Descrizione 1
Renato Marra Campanale
Il tasso di uso circolare dei materiali misura la quota di risorse materiali riutilizzate da un'economia. Nel periodo 2004-2022 il tasso di uso circolare dei materiali italiano passa dal 5,8% al 18,7%.
Il tasso di uso circolare dei materiali (Circular Material Use Rate nella dizione inglese - CMUR) misura il contributo dei materiali riutilizzati (R) rapportato all’utilizzo complessivo di materiali (T), a livello di intera economia e per categoria di risorse (biomasse, minerali metalliferi, minerali non metalliferi, combustibili fossili). L’indicatore rappresenta dunque la percentuale di materia prima secondaria utilizzata nei processi produttivi. Tale indicatore è stato sviluppato da Eurostat e pubblicato, a partire da gennaio 2018, nell'ambito del Monitoring Framework della Comunicazione della Commissione europea 'Closing the loop - An EU action plan for the Circular Economy', COM(2015) 614 final, a cui è seguita la Comunicazione COM(2020) 98 final del marzo 2020 'A new Circular Economy Action Plan - For a cleaner and more competitive Europe'.
Misurare il contributo dei materiali riciclati rispetto alla domanda complessiva di materiali. Un CMUR più alto significa che una maggiore quantità di materie prime secondarie rimpiazza materiali estratti o importati, dando enfasi inoltre, per come è costruito l’indicatore, allo sforzo profuso da un’economia nella raccolta di materiali destinati al recupero.
Comunicazione COM(2020) 98 final dell'11 marzo 2020 'A new Circular Economy Action Plan - For a cleaner and more competitive Europe'. La Comunicazione COM(2020) 98 si propone di "raddoppiare la percentuale di utilizzo dei materiali circolari nel prossimo decennio".
Descrizione 2
Circular material use rate — Calculation method — 2018 edition. Eurostat, Luxembourg (https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-manuals-and-guidelines/-/KS-GQ-18-013?inheritRedirect=true&redirect=%2Feurostat%2Fpublications%2Fmanuals-and-guidelines)
L’input di materiali di un sistema economico è dato dalle materie prime e dalle materie prime secondarie, sia interne sia importate. Le materie prime secondarie sono così articolate: a) materiali (rifiuti) recuperati; b) materiali (non derivanti dalla gestione dei rifiuti) generati come prodotti secondari di alcuni processi produttivi; questi sottoprodotti possono ulteriormente suddividersi in b.1) materiali con valore economico scambiati fra stabilimenti; b.2) flussi intra-stabilimento. Il caso a) può essere approssimato dalle statistiche sui rifiuti, assumendo che l’input degli impianti di recupero sia pari all’output e che tutto diventi materia prima secondaria. Il caso b) è al momento fuori dalla statistica ufficiale. In definitiva, ciò che si valuta attualmente è solo il contributo del sistema di gestione dei rifiuti all’economia circolare. Restano esclusi gli altri usi circolari di materia, ad esempio la simbiosi industriale. In futuro, la parte di materia prima secondaria che non deriva dai rifiuti può crescere per via del suo aumento di valore. In altre parole, ci si aspetta che la valorizzazione di questi materiali e dei loro flussi circolari sia sempre più integrata nell’economia ordinaria. Ciò non sarà visibile come uso circolare, ma solo come minor estrazione di risorse naturali.
Qualificazione dati
Database di Eurostat per dati EU27 e Stati membri: https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/env_ac_cur/default/table?lang=en
Nazionale
2004-2022
Qualificazione indicatore
Le elaborazioni si basano sull’integrazione di tre fonti di dati: statistiche dei rifiuti (ISPRA); statistiche del commercio internazionale (Istat); conti dei flussi di materia (Istat). L’indicatore è definito come il rapporto (R / T) tra i materiali riutilizzati (R) e l’uso complessivo di materiali (T). Ad un tasso più alto corrisponde un uso maggiore di materiali secondari in sostituzione di materia prima (e quindi di risorse naturali estratte). Il numeratore (R) comprende: “Recupero di rifiuti' meno 'Importazioni di rifiuti destinati al recupero” più “Esportazioni di rifiuti destinati al recupero”. Si noti che il “Recupero di rifiuti” non include il recupero di energia e il riempimento (backfilling). Il denominatore (T) comprende: “Consumo materiale interno ” più i materiali riutilizzati (R). Per approfondimenti: Circular material use rate — Calculation method — 2018 edition. Eurostat, Luxembourg (https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-manuals-and-guidelines/-/KS-GQ-18-013?inheritRedirect=true&redirect=%2Feurostat%2Fpublications%2Fmanuals-and-guidelines )
Nel 2022 il tasso di circolarità dei materiali si attesta al 18,7%, dopo aver raggiunto il suo massimo nel 2020 (20,6%). I risultati italiani nell'ambito di questo aspetto della circolarità sono migliori della media europea che nel 2022 si ferma all'11,5% (Tabella 1, Figura 1).
Il tasso di circolarità dei materiali passa dal 5,8% al 18,7% nel periodo 2004-2022, con un aumento di quasi 13 punti percentuali. Tale andamento può essere valutato positivamente (Tabella 1, Figura 1).
Dati
Tabella 1: Tasso di uso circolare dei materiali
ISPRA
2022: stime provvisorie
Tra il 2004 e il 2022 il tasso di uso circolare dei materiali italiano passa dal 5,8% al 18,7% (+12,9 punti percentuali), evidenziando una crescita molto più accentuata di quella conseguita dall'Unione europea, che nello stesso periodo passa da 8,2% a 11,5% (+3,3 punti percentuali). A partire dal 2010 è possibile mostrare l'indicatore disaggregato per tipo di materiale: biomasse, minerali metalliferi, minerali non metalliferi e combustibili fossili. Come si evince dalla Tabella 1, nel 2022, i materiali maggiormente riutilizzati sono quelli derivati dai minerali metalliferi (47,4%), seguiti dai materiali non metalliferi (23,2%) e dalle biomasse (16,4%).