PIANI CON APPLICAZIONE DELLA VAS IN SEDE REGIONALE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce un quadro della pianificazione regionale vigente relativamente a sette tipologie di piano e allo stato di applicazione dei relativi processi di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Al 31 dicembre 2023 risultano completati 129 piani su un totale di 147 piani previsti, raggiungendo una copertura dell’88%. Nel medesimo periodo il totale dei piani completi e vigenti con VAS è pari a 103, che rappresenta il 70% di tutti i piani completi previsti (147) e l’80% dei piani attualmente completi (129).
PIANI DI RISANAMENTO REGIONALI DELLA QUALITÀ DELL'ARIA
Data aggiornamento scheda:L’indicatore si basa sulle informazioni relative ai piani per la qualità dell’aria che, secondo la Direttiva 2008/50/CE (e il relativo recepimento nazionale Decreto Legislativo 155/2010), devono essere adottati in caso di superamento dei limiti fissati per i principali inquinanti atmosferici. A livello nazionale, le informazioni sui piani per la qualità dell'aria, comunicate dalle regioni e dalle province autonome con il formato previsto dalla Decisione 2011/850/UE, vengono raccolte e archiviate in ISPRA nel database InfoAria, per essere poi trasmesse alla Commissione europea (CE) "entro due anni dalla fine dell’anno in cui è stato rilevato il primo superamento" (Direttiva 2008/50/CE, art. 23).
Le informazioni sui piani non vanno dunque trasmesse annualmente, ma solo in occasione di nuovi elementi da comunicare. Sono perciò analizzate sia le informazioni inviate nel 2023 da 3 regioni, sia le informazioni inviate negli anni precedenti da 14 regioni e dalle province autonome di Bolzano e Trento, che non hanno dovuto effettuare un nuovo invio.
Dalla suddetta analisi emerge che le misure comunicate nel 2023 (adottate in seguito ai superamenti dei limiti registrati nel 2021) e quelle inviate negli anni precedenti e tutt’ora in vigore, sono in tutto 517, di cui il 50% ricade nel settore Trasporti su strada e il 17% nel settore Residenziale e commerciale.
CLASSIFICAZIONE SISMICA E MICROZONAZIONE SISMICA
Data aggiornamento scheda:Questo indicatore è focalizzato sull'evoluzione della classificazione sismica e della normativa antisismica del territorio italiano, con particolare riferimento alla microzonazione sismica (MS). Per quanto riguarda la classificazione sismica, benché dal 2006 non sia più il riferimento normativo per la progettazione antisismica, per la quale si rimanda direttamente alle Norme Tecniche per le Costruzioni (DM del 17 Gennaio 2018), essa continua a essere il riferimento per i controlli tecnico-amministrativi. L’ultimo aggiornamento fornito dal Dipartimento della Protezione Civile, relativo ad aprile 2021, classifica il territorio in quattro classi principali e sedici sottoclassi, secondo quanto proposto da ciascuna regione per i propri comuni. Relativamente alla normativa che regola le indagini di microzonazione sismica, il Dipartimento di Protezione Civile di concerto con la Conferenza delle Regioni e Province Autonome ha definito nel 2008 gli indirizzi e criteri generali. Negli anni successivi alcune regioni hanno emanato specifiche norme tecniche che adattano gli indirizzi generali al proprio territorio in funzione delle precipue fragilità, in riferimento ai problemi di amplificazione sismica e, in alcuni casi, anche alla pericolosità da fagliazione superficiale. La sequenza sismica che ha colpito l’Italia Centrale dal 24 agosto 2016 ha dato impulso alla realizzazione degli studi di microzonazione sismica di III livello in tutti i 140 comuni da essa interessati, validati dal gruppo di lavoro istituito all’uopo dal Commissario Straordinario per la ricostruzione nel Centro Italia. Sono in corso vari studi di approfondimento sulle faglie attive e capaci nell'ambito delle MS di III livello che verranno portati a compimento entro la fine del 2021.
PIANI DI GESTIONE REGIONALI (COSTE)
Data aggiornamento scheda:L’indicatore è il risultato della ricognizione a livello regionale dello stato della pianificazione relativa alla fascia costiera. 11 regioni costiere su 15 dispongono di strumenti di pianificazione regionale estesi alla gestione e tutela del territorio costiero e alcune stanno predisponendo un secondo piano regionale, distinguendo con maggiore chiarezza quello destinato alla tutela e protezione delle coste da quello orientato allo sviluppo e coordinamento delle attività socio-economiche. L’analisi dell’indicatore evidenzia negli ultimi anni una complessiva accelerazione dei processi di pianificazione e, seppur non misurabile dall’indicatore, numerose iniziative di aggiornamento e perfezionamento degli strumenti già adottati.
