Descrizione 1
Luca Congedo, Ines Marinosci, Michele Munafò, Andrea Strollo
L'indicatore quantifica il suolo consumato a seguito di una variazione da una copertura non artificiale a una copertura artificiale, secondo il principio del consumo di suolo netto, ovvero al netto delle trasformazioni da suolo consumato a suolo non consumato (in genere ripristino di cantieri e di altre aree che l’anno precedente rientravano nel consumo di suolo reversibile). Il consumo di suolo netto registrato nel corso del 2022 ha riguardato 7.075 ettari di territorio, causando la perdita spesso irreversibile di aree naturali semi-naturali e agricole e dei loro rispettivi servizi ecosistemici.
Il consumo di suolo è un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all’occupazione di una superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. Il fenomeno si riferisce a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali. Un processo prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio. Il consumo di suolo può, quindi, essere definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato). Con consumo di suolo netto si intende il bilancio tra il consumo di suolo e l'aumento di superfici agricole naturali e seminaturali dovuto a interventi di recupero, demolizione, deimpermeabilizzazione, rinaturalizzazione o altro (Commissione europea, 2012). Successivamente è stato introdotto un nuovo sistema di classificazione che ha suddiviso i cambiamenti avvenuti in due categorie principali (permanente e reversibile) che costituiscono il secondo livello di classificazione, e successivamente, dove possibile, classificato al terzo livello sulla base del seguente sistema: - consumo di suolo permanente: edifici, fabbricati; strade asfaltate; sede ferroviaria; aeroporti (piste e aree di movimentazione impermeabili/pavimentate); porti (banchine e aree di movimentazione impermeabili/pavimentate); altre aree impermeabili/pavimentate non edificate (piazzali, parcheggi, cortili, campi sportivi); serre permanenti pavimentate; discariche; - consumo di suolo reversibile: strade non pavimentate; cantieri e altre aree in terra battuta (piazzali, parcheggi, cortili, campi sportivi, depositi permanenti di materiale); aree estrattive non rinaturalizzate; cave in falda; impianti fotovoltaici a terra; altre coperture artificiali la cui rimozione ripristina le condizioni iniziali del suolo.
Valutare il consumo di suolo a scala nazionale, regionale, provinciale e comunale.
I Programmi di azione europei in campo ambientale e l’Agenda 21 pongono, come obiettivi generali, l’uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità. La Commissione europea è da anni impegnata a favorire un uso più sostenibile del terreno e del suolo. La nuova proposta di direttiva sul monitoraggio e la resilienza dei suoli (COM_2023_416_final - Soil Health Law), sottolinea l’importanza di avere suoli in buona salute e in grado di garantire i necessari servizi ecosistemici e la necessità di introdurre buone pratiche per mitigare gli effetti negativi dell'impermeabilizzazione sulle funzioni del suolo. Tali obiettivi sono stati ulteriormente esplicitati in precedenti atti strategici europei: Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse e Strategia Tematica sull'ambiente urbano, COM/2005/0718. Nel 2012 la Commissione europea ha presentato il rapporto "Guidelines on best practice to limit, mitigate or compensate soil sealing" con una serie di buone pratiche atte a limitare, mitigare e compensare l'impermeabilizzazione del suolo.
Non essendoci una specifica normativa nazionale di riferimento, non esistono obiettivi sul tema. L’Italia è comunque tenuta a rispettare gli obiettivi comunitari e quelli previsti dall’Agenda 2030 che prevedono un processo di monitoraggio costruito attraverso un sistema di indicatori, alcuni specifici sul consumo di suolo, sull'uso del suolo e sulle aree artificiali che prevedono entro il 2030 l’allineamento del consumo alla variazione demografica e il bilancio non negativo del degrado del territorio. A livello regionale sono diverse le norme che impongono obiettivi di contenimento progressivo del consumo di suolo.
Descrizione 2
Munafò, M. (a cura di), 2023. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023. Report SNPA 37/23
Difficoltà nella disponibilità di immagini ad altissima risoluzione per alcune aree.
La disponibilità di immagini ad altissima risoluzione è propedeutica nel perfezionare la qualità dell’indicatore, rendendo più omogenee e precise le stime a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale.
