COMUNI CON STABILIMENTI CON PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore permette di identificare le aree in cui si riscontra una particolare concentrazione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante, fornendo informazioni utili per la pianificazione del territorio, in particolare per la destinazione e l'utilizzazione dei suoli. I comuni in cui sono presenti 4 o più stabilimenti RIR (Rischio Incidente Rilevante) sono 32, distribuiti in 12 regioni: in essi è ubicato circa 1/4 degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante presenti in Italia. Le regioni in cui si ritrova il maggior numero di questi comuni sono: la Lombardia (6 comuni) e la Sicilia (5 comuni). Tra i comuni caratterizzati dalla presenza di un numero elevato di stabilimenti si rilevano Ravenna (26 stabilimenti) e Genova (13 stabilimenti), seguite da Trecate (10), Napoli e Venezia (9), Filago (8) e Augusta, Anagni, Catania e Livorno con 7 stabilimenti.
QUALITÀ DELLE ACQUE - INQUINAMENTO DA PESTICIDI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore permette di valutare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da residui di pesticidi immessi nell’ambiente. Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque è reso complesso dal numero di sostanze interessate e dall’uso dispersivo. I livelli misurati sono confrontati con i limiti di concentrazione stabiliti dalla normativa vigente. Gli indicatori presentati forniscono un’analisi dell’evoluzione della contaminazione nel decennio 2012-2021 in termini di frequenza di ritrovamento dei pesticidi nelle acque, nonché sul rischio ambientale derivante dal loro utilizzo. I dati del 2021 confermano uno stato di contaminazione già segnalato negli anni precedenti, con superamenti dei limiti soprattutto nelle acque superficiali (28,3% dei punti di monitoraggio); nelle acque sotterranee il 6,8% dei punti supera i limiti normativi.
QUANTITATIVI DI SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI NEGLI STABILIMENTI A PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE
Data aggiornamento scheda:L’ indicatore analizza la tipologia di sostanze o categorie di sostanze/miscele pericolose più diffuse negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, presenti sul territorio nazionale e dichiarati dai gestori degli stabilimenti soggetti al D.Lgs. 105/2015. Tra le categorie di sostanze pericolose (Allegato 1 - parte 1 del D.Lgs. 105/2015) maggiormente diffuse in termini quantitativi, si rilevano quelle appartenenti alla Sezione “P” - Pericoli fisici, in particolare i liquidi infiammabili. Molto diffuse sono anche le sostanze pericolose per l’ambiente che rientrano nella categoria di pericolosità “E” - Pericoli per l’ambiente. Le regioni con la maggior presenza di sostanze tossiche risultano la Lombardia e la Sardegna seguite dall’ Emilia Romagna e dal Piemonte. Mentre la regione dove sono presenti i maggiori quantitativi di sostanze infiammabili è la Sicilia, seguita dal Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia e dalla Sardegna. Si registra una cospicua presenza, distribuita su tutto il territorio italiano, di gas liquefatti infiammabili e gas naturali (GPL e metano) e di prodotti petroliferi.
STABILIMENTI CON PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE (DISTRIBUZIONE PROVINCIALE E REGIONALE)
Data aggiornamento scheda:L'indicatore consente di identificare il numero di stabilimenti, per ambito regionale e provinciale, divisi per categoria, in funzione degli adempimenti stabiliti dalla normativa a cui sono soggetti i gestori degli stabilimenti. Al 31 dicembre 2023, il numero complessivo degli stabilimenti considerati pericolosi ai fini di un incidente rilevante, presenti in Italia, è pari a 944. Rispetto a giugno 2023, dove il numero di stabilimenti era pari a 948, si rileva una riduzione (4 in meno). Relativamente alla distribuzione sul territorio nazionale degli stabilimenti notificati, circa un quarto è concentrato in Lombardia e in regioni con elevata presenza di industrie come: Veneto, Piemonte e Emilia-Romagna. Nella quasi totalità delle province italiane è ubicato almeno uno stabilimento a rischio di incidente rilevante.
TIPOLOGIE DI STABILIMENTI A PERICOLO DI INCIDENTE RILEVANTE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore analizza la distribuzione sul territorio nazionale di tutte le attività industriali secondo le categorie definite nel D.Lgs. 105/2015 per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. L'analisi delle tipologie di stabilimenti permette di definire, sia pure in modo qualitativo, una mappatura del rischio industriale nel nostro Paese. La normativa suddivide gli stabilimenti in 38 categorie di attività più una trentanovesima categoria (altro) comprendente tutte le attività non rientranti nelle precedenti, sulla base del codice NACE, un sistema di classificazione generale utilizzato per sistematizzare ed uniformare le definizioni delle attività economico/industriali nei diversi Stati membri dell'Unione Europea. In particolare, alla data del 31 dicembre 2023, risulta che il numero totale di stabilimenti a rischio di incidente rilevante è pari 944, con una lieve flessione rispetto al mese di giugno di 4 unità. Per quanto concerne la tipologia delle attività presenti sul territorio nazionale, si riscontra una prevalenza di “impianti chimici” e “depositi di stoccaggio di gas liquefatti (GPL)”. Seguono le cosiddette "Altre attività, non specificate", gli stabilimenti di “produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di GPL” e i depositi di “stoccaggio di combustibili”. Insieme questi costituiscono circa il 50% del totale degli stabilimenti. Seguono gli impianti di “trattamento dei metalli mediante processi elettrolitici o chimici” e i depositi di “stoccaggio e distribuzione all’ingrosso e al dettaglio (ad esclusione del GPL)”. A seguire gli impianti di “produzione dei prodotti farmaceutici”, quelli di “produzione e stoccaggio di pesticidi, biocidi e fungicidi” e quelli di “fabbricazione di sostanze chimiche (non specificate altrimenti nell’elenco)”.