STATO DI APPROVAZIONE DEI PIANI COMUNALI DI RISANAMENTO ACUSTICO
Data aggiornamento scheda:Il Piano di risanamento acustico comunale è previsto dalla normativa quale strumento fondamentale di gestione e risoluzione delle problematiche di inquinamento acustico sul territorio; tale Piano rappresenta l'atto conseguente al principale adempimento da parte dei comuni: il Piano di classificazione acustica. Il Piano di risanamento deve essere coordinato con tutti gli altri strumenti previsti in materia di gestione del territorio comunale e deve recepire il contenuto dei Piani di contenimento e abbattimento del rumore delle infrastrutture di trasporto. Al 2022 questo strumento di pianificazione risulta scarsamente utilizzato sull'intero territorio nazionale: solo 66 comuni dei 5.017 dotati di classificazione acustica hanno approvato il Piano di risanamento acustico, confermando negli anni una percentuale di poco superiore all'1%.
STATO DI ATTUAZIONE DEI PIANI DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA COMUNALE
Data aggiornamento scheda:Il Piano di classificazione acustica rappresenta il principale atto di pianificazione comunale per la gestione dell'inquinamento acustico. Il Piano consiste nella suddivisione del territorio comunale in aree acusticamente omogenee, a cui sono associati dei limiti acustici, con l'obiettivo di fornire un indispensabile strumento di pianificazione dello sviluppo urbanistico e di tutela del territorio dall'inquinamento acustico.
Al 2022, sul territorio nazionale, il Piano di classificazione acustica è stato approvato nel 63% dei comuni; permangono ancora evidenti, a scala regionale, le differenze di applicazione di questo strumento di pianificazione.
STATO DI ATTUAZIONE DELLA CARATTERIZZAZIONE ACUSTICA DEGLI INTORNI AEROPORTUALI
Data aggiornamento scheda:L'attività di gestione dell'inquinamento acustico prodotto dalle infrastrutture aeroportuali si esplica attraverso l'attuazione degli adempimenti previsti dalla normativa vigente, in particolare l'approvazione della caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale, atto di pianificazione del territorio circostante l'aeroporto che permette di regolamentarne l'uso in maniera compatibile con i livelli sonori prodotti dall'infrastruttura, l'applicazione di specifiche procedure antirumore, al fine di minimizzare l'impatto acustico prodotto dai velivoli, e la realizzazione e gestione di un sistema di monitoraggio del rumore di origine aeroportuale. Ad oggi, questi adempimenti risultano ancora disattesi in molti aeroporti del territorio nazionale. Al 2023 in 23 dei 42 aeroporti in cui è presente il traffico aereo nazionale e internazionale, 39 dei quali individuati da ENAC come "aeroporti di interesse nazionale", è stata approvata la caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale, atto fondamentale e prioritario di gestione dell'inquinamento acustico.
STATO DI ATTUAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE NEI PARCHI NAZIONALI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore, riferito ai 25 Parchi Nazionali istituiti al 31/08/2023, rappresenta lo stato di attuazione dei Piani per il Parco ex art. 12 L. 394/1991 all’interno del complesso iter di formazione - adozione - approvazione da parte delle Autorità competenti. Rispetto al 2020, il numero dei Piani vigenti è aumentato di 1 unità (PN del Pollino) arrivando a 12. Persiste, tuttavia, una generale situazione di ritardo che riguarda in particolar modo i Piani in via di approvazione: considerata la tempistica ex lege per l’entrata in vigore del Piano per il Parco ci si sarebbe dovuti infatti attendere che ad oggi tutti i PN si fossero dotati di un Piano vigente. Si registra, invece, un ritardo medio di 21 anni sui tempi di approvazione.
STATO DI AVANZAMENTO DEI PIANI D'AMBITO TERRITORIALE OTTIMALE
Data aggiornamento scheda:I Piani d'Ambito (PdA) nell'ambito della gestione delle risorse idriche rappresentano uno strumento per pianificare e programmare le attività del Sistema Idrico Integrato (SII) ovvero dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue. L'indicatore fornisce a scala nazionale un quadro dei Piani d'Ambito attualmente vigenti negli Ambiti Territoriali Ottimati (ATO) in cui il territorio risulta suddiviso in attuazione della normativa vigente. Attualmente il territorio nazionale è diviso in 62 ATO perimetrate dalle regioni sulla base di regole contenute all'interno del Codice dell'Ambiente (D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, Parte III) il quale non fissa limiti minimi dimensionali degli ATO, ma detta una serie di criteri per la delimitazione che fanno riferimento a: (i) unità del bacino idrografico e localizzazione delle risorse e dei loro vincoli di destinazione in favore dei centri abitati interessati; (ii) unicità della gestione (cioè erogazione sull'intero territorio dell'ATO di tutte le componenti del servizio idrico integrato da parte di un unico soggetto gestore); (iii) adeguatezza delle dimensioni gestionali (definita sulla base di parametri fisici, demografici, tecnici).