Qualificazione dati
http://groupware.sinanet.isprambiente.it/uso-copertura-e-consumo-di-suolo/library/consumo-di-suolo
Nazionale
2006;2012;2015-2022
Qualificazione indicatore
Le elaborazioni annuali seguono una metodologia omogenea che prevede le seguenti fasi: - acquisizione dei dati di input (immagini Sentinel 1 e 2, altre immagini satellitari disponibili, dati ancillari); - preprocessamento dei dati; - classificazione semi-automatica della serie temporale completa dell’anno in corso e dell’anno precedente di Sentinel 1 e 2; - produzione di una cartografia preliminare; - fotointerpretazione multitemporale completa dell’intero territorio ed editing a scala di dettaglio (≥1:5.000); - revisione della serie storica con correzione di eventuali errori di omissione/commissione; - rasterizzazione; - validazione; - mosaicatura nazionale e riproiezione in un sistema equivalente; - elaborazione e restituzione di dati e indicatori.
Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 7.677 ettari (Tabella 2), con un consumo di suolo netto pari a 7.075 ettari (Tabella 1) ovvero, in media, più di 21 ettari al giorno. Un incremento che conferma una forte accelerazione rispetto ai dati rilevati nel recente passato, raggiungendo i valori più elevati degli ultimi 11 anni, in cui non si sono mai superati i 20 ettari al giorno. Il nostro Paese, nell’ultimo anno, ha perso più di 2,4 metri quadrati di suolo ogni secondo. Anche se non esiste una normativa nazionale, si è ancora ben lontani dall'obiettivo di azzeramento del consumo di suolo previsto dall’Ottavo Programma di Azione Ambientale.
Dal 2006 al 2022 il consumo di suolo è aumentato di oltre 122.000 ettari, quasi il 40% dei quali concentrati prevalentemente nelle regioni del Nord in particolare Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte (Tabella 3).
Dati
Tabella 1: Stima del suolo consumato, del consumo di suolo netto e della densità di consumo di suolo a livello regionale e per ripartizione geografica.
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA
Durante l’aggiornamento dei dati sono state parzialmente riviste anche le cartografie degli anni precedenti sulla base dei nuovi dati satellitari disponibili, aggiornando, di conseguenza, le stime relative (anch’esse disponibili per il download sullo stesso sito). Tra le classi di consumo di suolo sono ora esclusi ponti, viadotti, strade minori, corpi idrici artificiali e serre non pavimentate, che nel passato erano, invece, considerate nella cartografia, portando, quindi, a una leggera revisione al ribasso dei valori di suolo consumato. I cambiamenti da un anno all’altro sono stati adeguati al nuovo sistema di classificazione assicurando la correttezza delle stime del consumo di suolo, mentre i dati degli anni precedenti sono in fase di revisione e potranno portare a futuri e ulteriori aggiornamenti per le stime del suolo consumato e al rilascio di nuove versioni delle cartografie. Inoltre il totale ITALIA risente di lievi arrotondamenti.
Tabella 2: Tipologie di consumo di suolo (II livello di classificazione)
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA
Tabella 3: Variazione di suolo consumato dal 2006 al 2022 a livello regionale e di ripartizione geografica
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA
Durante l’aggiornamento dei dati sono state parzialmente riviste anche le cartografie degli anni precedenti sulla base dei nuovi dati satellitari disponibili, aggiornando, di conseguenza, le stime relative (anch’esse disponibili per il download sullo stesso sito). Tra le classi di consumo di suolo sono ora esclusi ponti, viadotti, strade minori, corpi idrici artificiali e serre non pavimentate, che nel passato erano, invece, considerate nella cartografia, portando, quindi, a una leggera revisione al ribasso dei valori di suolo consumato. I cambiamenti da un anno all’altro sono stati adeguati al nuovo sistema di classificazione assicurando la correttezza delle stime del consumo di suolo, mentre i dati degli anni precedenti sono in fase di revisione e potranno portare a futuri e ulteriori aggiornamenti per le stime del suolo consumato e al rilascio di nuove versioni delle cartografie.
Tabella 4: Variazione di consumo di suolo rispetto alla variazione di popolazione
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA
*= Rapporto logaritmico tra il tasso di variazione del consumo di suolo e il tasso di variazione della popolazione
In termini assoluti, in Italia sono oggi irreversibilmente persi circa 2.151.821 ettari di suolo. Prendendo in esame le ripartizioni geografiche del territorio italiano, i valori percentuali più elevati si registrano al Nord: molte province che affacciano sulla Pianura Padana hanno ormai superato il 10% di superficie impermeabilizzata (Figura 1) con un sensibile incremento, in termini di ettari consumati tra il 2021 e 2022, registrato soprattutto nella pianura veneta e lombarda e Campania (Figura 2). Il confronto tra ripartizioni geografiche (Figura 3) conferma i valori più alti di suolo consumato per le due ripartizioni del Nord, peraltro le uniche sopra il valore percentuale nazionale. La Lombardia detiene il primato anche in termini assoluti, con oltre 290mila ettari del suo territorio coperto artificialmente, contro gli appena 7.000 ettari della Valle d’Aosta (Tabella 1).
