pandemica, grazie al ripristino e/o all’apertura di cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale. Va rilevato, inoltre, che tale settore è stato oggetto, negli ultimi anni, di incentivi disposti dal Governo per la ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici.

    L’analisi dei dati per attività economica (secondo la classificazione ATECO 2007) mostra che il maggior contributo alla produzione complessiva dei rifiuti speciali è dato dal settore delle costruzioni e demolizioni (ATECO da 41 a 43) che, con 78,7 milioni di tonnellate comprensivi dei rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione e di altri rifiuti prodotti da tali attività (ad esempio, rifiuti di imballaggio, oli esauriti, ecc.), copre il 47,7% del totale prodotto. Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale (ATECO 38 e 39) contribuiscono per il 24,2% (39,9 milioni di tonnellate), mentre il 18,2% è rappresentato dall’insieme delle attività manifatturiere (ATECO da 10 a 33) (circa 30,1 milioni di tonnellate). Le altre attività economiche contribuiscono, complessivamente, alla produzione di rifiuti speciali con il 9,9% (circa 16,2 milioni di tonnellate) (Tabella 2).

    Allegati
    Titolo

    Tabella 1: Produzione di rifiuti speciali

    Fonte

    ISPRA

    Legenda

    a Dati parzialmente stimati; b Dati stimati; c Inclusi i quantitativi di rifiuti speciali provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani;

    Titolo

    Tabella 2: Produzione di rifiuti speciali per attività economica (settore NACE)

    Fonte

    ISPRA

    Legenda

    a Dati parzialmente stimati; b inclusi i quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi provenienti dal trattamento di rifiuti urbani

    Note

    RS = Rifiuti speciali; 

    RSP = Rifiuti speciali pericolosi;                                                                                   

    RSNP = Rifiuti speciali non pericolosi                         

    Thumbnail
    Titolo

    Figura 1: Produzione dei rifiuti speciali totali

    Fonte

    ISPRA