CARICHI CRITICI DELLE DEPOSIZIONI INQUINANTI
Data aggiornamento scheda:Introdotto in ambito UN/ECE (ICP, 2004) per valutare il danno alle foreste, il carico critico è una stima quantitativa dell’esposizione ad uno o più inquinanti al di sotto della quale non si apprezzano danni ai sistemi recettori sulla base delle attuali conoscenze. Sottraendo dal valore reale di deposizione atmosferica dell’inquinante considerato, il valore del carico critico stimato per ogni singolo ecosistema, si ottengono i valori di eccedenza. Le aree in cui risultano livelli di eccedenza positivi indicano zone dove gli attuali livelli di deposizione possono indurre alterazioni negli ecosistemi e, quindi, rappresentano le aree a rischio dove è opportuno intervenire . L’eccedenza può essere considerata un indicatore di impatto, mentre il carico critico un indicatore di stato. In Italia, sebbene nel 2015 rispetto al 2005 si sia registrato un apprezzabile miglioramento su tutto il territorio nazionale, per quanto riguarda il carico critico di azoto nutriente, è il Settentrione ed in particolare la pianura padana, ad essere interessata dalle eccedenze più marcate.
SICUREZZA SOSTANZE CHIMICHE: REACH
Data aggiornamento scheda:Negli ultimi cento anni la produzione globale di sostanze chimiche è aumentata in maniera esponenziale, passando da 1 milione di tonnellate nel 1930 alle diverse centinaia di milioni di tonnellate attuali. L’Unione Europea (UE) è il secondo produttore mondiale dopo la Cina e si stima che sul mercato europeo siano presenti più di 100.000 sostanze chimiche. L’Italia è il terzo produttore europeo, dopo Germania e Francia, e il dodicesimo a livello mondiale. Le imprese chimiche attive in Italia sono più di 2.800 e occupano oltre 112.000 addetti, ma l’uso dei prodotti chimici interessa tutti i settori produttivi. La regolamentazione europea delle sostanze chimiche è probabilmente la più ambiziosa a livello mondiale, il suo scopo è di assicurare un elevato livello di protezione della salute umana e dell'ambiente. Le norme principali di riferimento sono il Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) e il Regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging). La sicurezza nella gestione delle sostanze chimiche è in primo luogo a carico delle imprese che le producono, le importano o le utilizzano. L'ECHA (European Chemicals Agency) e le autorità competenti degli Stati membri dell'UE svolgono un’attività di controllo sugli adempimenti delle imprese e possono intervenire con provvedimenti specifici qualora si dimostri che il rischio delle sostanze per l’uomo e l’ambiente non sia adeguatamente controllato. L’indicatore, attraverso il monitoraggio dei processi regolamentari, fornisce gli elementi per valutare il progresso nel conseguimento degli obiettivi di sicurezza stabiliti dalla normativa.
USO E RISCHIO DEI PRODOTTI FITOSANITARI CHIMICI
Data aggiornamento scheda:La strategia europea Farm to Fork fissa due obiettivi da perseguire entro il 2030, che consistono nella riduzione del 50% dell'uso e del rischio di pesticidi chimici e nella riduzione del 50% dell'uso di pesticidi più pericolosi. Al fine di misurare i progressi compiuti verso questi obiettivi sono stati definiti due indicatori basati sulle vendite delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari e sulle proprietà pericolose di queste sostanze. Gli indicatori descritti rappresentano l’andamento europeo e nazionale dei progressi compiuti verso gli obiettivi di riduzione dei pesticidi della strategia Farm to Fork. Nel 2021, l’uso e il rischio dei pesticidi chimici mostra una diminuzione a livello europeo del 33% rispetto al periodo di riferimento 2015-2017, mentre per l’Italia tale riduzione ammonta al 43%, con una diminuzione di 10 punti percentuali nell’ultimo anno. Per quanto riguarda l’uso dei pesticidi più pericolosi, il decremento registrato nel 2021 è confrontabile a quello europeo (riduzione del 21% rispetto al triennio 2015-2017), sebbene negli ultimi tre anni l’andamento a livello nazionale sia costante.