Nel 2022, in 16 regioni il suolo consumato supera il 5% con i valori percentuali più elevati in Lombardia, Veneto e Campania che vanno oltre il 10% di superficie regionale consumata (Tabella 1). Seguono Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Liguria, con valori sopra la media nazionale e compresi tra il 7 e il 9%. La Valle d’Aosta è la regione con la percentuale più bassa (2,15%). Naturalmente va considerata sia la diversa morfologia regionale sia la storica e peculiare evoluzione del territorio nell’interpretare la rilevanza dei valori riscontrati. Il confronto tra ripartizioni geografiche conferma i valori più alti di suolo consumato per le due ripartizioni del Nord, peraltro le uniche ben al di sopra del valore percentuale nazionale (Tabella 1). La densità dei cambiamenti netti fra il 2021 e il 2022, ovvero il consumo di suolo rapportato alla superficie territoriale, rende evidente il peso del Nord-Ovest che consuma 2,7 metri quadrati ogni ettaro di territorio, contro una media nazionale di 2,3 m2/ha (Tabella 1). Tra le regioni, la densità del consumo di suolo è più alta in Campania (4,09 m2/ha), Veneto (4,03 m2/ha), Lombardia (3,8 m2/ha), Puglia (3,71 m2/ha). Scendendo al di sotto dei 3 metri quadrati consumati per ogni ettaro di territorio, i valori più alti si registrano in Emilia-Romagna e Lazio (2,82 m2/ha), Piemonte (2,43 m2/ha), Sicilia (2,36 m2/ha) e Marche (2,33 m2/ha). Le regioni con il consumo di suolo maggiore, nel periodo 2006-2021, sono state la Lombardia (14.642 ha), la Puglia (14.314 ha), il Veneto (13.079 ha), l'Emilia-Romagna (11.009 ha) e la Sicilia (10.386 ha), in cui si sono concentrare oltre il 52% di tutte le trasformazioni degli ultimi 15 anni. Tutte le altre regioni presentano incrementi di consumo inferiori ai 10 mila ettari. L'intensità del consumo di suolo dal 2006, espressa in metri quadrati per ettaro, presenta una media nazionale di oltre 40 m2/ha. Le intensità maggiori si registrano in Puglia (73,96 m2/ha), Veneto (71,33 m2/ha) e Lombardia (61,32 m2/ha) (Tabella 1). In termini percentuali l'incremento maggiore di suolo consumato nel periodo di riferimento 2006 - 2022 spetta alla Puglia (9,86%) seguita dalla Basilicata (7,99 %); il Lazio, l'Abruzzo, la Sicilia, il Veneto, le Marche, la Calabria e l'Umbria hanno visto un incremento percentuale compreso tra il 6,9 e il 6,2 %. La media nazionale si attesta intorno al 6%. Molise, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta, Toscana e Liguria si attestano sotto il 5% (Tabella 3). In linea con gli altri anni, i risultati evidenziano un consumo soprattutto reversibile, essendo più dell’80% dei cambiamenti interessato da cantieri e altre aree in terra battuta che in buona parte saranno probabilmente convertiti in consumo di suolo permanente nei prossimi anni (Tabella 2). In linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e, in particolare, con il target "assicurare che il consumo di suolo non superi la crescita demografica", è stato inoltre elaborato l’indicatore SDG 11.3.1 che mette in relazione il tasso di variazione del consumo di suolo con il tasso di variazione della popolazione secondo un rapporto semilogaritmico (LCRPGR, Tabella 4). Negli anni analizzati (2006-2012, 2012-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018 2018-2019, 2019-2020, 2020-2021, 2021-2022) si rilevano a livello nazionale valori quasi sempre inferiori a -1, solo gli ultimi 3 anni presentano valori compresi tra -1 e 0 (nel 2022-2021 è -0,94 e nel 2021-2020 è -0,45), sintomo di una crescita insostenibile all'interno della quale l'aumento del suolo consumato è accompagnato da una riduzione della popolazione. L’indicatore evidenzia situazioni di significativo sbilanciamento tra consumo e popolazione, assumendo il valore positivo massimo pari a 137,36 in Campania, dove si registra un incremento della popolazione di circa 160 abitanti per metro quadro e un incremento del suolo consumato di quasi 5,6 km2, con un tasso di variazione del consumo di suolo maggiore del tasso di variazione della popolazione. Il valore negativo minimo pari a -46,65 è in Sicilia, con una diminuzione della popolazione residente di 376 abitanti per metro quadro e un incremento del suolo consumato di oltre 6 km2.