STATO DI AVANZAMENTO DEI PIANI DI GESTIONE DEI DISTRETTI IDROGRAFICI
Data aggiornamento scheda:La Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE (DQA) prevede il riesame e l’aggiornamento dei Piani di Gestione dei bacini idrografici (PdG) entro 15 anni dall'entrata in vigore della direttiva stessa e, successivamente, ogni sei anni (art. 13). Pertanto, in attuazione di tale indicazione, al fine di elaborare il ciclo di pianificazione relativo al periodo 2015-2021, nel 2012 fu avviato il riesame e l'aggiornamento dei primi PdG adottati nel 2010. Il processo si concluse con l’approvazione dei piani tra marzo e giugno 2016. Successivamente iniziò l’elaborazione del secondo aggiornamento dei PdG, come previsto dall'art. 117 comma 2bis del D.Lgs. 152/2006. L’aggiornamento si è concluso nel mese di dicembre 2021 con l'adozione dei PdG (per tutti i distretti idrografici) da parte della Conferenza Istituzionale Permanente. I Piani di Tutela delle Acque (PTA) sono i piani mediante i quali le regioni, sulla base degli obiettivi fissati a scala di distretto idrografico dai PdG, definiscono gli interventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e le misure necessarie alla loro tutela qualitativa e quantitativa a livello regionale. Ad oggi, tre regioni e le province autonome di Trento e Bolzano hanno un PTA aggiornato sulla base dei PdG 2021. Altre sette regioni sono dotate di un PTA adottato o approvato successivamente alla pubblicazione dei PdG 2015. Le restanti regioni (nove) hanno un PTA risalente a un periodo precedente alla pubblicazione dei PdG 2015.
STATO DI AVANZAMENTO DEI PROGRAMMI D’AZIONE PER LA TUTELA E IL RISANAMENTO DELLE ACQUE DALL'INQUINAMENTO CAUSATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA
Data aggiornamento scheda:In attuazione della Direttiva 91/676/CEE (Direttiva Nitrati), il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, all’articolo 92, comma 7, prevede che le regioni adottino e attuino i programmi d'azione (PdA) obbligatori per la tutela e il risanamento delle acque dall'inquinamento causato da nitrati di origine agricola nelle zone designate come vulnerabili ai nitrati (ZVN). Il comma 8-bis del citato articolo 92 prevede che le regioni riesaminino e, se del caso, rivedano i programmi d'azione obbligatori almeno ogni quattro anni. I PdA, insieme alle ulteriori misure intraprese in ottemperanza alla Direttiva Nitrati (per esempio, designazione delle zone vulnerabili), costituiscono misure di base dei programmi di misure dei Piani di Tutela delle Acque (art. 121 del D.Lgs. 152/2006) e dei Piani di Gestione dei Bacini Idrografici (art. 117 del D.Lgs. 152/2006) e, come tali, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE.
Tutte le regioni in cui risultano designate zone vulnerabili ai nitrati da almeno un anno hanno adottato il relativo Programma d’Azione.
STRATEGIE E PIANI DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Data aggiornamento scheda:Le Strategie e i Piani regionali di Adattamento sono lo strumento principale a disposizione delle regioni per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e implementare azioni finalizzate a ridurre le vulnerabilità dei territori. In Italia, le strategie e i piani regionali adottati sono ancora molto pochi. Nonostante manchino un quadro normativo cogente e un contesto di riferimento programmatico nazionale, si rilevano tuttavia iniziative, progetti e studi climatici e di vulnerabilità che si auspica portino verso percorsi di approvazione prima di Strategie e poi di Piani di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Il problema dei cambiamenti climatici impone, infatti, che vengano definite e realizzate con urgenza azioni concrete volte a rendere i territori più resilienti.
SUSSIDI AMBIENTALMENTE FAVOREVOLI E SUSSIDI AMBIENTALMENTE DANNOSI
Data aggiornamento scheda:Nel 2021 la quinta edizione del Catalogo dei sussidi ambientali individua un totale di 168 misure, da cui scaturiscono 22,4 miliardi di euro (Mld €) di sussidi ambientalmente dannosi e 18,6 Mld € di sussidi ambientalmente favorevoli (rispettivamente +16,3% e -1,7% rispetto all’anno precedente). Sussidi per un importo pari a 11,5 Mld € sono di incerta attribuzione (-15,8% rispetto al 2020). Fra i sussidi ambientalmente dannosi, quelli alle fonti fossili sono pari a 14,5 Mld € nel 2021 (Figura 1 e Tabella 1).
INTERVENTI URGENTI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
Il monitoraggio degli interventi urgenti per la difesa del suolo, che ISPRA svolge per conto del MASE, riguarda attualmente 10.935 progetti, finanziati dal 1999 al 31 dicembre 2022, distribuiti su tutto il territorio nazionale per un importo complessivo di € 10.399.832.542. Degli attuali 10.935 interventi, il 45% (4.890) risulta concluso, il 14% (1.549) è in esecuzione, l’17% (1.911) è in fase di progettazione, mentre il 24% circa degli interventi (2.585) risulta da avviare. Nel presente indicatore vengono presentati i dati relativi alle tipologie di intervento finanziate nonché alla loro distribuzione regionale. Vengono infine analizzate le richieste di finanziamento, in termini di fabbisogno economico, presentate dalle regioni al MASE a partire dal 2015 e al Dipartimento Casa Italia a partire dal 2021, per la realizzazione di nuovi interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.